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Autore: giuly666    08/01/2012    4 recensioni
Fu svegliato da una bambina, capelli castano scuro, occhi neri, di circa sei anni, che lo scuoteva con delicatezza.
ATTENZIONE: Spoiler su AGOS!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mrs. Hudson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Our love'
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Ringrazio coloro che seguono e recensiscono la storia.

Capitolo III
LONDRA
 
Erano partiti da almeno un’ora.
 
Lui la teneva in braccio, cullandola. Lei addormentata tranquillamente, con la testa appoggiata al suo petto.
 
Le suore avevano donato loro dei nuovi abiti, dato che quelli con cui avevano raggiunto la clinica erano rovinati e sporchi.
Irene indossava un vestitino bianco con i pizzi di colore avorio e scarpine color crema. I capelli castani erano sciolti, a incorniciarle il visino. Proprio un angioletto. Lui portava un completo elegante beige con scarpe bianche.
 
Alla stazione li scambiarono veramente per padre e figlia.
 
Ecco!L’idea che avrebbe reso felici entrambi: un’adozione.
Ma per quello vi era tempo. Holmes la guardava dormire. Gli tornò alla mente la sua Irene, Irene Adler. La bimba le somigliava in modo quasi impressionante; possedeva gli stessi suoi lineamenti del viso, solo più delicati, e un carattere vispo e pimpante come quello che caratterizzava lei, la sua musa.

Il detective iniziò a carezzarle i capelli, morbidi, profumati; notò, dopo averli spostati, che la piccola aveva una piccola voglia sul retro del collo.
 
La osservò attentamente: una piccola voglia a forma di triangolino, rossiccia.
“Ereditaria... da madre o da padre, ma è ereditaria” pensò tra sé e sé. Istintivamente, si portò una mano dietro al collo, sotto ai capelli corti. “Sembra identica alla mia... non può essere! Se la si eredita per consanguineità, allora si spiega come la piccola assomigli a Irene e capisca concetti difficili il modo in cui i genitori sono morti.” si disse, mentre la bambina si svegliava.
 
-Che succede?- gli chiese, strofinandosi gli occhi.
-Piccola, i tuoi genitori sono stati coloro che ti hanno che ti hanno concepita o solo adottata?- le chiese sbrigativo, ma senza cambiare il tono pacato della voce. Lei lo guardò per un istante, prima di rispondere.
-Mi hanno adottata circa due anni fa; la mia madre naturale non poteva tenermi, così mi affidò ad un orfanotrofio; dopodiché, quella coppia sposata mi adottò.- gli disse calma.
 
-E tuo padre?- continuò lui.
-Dal modo in cui lo chiedi, scommetto che hai visto la mia voglia, vero?- gli domandò lei. Lui annuì.
-E notando i tuoi capelli un po’ mossi, scommetto ti sia toccato la tua dietro al collo?- gli chiese nuovamente. Lui si limitò ad annuire ancora.
-Allora penso tu abbia capito chi è mio padre, vero papà?- concluse lei.
-Già, sono contento di avere una figlia come te.- disse, abbracciandola dolcemente.
 
“Irene, sei anni fa, sparì per circa un anno, dopo aver passato una notte con me. Sapevo che probabilmente era rimasta incinta, ma quando tornò, continuava ad evitare l’argomento.” si disse.
-Allora sai cosa faremo una volta arrivati a Londra? Ti adotterò e prenderai il mio nome, come sarebbe dovuto essere dal giorno della tua nascita- disse l’uomo mentre la spostava.
-Evviva, davvero?- chiese entusiasta la bambina.
-Sì, tesoro!- finì lui.
 
****
 
Due ore dopo, arrivarono a Londra. 221B. Baker Street.

Mrs. Hudson non era in casa; probabilmente si trovava da alcuni parenti.

Entrarono nella casa, si diressero nella stanza di Sherlock e, una volta entrati ed aver chiuso la porta, i due si riposarono.
Dovevano muoversi: compilare i moduli dell’adozione; scrivere delle lettere; spedirle alle conoscenze di Holmes; risistemare quelle stanze piene di piante e animali. Insomma, parecchio lavoro li aspettava. Nell’ammirare la stanza del padre, Irene si fermò ad osservare una piccola foto incorniciata.
 
-Chi è questa dama?- chiese la bimba affascinata.
-Tua madre, Irene Adler, la più bella donna che avessi mai conosciuto.- le rispose Sherlock.

I due ripresero a pulire ciò che rimaneva delle piante; dopodiché, si diressero verso gli uffici e compilarono i moduli dell’adozione.
-Irene Holmes! Irene Holmes! Che bello, ancora non ci credo!!- uscì saltellando la bambina.
-Dovrai crederci. Perché non ti libererai più di me.- concluse il detective prendendola per mano. 

GRAZIE ANCORA!! Spero di ricevere altre recensioni su questo nuovo capitolo.
  
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