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Autore: Mangetsu chan    08/01/2012    3 recensioni
Dopo la grande guerra di Marineford tutti pensano che Ace sia morto...
Ma in un villaggio sperduto della Grand Line...
Cosa succederà alla ciurma dopo due anni? Quali nuove avventure vivranno? Ma soprattutto chi saranno i nuovi membri?
(tratto dalla storia)
Due ragazze camminavano spavalde verso i marine. Avevano un sorriso quasi strafottente stampato sul volto. Non potevano sapere che il pericolo era proprio dietro l'angolo.
Nostra prima fanfiction in assoluto! Per favore siate clementi.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Hey! Come va? Allora, come prima cosa vi volevamo avvertire che i prossimi capitoli, questo compreso, saranno dei filler, cioè non hanno molta importanza nella storia in sé, ma sono degli episodi divertenti e simpatici che ci tenevamo ad aggiungere, per chiarire la situazione sulla nave dopo l’arrivo di Tsuki e Hikari. Come al solito ringrazio
Chi ha recensito lo scorso capitolo:

hinata 92
robinchan07
fior di loto
Chi ha messo la storia tra le ricordate:
kei87
Per il resto buona lettura!
 

CAPITOLO 16
Guerra sulla nave. Come finirà la battaglia tra Hikari e Tsuki


Chapter Sountrack: Again

Erano passate diverse ore dalla partenza della ciurma dal porto di Oceana, era mezzogiorno passato e i pirati si erano riuniti in cucina, a mangiare. Come ben presto le due nuove arrivate constatarono, i piatti preparati da Sanji erano squisiti, unici. Era la prima volta che cenavano nella cucina dopo i due anni in cui non stettero insieme, e chi avrebbe mai immaginato che si sarebbero unite altre due persone nel frattempo, tre contando Ace. Il pasto procedeva come era sempre stato, si parlava e si mangiava, a volte facendo le cose contemporaneamente, e soprattutto qualcuno in particolare rubava il cibo dalle porzioni altrui. Eh sì, erano passati due anni ma Rufy era sempre lo stesso, anche se, tra tutti i suoi furti, non aveva ancora toccato il piatto di Hikari.
« Si può sapere perché ruba il cibo a tutti tranne che a te? », chiese sospettoso Usopp, che da quando era cominciato il pasto aveva a stento toccato cibo. Per vendicarsi era stato costretto a mettere una delle sue piante carnivore intorno al piatto, in modo che Cappello di Paglia non potesse rubargli da mangiare.
« Se lui mi ruba il cibo si ritrova una forchetta infilzata nella mano », rispose lei con un sorriso, agitando la posata con la mano destra, come se fosse un’arma.
Da quel momento tutti presero esempio dall’incantatrice e così i furti diminuirono, anche troppo a detta di Rufy. Era difficile essere veloci quanto lui, ma una volta preso il capitano cambiava bersaglio, cercandone uno più generoso.
Finito di mangiare c’era la questione di sistemare Hikari, Tsuki e Ace. Pugno di Fuoco avrebbe dormito nella stanza dei ragazzi, una brandina in più ce l’avevano, quindi per quello niente problemi. Per la bionda e la rossa, Franky aveva invece arredato una stanza non utilizzata, arredandola come meglio potè: un po' di mobilio costruito in fretta. Sembrava che il problema fosse risolto ma la faccenda non fu così semplice.
Quando informarono le ragazze della loro nuova sistemazione, entrambe impallidirono: sarebbero state nella stessa stanza, per il resto del viaggio. Hikari corse fuori, anche quella sfortuna le doveva capitare? Cappello di Paglia la seguì, se conosceva bene la sua amica erano guai seri. Nemmeno Tsuki l’aveva presa troppo bene, già era tanto se riuscivano a parlarsi, figurarsi vivere nella stessa stanza, ma lei cercò di contenersi. Intanto il capitano aveva raggiunto l’incantatrice, che si era rifugiata sul ponte, più precisamente sull’altalena.
« Tutto bene? », gli chiese ingenuamente. Certamente non andava molto bene, era chiaro. La ragazza fissava il prato della nave, dondolandosi appena con l’altalena, alzò lo sguardo solo per rispondergli con un sorriso:
Fissando lo sguardo sul ragazzo, iniziò con tono ironico: « Dovrò passare il resto del viaggio, che probabilmente durerà anni, con quel maledetto cagnaccio in stanza, cosa vuoi che sia », si fece poi improvvisamente seria « Guerra totale ». Non furono solamente parole, divenne veramente una guerra.

