Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Amy_    07/01/2012    1 recensioni
Un ragazzo sensibile e determinato, un albero di amamelide e una radura che compare solamente nelle notti di luna piena.
Siamo nel XVII secolo, in un piccolo paese sperduto nel verde che nasconde nella sua foresta la presenza di una misteriosa fanciulla.
Riuscirà Alessandro a scoprire cosa si nasconde dietro la luce della luna?
Dal 3° capitolo:
Alessandro sbuffò e si stese sull’erba.
“Suona il flauto. Sei davvero brava. Lo puoi fare, almeno questo, per me?”
La faccia della fanciulla fu immediatamente a un centimetro dalla sua.
“Solo se mi dai un bacio”.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NON TI LASCERO’.

 
L’indomani Alessandro si svegliò di nuovo nella radura ritornata deserta.
Si passo una mano tra i capelli corvini.
Aveva fatto di nuovo lo stesso sogno. Questa volta, però,  dopo il sopraggiungere del buio, non c’era più la voce che diceva “Torna quando la luna non c’è, se lo vuoi!”, ma ricompariva la luna che continuava a crescere e decrescere. Forse la sua mente cercava di dirgli qualcosa, qualcosa che a lui sfuggiva! Mah!
Si rialzò in piedi e tornò alla fattoria pensando che gli sarebbe piaciuto svegliarsi con la fanciulla che dormiva al suo fianco.

 
Arrivò il pomeriggio. Seduto su un piccolo masso, controllava le pecore che stavano pascolando. Sorrise all’agnellino, che aveva fatto nascere qualche mese fa e che era diventato ormai grande. Era una femmina e l’aveva chiamata Luna, al collo le aveva legato un fiocco giallo come i fiori di amamelide. La pecora si avvicinò a lui e belò. Alessandro la accarezzò sulla testa.
“Luna, Luna, Luna. Lo sai, sei nata la stessa notte in cui ho intravisto per la prima volta la mia fanciulla. Lei è così bella. Ne sono completamente innamorato. Poi, mi perdo completamente quando guardo i suoi occhi immensi. Sai, ci siamo salvati a vicenda dalla solitudine in cui eravamo sprofondati. Eppure sento che non è ancora completamente mia, sento di poterla perdere. Devo scoprire quel segreto che si tiene tanto stretta!”.
La pecora belò ancora, come a volerlo incoraggiare.
“Sai” disse Alessandro “sei la seconda a cui parlo della fanciulla. Non l’ho mai detto a nessuno, solo alla luna”.
A quel punto rise di gusto. Aveva parlato della fanciulla a una pecora e alla luna. Era felice, però, erano entrambe importanti per lui. Sorrise, veramente, come non faceva da tempo. Ogni momento con la fanciulla nella sua mente era un sorriso.
Si soffermò sull’ultima sera passata con lei.
Poi qualcosa scatto nella sua mente.

“…mi hai detto la verità…”
Quelle poche parole si incisero nella sua mente e continuavano a ripetersi all’infinito. Tutto iniziò ad incastrarsi e gli ingranaggi della sua mente cominciarono a muoversi.
Lui aveva parlato solo alla luna della notte in cui aveva visto la fanciulla suonare il flauto, eppure la fanciulla era a conoscenza di questo.
“Cavolo!” gridò.
Scese velocemente dal masso spaventando la pecora.
Fu come se la natura smettesse di respirare, come se si volesse concentrare su quel piccolo essere umano per vedere se finalmente qualcuno, dopo tanto tempo, avesse capito.
La mente di Alessandro smise di trarre conclusioni, perché la giusta conclusione era proprio tra il suo sguardo e il suo cuore.
“La fanciulla e la luna… No, non ci posso credere! La fanciulla è la luna!”.
Sembrava tutto così assurdo, eppure così chiaro.
“Cavolo, ecco come faceva a sapere tutte quelle cose su di me. Gliele ho dette io!”.
Era così felice, finalmente sapeva chi era la fanciulla. Bastava chiederle conferma e se fosse stato tutto vero…cavolo, si poteva dire che si era innamorato della luna.
Si lasciò cadere sull’erba, mentre piccole foglie verdi trasportate del vento gli sfiorarono il viso.
Fu come se la natura volesse fargli una carezza, per ringraziarlo di aver lacerato un velo di solitudine.

