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Autore: GoddessHaruna    25/08/2006    25 recensioni
Finalmete la grande scuola di magia "Card Captor Accademy" sta riaprendo i suoi battenti e con se porterà un sacco di misteri e di rivelazioni...Sakura è sola e non conosce nessuno, ma troverà nuove amiche e... Universo alternativo. Fantascienza. E...leggete per scoprire!
Genere: Romantico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

Cap.1: Card Captor Accademy

Era giorno di festa.

Nella parte a nord del paese, in mezzo a boschi e splendide cascate, la più grande scuola di magia mai esistita fino a quel momento, stava riaprendo i battenti a tutti i suoi allievi.

Le possenti e antiche mura, che si alzavano alte e fiere, erano state abbellite con incisioni e sacre scritture.

All'entrata del grande edificio, vi era un'imponente gradinata, sorvegliata costantemente da due grossi leoni di marmo che, con occhi vigili, tenevano sotto controllo la situazione.

Il grosso portone, fatto di marmo bianco e candido, aveva, sul suo stipite, la seguente scritta: - Card Captor Accademy - e sottostante una piccola dicitura che diceva: - For love, justice and peace -

Al centro della scritta vi erano rappresentati strani simboli: erano i simboli dei fondatori di quelli posto, due grandi maghi che hanno fatto la storia di tutte le galassie.

Moltissimi ragazzi e ragazze, dall'età di sedici anni fino a quella dei venti, popolavano il gran piazzale davanti alla scuola: ridevano, scherzavano ed erano felici d'incontrarsi per iniziare un nuovo anno in quella splendida accademia.

C'era chi si conosceva già da qualche tempo, avendo già frequentato qualche anno in quel posto, e altri che erano confusi e spaventati, perchè era il loro primo giorno di scuola.

Cavalli e carrozze erano da tutte le parti e trasportavano i giovani insieme alle loro famiglie.

Tutti erano felici e contenti, ma qualcuno sembrava proprio non esserlo.

Dal fitto della foresta, avanzando su di un cavallo bianco, senza sella, avvolto un lungo mantello nero che gli oscurava il viso, una sagoma si avvicinò alla scuola.

L'ombra, trovandosi davanti al grande edificio, fece fermare il cavallo, senza redini, solo con la sua voce ed infine scese da lui.

Si guardò attorno sotto il grosso cappuccio ed osservò tutta quella gente davanti a se.

Fece qualche passo in avanti, ma si ricordò del cavallo che lo stava seguendo.

Schioccò le dita e lo stallone, riprendendo conoscenza, galoppò via, verso le verdi pianure che si trovano dopo la foresta.

L'ombra si avvicinò lentamente alla grossa scalinata: nessuno sembrò accorgersi della sua presenza, ma non gli importava. Anzi.

I suoi passi erano lenti, ma sicuri e decisi, il lungo mantello lo faceva sembrare una marionetta, ma poco importava.

La sagoma si fermò ai piedi dei possenti gradini di marmo, ove erano situati i guardiani delle mura: i leoni di pietra.

L'ombra fece scivolare una mano fuori dal lungo mantello e accarezzò il muso di uno dei due leoni, poi proseguì la sua strada, salendo uno per volta i grossi gradini ed infine raggiunse il portone di candido marmo.

Alzò la testa per osservare la magnifica scritta, rifinita in oro e argento, e il movimento fece scivolare il cappuccio del mantello, sulle sue spalle, scomparendo il volto che nascondeva tra il suo morbido tessuto: carnagione chiara, lineamenti delicati, labbra morbide e corti capelli castani, smeraldi verdi al posto degl'occhi.

La ragazza smise di osservare l'imponente scritta: - Sono arrivata, finalmente...- e sospirando, entrò nell'accademia.

Nel giardino interno c'erano moltissime persone, molte di più che all'esterno dell'edificio.

Era giorno d’iscrizione per tutti ed era ovvio che il caos avrebbe regnato il quel posto, dove i professori raccoglievano le iscrizioni degli allievi.

La ragazza arrivò al centro del giardino e si guardò attorno: tantissime piante d’ogni tipo, fiori dai mille colori e profumi, cespugli dalle più svariate forme, erano la tutti concentrati in un unico posto.

Era strabiliante la bellezza di quel giardino e la ragazza rimase a lungo ferma per osservare il suo splendore.

All'improvviso delle trombe risuonarono dell'aria circostante, catturando l'attenzione di tutti, anche quella della ragazza.