I giorni che seguirono furono ricordati dai componenti della ciurma come “La battaglia tra titani”. Entrambe le ragazze litigavano per niente, come quando Tsuki lanciava i libri addosso a Hikari e questa urlava perché non sopportava i volumi. O come quando la rossa aveva aiutato Robin ad innaffiare i fiori della Sunny e la bionda le aveva versato l’acqua addosso. Piccole discussioni che aumentavano l’odio che c’era tra le due ragazze.
Un giorno successe, arrivò la goccia che fa traboccare il vaso.
Era pomeriggio inoltrato, Hikari era tranquillamente seduta sul suo letto, le gambe incrociate e lo sguardo fisso sulla parete, pensava a tutto quello che era successo e che sarebbe potuto succedere, a lei, ai suoi compagni, a quel maledetto cagnaccio che si ritrovava vicino. Tsuki non c’era, stava passeggiando con Ace probabilmente: infatti, da quando la bionda aveva annunciato la notizia a tutta la nave, quei due stavano tranquilli in pubblico.
Voltò lo sguardo verso il letto della rossa, completamente pulito, perfetto e ordinato, niente a che vedere con il suo letto, ancora da rifare, disordinato e con le coperte metà a terra. Sembrava che dalla sua parte della stanza la forza di gravità prevalesse alla forza di volontà. Fu in quell’ordine perfetto che però l’incantatrice notò una cosa sotto al cuscino, non nascosta bene. Era una fotografia che, facendo molta attenzione a non lasciare il suo odore sul letto, la bionda prese: allungò appena la mano, afferrando l'oggetto con le unghie. Raffigurava una famiglia composta da quattro elementi: il padre alto e robusto, un uomo dallo sguardo severo, la madre dal viso dolce e delicato che abbracciava un bambino moro di circa sette anni e una bambina, di circa quattro, dai capelli rosso fiamma. Perché Tsuki teneva questa fotografia sotto al cuscino, nascosta? Poteva essere lei la bambina? In effetti vi era una certa somiglianza, anche se era passato molto tempo. Hikari rimuginava su questi interrogativi, la foto ancora in mano quando, improvvisamente, dalla porta entrò la rossa, con il suo sguardo serio. Velocemente l’incantatrice nascose la foto dietro la schiena, al riparo dallo sguardo indagatore di Tsuki, che chiese tranquillamente: « Cosa stai nascondendo, Baka-chan? », la rossa si stava avvicinando pericolosamente dopo aver richiuso la porta dietro di sé, ancora qualche passo e l’avrebbe certamente scoperta.
L'incantatrice si guardò attorno spaesata: era nei guai. « N-Niente », balbettò. Non sapeva dire bugie, non ne era mai stata capace. Di questo Tsuki se ne accorse perché, prontamente le disse: « Non fingere, lo sai che non sai mentire », era evidente.
« Invece sì », rispose la ragazza, cercando di tirare la conversazione per le lunghe.
La ragazza si fermò appena, incrociando le braccia. Era divertita dalla situazione, stava mettendo in difficoltà la sua rivale. La guardò dritta negli occhi: « Benissimo, prova a dirmi una bugia », la stava mettendo alla prova, e ci stava riuscendo alla perfezione.
« Vediamo… », disse pensierosa Hikari « So chi è mio padre! », le uscì così dalla bocca con una voce assurda, senza sapere il perché. Era la bugia più grossa che avesse mai pronunciato, se ne era resa conto subito dopo che l’aveva detto. Perfino la rossa si stupì, era davvero strano che Hikari parlasse ad alta voce della sua famiglia, in particolar modo del padre che l’aveva abbandonata. Lo sguardo di Tsuki si addolcì, facendosi nostalgico mentre ripensava al suo passato. Fu quell’attimo di distrazione in cui la bionda tirò un sospiro di sollievo ad essere fatale per la sua copertura: la rossa scorse un pezzo di fotografia dietro la schiena dell’incantatrice.
Allo sguardo perso si sovrappose presto un'espressione infuriata: « La mia foto! », gridò rubando il malloppo a Hikari. Questa difficilmente l’avrebbe scampata, non dopo aver preso quello. « Si può sapere chi diavolo ti ha dato il permesso di prenderla?! Non devi frugare nella mia roba! »; sbraitò, tanto che la bionda si spaventò. Difficilmente Tsuki si arrabbiava, figurarci gridarle contro in quel modo.
L’incantatrice si alzò dal suo letto per fronteggiare apertamente la pirata: si stava arrabbiando anche lei, vista la reazione della compagna di stanza. « Senti un po’ tu, invece. Ho sbagliato a non chiedere il tuo permesso ma mi sembra esagerato gridare. Perché ti arrabbi tanto? ».
« Chiudi il becco stupida principessina viziata, cosa vuoi saperne tu? », le rispose per le rime Tsuki, ne aveva abbastanza del comportamento di Hikari. Sistemò la foto sotto il cuscino, prestando la massima attenzione alla ragazza davanti a lei.« COME MI HAI CHIAMATA?! NON TI PERMETTERE DI CHIAMARMI COSì. GUARDATI ALLO SPECCHI PIUTTOSTO, ASSOCIALE, CHE DI QUESTO PASSO RESTERÀ SOLA COME UN CANE, OH ASPETTA: TU SEI GIÀ UN CANE », la bionda gonfiò i polmoni fino ad usare tutta la voce che aveva in corpo e stringendo i pugni gridò le parole in faccia alla rossa.
Ma non poteva sapere che non bisognava mai offendere Tsuki su questo punto.

