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Autore: sango_79    07/01/2012    1 recensioni
I gemelli passano qualche giorno a casa di Sergio e Andrea.
Chiacchiere, confessioni e guerre in cucina.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di là dal ponte'
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Storia scritta per la Maritombola di Mari di Challenge.
Fa parte della raccolta Di là dal ponte: cronologicamente è situata pochi giorni dopo Chiacchiere tra donne.



Crostata di fragole


"Ta-dan!" fecero i gemelli in coro, appena Sergio aprì loro la porta di casa.
"Cosa ci fate voi qui?" li apostrofò il cugino, vagamente preoccupato.
"Ci ha invitato Andrea" rispose Marco.
"Vi abbiamo anche portato un regalo" gli fece sapere Mattia, sollevando un sacchetto di carta.
"Fragole?" si stupì Sergio, dopo aver dato un'occhiata al suo interno. "Fragole a Natale?"
"Se dobbiamo proprio essere precisi" iniziò Mattia.
"È già passato Capodanno" concluse Marco, spostandolo di lato per entrare finalmente in casa e andare a salutare Andrea, appena uscito dalla sala, subito seguito dal gemello.
"Zaini?" sbottò Sergio alla vista del loro bagaglio. "Perché avete degli zaini? Perché hanno degli zaini?" ripeté rivolto ad Andrea.
"I ragazzi si fermeranno da noi per qualche giorno" lo informò lui. "Ho appena finito di preparare il letto in sala."
"Come si fermeranno da noi? Ma... le vacanze, noi due soli..." protestò Sergio.
"Oh, ma non dovete preoccuparvi per noi" intervenne Marco.
"Giusto! Fate come se noi non ci fossimo" gli diede man forte Mattia, con uno sguardo esaltato.
"Ma anche no!" si oppose Sergio, guardandoli male e chiudendo finalmente la porta di casa. Andrea si limitò a ridacchiare e a far strada ai gemelli, guidandoli in un tour del loro appartamento.
Il resto del pomeriggio passò tranquillo. I gemelli si divertirono a prendere in giro Sergio e lui faceva finta di irritarsi, ma per Andrea era chiaro che in realtà fosse felice di averti intorno. Ordinarono una pizza per cena e passarono la serata a guardare film. Marco non fece nessun tentativo di parlare con Andrea, nonostante quello che gli aveva detto in ristorante, e lui decise di non forzarlo, consapevole che avevano ancora quasi due giorni a disposizione e che l'occasione giusta si sarebbe di sicuro presentata.
Solo quando furono stesi nel loro letto, abbracciati, Sergio si decise a chiedere spiegazioni.
"Ora mi dici che sta succedendo?" sussurrò tranquillo.
"Non lo so" gli rispose Andrea. "Marco mi ha chiesto se potevamo parlare, la sera della vigilia, e visto che sembrava una cosa seria l'ho invitato a passare qualche giorno con noi, così avremmo avuto il tempo per farlo con calma."
"Ho parlato con zio Maurizio, il giorno di Natale" disse Sergio, dopo un paio di minuti. "Secondo lui i gemelli sono confusi. Pare che ultimamente facciano un sacco di discorsi strani, su amici gay, incontri e possibilità."
"Credi che Marco voglia parlarmi di questo? Credi che quei due siano davvero confusi sulla loro sessualità?" si informò Andrea.
Sergio si strinse nelle spalle.
"Non lo so, ma considerando che vuole parlare proprio con te, è possibile."
"Tuo zio è preoccupato? Per le scelte che potrebbero fare, intendo" chiese ancora Andrea.
"Più che altro, si preoccupa per le stupidaggini che potrebbero fare, conoscendoli" gli rispose il compagno. "Credo abbia paura che vogliano sperimentare per chiarirsi i dubbi, per questo mi ha chiesto di sondare il terreno. Deve aver pensato che affrontare l'argomento con me, per loro, sarebbe stato più semplice e più proficuo che parlarne con lui o con la zia. Almeno io so di cosa stiamo parlando" constatò.
"Allora è un bene che abbiamo così tanto tempo da passare con loro" gli fece notare Andrea, prima di dargli un bacio sulle labbra e di poggiare la testa sulla sua spalla.
Sergio sorrise alla vista della sua espressione rilassata e decise di seguire il suo esempio, chiudendo gli occhi e preparandosi a dormire. Ai gemelli e ai loro problemi avrebbero pensato il giorno dopo.

