La maledizione delle due corone
Cap.2: Sono ancora in tempo per iscrivermi?
Rika,
Chiharu, Naoko e Tomoyo si recarono nella sala delle conferenze che, alle
occasioni, era usata come sala da ballo.
Il grosso
salone era fatto interamente di candido marmo bianco e grosse colonne
sostenevano lo splendido soffitto, dove lampadari con cristalli illuminavano la
stanza.
In fondo
alla sala vi erano due troni.
Le
quattro ragazze raggiunsero uno dei grossi pilastri di marmo e vi si fermarono
ai suoi piedi.
Chiharu
mise le mani dietro la testa e si appoggiò, con il resto del corpo, alla
colonna.
- La
festa sarà la stessa dell'anno scorso, vero? - chiese Rika guardandosi attorno.
- Già,
purtroppo. La solita e noiosa ramanzina, dove quella stupida gallina di Meiling
farà la scenata della brava ragazza! Non succederà nulla, come al solito! -
rispose Chiharu.
- Non ne
sarei tanto sicura -
Tutte le
ragazze guardarono Tomoyo, che aveva fatto quell’affermazione.
- Senti
qualcosa, Tomoyo? -
La
ragazza dagli occhi color prugna, oltre a custodire uno degl'elementi, l'acqua,
aveva anche il dono della veggenza.
- Non ne
sono sicura...c'è qualcosa o qualcuno che m'impedisce di vedere oltre a questa
sera, però...-
- Però? -
chiesero in coro le sue amiche, avvicinandosi.
- ...sono
sicura che stasera ci sarà qualcosa di nuovo -
All'improvviso,
Chiharu vide penzolargli, davanti a gli occhi, un rametto di vischio e cominciò
a seguirlo con la testa, fino a che non si fermò, come se stesse baciando
qualcuno, ma davanti a lei non c'era nessuno.
- Chiharu
ti senti bene? - chiese Naoko, vedendo gli strani movimenti dell'amica.
Al posto
del nulla, comparve Takashi che baciava Chiharu e sopra alle loro teste teneva
un rametto di vischio.
Il
ragazzo si staccò e sorrise: - Un'antica leggenda afferma che chi si bacia
sotto al vischio il primo dell'anno, si bacia tutto l'anno! -
Chiharu
si mise una mano in fronte: - Hai commesso qualche errore di calcolo, mio caro!
Oggi non è il primo dell'anno! -
- Si,
invece! Il primo dell'anno...scolastico! Non sono un genio! -
Tutte si
guardarono e mossero la testa.
- Ogni
scusa è buona per baciare la tua ragazza, vero? - chiese Rika, mentre le altre
ridevano.
Takashi
era un simpatico ragazzo della loro stessa età: amava fare battute e raccontare
leggende, ma soprattutto amava Chiharu.
Erano
insieme già da molto tempo ed erano una coppia perfetta.
- Che
turni hai preso? - chiese Chiharu, prendendogli la mano.
- Quelli
della notte, come fatto tutti i miei amici. Lo sai che ormai è quasi una
regola: maschi notte, femmine giorno -
Chiharu
si rattristò: - Uffa! Così non possiamo vederci...-
Lui le
prese il mento e lo portò a se: - Non ti preoccupare, in un modo o nell'altro
ci riusciremo! -
Uno
squillo di trombe risuonò nell'aria e attirò l'attenzione di tutti.
Da due
finestre entrarono due piccole farfalle dai colori freddi e cominciarono a
volteggiare per la stanza, finchè non raggiunsero il fianco dei due troni.
Da una
farfalla comparì Rubby Moon, la guardiana della Luna e dall'altra farfalla uscì
Spinel Sun, il guardiano del Sole.
Rubby
Moon era una splendida fanciulla dai lunghi capelli rosati e gli occhi rossi;
Spinel Sun era un grosso puma violaceo, dagl'occhi azzurri come il cielo.
Entrambi avevano ali da farfalla.
I due
s'inginocchiarono e sui troni comparvero il Signor Clow e la Signora Mizuchi.
Tutti gli
allievi applaudirono.
Le trombe
squillarono ancora e, da due porte opposte, ai lati della sala, uscirono il
Principe Eriol e la Principessa Meiling, raggiungendo i loro avi.
Come
annunciato da Chiharu, Meiling cominciò a tenere un lungo discorso a tutti gli
allievi, mentre si vantava della sua bravura e che nessuno sarebbe mai stato al
suo livello, facendo intervenire Eriol, ogni tanto, per confermare la sua tesi.
Quando
ebbe finito, Clow prese la parola e spiegò a tutti lo svolgimento del nuovo
anno scolastico e delle attività didattiche che si sarebbero svolte.
Spiegò
anche alcune regole ed infine fece i suoi più sinceri auguri a tutti quanti.
