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Autore: Lussissa    08/01/2012    18 recensioni
-James?- Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento. -Mi baci?- James la guardò, sentendo la rabbia che piano piano gli saliva al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.[...] E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.[...]Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap 39 Londra, 1756

-Lady Lanchester.-
Susan ignorò il richiamo, stando ben attenta a voltare la schiena al suo interlocutore, in modo che non potesse cogliere nemmeno una delle emozioni che si andavano dipingendosi sul suo viso di porcellana. Era più che decisa a continuare a camminare e ignorare quella voce vellutata fino a quando sarebbe giunta alla sua dimora, dove sarebbe stata libera di dare sfogo a tutto quello che le passava per la testa.
Sapeva però che sarebbe stato molto più facile a dirsi che a farsi: nessuno poteva essere tanto stolto da ignorare Mark Spencer a lungo.
-Susan.-
Quell'improvvisa sfumatura d'intimità nella sua voce la fece bloccare per un attimo, per poi stringere le labbra leggermente truccate di rosso e convincersi a continuare a camminare, cercando di aumentare il passo nonostante le scarpette col tacco ricamate con fili d'argento le impedissero il passo spedito che avrebbe voluto mantenere.
Il cielo sopra di loro aveva assunto una tonalità bianca con sfumature grigie. Probabilmente presto sarebbe nevicato, e questo non faceva altro che aumentare la sua voglia di essere al più presto tra le mura domestiche.
-Non potete continuare ad evitarmi per sempre, lo sapete anche voi.-
Quell'affermazione la fece finalmente voltare verso di lui, indignata. Un ricciolo rosso fuoco le sfuggì dall'acconciatura, facendole arricciare il naso, infastidita.
-Io non la sto affatto evitando, Lord Spencer.- non usò il suo stesso tono caldo e d'intimità, perchè sapeva che sarebbe stato solo un modo come un altro per cedere a quel viso d'angelo. -E ora, se mi permette, ho delle faccende da sbrigare.- fece per rigirarsi sui propri tacchi e andarsene questa volta definitivamente, quando lui le afferrò il braccio coperto dalla lunga veste azzurra, deciso a non permetterle di scappare di nuovo.
-Vorrei solo che mi diceste perchè, Lady Lanchester.-
La fissò negli occhi castani, sentendo che la sua pelle rabbrividiva impercettibilmente, laddove aveva posato la mano.
Susan fremette, e per un secondo Mark giurò di veder passare un bagliore di tristezza, in quelle iridi scure.
-Non ho idea di cosa lei stia parlando.- mentì, sapendo che la sua intonazione di voce l'aveva tradita. -Ora, se aveste la grazia di lasciarmi andare...- indietreggiò di un passo, portandosi le braccia al petto, avvertendo per un attimo un moto di freddo. Ma non riuscì ad allontanarsi più di così. Aveva perso le forze per voltarsi del tutto e andarsene, le aveva perse così come si era persa per un attimo di nuovo in quei cieli azzurri, che ora parevano così frustrati e decisi a non mollarla.
Eppure doveva abbandonarlo lì, ancora una volta, perchè era la cosa giusta da fare.
Non poteva essere preda dei sentimenti, che l'avrebbero voluta tra le sue braccia a farsi amare per ora e per sempre.
Eppure i suoi piedi non riuscivano a smuoversi, mentre scrutava quegli occhi azzurri farsi più cupi e tristi.
Li avvolse una folata di vento gelido, e un altro ciuffo rosso scappò dalla pettinatura, svolazzandole davanti al viso, ma questa volta lei non ci badò.
-Susan, che cosa vi è successo?Perchè non mi posso più avvicinare a voi?-
Questa volta lei rabbrividì di nuovo, ma non per il freddo, ma per quel tono così confidenziale e intimo che solo quando erano soli si potevano concedere. Nessun altro arrotolava il suo nome sulla lingua come faceva lui, che lo faceva sembrare una leccornia delle più prelibate.
Si guardò attentamente intorno, timorosa che qualcuno potesse sentirli, ma stranamente il London Bridge a quell'ora era completamente deserto, e a fargli compagnia c'era solo il Tamigi che scorreva lento sotto ai loro piedi.
-Lei sa bene che non possiamo, Lord Spencer. Se Margaret lo venisse a sapere...se i vostri genitori lo scoprissero...- mantenne il tono distaccato, sperando che lui la lasciasse andare, per il bene di entrambi.