"Una crostata di fragole?"
Andrea annuì.
"Possiamo farla insieme, se vi va."
Era nato tutto da una semplice e innocua proposta. Sergio non riusciva davvero a capire come era possibile che la situazione fosse degenerata a tal punto.
Il grembiule di Andrea doveva avere sopra più fragole di quante non ce ne fossero sulla crostata e il suo compagno era ricoperto di farina dalla testa ai piedi. Esattamente come i gemelli. Viveva in quell'appartamento da sei mesi, ormai, anche se lo frequentava da molto più tempo, e non aveva mai visto la cucina in quelle condizioni. Quei tre non avevano preparato una crostata, avevano combattuto una guerra.
L'unica cosa positiva era che sembravano essersi divertiti tutti parecchio. Dalla sua postazione con la spalla poggiata allo stipite della porta, visto che gli era stato proibito di mettere piede nella stanza mentre gli altri cucinavano, Sergio osservò soddisfatto il sorriso felice di Andrea, ripromettendosi di invitare più spesso i cugini a passare del tempo con loro, se questo era l'effetto che avevano sul suo compagno.
Una sessione anticipata di pulizie di primavera, due ore e tre docce dopo, erano seduti tutti e quattro al tavolo di nuovo lindo della cucina, a gustarsi delle enormi fette di crostata di fragole e del tè fumante.
"Ora mi dici di cosa volevi parlare?" chiese Andrea, rivolgendo a Marco un sorriso incoraggiante.
Il ragazzo deglutì il boccone che stava masticando e guardò il fratello, come in cerca di una rassicurazione. Evidentemente l'ottenne, perché prese un respiro profondo e puntò gli occhi su Andrea.
"Come hai capito di essere gay?" gli chiese, con la voce insolitamente bassa.
"L'ho capito a tredici anni" gli rispose con calma Andrea. "Era estate e andavo in piscina almeno un paio di volte alla settimana con i miei amici. Loro non facevano altro che guardare le ragazzine e negli spogliatoi si toccavano parlando di loro, io mi sono riscoperto a guardare loro e a toccarmi sentendoli parlare" concluse con un sorriso divertito.
"Credi che possano piacerti i ragazzi?" si inserì Sergio, guardandolo con attenzione.
"Hai parlato con papà" lo accusò il cugino, vagamente offeso, dopo aver riflettuto alcuni secondi.
Sergio scrollò le spalle.
"Pensava che potessi esservi utile, vista la mia esperienza" confessò con un filo di ironia. "Allora?" insistette.
Marco sospirò, decidendo di lasciar perdere e di concentrarsi solo sulla soluzione del suo dilemma.
"È che..." tentò di spiegare, rivolgendosi di nuovo ad Andrea. "Ecco, è da un po' che mi capita, a volte, di guardare qualche maschio e pensare che ha un bel viso, o un bel corpo. Mi è anche capitato di guardare degli uomini e pensare che fossero sexy. E eccitanti" buttò fuori tutto d'un fiato.
Andrea annuì comprensivo.
"E se vedi una bella ragazza?" gli chiese poi, sorseggiando il suo tè.
"Una bella ragazza è una bella ragazza, che c'entra?" gli rispose Marco, perplesso.
"Quindi, ti capita di guardare anche delle belle ragazze e di trovarle sexy?" domandò ancora, sorridente.
"Beh... sì, certo. Ma ho visto uomini che mi sono sembrati più sexy di qualsiasi donna abbia mai visto" si intestardì il ragazzo.
Andrea annuì ancora una volta, come se avesse capito tutto.
"Secondo me non sei gay" gli comunicò, con una faccia fin troppo tranquilla.
"Ah no?" si sorprese Marco.
Sergio si affrettò a portarsi la tazza di tè alle labbra, per nascondere il sorrisino divertito. Sapeva esattamente cosa stava per dire il suo ragazzo con quel faccino angelico.
"No! I gay non trovano sexy le donne. I gay le donne non le guardano proprio in quell'ottica, non scherziamo."
Marco e Mattia lo guardarono perplessi.
"No, io direi che sei semplicemente bisessuale."
"Ah" fu tutto quello che riuscì a dire Marco.
Sergio rischiò di soffocarsi con il tè e lanciò uno sguardo ironico al suo adorabile compagno. In tutta sincerità, non riusciva a vederci nulla di semplice nell'essere bisessuali. Molto probabilmente, era più complicato che essere semplicemente gay.
