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Autore: Aura    07/01/2012    1 recensioni
"Tutto quanto è fermo a te, tanto il resto cambia; vivrò ma non vivrò più..."
La battaglia finale è imminente, lo sente, tanto quanto sente il vuoto che ha scelto mangiargli l'anima; Draco farà quello per cui è nato, rimanendo al fianco della sua famiglia e della schiera in cui hanno deciso di combattere, anche se lo strappo gli ricorda che ha avuto una possibilità di fare andare le cose diversamente.
Ma non avrebbe mai funzionato, lei non era per lui.
Dal capitolo uno:
Una smorfia tristemente divertita gli mosse le labbra, mestamente ripensò alla fragilità della mente e alla corruttibilità dei ricordi: in quel momento Lei era tutto fuorchè bella, con i capelli spettinati ed incrostati di sangue rappreso che aveva disegnato anche delle lugubri macchie sul volto e sugli abiti; eppure nella sua mente la vedeva bella, e si ritrovò ad avere quasi nostalgia di quegli attimi in cui avevano rischiato di perdere la vita, in quel lasso di tempo dove né Harry Potter né il Signore Oscuro erano lì per dividerli.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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2 Si lasciò la torre alle spalle, muovendosi nel castello avvolto nel silenzio della notte: quell'anno con la mancanza di Potter e del suo trio non c'erano molte scorribande notturne ed era molto raro incontrare qualcuno nei corridoi a quell'ora; nemmeno Paciock che sembrava aver drizzato la cresta non era tanto incauto quanto l'originale della brutta copia che rappresentava.

Lo osservava da tempo e sapeva che né lui né il gruppo di studenti che radunava di sovente, un rimasuglio del vecchio ES capitanato proprio da Paciock e dalla Weasley, avevano notizie di Potter, e di conseguenza non ne avevano di Lei;
ma continuava a marcarli: se qualcosa si fosse mosso loro di certo sarebbero stati i primi ad esserne informati.
Voleva sapere quando sarebbe tornata, voleva essere pronto a quel momento ed affrontarlo preparato.
Era diventato bravo a nascondersi e a passare indifferente quando ne aveva la necessità: per molti versi, nonostante l'apparenza del contrario più ovvio, il tatuaggio sull'avambraccio lo aveva aiutato in questo, rendendolo meno umano agli occhi degli altri.
Da un lato temuto, odiato forse, ma anche marginale per chiunque: c'era una sola persona nella sua vita che gli aveva dimostrato un costante interesse nei suoi confronti, sia nei periodi migliori che in quelli peggiori; sua madre.
Anche Lucius provava interesse per lui ma in maniera più discontinua: un momento era da educare, un altro da esibire orgoglioso, l'aveva anche utilizzato come riscatto per il suo nome, annebbiato e soggiogato dal Signore Oscuro, ma indubbiamente era legato al figlio, non solo perchè era il suo erede; eppure al contrario del marito Narcissa conservava la lucidità fredda che le impediva di perdere di vista il vero e ultimo senso della sua vita, che non era legato al Signore Oscuro ma bensì alla sua famiglia.

Per loro era arruolato, per loro si era imposto la battaglia, lui, che in fin dei conti era poco predisposto alla prima linea a al mettere a repentaglio la sua sicurezza personale.
Non solo, non credeva nella causa: finchè si parlava di maghi purosangue gerarchicamente superiori a mezzosangue o sanguesporco ci stava anche, in fondo era cresciuto con quel dogma; era proprio il fatto di coalizzarsi con Lui e giurargli fedeltà, su quello non si scherzava e la prova era il segno indelebile sul braccio.
Chi, se non un pazzo, si sarebbe votato per l'eternità all'essere più malvagio e despota di tutti i tempi?
Lui lo aveva fatto, ma nonostante quello la sua lealtà era stata data solo ed unicamente per la sua famiglia, per suo padre che il giorno in cui Lui aveva impresso il Marchio Nero sulla sua pelle era orgoglioso ed onorato ed al tempo stesso spaventato; per sua madre che esattamente come il figlio non era leale al Signore Oscuro tanto quanto al marito e alle scelte della famiglia.

