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Autore: Reberu    08/01/2012    1 recensioni
Se vogliamo dirla tutta, anche io, da piccolino, avevo rischiato di essere corrotto dalla politica e dalle teorie dei miei parenti. Mi stavano crescendo inculcandomele, e passai alcuni anni della mia vita credendo di essere convinto di esse, addirittura, mi dissero, parlando del passato, che cercavo di propagandare quelle ideologie anche tra i miei compagni di classe. Ma, non spaventatevi, con il tempo, persi logicamente quell'attaccamento e quell'amore per la politica, e me accorsi quando cominciavo a proferire non più parole basate sull'ideologia comunista, ma su basi che potevano suonare pericolose, incitanti alla rivoluzione o reazionarie, anche se non mi rendevo conto di ciò a cui potevo andare incontro.
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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A scuola, e non solo, spesso si sentiva parlare di gulag. Si diceva ch'essi fossero luoghi di rieducazione per la gentaccia reazionaria e dissidente, e addirittura, noi bambinetti, ancora ingenui ed innocenti, provavamo un senso di inquietudine e terrore quando venivamo a sapere che alcuni di essi fossero collocati nella nostra regione; onde evitare spiacevoli conseguenze, gli adulti, come già avrete capito, insegnavano noi come comportarci. Insomma, usando un linguaggio assolutamente semplice e infantile, eravamo tutti uguali.
Io ero tra quei pochi bambini dotati, in modo spontaneo e naturale, di abilità di pensiero leggermente più sviluppati di quei miei coetanei che mi circondavano. Non che mi reputassi più intelligente, o più capace dei compagni -dopotutto, poveri, non era mica loro, la colpa-, ma mi ritenevo più eccentrico, forse più complicato ed ingegnoso di loro. Quando si è ancora giovinetti, poco si pensa allo sviluppo di una propria mentalità, una di quelle uniche, di quelle che seguono e rispettano i nostri principi, quelli che ci vengono naturali dalla nascita. Non che questo, comunque, valga per tutti i bambini, ma, certamente, anche quelli con capacità più sviluppate e con una mentalità più dissidente, dovevano essere rieducati a dovere. Certi marmocchi straordinari, per quanto possano essere unici e irripetibili nel loro genere, spesso vengono condizionati e plasmati, a volte con accurata attenzione, a volte senza ritegno, così facendo che l'individuo diventi nuovamente un piccolo "cittadino" corretto e giusto. Infatti, essendo ancora un pivello, i miei genitori e, sì, diciamo l'intera famiglia, sembrava essersi messa in comune accordo per rieducarmi, onde evitare spiacevoli conseguenze. Mi insegnarono a rispondere in un certo modo ai dibattiti, mi insegnavano a recitare le interessanti (sì, certo) citazioni dei più grandi comunisti della storia, mi inculcarono che in realtà non esisteva nessun Dio, nessun Dio sole o simili, e tanto altro. Diciamocelo, la mia famiglia stava manipolandomi e indirizzandomi verso altre scuole di pensiero così allontanandomi dalla mia natura. Aveva plasmato la mia mente come si progetta un robot, cioè, dicevo, facevo tutto ciò che loro mi aveva con dedizione insegnato senza prestare, ovviamente, particolare attenzione a ciò che realmente pensavo. Però, dovrei fare loro i complimenti, sì, seriamente; stavano arrivando al termine del loro losco obiettivo -ognuno ha delle abilità nascoste ed evidentemente la mia famiglia aveva la capacità di condizionare- se non fossero stati gli anni che passavo a reindirizzarmi naturalmente verso le mie ideologie perdute. Quei miei comportamenti, scorretti e pericolosi, non furono certamente arrestati dalla derisione, dall'umiliazioni da parte di altri, anche se, ovviamente temevo la persecuzione. Se fossi diventato una persona di alto rilievo nel mio campo, anche solo un'insinuazione sospetta mi avrebbe procurato dei guai molto gravi. Tutto veniva ormai ispezionato ed esaminato con attenzione, ed ogni nostra azione (lettori, ci mancava poco anche il nostro stesso respiro!) doveva essere conforme all'ideologia. Se mi avessero catalogato come trasgressore, e con altre etichette indelebili come "sospetto","pericoloso","rifiuto della società", quella sarebbe stata la rovina non solo mia, ma in parte anche per la mia famiglia; addirittura, mi capitò di venire a sapere che il padre di un mio compagno, anch'esso, come me, un evidente e convinto dissidente, era stato pesantemente deriso da un ragazzino; vi parlo di insulti molto pesanti e carichi di significati che non dovrebbero essere mai proferiti, in nessun modo, da giovinetti così piccoli e soprattutto così stupidi.
Ormai, tutto quel bombardare il popolo -i giovani, gli adulti, e anche i signori di una certa età- era dannoso e controproducente non solo per l'ideale di democrazia (oh no, la parola proibita!) cosa mai esistita in Russia, ma per la sanità delle persone stesse.
Io, personalmente (ah, come se non avessi mai espresso il mio parere in queste pagine!) ritengo che questa condotta forzata avesse potuto portare all'esaurimento nervoso, e se vogliamo esagerare (anche se in questi casi eccedere non è un male, chissà la sofferenza di quei repressi!) anche alla follia. Quella politica significava non solo la rovina di un popolo, ma di tanti popoli, quelli di quest'URSS che aveva inglobato molti paesi confinanti, aah, poveri noi! Ma che illusi, questi sovietici, pensavano che io potessi davvero essere rieducato, illusi, poveri illusi;
Vorrei davvero scrivere ancora, ancora e ancora, magari su quegli eventi che portarono problemi anche con la mia famiglia, gli scontri, e di mio padre. Ma sinceramente, un dolore alla testa inizia ad infastidirmi.
Che queste pagine mi perdonino!

  
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