Alto nel cielo si videro arrivare due splendide e grosse carrozze bianche, dei riflessi argentati e trainate da sei unicorni alati, ciascuna.

Le carrozze, dopo vari volteggi nell'aria, atterrarono nel giardino, alzando un grosso polverone.

Subito due servitori cominciarono a srotolare due lunghi tappeti rossi che partivano dalle carrozze e finivano dove terminava il giardino.

Tutti i ragazzi si raggrupparono intorno a quelle magnifiche carrozze, incuriositi di sapere chi vi era al suo interno.

I cocchieri scesero a terra e andarono ad aprire le porte ai loro padroni: un ragazzo moro, con un paio d'occhiali, vestito da principe, in una divisa rossa e con una spada come arma, uscì dalla prima carrozza.

- IL PRINCIPE ERIOL, EREDITARIO DELL'ACCADEMIA - urlò il suo cocchiere annunciando il padrone.

Dall'altra carrozza uscì una splendida ragazza dai lunghi capelli neri, raccolti in due buffi codini e vestita di un bellissimo vestito azzurro, con una lunga ed ampia gonna.

- LA PRINCIPESSA MEILING, EREDITARIA DELL'ACCADEMIA - urlò l'altro cocchiere.

I due ragazzi si guardano e si fecero l'inchino a vicenda, mentre il principe prese sotto braccio la principessa ed insieme camminarono lungo il tappeto rosso, preceduti da damigelle che lanciavano petali di rosa ad ogni loro passo.

- Che sbruffoni! - sentì una voce, la dolce ragazza, alle sue spalle, mentre osservava i due avanzare.

Si voltò e incontrò il viso di una seconda ragazza con i capelli nocciola, raccolti in due codini, mentre osservava con invidia il principe e la principessa fermarsi alla fine del tappeto rosso.

La principessa si guardò attorno: - Beh? Dove sono i fondatori di questa scuola? Non ci accolgono neanche? Che cosa ingrata! - cominciò a borbottare.

Da una gran porta, uscirono due persone ben distinte: un uomo con gli occhiali e i capelli mori raccolti in un lungo codino e una bellissima donna dai lunghissimi capelli rossi, fecero la loro comparsa al cospetto di tutta la scuola.

Tutti sapevano chi erano: Clow e Mizuchi, i due fondatori dell'accademia.

Le due persone si avvicinarono ai due ragazzi e gli diedero il loro benvenuto, invitandoli ad accompagnarli all'interno della grande struttura.

Non appena i quattro si allontanarono, tutti gli studenti ripresero le loro attività e la folla che si era ammassata per assistere al loro arrivo, si dileguò.

- Dove sono i fondatori? Non ci accolgono neanche? -

La ragazza dai due codini prese in giro la principessa.

- Quanto la odio quella li! Se non fosse una lontana parente della Mizuchi, io...-

Fu interrotta da un'altra ragazza con lunghi capelli mori, ondulati e occhi color prugna: - Lascia stare Chiharu...è inutile che te la prendi tanto! -

- Hai ragione, Tomoyo, ma non posso faci nulla! LA DETESTO! -

Chiharu si accorse che una ragazza da splendidi occhi verdi, come smeraldi, la stava guardando, incuriosita.

- Oh, ciao io mi chiamo Chiharu e tu? - chiese, porgendo la mano.

La ragazza sorrise e gli strinse la mano: - Sakura -

- Io sono Tomoyo, piacere...-

Sakura strinse la mano anche a lei.

- Scusa se prima mi hai sentita, ma stavo complottando contro quella principessa dei miei stivali! - disse Chiharu, poi guardando bene Sakura le chiese: - Tu sei nuova? -

- Si - rispose un pò timidamente la ragazza.

- E hai già fatto conoscenza con qualcuno, hai già una stanza? -

- No, devo ancora iscrivermi...-

Chiharu le prese le mani: - Perfetto! Allora starai con noi, sempre se tu vuoi...Sai siamo io, Tomoyo, Rika e Naoko, ma ci mancava una quinta persona per formare la stanza da cinque!-

Sakura sorrise: - L'avete trovata -

Chiharu spiccò un salto di un metro e corse al banco iscrizioni per iscrivere lei e le sue amiche.

Sakura rimase da sola con Tomoyo.

- Noi frequentiamo già il secondo anno, ma vedrai che questa scuola di piacerà tantissimo! -

Sakura guardò il cielo e poi sospirò: - Ne sono certa, Tomoyo -

- Ragazze non posso crederci! ABBIAMO LA TANTO ADORATA CAMERA DA CINQUE!- urlò Chiharu entrando nella stanza e volteggiando fra i letti.