La serata
si stava svolgendo a meraviglia e ormai era al suo termine, quando qualcuno
bussò al grande portone fatto d’oro massiccio, dalla parte opposta ai troni.
TOC TOC
TOC
All'ultimo
rintoccò, il portone si spalancò.
Tutti gli
allievi cominciarono a borbottare, ma un ruggito li fece zittire.
Rubby
Moon e Spinel Sun si prepararono a difendere la scuola, ma Eriol e Mizuchi li
bloccarono con un gesto della mano.
Dal
grande portone entrò una splendida pantera, dal pelo nero e lucido, le grandi
zampe e i sicuri occhi.
L'animale
si guardò attorno e poi ruggì con tutta la potenza che aveva in corpo, facendo
tremare di paura tutti i presenti.
- Buona,
Star -
Una voce
calda e molto seducente, rimproverò l'animale.
La voce
proveniva dall'esterno della porta e tutti si chiesero chi fosse.
Avvolto
in un grande mantello bianco, che copriva anche il suo volto, una sagoma entrò
nella grossa sala, fermandosi ed allungando la mano verso la sua pantera.
L'animale
porse il proprio muso al padrone, mentre ricevette carezze sulla testa.
- Brava -
si complimentò la sagoma, mentre la sua voce rimbombò per tutta la stanza.
La
sagoma, avvolta nel suo mantello, cominciò ad avanzare verso i troni, seguito
sempre dalla sua pantera, e si fermò soltanto quando fu ai piedi dei due
fondatori.
- Signor
Clow, Signora Mizuchi, scusate il mio ritardo, ma sono qui per iscrivermi a
questa scuola, insieme a tutti i vostri allievi -
L'entità
disse quelle poche parole, senza inginocchiarsi davanti ai due fondatori, cosa
che a Rubby Moon e Spinel Sun diede molto fastidio.
- Come
avete fatto ad entrare nella scuola? - chiese Spinel Sun: - I leoni di marmo
non fanno entrare nessuno dopo la chiusura dei cancelli, soprattutto se non
appartiene alla lista dei partecipanti alla scuola! -
L'entità
rise: - Quei due cuccioli la fuori? Sono così dolci! Ma veniamo alla mia
domanda: desidero essere iscritto a questa scuola -
- Non
sapete che l'orario d'iscrizione è già terminato questo pomeriggio? - chiese la
guardiana della Luna.
- Già e
voi non potete più partecipare a questa scuola! Mi dispiace! Ripresentatevi il
prossimo anno! - continuò il guardiano del Sole.
- Ve né
prego, vengo da un posto molto lontano da qui ed io e la mia Star abbiamo
affrontato molti pericoli per raggiungere questa scuola...-
- Ci
dispiace, ma non possiamo farci nulla, è la legge dell'accademia - Rubby Moon
era più decisa che mai a non far entrare quello straniero nella sua scuola.
- Se non
sbaglio, divina Rubby Moon, l'articolo sette del paragrafo due, sezione tre del
regolamento dell'Accademia dice " qualsiasi allievo può iscriversi
nell'arco delle ventiquattro ore successive alle chiusure delle
iscrizioni!" -
La
guardiana della Luna non seppe rispondere allo straniero: poteva aver mentito,
come poteva aver detto la verità.
Nella
sala un borbottio generale si alzò.
- Lo
straniero ha ragione...- disse Clow, sedendosi al suo trono.
- Vi
prego straniero di accettare le più sentite scuse dai due guardiani per come le
hanno risposto, ma ora...ve né prego, diteci il vostro nome in modo che io
possa scriverlo sul registro d’iscrizione - Mizuchi disse quelle parole, con la
sua voce calma e sicura, mentre porse davanti se le mani e una strana campana
ne fece capolinea.
- Il mio
nome? - L'entità si tolse il cappuccio bianco, scoprendo così bellissimi
capelli marroni, occhi color nocciola dallo sguardo profondo e deciso, e una
bellezza inaudita : - Sharon - disse infine: - Volete sapere anche il mio
cognome? -
La
principessa Meiling, come tutte le altre ragazze in quella sala, rimasero
abbagliate da tanta bellezza.
- Non ve
ne è bisogno, poiché il vostro nome è unico, in questo registro..Suppongo che
frequenterete il turno di notte -
-
Supponete il giusto, Signora Mizuchi -
Mizuchi
alzò la sua campana in aria e il suo strano rumore penetrò nelle mura del
castello e nelle sue profondità.
- Siete
parte integrante di questo castello, Sharon, sarete assegnato alla stanza
milletrecentodue e frequenterete il corso notturno...- recitò la donna dai
lunghi capelli rossi.