Passarono alcuni minuti, prima che qualcuno ricominciasse a parlare.
"In effetti, ci avevo pensato" confessò Marco. "Però mi era venuto il dubbio, perché nell'ultimo periodo guardo quasi solo uomini."
Mattia, al suo fianco, sbuffò qualcosa che somigliava molto a un "certo, come no" e Sergio e Andrea spostarono lo sguardo da un fratello all'altro, in attesa di una spiegazione. Il rossore improvviso che colorò le guance di Marco non fece altro che stuzzicare ancora di più la loro curiosità.
"C'è qualcos'altro che dovremmo sapere" chiese il maggiore dei cugini Carini.
Mattia guardò con insistenza il fratello, come a intimargli di vuotare il sacco, se non voleva che lo facesse lui al suo posto.
"E va bene" si arrese. "Ho incontrato quest'uomo e... mi piace. È bello, sexy, intelligente, ha successo nel suo lavoro, ha una voce che fa venire i brividi e un culo da infarto."
"Uomo?" indagò ancora Sergio, decidendo per il momento di soprassedere su brividi e infarti.
"Ha ventotto anni, è un fotografo" confermò Mattia, ignorando l'occhiataccia del fratello.
"Ha dieci anni più di te" fece notare Andrea, senza nessuna particolare intonazione di voce, concentrando la sua attenzione su Marco.
"È una brava persona" lo difese lui. "È un amico di Simone e anche di suo padre. Il dottor Giusti sa anche che è gay ma non fa nessun problema a Simone quando escono insieme ed è stato lui a consigliargli di invitarci ad andare con loro, la prima volta che siamo usciti insieme. Se non lo ritenesse una persona degna di fiducia non gli avrebbe permesso di fargli da modello e non avrebbe consigliato a papà di darci il permesso di farlo anche noi."
"Ha sempre dieci anni più di te" ribadì il cugino con un sospiro, cercando di decifrare il discorso non troppo coerente del ragazzo.
"E infatti non lo nota nemmeno" si intromise ancora una volta Mattia, beccandosi una gomitata dal gemello.
"Non è vero che non mi nota. Non mi avrebbe chiesto di fargli da modello, se non mi avesse notato" gli ricordò, piccato.
"Lo ha chiesto anche a me, mica vuol dire che ci sta provando" ritorse Mattia.
Sergio seguiva quel botta e risposta interdetto. Andrea, invece, sorrideva beato.
"Lo incontrerai nei prossimi giorni?" chiese con dolcezza.
"Dopodomani" confermò Marco. "Dobbiamo fare le prove per il nostro book fotografico."
"Allora domani faremo un'altra crostata di fragole, così potrai regalargliela" decise.
"Sul serio?" chiese conferma Marco, raggiante.
"Sul serio?" gli fece eco Sergio, per niente convinto che fosse una buona idea.
"Sì, sul serio" confermò Andrea. "Da qualche parte dovrà pure iniziare, se vuole conquistarlo" spiegò tutto allegro.
"Ma sei sicuro?" chiese ancora Sergio, scettico.
"Non c'è da preoccuparsi" lo rassicurò Andrea. "Innanzitutto, Marco è maggiorenne e sa quello che vuole. Mi pare ovvio che si comporterà responsabilmente e non farà sciocchezze, giusto?" e aspettò il suo cenno d'assenso prima di continuare. "Poi, Mattia lo terrà d'occhio e verrà subito da noi se noterà qualcosa di strano" e il ragazzo sollevò entrambi i pollici, con un sorriso complice. "E quando lo avrà conquistato, Marco porterà questo dio sceso in terra a cena da noi, così potremmo assicurarci che sia davvero la brava persona che ci ha descritto e che sia effettivamente adatto a lui."
Sergio scosse la testa, guardandoli molto preoccupato. Era sicuro che le cose sarebbero dovute andare in modo diverso, non era certo che suo zio avrebbe apprezzato il tipo di aiuto che lui e Andrea stavano per dare a Marco, ma fu sufficiente una rapida occhiata alla faccia esaltata del suo romantico compagno e dei gemelli per capire che, ormai, non avrebbe più potuto fare nulla per fermarli.
Bastava solo che il culo di quel tizio non fosse così tanto da infarto da attirare lo sguardo del suo ragazzo, o avrebbe fatto in modo che Marco fosse costretto a praticare la castità a tempo indeterminato.

   
 
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