-Al diavolo Margaret. Io non voglio sposare lei, voglio sposare te.- le afferrò le spalle, mentre lei scuoteva la testa, sconsolata. Eppure il cuore le si stava scaldando, ancora una volta, al suono di quella voce adesso piena di emozione.  -Sei tu, sei sempre stata solo tu. E' te che voglio, sempre e per sempre. Quello che dice la società, i miei genitori, i tuoi o quelli di Margaret, non ha importanza, io...-
-E invece ne ha!- si allontanò, bruscamente, indietreggiando fino al limitare del ponte, sforzandosi di non farsi venire gli occhi lucidi.
-Ne ha.- sospirò. -Mark- gustò per un secondo il suo nome sulle labbra, perchè in ciò che sarebbe uscito dopo dalla sua bocca non c'era nulla di dolce. -io sono una Mezzosangue...- zittì qualsiasi protesta stesse per venir fuori dalla bocca del biondino, scuotendo una mano. -E' quello che sono, che tu lo voglia o no. E tu sei Purosangue, e sai bene come siamo visti noi Mezzosangue dalla società..-
-Anche Margaret è Mezzosangue, se vogliamo dirla tutta, ma non mi pare che questo abbia fatto la differenza sulla scelta dei miei genitori.-
Lei scosse la testa, frustrata.
-Sai anche tu che c'è differenza. Margaret è nobile, e in più ha solo un genitore Babbano, mentre io non sono affatto nobile, e per di più ho entrambi i genitori Babbani. In più tu sei stato promesso a Margaret dall'età di dodici anni, senza contare che la stessa Margaret è la mia migliore amica, come potrei tradirla così?Non possiamo, Mark. Semplicemente, non possiamo, e lo sai anche tu.-
Lei non pronunciava spesso il suo nome, restia a svestirsi dall'etichetta che le imponeva un linguaggio che non sarebbe mai andato oltre i titoli che ognuno di loro possedeva, eppure quando lo faceva Mark Spencer poteva avvertire, dalla vibrazione particolare che aveva il suo nome sulle sue labbra, quello stesso sentimento che provava lui ogni volta che la guardava.
E allora sorrise, perchè non poteva immaginarsi una vita senza quella chioma rossa ormai impazzita sotto le raffiche del vento. Sorrise perchè anche lei provava quelle sensazioni che provava lui, e non c'era cosa che avrebbe potuto renderlo più felice.
Allora le si avvicinò, consapevole che lei non poteva più indietreggiare, o sarebbe finita nel fiume.
Nei suoi occhi castani passò un lampo di incertezza, ma lui non si fermò, avvicinandosi ancora a lei.
Le passò una mano attorno alla vita, sentendo che tratteneva il fiato contro il corpetto troppo stretto del vestito azzurro. L'altra mano si posò sulla guancia lattea, per fare in modo che fosse costretta a guardarlo negli occhi.
-L'unica cosa che veramente so- soffiò, a due centimetri dal suo viso. -è che ti amo. E nè la società, nè i miei, nè Margaret, nè tantomeno tu potrete cambiare quello che provo.-
-Mark...- tentò lei, ma lui non la lasciò continuare, prendendole il viso anche con l'altra mano e accarezzandoglielo, respirando a fondo il suo profumo.
-Sarei disposto a tutto per averti con me per l'eternità, a costo di sbarazzarmi di vite innocenti o di vendere l'anima al diavolo.-
A quell'affermazione, il viso di Susan si addolcì, nei suoi occhi vi lesse l'amore tormentato e quelle stesse parole che lui le aveva rivolto ricambiate, e lui ne approfittò allora per posarle le labbra sulle sue, con delicatezza.
Lei rispose, senza più esitazioni nell'anima.
Per un lungo istante l'aria attorno a loro sembrò essersi immobilizzata.
Un momento dopo, però, Susan avvertì qualcosa di bagnato sciogliersi sul suo naso, e si staccò, non capendo.
-Ma cosa...- anche Mark aveva assunto un'espressione perplessa, e allora entrambi rivolsero lo sguardo verso il cielo, e mentre il mondo attorno a loro si colorava di bianco, sorrisero entrambi, notando cosa stava succedendo.
Aveva iniziato a nevicare.

Foresta proibita, 1977

Mark sorrise amaramente, vedendo i primi fiocchi di neve di quell'anno iniziare a scendere copiosamente sulla Foresta, tinteggiandola di bianco, senza per questo però toglierle quell'aria inquietante che l'avrebbe sempre caratterizzata.