-
Milletrecentodue? - ripeté Takashi dal posto in cui assisteva alla scena: - E'
la mia stanza! -
Mizuchi
abbassò la campana e sorrise al nuovo arrivato: - Vi auguro buona permanenza a
lei e alla sua bellissima pantera -
Shaoran
annuì e fece retro-front per ritirarsi nella sua stanza.
-
Shaoran? -
La voce
della principessa lo bloccò, ma lui non si voltò.
- La mia
stanza è all'ultimo piano della torre, se volete farmi visita...- Meiling si
avvicinò al nuovo arrivato e si attaccò al suo braccio, ma subito la pantera
ringhiò.
-
Scusatemi principessa, ma sono venuto qui per un'altro motivo...- Così dicendo
si spostò dalla ragazza, ma prima di proseguire, voltò il suo sguardo in
direzione di Tomoyo, Rika, Naoko, Chiharu e Takashi, osservandoli e annuendo.
Poi,
insieme alla sua pantera, uscì da quella enorme ed elegantissima stanza.
-
Ra...ra..ragazze? Avete visto che sguardo? - chiese Rika come se fosse
diventata una statua.
- Ho
sentito degli strani brividi lungo la schiena - continuò Naoko.
- Che
ragazzo affascinante! - Chiharu.
- Si dice
che chi abbia occhi così profondi ha il privilegio di avere un cuore puro e
cristallino! - Takashi recitò uno dei suoi proverbi, mentre ricevette una botta
in testa dalla sua ragazza.
Tomoyo
invece rimase a fissare il grosso portone d'oro massiccio, ancora aperto, e
ripensò a quanto era accaduto.
"
Perchè quel ragazzo non mi convince? Perchè non riesco a leggere il suo futuro?
Perchè quando è passato ci ha guardati? "
La
ragazza sentì su di se uno sguardo e si voltò: Clow la stava fissando e lei si
sentì strana.
- Pronto
Tomoyo, qui è la Terra che parla? Ci sei? -
Tomoyo
distolse lo sguardo da Clow e ritornò con la mente dai suoi amici: - ehm, scusa
non ti stavo ascoltando...-
- Ti ho
chiesto cosa stavi pensando...- ripeté la domanda Naoko.
- A
nulla, Naoko. Pensavo allo spettacolo che Sakura si è persa stasera -
Il suo
mantello bianco risaltava tra il buio del corridoio.
La luce
della luna, che proveniva dalla finestra, lo illuminava ad ogni suo passo.
La sua
pantera si lamento un pò e lui si fermò.
- Sei
stanca, vero Star? -
Il
ragazzo si piegò sull'animale e ricevette un leccata da esso.
- Forza,
andiamo a riposare un pò...-
Lui
proseguì la sua strada, ma si accorse che Star non lo volle seguire.
L'animale
annusò l'aria e poi cominciò a piangere davanti alla porta di una delle stanze
da letto del dormitorio.
- E'
questa? - chiese il ragazzo, mentre la raggiunse ed aprì la porta.
La
pantera entrò nella stanza e osservò tutti i cinque letti che vi erano al suo
interno: un cane, un gatto, un topolino e una civetta, dormivano sui letti
delle loro rispettive padrone.
La
pantera si avvicinò al letto vuoto e lo annusò.
Vi salì
sopra e cominciò a rotolarsi fra le sue coperte, contenta d’essere li.
Il
ragazzo seguì la sua bestia e si fermò ad osservarla: - Ti piace questo letto,
vero? -
Prese,
poi, il cuscino e ne aspirò l'essenza, rimanendo per un secondo ad occhi chiusi
ed immaginandosi chi vi dormiva li sopra.
Respirò
tutto il suo profumo e un'immagine vaga si fece largo tra i suoi pensieri.
Star
scese velocemente dal letto e cominciò a ringhiare: qualcuno si stava
avvicinando.
Il
ragazzo rimise a posto il cuscino ed insieme uscirono da quella stanza, che non
era la loro.
La
pantera precedette il suo padrone e quando raggiunse la fine del corridoio, si
voltò a guardarlo.
Gli occhi
dell'animale, gialli dai riflessi verdi, dalle pupille dilatate, per veder
meglio al buio, fissarono quelli altrettanto profondi del suo padrone e i due
si capirono al volo.
- E' già
ora? - chiese lui.
La
pantera annuì.
Il
ragazzo strinse i pugni e si appoggiò al muro al suo fianco.
- Prima o
poi tutto ciò finirà, Star, e noi riusciremo a vincere -
La
pantera si avvicinò al ragazzo e si strofinò contro di lui, facendogli capire
che non era solo e che lei ci sarebbe sempre stata con lui.
Il
ragazzo si piegò sull'animale e lo abbracciò, accarezzando il suo pelo lucido.
- Te lo
prometto, Star...riuscirò a far finire tutto questo! -