Un'altra differenza tra di loro: per Lei la causa aveva talmente senso che si era separata dai suoi genitori per prenderne parte.

L'unica cosa da cui lui si era staccato era Lei, e una pesantezza nell'animo glielo ricordava incessantemente; nonostante questo accettava quella decisione e le sue conseguenze


Non so chi mi aiuterà

a dimenticarti

quando me ne andrò da qui


Quando si era allontanato da lei sapeva che non sarebbe stato possibile farlo molto facilmente, che probabilmente un altro marchio avrebbe orlato la sua pelle a vita oltre a quello sull'avambraccio: quello di Lei.
Ricordava il dignitoso singhiozzo che aveva sentito dopo averla abbandonata, e le fu grato per aver dato voce ai suoi pensieri dato che lui non poteva farlo.

Perso nei pensieri era quasi arrivato ai sotterranei, quando con la coda dell'occhio vide una donna camminare dentro il paesaggio di un quadro.
Qualcosa stava accadendo, non c'erano altre tracce di lei in giro ma il suo sesto senso gli suggerì che forse la soluzione stava in una delle torri.





* * *




Draco si rialzò, seguendo la luce della bacchetta della ragazza che si stava allontanando.
Camminarono in silenzio, diretti verso quella che sembrava l'uscita della grotta.
L'ambiente era umido, e l'odore pungente che l'aveva colpito non appena era stato catapultato lì era causato da fuoriuscite di zolfo che provenivano dal suolo, e la lontananza del rumore delle gocce di condensa che cadevano sulla pietra facevano immaginare la profondità della caverna.
-la cosa fondamentale è capire dove ci troviamo- fece mente locale, non diretta realmente a lui quanto più a sé stessa, già immaginando che la soluzione non si sarebbe avvicinata molto una volta raggiunta l'apertura. Si issarono uno alla volta sul masso che ostacolava l'uscita, scalandolo fianco a fianco ma senza interagire, come due estranei o come se non sapessero di essere insieme. Il paesaggio che si stagliò ai loro occhi non fu consolante: alle loro spalle una montagna, davanti a loro un burrone e più in giù una foresta fitta e buia.
Tornare indietro non si poteva, l'unica strada possibile era trovare un punto per scendere e di lì poi cercare di attraversare la foresta, ma come aveva detto la strega bisognava capire dov'erano.
L'orizzonte non forniva dettagli conosciuti, con le spalle alla parete si mossero di lato, in un piccolo sentiero poco più grande del piede di lui che separava la roccia al precipizio.

Spostandosi il panorama non cambiò, ma almeno trovarono una discesa praticabile: il ragazzo si limitò a seguirla, mentre lei si aggrappò ad una sporgenza e si fece cadere su quella che sembrava una stradina un paio di metri sotto di loro.
-perchè non lanciamo un segnale d'aiuto con le nostre bacchette?- domandò finalmente Draco, per niente avvezzo al pericolo e all'avventura; lei superò veloce lo stupore di una conversazione iniziata da lui e lo redarguì
-non sappiamo dove siamo, soprattutto non sappiamo
chi vedrà il nostro segnale: non possiamo esporci così tanto- gli fece notare continuando a camminare.
Raggiunsero i piedi della montagna un paio di ore dopo, in silenzio, e nel frattempo era calata la sera.
Erano circondati da alberi alti e fitti, che più avanti intrecciavano i loro rami rendendo opprimente l'oscurità sotto di loro, e da quello che avevano visto dalla vetta la foresta si stendeva a perdita d'occhio. Lungimirante la strega iniziò a guardarsi attorno in cerca di qualcosa di commestibile
-non proseguiamo? Se questa è la Foresta Oscura una volta oltrepassata saremo ad Hogwarts- suggerì lui.
Vide la Sanguesporco voltarsi di scatto, rimproverandolo
-
spera che questa non sia la Foresta Oscura Malfoy, se ne vuoi uscire vivo. In ogni caso non riusciremo certo a raggiungere l'altro capo in qualche ora, e la cosa più conveniente è fermarci qui per la notte, prima di ripartire: qua almeno da un lato siamo protetti dalla montagna, qualsiasi cosa ci sia là dentro- disse indicandogli con lo sguardo l'apertura tra gli alberi che creava un sentiero naturale- e quindi dobbiamo trovare qualcosa da mangiare, pensi di esserne in grado?
Seccato dal ricevere ordini ed indicazioni da lei Draco scrollò le spalle
-un fuoco lo possiamo accendere
Vossignoria?- le disse sprezzante -vado a recuperare della legna adatta- decise allontanandosi.