 

Rufy, Chopper e Usopp stavano giocando a nascondino sul ponte della nave: il viaggio si era rivelato monotono per questo inizio e il loro era un semplice modo per passare il tempo. Un po’ di pace dopo tutti quei litigi tra i due nuovi membri ci voleva. Ma la pace si sarebbe presto infranta, infatti di lì a poco un rumore li distolse dal loro gioco: fu un tonfo sordo e qualche lamento a seguire.
Subito andarono a vedere, accompagnati dagli altri pirati che erano accorsi a vedere cos’era successo. Ritrovarono la povera Hikari contro l’albero maestro, inclinato verso destra. La ragazza aveva un labbro sanguinante e fissava con sguardo attonito l’entrata della sua stanza.
« Che diavolo le è preso a quel cagnaccio? », chiese mentre la figura di Tsuki si faceva sempre più vicina. Ace, accorso da chissà dove, chiese alla rossa cos’era successo avvicinandosi e cercando di fermarla, ma quella rispose solamente che Hikari l’aveva fatta arrabbiare e non gli prestò attenzione.
L’incantatrice non guardò nemmeno la sua coinquilina, semplicemente se ne andò, lasciando i pirati stupefatti. L’altra ragazza seguì il suo esempio, allontanandosi dal gruppo. Ace corse verso la bionda, sicuramente la più chiacchierona e attaccabrighe tra le due, Rufy verso la rossa, non ci aveva mai parlato ed era sicurissimo che stesse nascondendo qualcosa.

