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Autore: Sem7    08/01/2012    5 recensioni
Questa storia è ispirata al libro "Promessi vampiri".Ambientata in Romania dopo il matrimonio di Lucius e Antanasia e parlerà della vita da reali dei due protagonisti di questa saga.
-Dal 2 capitolo-
Appena finito, mi leccai lo zucchero dalle dita e mi pulii la mano sul jeans. “molto regale direi” ridacchiò Lucius . “ sono pur sempre una regina cresciuta in una fattoria. Fino all’anno scorso spalavo letame nella stalla!” gli dissi fiera di me. “ si ricordo bene. E ricordo pure un forcone che mi ha quasi azzoppato!” disse punzecchiandomi. “ beh , allora ricordi pure quando ti sei presentato all’improvviso e pretendevi di sposarmi!” risposi acidella io. “ok te lo concedo!” rise. “ci credevi che saremmo finiti così? Io no. Se me lo avessero detto tipo qualche anno fa, gli avrei sicuramente riso in faccia “
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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 3

 

Era ormai più di una settimana che andavamo avanti e indietro per questa storia della festa al castello .
Ma alla vigilia del grande evento la tensione sembrava uccidermi.
La giornata non passava più , al castello dei Dragomir c’era un gran da fare e lo stress era diventato tanto.
Volevo che tutto fosse perfetto, curato nei minimi dettagli, volevo che tutto risplendesse  dell’antica gloria .
Il mal di testa ormai mi stava facendo impazzire , sentivo le tempie scoppiare e il casino intorno a me non mi aiutava per niente.
“Antanasia , ti vedo pallida ti senti male?” mi chiese una delle mie zie  afferrandomi per un braccio. Sorrisi cercando di mascherare il mio mal’essere “no mia cara zia, sto bene … stavo solo pensando che siete stati grandiosi , tutti quanti! Sarà una festa stupenda!” dissi marcando l’enfasi .
Mia zia mi passo un braccio dietro le spalle e mi accarezzò il viso con l’altra mano. “ sei proprio come tua madre sai?! Anche lei si preoccupava tanto per noi … sono così contenta che tu sia tornata qui, dalla tua famiglia “.
L’abbracciai commossa, nonostante fossi stata lontana 18 anni dalla mia terra d’origine e dalla mia vera famiglia, mi avevano fatta sentire come se avessi sempre fatto parte di loro, come se non me ne fossi mai veramente andata.
“su torniamo a lavoro, manca solo un giorno . Domani notte noi Dragomir torneremo a splendere in tutta la nostra potenza. “ mi disse poi si alzò e insieme tornammo alle nostre faccende.

Lo squillo del mio cellulare , mi fece sobbalzare così tanto che alcuni dei fogli che avevo in mano volarono sopra la mia testa. Presi il telefono dalla tasca posteriore del mio pantalone e senza nemmeno guardare chi fosse risposi. “Pronto?!” mi abbassai a raccogliere i fogli reggendo il telefono tra la spalla e l’orecchio. “Antanasia scusami ma non posso accompagnarti a prendere i tuoi genitori e la tua amica all’aeroporto . Ho del lavoro da finire , manderò il mio autista a prenderti in orario ok? “ come al solito Lucius era sempre impegnato, essere dei reali sembrava una cosa da niente, ma la realtà era molto diversa .
“Va bene non scordarti che arrivano per le 7. Non credi che sia meglio che vengano a stare dai Dragomir, zio Doris dice che …” la voce di Lucius mi interruppe bruscamente “ Non ho tempo di pensare al soggiorno dei tuoi genitori, fa’ come vuoi ! devo andare ci vediamo a cena “ staccò la chiamata prima che potessi dire qualcosa. Rimasi a bocca aperta.
Chiusi la chiamata e rimisi il telefono dove l’avevo preso andando verso la cucina del castello dove sapevo di trovare zio Dorin.
Un odore di menta e miele mi arrivò forte al naso, il mio stomaco brontolò poco.
Zio Dorin prendeva il tè e mangiava pasticcini con alcune delle mie cugine. “Oh , tesoro vieni a prendere un tazza di tè. È alla menta, buonissimo” mi disse invitandomi. Mi sedetti pesantemente sulla sedia vicino una delle ragazze. A furia di camminare su e giù per il palazzo, avevo le gambe gonfie e pesanti.
Presi un lungo sorso di tè e mangiai 4 pasticcini ripieni di miele,senza fiatare. “Antanasia , nipote mia , stavo dicendo alle tue bellissime cugine di quella volta che venni in America.” Posai la tazza sul piattino e sorrisi a zio Dorin “ ah si! Mi ricordo di tutti quei cappuccini che prendevi e gli abiti strambi che portavi” dissi sorridendo , mentre le mie cugine ridacchiavano e Dorin diventava rosso in viso.
“No sciocchina non QUELLE cose, ma dei posti che ho visto.” Disse cercando di nascondere l’imbarazzo.
“certo zio, chi non vorrebbe visitare la bellissima e famosissima Pennsylvania!” dissi prendendolo in giro. Le ragazze ridacchiarono ancora. “comunque sia a me è piaciuta molto! A proposito i signori Packwood quando arriveranno?” mi chiese zio Dorin   , “alle 7 vado a prenderli all’aeroporto . Viene anche la mia amica Melinda , te la ricordi? “ chiesi prendendo un altro pasticcino. “oh si quella simpatica ragazza. “ disse sorridendo ancora.