Lo guardò inoltrarsi tra gli alberi, chiedendosi se sarebbe mai tornato o se avesse tentato di proseguire da solo.
Nel caso peggio per lui, era solo un peso, pensò con freddezza mentre continuava ad esplorare il terreno usando il fondo del suo mantello per raccogliere le provvigioni che trovava.

Quando la vide tornare notò che la sua uniforme era stata lacerata, e la Sanguesporco teneva in mano il lembo mancante con cui aveva creato una sacca, richiudendola con l'elastico che prima le teneva legati i capelli.
-ho trovato dei funghi commestibili, ne ho raccolti quanto più potevo- alzò la bisaccia di fortuna mostrandone un altra più piccolina attaccata- e ho fatto anche scorta d'acqua, così saremo a posto per un po'
-per un po' quanto, due minuti?- la canzonò ironico mentre accendeva il fuoco: era sempre più convinto che quella era una pessima idea.
-Malfoy l'incantesimo Engorgio non ti dice niente?- gli ricordò, con il suo solito tono petulante da prima della classe che non aveva mai perso. Si sedette in silenzio e raccogliendo un ramo appuntito vi infilzò un paio di funghi per metterli poi accanto al fuoco, porgendogli indifferente la sacca per permettergli di fare lo stesso.
Draco la guardò con disprezzo malcelato
-costretto ad arrangiarmi da babbano, quando mio padre lo verrà a sapere...- disse tra sé e sé.
La Granger lo sfidò, piccata
-se hai un'idea migliore accomodati, questo è l'unico modo per riempirsi lo stomaco che conosco io

Passarono quella notte in silenzio, accordandosi solo per i turni di veglia per stare di guardia; la ragazza non fidandosi per niente di lui scelse il secondo, quello più difficile che iniziava nel terrore della notte fonda e conduceva alle luci dell'alba lentamente.
Mentre lui dormiva riattizzò il fuoco ormai quasi spento ed infreddolita cercò di fare mente locale sulla loro situazione sperando di trovare una soluzione consolante: il suo cervello non le consigliava niente però, se non proseguire alla cieca dentro alla finestra. Scrutò il cielo in cerca di una direzione dalle stelle, e scelta la più probabile, dritto davanti a loro, aspettò pazientemente che si facesse giorno e che lui si svegliasse.
Già sentiva su di sé il peso della conduzione di quel viaggio, questa volta non aveva Harry a cui affidarsi o Ron a sostenerla; Draco Malfoy era apparentemente il peggiore compagno che avrebbe potuto desiderare: senza alcuna attitudine particolare buono solo a mettere in dubbio le sue parole, dall'alto della purezza del suo sangue e delle origini blasonate della sua famiglia che però non apportavano nessun valido aiuto.
Si strinse in quello che rimaneva del suo mantello cercando di ignorare il silenzio che la circondava, interrotto solo dal rumore degli animali notturni; l'ultima cosa che doveva fare era lasciarsi andare allo sconforto.