Abbassò lo sguardo, guardandosi attorno, in attesa. L'aria era particolarmente ferma, come se anche lei stesse aspettando.
Se tutto stava andando come previsto, tra poco dagli alberi sarebbero dovute spuntare le persone che avrebbero significato la riuscita appieno del suo piano.
Non si era addentrato molto nella Foresta, da dov'era si poteva ancora chiaramente intravedere il sentiero principale che portava ad Hogwarts. Non era il suo scopo nascondersi.
Sperava solo che Victor avesse fatto il suo dovere.
Era stato facile convincerlo a sottostare ai suoi ordini: gli era bastata qualche minaccia detta con occhi roventi per fare in modo che il ragazzino si spaventasse a morte.
Voltò lo sguardo dietro di sè, scorgendo la figura che aveva adagiato su un giaciglio di rovi, addormentata.
Per un breve attimo, osservandole i capelli neri sparsi per il terreno, che man mano che la neve cadeva si andavano spruzzando di bianco, si sentì quasi in colpa.
Seguì con lo sguardo le palpebre serrate e le ciglia folte e nere che le accarezzavano le gote, ora pallide a causa del sonno incantato in cui l'aveva immersa. Le labbra piene erano leggermente dischiuse in una muta richiesta di salvataggio che non sarebbe arrivato.
Sembrava che nemmeno respirasse, persa in quel mondo fantastico che lui le aveva personalmente creato nella sua testa.
Catene di spine sottili e nere le imprigionavano i polsi, per poi dipanarsi lungo i fianchi e avvolgerle la vita, in un lungo abbraccio mortale che si concludeva solo alla base del collo, dove i rovi si diradavano lasciandole giusto quello spazio per respirare che le era vitale.
-Mi dispiace.- disse, sentendo la vuotezza di quelle parole all'istante.
Ma lo faceva per Susan. Il suo nome era l'unica cosa che gli aveva permesso di mantenere il sangue freddo mentre procedeva con tutti i passi del Rito richiesti.
Voldemort glielo aveva promesso: se lui lo avesse reso immortale, avrebbe fatto in modo di riportare in vita Susan.
Non gli interessava come. Voleva solo riaverla indietro.
La Bella Addormentata intanto era silenziosamente immersa nei ricordi distorti di una vita che non aveva vissuto.
Non sentiva nulla nel suo sonno eterno. Solo il bacio del Principe avrebbe potuto riportarla alla realtà.
Poco distante da lei, in uno scrigno tempestato di pietre antiche, era custodito un cuore di una Mezzosangue che non aveva mai conosciuto l'amore. La prima Mezzosangue che aveva ucciso.
La piccola Jenny non aveva nemmeno avuto il tempo di chiedersi cosa le stesse succedendo, quando lui le aveva strappato il cuore dal petto e aveva lasciato che il suo sangue bagnasse il terreno.
Nessuno avrebbe mai ritrovato il corpo. O, anche se l'avessero ritrovato, nessuno avrebbe mai riconosciuto quel volto una volta tanto angelico e dolce così rivoltato e martoriato.
Non perse più tempo nei suoi pensieri, avvertendo passi concitati avvicinarsi dov'era lui.
Sorrise, pronto ad ottenere ciò che voleva.
Sentì i passi frenetici fermarsi, di botto.
-Come facciamo a sapere da che parte cercarla?Potrebbe essere ovunque!-
Era lei.
Perfetto.
Si entrava in scena.
Mosse qualche passo verso di loro, in modo da rendersi visibile tra gli alberi che si stavano imbiancando.
-Non dovrai andare poi così lontano, piccola Evans.-
Osservò divertito come tutti e tre sobbalzavano, sorpresi.
Non gli diede nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo.
Mosse le dita in un gesto rapido, e lunghi fili di rovi spuntarono per magia dal terreno, andandosi ad attorcigliare lungo la gamba di James, che, preso alla sprovvista venne trascinato a terra.
-Ma che diavolo..- imprecò, mentre un ulteriore ramo di rovi gli imprigionava le mani, inchiodandolo al terreno e impedendogli di afferrare la bacchetta. Fece una smorfia di dolore, sentendo i rovi che risalivano lungo la gamba per andare ad afferrargli il torso e il petto, a una velocità mostruosa.
Lily si girò immediatamente verso di lui, spalancando gli occhi osservando come le spine lentamente gli si stessero ficcando nelle mani e nel corpo, facendolo sanguinare.
-James!- gridò, automaticamente, per un secondo paralizzata dalla vista del collo che si macchiava di rosso, mentre lui emetteva un verso strozzato.