« Hikari, Hikari! », Ace la stava seguendo da un po’ ma lei si era nascosta sul tetto della palestra, davvero poche persone sarebbero riuscite a salire fin lassù, ma per sua sfortuna Pugno di Fuoco era una di queste. « Ti ho trovato finalmente », la testa mora spuntò vicino alla bionda, e quella per poco non cadde per la paura, reggendosi con le braccia al piano su cui era seduta.
« Che diavolo vuoi anche tu? », chiese scontrosa, dopo essersi rimessa in una posizione abbastanza comoda.
« Sapere cos’hai detto per far arrabbiare tanto Tsuki », disse lui mentre si sedette vicino a Hikari, curioso. Probabilmente ora che lui e la rossa si erano messi insieme l’avrebbe considerato come uno che “sta dalla parte di Tsuki”, ma lui voleva solamente sapere cos’era successo. Era ovvio che teneva molto alla rossa, ma non l'aveva mai vista comportarsi così, neanche in passato, tutt'altro.
Ecco che qualcun altro la accusava. L’incantatrice sbraitò furiosa « Si può sapere perché sono sempre io quella che combina qualcosa?! », ma lo sguardo di Ace era come un cucciolo, tanto dolce quanto bastardo: sapeva che l'amica era brava a cacciarsi nei guai, non era stata colpa di Tsuki. « Ok, forse le ho preso una fotografia e forse le ho detto che se continuava ad arrabbiarsi sarebbe rimasta sola. Forse, sia chiaro », si difese lei, distogliendo lo sguardo dall’amico, un vero traditore.
« Ora capisco! », sussurrò il moro mentre la bionda lo guardo furiosa, ma lui si sbrigò a spiegare volgendo lo sguardo un po' preoccupato e un po', finalmente, calmo: la curiosità era stata placata ma rimaneva ancora la sua ragazza da sistemare. Parò con voce chiara, omettendo alcuni piccoli dettagli e cercando di restare sul vago: « Hai toccato un tasto dolente: Tsuki conosce il dolore di essere sola al mondo e non vuole più provarlo. Come noi tutti, in effetti. Per lei è stato difficile, ha conosciuto l'amore di una famiglia che le è stata portata via, troppo presto. Non avresti dovuto toccare quella foto », la rabbia di Hikari si sbollì velocemente, forse aveva veramente esagerato. Era vero, nemmeno a lei era piaciuto quando aveva dovuto abbandonare casa sua dopo lo sterminio, forse Tsuki aveva passato addirittura di peggio, come poteva saperlo?
L’incantatrice sorrise, ora sapeva quello che doveva fare: « Grazie, Ace ».

Come diavolo si era permessa quella ragazzina di dirle una cosa del genere? Era quasi riuscita a dimenticare quando si metteva di mezzo lei. Chi prendeva in giro, non sarebbe mai a scordare il passato. Tsuki si era rifugiata in biblioteca, il suo posto preferito sull'intera nave. Voleva restare un po' da sola a pensare all'accaduto. Forse in fondo Hikari aveva ragione, diavolo se aveva ragione. Il rumore della porta che si apriva la distolse dai suoi pensieri: lei era nascosta dietro una libreria, quindi non poteva essere vista e non poteva sapere chi stava entrando. Annusò l’aria cercando di riconoscere l’odore del nuovo arrivato riconoscendo quello del capitano. Rufy? Che diavolo ci faceva lì?
« Tanto lo so che sei qui, vieni fuori », disse, guardandosi intorno: Robin gli aveva indicato il posto dove c'erano più probabilità che la ragazza si fosse nascosta.
L’aveva seguita? Si sarebbe dovuta fidare? Dopotutto lui era “dalla parte di Hikari”. Quando la sua voce si fece insistente decise di venire fuori. « Si può sapere che ha fatto Hikari-chan? », chiese ingenuamente non appena vide la giovane sbucare fuori.
La figura della rossa era tutt'altro che imponente anche se non era troppo bassa: le braccia ancora incrociate, lo sguardo di fuoco: « Ha frugato tra le mie cose e mi ha insultato, ti basta? », rispose secca. Possibile che fosse stata Baka-chan a mandarlo?
Cappello di Paglia le sorrise, senza avvicinarsi: « Sai che novità. Hikari-chan è fatta così, non sa tenere la bocca chiusa. D’altronde se facesse la brava bambina, non sarebbe più la ragazza che conosciamo », era facile per Baka-chan parlare, lei aveva tante persone che le volevano bene e scherzavano sul suo dire.
« E ne parli come se niente fosse?! », Tsuki era esasperata, tra la bionda e Rufy c’era da diventare matti. Uno peggio dell'altro, a quanto pareva.
« Se si è arrabbiata tanto le avrai detto qualcosa, no? Conosco Hikari-chan e non direbbe ne farebbe niente per insultare qualcosa d’importante agli altri », continuò difendendo l'amica. Hikari era davvero fortunata ad avere degli amici sinceri. Perlomeno Tsuki aveva Ace, e questo poteva sempre rinfacciarglielo. Ma prima di litigare nuovamente sarebbe stato meglio fare la pace, o almeno una tregua.