 
La sera arrivò e con essa arrivò anche il momento di andare alla radura. Per tutto il giorno Alessandro non aveva fatto altro che passare dalla convinzione che la fanciulla fosse la luna alla convinzione che, invece, si era inventato tutto.
Si incamminò nella foresta a passo svelto, aveva bisogno di sapere. Si era tormentato tutto il giorno per trovare le parole adatte con cui porre la domanda, ma niente. Tutto quello che gli era venuto in mente gli sembrava privo di tatto e così, adesso, non aveva la minima idea di cosa dire e questo gli causava non poca ansia.
Camminava, un passo dopo l’altro.
Quella sera si sentiva più stanco del solito, la testa pesava. Il lavoro alla fattoria lo stancava molto, doveva sbrigarsela completamente da solo.
Mancava poco alla radura, solo pochi passi.

Uno, due, tre.
Arrivò, vide la fanciulla seduta sul masso che rideva mentre le lucciole le volavano intorno e poi sentì il vuoto sotto di lui.
Svenne.

La fanciulla volò, letteralmente, giù dal masso, mentre le lucciole la seguivano da dietro. Si piegò su Alessandro e iniziò a chiamarlo mentre gli bagnava il viso con l’acqua fresca che chiamava dal lago.
“Cavolo, che è successo?” disse lui con voce bassa mentre riapriva gli occhi.
“Mi hai fatto prendere un colpo. Ecco cosa è successo! Sei svenuto!” disse tutto d’un fiato. “Per fortuna sei rinvenuto subito, non deve essere niente di grave.”
“Cavolo, deve essere il lavoro alla fattoria. Ultimamente mi stanca abbastanza.”
Alessandro si mise a sedere, provò anche ad alzarsi, ma la fanciulla glielo impedì. Poi si sedette accanto a lui e gli prese la mano.
“Come ti senti adesso?”
“Io?!! Sto bene. E’ stata solo una cosa momentanea” rispose mentre prestava maggior attenzione alle loro mani strette insieme. Era… magico.
Un attimo…magico? A quel punto gli ritornò in mente quello per cui era andato di corsa nella radura. Doveva chiederlo subito e senza giri di parole.
“Senti.” disse stringendo di più la mano della fanciulla.
“Io penso di aver capito chi sei.” la guardò negli occhi.
“Tu sei la luna. Vero?”
La fanciulla rimase spiazzata da quel cambio così improvviso di argomento. Lasciò velocemente la mano di Alessandro che aveva stretto fino a quel momento e si allontanò da lui.
L’atmosfera era improvvisamente cambiata: era come se un velo di leggero astio mischiato a paura fosse sceso su di loro.
Le lucciole si erano ritirate ai margini della radura.
Loro erano in penombra.
Alessandro era estraniato, non riusciva a capire la reazione della fanciulla.
“Per favore, dammi una risposta. Sei tu la luna?” chiese con un velo di tristezza che la fanciulla mal interpretò.
Era arrivato il momento della verità. La fanciulla si tormentava. Poteva scappare e non farsi vedere mai più, ma non era da lei scappare. Poteva mentirgli, ma non voleva farlo. Poteva dirgli la verità e questa scelta non aveva nessun ma.
“Si!” disse abbandonandosi al suolo. Il vestito ricadde sull’erba in un cerchio perfetto.
“Sono l’eterno spirito della luna.”
Alessandro non sapeva che dire. Finora tutto era stato solo un enorme punto interrogativo, ma adesso era tutto vero: era innamorato dello spirito della luna.
“Come hai fatto a capirlo così in fretta?”, disse la fanciulla con il gelo negli occhi.
“Come ho fatto a capirlo?” sbottò Alessandro che non riusciva a capire dove volesse arrivare la fanciulla con quella richiesta: nella sua mente dovevano essere entrambi felicissimi.
“Sei tu che mi hai dato indizi su chi veramente fossi. Che c’è? Adesso che l’ho scoperto non ti va più bene?”
“Non pensavo che lo scoprissi così in fretta. Io non voglio separarmi da te!” disse la fanciulla quasi in lacrime.
“Separarti da me?” chiese Alessandro socchiudendo gli occhi.
“Si! Non voglio separarmi da te così presto!” gridò. “Non dovevi capire chi sono così in fretta!”
“Non capisco. Qual è il problema?” le rispose di rimando sempre più confuso.
“Tutti quelli che hanno scoperto chi sono, anche se si possono contare sulle dita di una mano, sono scappati impauriti da me e dai miei poteri. Non voglio perdere anche te, tu per me sei importante come non lo è stato nessun altro.”
All’improvviso ad Alessandro fu tutto completamente chiaro.
Si alzò, andò dalla fanciulla e l’abbracciò.
La fanciulla si irrigidì a quel gesto, ma poi trattenendo le lacrime, si abbandonò ad esso.
“Io non voglio lasciarti!” le sussurrò Alessandro in un orecchio, così delicatamente che sembrò come se quelle parole perdessero valore se dette in un tono più alto.
La fanciulla respirò il profumo della sua pelle prima di allontanarsi per guardarlo negli occhi.