Il giorno successivo camminarono nella direzione indicata da lei, nonostante non fosse per niente soddisfatto della nottata e di come lei l'aveva gestita (quei funghi che si ostinava a chiamare commestibili erano quando più terribile avesse mai mangiato, inoltre nonostante avesse lei stessa ammesso di averne raccolto di acqua si ostinava a centellinarla, adducendo come scusa il fatto che non sapevano quando ne avrebbero trovata ancora) Draco la seguì in silenzio, preferendo rinfacciarle ogni sbaglio piuttosto che arrovellarsi per prendere lui delle decisioni.
Di comune accordo si fermarono al calare della sera, quando la poca luce che filtrava dai rami sparì, e si organizzarono come la notte precedente per dormire a turno.
Draco era arrabbiato, era stanco ed infreddolito, segretamente spaventato da tutto ciò che lo circondava e lo mandava in bestia ancora di più il fatto che la Sanguesporco sembrasse invece tranquilla ed invincibile. Il loro silenzio lo logorava, rendendo ancora più dura la loro giornata, ma era di gran lunga preferibile ad una conversazione con lei, che nella sua mente dipingeva sempre più insopportabile.
Quella situazione non la infastidiva? Faceva la coraggiosa? Bene, ne avrebbe approfittato lui.
-svegliati Sanguesporco- disse scuotendola malamente.
La ragazza si stropicciò gli occhi
-è già ora?- disse assonnata, cercando di riprendere lucidità
Lui si acquattò, mettendosi dietro alla testa la bisaccia dei funghi come cuscino
-manca ancora un'ora ma io mi sto addormentando- disse telegrafico voltandogli le spalle.
Gli parve di sentirla sospirare, ben le stava.

Si svegliò con un debole raggio di luce che lo raggiunse sugli occhi, stupito di trovarsi da solo: era forse scappata?
Notò accanto al falò ormai spento la bisaccia dell'acqua e sotto di lui ancora quella dei funghi, no, non poteva essersene andata lasciando lì i sostentamenti.
Mentre si alzava la vide arrivare, spuntando da dietro ad un albero
-sei pazza Sanguesporco?- osservò la smorfia che ancora le dipingeva il viso a quelle parole, compiaciuto -il tuo concetto di guardia è lasciarmi in balia delle bestie per farmi attaccare e sbarazzarti di me?
-piantala Malfoy, con tutti gli incantesimi di protezione che ho lanciato ieri sera non avrebbe potuto avvicinarsi nemmeno una formica, sono andata in cerca di cibo- gli rispose seccata, prendendogli malamente la sacca dalle mani- seguimi, sei più alto di me
-inizi a capire che quei dannati funghi non sono così buoni, eh?- borbottò lui sarcastico, seguendola di malavoglia.
Arrivarono davanti ad un albero di mele selvatiche, che lei iniziò a cogliere
-forza, datti da fare- lo intimò
-perchè non usi un incantesimo d'appello?
-credi forse che non ci abbia pensato?- ribattè lei seccata -Non ti ricordi? Bisogna essere
estremamente precisi, le mele sono attaccate ai rami e dobbiamo raccoglierle a mano se non vogliamo che l'intero albero ci rovini addosso
Sbuffando la imitò indolente, raccogliendo con una mano sola mentre con l'altra reggeva la mela che stava mangiando.




* * *



Non era stato il migliore dei compagni, ne era consapevole, e si ricordava che in quei giorni aveva davvero fatto di tutto per risultare sgradevole, cosa che però in fondo gli era d'abitudine: non si era mai impegnato nella sua vita per piacere a qualcuno, era sempre quasi divertito dal fatto che più lui trattasse male i suoi tirapiedi più quelli gli portavano rispetto.
Un giorno aveva semplicemente smesso di farlo, rimanendo in disparte e nell'ombra, limitandosi a prevalere su di loro per status sociale, e aveva preso a preferire la compagnia di Zabini e Nott a quella prostrata di Vincent e Goyle; una domanda lo aveva fatto riflettere, che era sorta spontanea della sua mente: in scala non era il modus operandi di Voldemort?
Nessun sentimento di redenzione, nessuna voglia di cambiamento lo aveva colto, semplicemente disgustato dall'idea aveva fatto un passo indietro.
Quasi raggiunta la torre dei Grifondoro gli balenò in testa l'opzione che contrariamente alle sue aspettative i militari di Potter capitanati dal sergente Paciock potevano essersi radunati in un luogo sicuro e nascosto.
Provare non gli sarebbe nuociuto, da quando aveva sentito dell'assalto alla Gringott sapeva che era solo questione di qualche ora prima di vederli tornare, lo dava per certo per dei motivi che non riusciva a capire.
In ogni caso camminò fino al settimo piano, pensando ad un modo per accedervi senza dare nell'occhio, nel caso in cui effettivamente ci fosse stato qualcuno.