Intanto Sirius, assistendo alla scena, tentò di avventarsi su Mark, con la bacchetta sguainata e un ringhio al suo seguito, ma il biondo fu più veloce, e con un rapido gesto lo disarmò e lo bloccò a terra.
-Liberaci.- ringhiò, tentando di muoversi senza riuscirci. Un incantesimo oscuro e potente lo teneva inchiodato al suolo. -Liberaci, lurido bastardo!-
Mark si limitò a sorridere, malefico.
-Lasciali andare!- gridò Lily, che intanto era riuscita a tirare fuori la bacchetta e a puntargliela contro, con lo sguardo arrabbiato e combattivo.
Non capiva che diavolo stesse succedendo.
Quando era corsa dietro a Sirius, pronta a combattere per liberare Lene, tutto si sarebbe aspettata meno che vedere proprio Mark uscire dagli alberi.
Il ragazzo che le stava davanti non era il Mark che aveva conosciuto lei. La creatura che la stava fronteggiando aveva lineamenti distorti, quasi demoniaci, e costituivano solo l'ombra del viso che una volta le aveva parlato e sorriso.
Ora sembrava essere molto più adulto dei diciassette anni che aveva detto di avere, gli occhi si erano fatti più scuri e cattivi, le labbra erano piegate in un sorriso grottesco e maniacale che le dava i brividi.
Strinse la mano sulla bacchetta, fino a farsi sbiancare le nocche.
Che creatura era quella?
Che cosa voleva da loro, che cosa voleva da Lene?
Mark rise, e sembrò che stesse facendo gelare l'inferno con quella risata, più fredda della neve che le stava cadendo sui vestiti.
-Perchè dovrei?In fondo, mi sto così divertendo.-
Sentì un urlo agghiacciante provenire dalle sue spalle, e si girò rapidamente, per vedere il volto di James venire ricoperto da spine che ancora gli ferivano la carne, entrando nella profondità della pelle e lasciando traccie insanguinate che cadevano sulla neve appena fresca.
-No!- nonostante il pericolo di venire attaccata non riuscì a non precipitarsi su di lui, perchè l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che pian piano le spine sarebbero arrivate al naso, poi agli occhi, e l'avrebbero ricoperto e accecato e reso incapace di respirare e allora...e allora non voleva nemmeno pensarci.
Con le mani nude tentò di strappare le spine e i rovi, ferendosi e sporcando la neve di rosso, e intanto pensava che nei momenti più opportuni non le veniva in mente nessun incantesimo per venire fuori da quella situazione e questo, oh questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Intanto Sirius, bloccato ancora, continuava ad urlare improperi di varia natura, che però sembravano non toccare minimamente il biondo.
Invece si rivolse a Lily.
-Io fossi in te non lo farei. Più cerchi di strapparle più quelle ricresceranno.-
Con orrore Lily si accorse che aveva ragione. I pochi rovi che era riuscita a strappare si stavano ricostruendo, più fitti e più neri che mai, e si intrecciavano sul corpo di James come se stessero costruendo un bozzolo pungente di dolore a una velocità spaventosa.
Colta da una fiamma di rabbia esplosa proprio in mezzo al petto, afferrò la bacchetta e si girò di scatto verso Mark, per un attimo sperando che bastasse un'occhiataccia per ucciderlo.
-Stupeficium!- gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo.
La creatura si limitò a scansarsi, prorompendo in una risata.
-Piccola, ingenua Lily.- scosse la testa. Vide Lily fremere di rabbia, e ghignò, divertito. -Pensi che basti così poco?-
-Si può sapere cosa diavolo vuoi da noi?- ringhiò la rossa, sentendosi avvampare dalla rabbia e dalla frustrazione. -Chi sei tu?E dov'è Marlene?-
-Ah, la cara Marlene.- annuì, facendo finta di pensarci. -Si, non è molto distante da qui. Ma vedi, tutto questo non è importante, ora come ora.- puntò lo sguardo azzurro su James, imprigionato a terra, e si aprì in un sorriso angelico, molto più inquietante di qualsiasi ghigno si fosse concesso fin'ora.
Nello stesso momento, James cacciò un urlo di dolore che strappò il cuore a Lily, come se la sofferenza fosse sua.
-Smettila, pezzo di merda!Lascialo stare!- cercando di incanalare tutta la furia che sentiva dentro di sè nella bacchetta, urlò, senza quasi pensarci. -Crucio!-
Non successe nulla.