Le lucciole non osavano avvicinarsi, come se volessero concedere ai due amanti un po’ d’intimità.
“Non ti turba che io sia lo spirito della luna?” chiese la fanciulla.
“Un po’ si, non pensavo fosse possibile una cosa del genere.” disse, ma poi notando che lei tornava a irrigidirsi, sfiorando le sue gambe, aggiunse: “Ma tu sei così bella e forte e poi sei… la luna: il romantico sogno irraggiungibile di ogni essere umano. Eppure io ce l’ho fatta e stanne certa, non ti lascerò! ”
La fanciulla era così felice di sentire, finalmente, quelle parole.  Le aspettava da molto tempo, ma adesso non poteva permettersi di lasciar divagare quella felicità come un fiume in piena: doveva essere sicura che Alessandro non sarebbe scappato dopo aver saputo tutto ciò che doveva ancora dirgli.
“Non ti turba che io sia nata all’alba dei tempi?”
“Nooo, è solo strano pensare che tu ci sia sempre stata lassù.” disse indicando il cielo.
“Anzi, mi stavo chiedendo quando sei venuta qua per la prima volta?”
“Da quando è nata la Terra ogni mese, nelle notti di luna piena, scendo sotto forma di puro spirito per compiere il rituale della luna. E’ il mio compito.” fece una pausa “Venivo sulla Terra sotto forma d’aria, ma poi quando ho visto per la prima volta un essere umano, ne sono rimasta affascinata. La quantità d’amore che può dare e ricevere è incredibile. Nessun essere umano è pienamente consapevole di questo! Così adesso ogni volta vengo qua, sulla Terra, durante la luna piena, sono lo spirito della luna in un corpo di forma umana. E’ magnifico!”
“Non pensavo che mi ammirassi così tanto!” provò a scherzare Alessandro, per smorzare un po’ quell’atmosfera così seria.
Non ottenne però l’effetto desiderato, la fanciulla lo guardò come se volesse ucciderlo!
“Va bene! Come non detto!”
Silenzio.
“Una domanda. Mi hai parlato solamente delle notti di luna piena… e adesso che la luna non c’è che cosa sta succedendo?”
Non sperava in una risposta, pensava che ormai la fanciulla non volesse più parlare. Invece…
“Ogni volta che venivo qua, la Terra mi incantava sempre di più, ma dovevo accontentarmi di guardarla dal cielo. L’unico giorno in cui potevo lasciare il cielo dovevo occuparmi del rituale della luna piena. La magia vedendo la mia tristezza decise di aiutarmi: durante i tre giorni di luna nuova, quando la luna non è illuminata, posso racchiudere il mio spirito nei miei occhi ed essere sulla Terra un essere umano come gli altri, a parte i miei poteri.”
“Gli occhi sono lo specchio dell’anima.” sussurrò Alessandro, senza farsi sentire.
La guardo negli occhi per un lungo istante e poi, come faceva quando era imbarazzato, abbassò lo sguardo.
“Senti” disse “quei ragazzi che…ti hanno… conosciuto…insomma…”
La fanciulla lo guardava senza capire cosa volesse dire il ragazzo, ma poi sorrise.
“Sei geloso! Nessuno è mai stato geloso di me!” rise.
“No! Forse solo un pochino. Il fatto è che tutti quei ragazzi che sono scappati… non l’hai deciso tu. Forse sono ancora importanti per te.”
La fanciulla si scurì in volto.
“Sono scappati, vuol dire che non mi amavano veramente. Mi ricordo di ognuno di loro, non mi piace dimenticare, ma non significano niente per me.”
Alessandro non disse niente, ma la fanciulla notò che aveva rilassato le spalle: era sollevato.
“Lo sai che ci possiamo vedere solo durante questi tre giorni di luna nuova?”
“Si…”
“Quindi?” 
“Sarà difficile, ma ti posso sempre parlare quando sei lassù” disse indicando il cielo stellato “anche se tu non mi risponderai.”
La fanciulla gli gettò le braccia al collo, non trovava le parole per descrivere quel ragazzo accanto a lei.
“Sento che non sei completamente mia.” le disse Alessandro.
“Perché?”
“C’è quel tuo segreto. Sento che per averti devo scoprirlo!”
“E’ vero, ma tu non puoi fare niente per scoprirlo. Se vorrai saperlo, lo saprai e basta.”
“Allora lo saprò, ne sono sicuro!”
“Se lo scoprirai, però, saremo legati per sempre! Devi esserne consapevole.”
“Io so solo che sono consapevole di voler stare con te. Lo sento e so anche che questo non è frutto della magia che complica sempre tutto: siamo solo noi!”
Le loro mani si sfiorarono, questa volta consapevoli dell’amore nato tra di loro.
Le lucciole volarono intorno a loro. I volti dei due amanti splendevano alla luce dei piccoli insetti. Si contemplarono lentamente, poi fu solo occhi marroni dentro occhi azzurri e infine i loro sguardi si spostarono sulle labbra altrui. Si baciarono. Si baciarono con la consapevolezza dei loro sentimenti e con la consapevolezza di appartenersi.