Il suo desiderio di entrarvi di soppiatto fu sufficiente, infatti la porta che comparve lo condusse nell'angolo più remoto della Stanza delle Necessità, nascosto da un'imponente colonna che copriva l'apertura; non aveva sbagliato: davanti a lui un gruppo di studenti, quelli che aveva sentito nominare dai Carrow come una spina nel fianco dai minuti contati.
Si appostò nell'ombra, dietro ad un telo, dove non lo avrebbero mai potuto vedere, e aspettò pazientemente.
Un quadro appeso alla parete era scostato, scoprendo un passaggio nel muro: possibile che fosse sfuggito alla distruzione che Piton aveva comandato quell'anno?
Guardando i volti degli studenti si accorse che non sembravano essere lì in attesa di qualcosa, forse la sua mente aveva lavorato troppo d'immaginazione facendogli credere imminente una cosa che in realtà non si sarebbe avverata. Nascosta da quella curiosità latente stava il masochistico desiderio di rivederla, era inutile negarlo, era per vedere Lei che si era rintanato come un topo; osservarla da lontano, assicurarsi che sul suo volto non riportasse le ombre del Cruciatos che spesso riempivano i suoi incubi.

Aveva preso un abbaglio, lentamente controllò che il breve spazio tra il suo nascondiglio e la porta non fosse osservato


-ho portato una sorpresa- presentò la voce di Paciock; e come tutti gli altri nella sala anche i suoi occhi andarono in direzione di quella voce:
Lei, era lì.
Potter in prima linea e dietro di lui Lei e Weasley, l'uno accanto all'altra, legati da una simbiosi accecante


Quanto male ci starò

che sarai di un altro

lo so, ma è giusto così


Era quello che si aspettava di vedere, fin dal giorno in cui le voltò le spalle, e quello era effettivamente successo; anche se la previsione non gli impediva che l'immagine gli bruciasse come sale su una ferita.
Continuò a ripetersi che era giusto.








Nda in questo capitolo ho cercato di dare a Draco una voce che mi spieghi molti suoi atteggiamenti,  e mi sono impegnata per mantenerlo quanto più IC specialmente nella parte del passato:
fatemi sapere se ci sono riuscita, o se lo trovate invece in generale Oc.
Note di servizio:
-ai lettori di
Sono già solo che mi leggono anche qui domani non pubblicherò il primo capitolo dello spin off, lo scriverò anche sul mio profilo in modo che sia visibile da tutti: sto cercando l'incipit giusto per continuare la storia, e preferisco aspettare un pochino piuttosto che scrivere alla rinfusa.
-Le parole in grassetto-corsivo che avete trovato a destra della pagina sono parte della canzone "Tanto il Resto Cambia"di Marco Mengoni, che potete trovare al link http://www.youtube.com/watch?v=VA1Jwvuc0-o
-ho aperto da poco un blog, se vi va di dargli un occhio lo trovate al link http://aura85.blogspot.com/

Vedo che in molti avete letto il primo capitolo,  so che è un po' difficile rompere il ghiaccio e scrivere la prima recensione ma fatemi sapere cosa ne pensate e se è il caso che io butti questa fiction nel camino ;-)

Alla prossima!


   
 
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