Era la stanza più bella di tutta l'accademia ed era sognata da tante ragazze.

- Ti vuoi dare una calmata? - chiese Rika mentre entrò nella camera e si mise su uno dei letti.

I loro bagagli erano già li che li aspettavano insieme ai loro animali.

Quell'accademia prevedeva, da regolamento, che ogni ragazzo avesse un'animale magico con se, non importava quale.

Erano stati i fondatori a decidere quella regola.

Sakura entrò nella stanza e guardò Chiharu che uscì sul piccolo balconcino.

- RAGAZZE! GUARDATE CHE VISTA STUPENDA! - urlò, mentre le altre la raggiunsero.

Uno spettacolo era davanti a loro: tre splendide cascate si riversavano in un unico fiume, circondate dalla meravigliosa foresta con sfondo delle bellissime montagne innevate.

Rika, Tomoyo, Chiharu e Naoko, guardando quello spettacolo esclamarono: - Uao! -

Sakura dall'interno della camera, sorrise vedendo le sue nuove amiche così stupite.

Naoko rientrò nella stanza e liberò la sua civetta, facendola volare in quello spettacolo magnifico.

Il gattino di Tomoyo e il cagnolino di Rika, invece, giocavano insieme, mentre il topolino di Chiharu si puliva il piccolo musetto.

- Guardate ragazze! -

Rika indicò, alta nel cielo, una splendida aquila reale che con il suo canto, rompeva il silenzio di quel posto magico.

- Ho sempre adorato le aquile! -

- Purtroppo mi hanno detto che sono animali difficili da catturare e da ammaestrare -

Sakura si fece largo tra le ragazze: - Non n’avete mai vista una dal vivo? -

- No - risposero in coro.

Sakura, allora, alzò il bracci davanti a se e guardandosi la mano, bisbigliò: - Sol -

Un urlo dell'aquila squarciò ancora il cielo e le ragazze osservarono la loro amica.

In men che non si dica, l'aquila reale, che prima volava in cielo, si stava dolcemente adagiando sul braccio di Sakura.

La ragazza lo accarezzò varie volte alla testa e poi gli diede un bacio: - Ragazze vi presento Sol, il mio animale magico -

Le quattro ragazze erano sbalordite.

- Ma non è difficile da comandare? - chiese Rika, mentre avvicinò piano la mano all'animale.

- No, se lo tratti con amore...Non è vero Sol? -

Alla domanda della padrona, l'aquila rispose con un piccolo verso e tutte quante risero, mentre lo accarezzavano.

Sakura, poi, se lo mise sulla spalla e ritornò all'interno della stanza, seguita dalle altre.

- Ah Sakura...quasi mi dimenticavo...ti ho iscritto al turno di giorno, va bene? -

L'accademia aveva una strana forma di corsi: c'erano i corsi di giorno e di notte e uno poteva scegliere secondo la propria volontà.

Non si sapeva il perchè, ma nessuno discuteva perchè era una regola che i padri fondatori avevano deciso.

- Hai fatto benissimo Chiharu e poi...-

Un'improvvisa fitta allo stomaco, fece piegare in due Sakura.

- Sakura! - Tutte le sue compagne le andarono in soccorso, ma lei non volle.

- Ferme! Non muovetevi...sto bene è solo un piccolo mal di pancia..tutto qui! -

Alle ragazze sembrò il contrario perchè il suo volto era pallido come un lenzuolo.

- Vuoi che ti accompagniamo in infermeria? - chiese Naoko preoccupata.

Sol aprì le ali e cominciò ad urlare.

Sakura guardò l'animale e poi fuori dalla finestra.

Porse la mano a Sol e lui ci salì sopra, poi lo lanciò in aria e l'aquila prese il volo, fuori dalla finestra.

- Non vi preoccupate! Ci vado da sola in infermeria...- Sakura prese il mantello e lo strinse di più a se, avvicinandosi alla porta.

- Sei sicura? -

- SI -

Le quattro ragazze si guardarono in faccia e poi sospirarono.

- Ti veniamo a chiamare per la cena e poi...- Tomoyo fu interrotta da Sakura.

- NO! Cioè..non ho fame non vi preoccupate...penso che resterò in infermeria per tutta la notte, per maggior sicurezza...-

Detto questo Sakura uscì velocemente dalla stanza, lasciando sole le sue amiche.

- Poverina...- disse Rika, mentre accarezzava il suo cagnolino: - ...si perderà anche la festa di benvenuto, stasera! -

  
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