“Regina Antanasia , la macchina vi  aspetta fuori.” una delle domestiche entro nella cucina , “grazie , arrivo subito!” bevvi tutto il te e salutai , ma prima di uscire rubai l’ultimo biscotto al e lo divorai al volo.
“aveva fame la nostra regina!” commentò zio prima di tornare a chiacchierare nuovamente con le presenti.

La voce meccanica aveva annunciato in rumeno l’arrivo dell’aereo  ormai da 10 minuti.
“ma dove saranno!” dissi spazientita andando avanti e indietro nella sala d’aspetto dell’aeroporto. Erano le 7 e mezza e non si era visto ancora nessuno.
Finalmente vidi mio padre trascinare il suo trolley , seguito a ruota da mia madre e da Min che portava a fatica oltre il grande trolley rosa, anche un enorme borsone.
Ridacchia vedendoli e gli corsi incontro. “Jessica, piccola mia!” mi disse mio padre abbracciandomi forte. “ciao papà… oh mamma! mi siete mancati da morire” dissi abbracciando anche mia madre.
Era dal matrimonio che non li vedevo, ed erano passato già 9 mesi.
“oh si ignoriamo Melinda!” la voce della mia amica mi fece voltare verso di lei. Era rossa in viso e mi guardava con un sopraciglio alzato. Corsi ad abbracciarla.
“ehi ehi non così forte mi stritoli” disse ridendo. “ oh smettila Min! mi sei mancata tantissimo anche tu” dissi.
“su andiamo dai, dammi il borsone Min o ti verrà un’ernia! Potevi anche non portarti tutto l’armadio però!” dissi ridendo ancora beccandomi una linguaccia dalla mia amica.
Il viaggio in macchina passo in fretta e arrivammo al castello dei Vladescu , alla fine avevo deciso di farli stare da noi.
“Papà , mamma i domestici vi diranno qual è la vostra camera .  avete il tempo di farvi una doccia e cambiarvi ma alle 10 in punto c’è la cena non fate tardi .” dissi ai miei mentre alcuni della servitù  prendevano i bagagli dei miei genitori. Mi girai verso la mia amica e sorrisi. “ Min la tua camera te la mostro io “ .
Arrivati alla sua camera , un domestico lasciò i bagagli e si congedò con un inchino. “questo posto mette i brividi, però è proprio spettacolare” disse Min buttandosi sopra il letto. La seguii a ruota. “si hai ragione, ma ci fai l’abitudine quando ci vivi per un po’. Pensa che le prime notti non riuscivo a  prendere sonno. “
“e ci credo, chissà quanto vi siete dati da fare tu e Lucius! Che vuoi dormire con uno come lui nel tuo stesso letto?!” disse maliziosa e beccandosi una spallata da parte mia. “che stupida che sei. Non passiamo mica tutte le notti a fare quello che credi tu!” dissi con aria da superiore. Scoppiammo a ridere.
Poi Min si bloccò diventando seria “Jess dimmi che ho un bagno personale per favore. Me la sto facendo sotto!” risi e le indicai la porta sulla sinistra , si alzò velocissima  e la vidi scomparire al suo interno.
Rimasi sul letto e sospirai quando Min mi urlò qualcosa dal bagno che non capii.
Mi avvicinai alla porta e bussai un paio di volte “ Min che succede?!” chiesi “Jess mi sono arrivate cavolo mi prendi un cambio pulito e un assorbente vedi sono nel trolley in un sacchettino”. Senza dire niente mi avvicinai al trolley lo aprii e presi quello che mi aveva chiesto entrai in bagno e gli posai tutto su un mobiletto. Min era sotto la doccia e fischiettava. Poi un dubbio mi assalì improvvisamente “Min che giorno è oggi?” chiesi “oggi è giovedì 25” mi disse “perché?” iniziai a fare dei conti mentalmente.
L’ultimo ciclo , quando sarebbero dovute arrivare, contando un po’ di roba che me lo faceva sballare…
“Oh mio dio!” dissi improvvisamente . Min uscì dalla doccia. “cosa hai detto?!” mi chiese infilandosi l’accappatoio. “Oh dio! Oh dio! Oh dio! Oh dio!” incominciai ad andare avanti e indietro per il bagno, non poteva essere. Eppure erano stati attenti! E certo non volevano ancora avere dei bambini loro , era presto, volevano prima godersi un po’ la  vita. E poi Lucius non sembrava tanto attirato dall’idea di avere un figlio. Non li sopportava molto i bambini lui. Il panico prese il sopravvento.
Min mi scosse per le spalle, mi guardò negli occhi e mi chiese “che cavolo hai ora?!” . La guardai e mi vennero le lacrime “ho … ho… ho un ritardo di 10 giorni” dissi prima di scoppiare in lacrime.

  
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