Mark Spencer rise, mentre Lily spalancava gli occhi, stupefatta, non sapeva nemmeno lei se per il fatto di aver cercato di lanciare una Maledizione Senza Perdono contro una persona o perchè la sua bacchetta non aveva dato segni di averla sentita.
-Oh, povero Giglio mio. Sei decisamente troppo Grifondoro per poter riuscire a lanciare una Maledizione.- scosse la testa, gli occhi illuminati da uno scherno malizioso che le fece ribollire il sangue nelle vene. -Pensi che continuare ad attaccarmi aiuterà il tuo insignificante amichetto?- come per confermare le sue parole, si distinse chiaramente un gemito straziante proveniente da Ramoso, il quale ormai aveva la bocca impastata di sangue e spine che gli impedivano di articolare qualsiasi altro suono.
-Sei solo un figlio di puttana.- sibilò Lily, sentendosi impotente. Cosa poteva fare?Quel mostro sembrava invincibile. Non aveva mai visto nessuno mantenere quel sangue freddo e scansare con tanta facilità gli incantesimi.
Vide Mark alzare gli occhi al cielo, sbuffando.
-Le donne di questo secolo sono così scurrili. Seriamente, dov'è finita l'educazione?-
James emise un rantolo, e Lily strinse la bacchetta.
Il cuore le batteva nel petto a una velocità spaventosa.
Doveva trovare una soluzione. E in fretta. 
Sirius intanto aveva smesso di urlare e si era fatto attento appena Mark aveva nominato Lene.
Il bastardo aveva detto che non era lontana.
Forse mentiva, ma in ogni caso lui doveva trovarla. A tutti i costi.
Doveva salvarla, o non si sarebbe mai dato pace.
Spostò gli occhi, l'unica cosa che ancora riusciva a muovere, per vedere se dietro a Mark intravedeva qualcosa, un segno della presenza di Lene nelle vicinanze.
La neve aveva preso a cadere sempre più copiosamente, vestendo la foresta di bianco, e coprendo qualsiasi traccia avesse sperato di trovare.
Dannazione, vedeva poco o niente. I fiocchi di neve andavano infittendosi, come a volersi fare beffa della sua disperazione.
Doveva trovare il modo di liberarsi da quell'incantesimo immobilizzante. Se si fosse potuto muovere, sarebbe stato tutto un po' più facile. 
Ringhiò di frustrazione, mentre sentiva Lily mandare un incantesimo che venne prontamente evitato dal biondo, per poi essere scacciato definitivamente da una risata malefica.
Mark non attaccava. Sembrava giocare con Lily, spingendola ad attaccare di continuo e divertendosi solo a farle perdere la fiducia in se stessa.
Pareva una situazione senza via di uscita.
Pensa, Sirius, pensa.
Remus si sarebbe messo a ridere, dicendo che gli sembrava una pretesa eccessiva.
Aveva bisogno di un piano.
Dov'era Remus e la sua mente geniale quando serviva?
Pensa, Sirius. Pensa.
Lily urlò un altro incantesimo, andato evidentemente a vuoto visto come il biondino gongolava felice. La sentì emettere un verso di esasperata rabbia. Possibile che quel tizio che sembrava provenire direttamente da un altro secolo non avesse punti deboli?Che razza di animale era?
Se solo avesse potuto coglierlo di sorpresa, in modo da riuscire a salvare tutti...
Ma come?Era bloccato lì, mentre suo fratello agonizzava a pochi metri di distanza, la futura moglie di suo fratello si stava esaurendo a forza di incantesimi andati a vuoto e la donna che amava era sperduta da qualche parte.
Avrebbe aggrottato la fronte, se avesse potuto.
La donna che amava?Non stava esagerando?
Decise che non era quello il momento per fare elucubrazioni mentali. Doveva agire, e in fretta.
E pensare che in quella foresta c'era stato un mucchio di volte con i Malandrini, era sicuro che con il suo fiuto da cane ci avrebbe messo meno di un secondo ad individuare Marlene e portarla in salvo.
Spalancò gli occhi, realizzando solo in quel momento quanto quel pensiero fosse geniale.
Lui era un cane!
Ignorò la vocina petulante del James nella sua testa che canticchiava Capitan Ovvio è sceso in città, e si concentrò.
Non serviva necessariamente la bacchetta, per trasformarsi in Animagus, bastava raccogliere tutta la magia che scorreva in ogni sua cellula, e utilizzarla per trasfigurare il proprio corpo nella forma desiderata.