La rossa stava per entrare in camera sua camminando svogliatamente, lo sguardo cupo: non era riuscita a trovare Hikari da nessuna parte. Diavolo, quando quella ragazza si voleva nascondere era meglio di un prestigiatore. Mise la mano sulla maniglia della porta, avvertendo un odore fin troppo familiare. Entrò immediatamente in stanza, ritrovando un’incantatrice bionda davanti a lei, con un grosso sorriso sulla faccia.
Subito si preparò ad un eventuale scherzo della ragazza, ma l’unica cosa che fece fu darle uno strano pacchetto rettangolare. La rossa, con un'espressione sorpresa, guardò Hikari per poi prendere ciò che questa le porgeva. Lo aprì con cura, come suo solito, e si ritrovò presto fra le mani la sua foto, incorniciata: l'abbellimento era semplice e infantile, ma era chiaro che era stata la compagna a confezionarla. Hikari porse la mano ancora appiccicosa di colla a Tsuki, che la strinse con gioia e un sorriso commosso sulle labbra.
Non parlarono né in quel momento né, in seguito, dell’accaduto, però in quel giorno successe qualcosa che le avvicinò, sarà stato un'infanzia simile o il fatto che sia Ace che Rufy sanno essere molto persuasivi, ma il loro rapporto cambiò.

In una giornata di sole, Robin stava annaffiando i fiori della nave, aiutata da Tsuki, la quale si distraeva un po' mentre Ace si allenava. L’ultima pianta era stata dissetata ma nell’innaffiatoio era avanzata dell’acqua.
Entrambe si allontanarono, camminando lentamente. « Allora? Niente più dissapori tra te e Hikari? », chiese l’archeologa con il suo fare gentile, osservando la rossa.
« No, Baka-chan è strana, ma è una brava persona », sorrise Tsuki posando a terra l’innaffiatoio. Da quest’ultimo si innalzò una grossa quantità d’acqua che si andò a posare sulla testa di Tsuki, bagnandola da capo a piedi. « BAKA-CHAN!!! », un urlo, forte e minaccioso, riecheggiò in tutta la nave, facendo intuire al resto della ciurma che la guerra tra le ragazze sarebbe durata un altro po’.
 
Tsuki: Certo che poteva anche risparmiarselo lo scherzo dell’innaffiatoio, è la terza doccia in due giorni.
Hikari: Dai non fare quella faccia! In compenso ho parlato con le autrici e ho fatto in modo che il prossimo capitolo sia interamente dedicato a te!
Tsuki: Davvero? E di cosa parlerà?
Hikari: Dei tuoi affetti sulla nave, credo. Comunque mi sa che ne vedremo delle belle visto che ad occuparsene è principalmente la mia creatrice.
Tsuki: Proprio a lei dovevi lasciare l’incarico? Quella è capace di farmi passare le pene dell’inferno!
Hikari: Piuttosto azzeccato contando che hai un fiammifero come fidanzato.
 
One Piece, Promises. The beginning of a dream, prossimo capitolo: Il dilemma di Tsuki. Vincerà la famiglia o l’amore?
 
Tsuki: Aspetta, perché sei così gentile?
Hikari: Perché sei appena tornata da una biblioteca e ho paura che tu mi prenda di nuovo a librate.
Tsuki: Interessante…
 
Nella speranza che il capitolo vi sia piaciuto, ci sentiamo presto. Mi raccomando, enjoy! 

  
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