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Autore: Crystal_    24/08/2006    0 recensioni
La maggiore delle signorine Maybelle era bella e ricca, ma ancora non aveva marito. Quei pretendenti che non venivano allontanati dalla sua indole mutevole, li respingeva lei stessa in modo diretto.
Per lei erano tutti così noiosi, così uguali, così poco originali!
Per questo, in attesa dell'arrivo del tanto sospirato vero amore, vive seguendo una sua personale filosofia:
«Meglio non farsi così tante illusioni ed aspettative sugli uomini. Hanno la singolare capacità di deluderle tutte.»
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta entrati, il signor Maybelle insistette affinché i due ospiti prendessero posto accanto a lui, che sedeva al capotavola; oltre ad essere un piccolo atto di buona creanza, era anche un’ottima occasione per avvicinare Scarlett e Connor.
«Solitamente», disse Lawrence. «questi posti sono occupati da Candace e da Scarlett, ma dato che oggi, con noi, ci sono anche i signori, sono sicuro che le mie figliole saranno più che disposte a sedersi più giù. Nevvero?»
Le due ragazze in questione (sebbene non con eguali sentimenti), assicurarono al padre e agli ospiti che per loro non c’era alcun problema, e si sedettero. Poco dopo una cameriera servì la colazione.
Il padrone di casa, tra un boccone e l’altro, osservò con palese soddisfazione la sistemazione della tavola (apparecchiata con cura e con le migliori posate) e, soprattutto, la disposizione del gruppo: alla sua destra c’erano, in ordine, Connor Jenkins e le sue figlie Scarlett e Persephone; alla sua sinistra, invece, Maverick Jenkins e Candace.
«Avete delle belle mani, signorina», disse all’improvviso Connor, rivolto alla maggiore delle Maybelle. «Suonate il piano?»
«Sì, signore, da quando avevo dieci anni.»
«Dovrete essere molto brava, allora.»
«Spererei di sì, ma non credo di essere la persona adatta per stabilirlo.»
Seguì un breve silenzio che, probabilmente, sarebbe stato interrotto da una cortese proposta di suonare qualcosa al pianoforte nel pomeriggio, se la signorina Persephone non avesse pensato che fosse opportuno intromettersi.
«Oh, sì, è molto brava, ma non lo ammetterebbe mai!», esclamò ridendo; però la sua risata allegra si spense quasi subito, dopo0 un’occhiata molto significativa del padre.
Il signor Connor sorrise brevemente in direzione delle due ragazze, poi riprese ad occuparsi del suo pasto. Fece qualche educato elogio al cibo e alla casa ma in seguito, eccettuati gli sporadici interventi nella conversazione tra il fratello e il signor Maybelle, non disse altro. La mancanza di attenzioni non preoccupò né turbò minimamente le ragazze; se non potevano godere della conversazione dei signori (presi da argomenti a loro parere molto noiosi, come la politica), avevano comunque modo di discorrere di temi ben più frivoli tra di loro: moda, pettegolezzi… tutte cose che interessavano le signorine della loro età, insomma.
Alla fine del pasto, Lawrence si alzò in piedi e, con fare allegro e disinvolto, invitò gli ospiti e le sue figlie a ritornare nel salotto, dove sarebbero stati più comodi.
Scarlett, che conosceva abbastanza bene il padre da insospettirsi di quell’aria briosa, si affiancò a Persephone e le sussurrò all’orecchio: «Qualsiasi cosa ti chieda di fare, non assecondarlo.»
«Perché?», le chiese ingenuamente lei.
«Perché questa storia sta diventando ridicola, ecco perché.» Ma Scarlett, evidentemente, aveva fatto male i suoi calcoli: non appena tutti si furono accomodati nei divanetti, il signor Maybelle chiese, con un’occhiata complice, a sua figlia Candace, se aveva voglia di allietare la compagnia suonando al pianoforte.
«Mi piacerebbe molto, ma credo che la cara Scarlett» (le rivolse un’occhiata ironica, ricambiata da una bieca) «sia più adatta allo scopo. È più esperta e più talentuosa nel campo musicale.»
Il padre convenne che aveva ragione, e i Jenkins ammisero che erano curiosi di verificare se la maggiore delle Maybelle fosse davvero l’esimia pianista che si diceva. Costretta dalle insistenze della sorella minore e del signor Maybelle, oltre ad essere stata toccata nell’orgoglio dall’implicito significato delle parole degli ospiti, Scarlett si sentì in dovere di dimostrare loro il suo talento di musicista. Accomodatasi al piano, intraprese l’esecuzione del brano più difficile che conosceva, nella speranza di impressionare abbastanza i signori uomini da farli, finalmente, tacere. «Siete davvero abile come dicono», commentò Connor, con la massima serietà.
«Anzi,» aggiunse Maverick. «devo ammettere che siete anche più brava di quel che ci aspettavamo!»
«Siete troppo gentili, signori», ringraziò Scarlett, con tono compiaciuto. Uno dei suoi più grandi difetti era la vanità che, unita ad un forte senso della realtà, la rendevano alquanto immodesta quando si trattava delle sue doti e dei suoi meriti.
Passarono la mattinata nel salotto. Candace e Persephone si alternarono al pianoforte e, durante l’esecuzione dell’una, l’altra la accompagnava con il canto; le loro prestazioni non furono all’altezza di quella di Scarlett che, d’altra parte, fu troppo impegnata a conversare con i signori per poterle raggiungere per un’altra canzone.
La maggiore delle Maybelle scoprì nei due ospiti due compagnie piacevoli, ma in modi differenti: da una parte la fresca vivacità di Maverick la divertiva e la dilettava; ma dall’altra il fascino e l’intelligenza che trapelavano dal contegno di suo fratello la incantavano e la attraevano. Non era innamorata di lui, come si potrebbe pensare, né nutriva nei suoi confronti qualcosa di più profondo dell’ammirazione : semplicemente, apprezzava le sue qualità e rifletteva che, andando avanti per un po’ di questo passo, magari avrebbe smesso di chiamarsi signorina Maybelle.
  
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