 
Non ci furono più parole per quella notte, solo le loro mani unite in una dolce e ferrea stretta.
Solo un’altra unica domanda fu posta da Alessandro.
“Quali sono i tuoi poteri?”
“Non ne ho ancora la piena consapevolezza. Molti dei miei poteri mi sono sconosciuti. So che posso far fiorire alcuni fiori, parlare con alcuni animali, i gufi sono così dolci e i lupi hanno una mente spettacolare; ma il più potente di tutti è il potere di controllare le maree: grazie ad essa ho imparato a governare l’acqua. Per esempio posso creare serpenti d’acqua!”
Sorrisero entrambi al ricordo del loro primo bacio.
“Non capisco, perché gli altri sono scappati?”
“Se mi concentro posso sentire la presenza dell’acqua nel tuo corpo, posso muoverla a mio piacimento.”
“E allora?”
“Diciamo che ho esagerato…ero arrabbiata con loro e li ho minacciati di ucciderli con un solo gesto della mano.”
“Ahahahah!”
“Non ridere! Mi basterebbe un po’ di esercizio per essere in grado di farlo veramente, solo che non voglio farlo!”  brontolò la fanciulla leggermente arrabbiata.
Quelle furono, davvero, le sue ultime parole per quella notte perché, poi, le sue labbra si ritrovarono immediatamente occupate.

 

NOTE DELL’AUTRICE:
Dopo questo capitolo ogni volta che guardo la luna penso ad Alessandro e alla fanciulla.
Una recensione? Giusto per non farmi pensare che lunedì inizia la scuola.
Il prossimo capitolo è quasi finito, poi ne mancheranno massimo un alto più l’epilogo.
Estratto:
“Ti amo.”

 
Arrivederci!


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Amy_