Pregò di essere fortunato. Mark sicuramente non aveva utilizzato un incantesimo troppo potente per bloccarlo, sicuramente ritenendolo incapace di liberarsi in qualsiasi modo, e la maggior parte degli incantesimi lanciati dai maghi venivano spezzati durante la trasfigurazione umana, anche solo per il semplice fatto che era una magia molto più antica e potente di qualsiasi altro incantesimo.
Lily gettò un'occhiata fugace verso Sirius, e capì immediatamente cosa voleva fare. Quante volte James le aveva mostrato la trasformazione, dopo quella prima volta!Per un attimo si sentì euforica, sentendo il bocciolo della speranza rinascere dentro di sè.
Se lui fosse riuscito a liberarsi, sarebbero stati almeno in due, a combattere contro quella...cosa tanto simile a loro ma che in realtà tanto essere umano non doveva essere.
Sirius le lanciò uno sguardo di intesa, e per un attimo entrambi si sentirono collegati come mai era successo prima di allora.
Perchè entrambi lottavano per le persone che amavano, ed entrambi erano disposti a qualsiasi cosa pur di salvarli.
Perchè nè Lily nè Sirius erano James, che avrebbe sicuramente voluto che loro si mettessero in salvo per affrontare tutto da solo, e sia Felpato che Lily, al contrario suo, pretendevano che l'altro combattesse. Ad ogni costo.
In quello sguardo si scambiarono una promessa che avrebbe finalmente forgiato quell alleanza indossolubile che lega due amici per la pelle.
Li salveremo. Insieme.
Durò solo un secondo, ma fu abbastanza ad entrambi per abbattere qualsiasi remasuglio di sfiducia creata negli anni dall'uno nei confronti dell'altro.
Lily decise che la cosa migliore per aiutare Sirius era distrarre Mark. James le aveva spiegato bene cosa si rischiava se si veniva interrotti a metà della trasformazione, e non era nulla di piacevole.
-Perchè ti interessa tanto Lene?- sbottò. -E perchè stai torturando James?Che cosa ti hanno fatto?E soprattutto, chi sei tu?-
Mark sorrise, guardandola negli occhi. Avrebbe potuto immediatamente disarmare quella sciocca ragazzina, ma era piuttosto divertente vedere come si affannava a cercare nuovi incantesimi per tentare di annientarlo.
-Chi sono io non è rilevante, davvero. Non ti ho mentito sul mio nome, se ti può interessate. Per quanto riguarda la Mezzosangue e il tuo James...non mi hanno fatto nulla.- scrollò le spalle, indifferente, mentre Lily fece per parlare, ma la interruppe. -Mi servivano due cuori, e me li sto prendendo. Semplice. Sono due pedine nelle mie mani, niente di più, e niente di meno. Tu e l'altro siete solo due imprevisti facilmente risolvibili, una volta che mi sarò sbarazzato di entrambi.- tralasciò volutamente il dettaglio più importante. Doveva essere lei stessa ad arrivarci, o il rito non avrebbe avuto più alcun senso. Lei stessa doveva offrirsi volontaria per cedergli il proprio cuore, o niente avrebbe avuto più senso.
Lily fremette, confusa.
-Due cuori?- non riuscì a dire altro, scossa.
Se possibile, il suo stesso cuore aveva preso a battere ancora più veloce, non appena lui aveva pronunciato quelle parole.
Cuori?Quel verme voleva prendersi il cuore di una delle sue migliori amiche e del suo...non riuscì nemmeno a concludere il pensiero, da tanto le avrebbe fatto male la sola idea.
A cosa diavolo gli servivano?
Che razza di psicopatico aveva davanti?
Istintivamente indietreggiò, avvicinandosi al corpo inerme di James, tenendo la bacchetta puntata contro il petto di Mark.
Una cosa era certa. Avrebbe dovuto passare sul suo cadavere, prima di azzardarsi a toccare ciò che era suo.
-A che ti servono due cuori?A sostituire quello che non hai tu?-
Non sapeva bene da dove le uscisse il sarcasmo anche nelle situazioni più disperate. Forse non era proprio la cosa più idicata da dire, visto che a quanto pareva stava fronteggiando uno squilibrato, ma almeno sarebbe morta facendosi una risata.
La risata se la fece lui, stranamente.
A quel punto Lily ne ebbe la conferma: aveva davanti uno psicopatico.
Gettò una breve occhiata a Sirius, nel frattempo che Mark se la rideva di gusto, e vide che aveva gli occhi serrati per la concentrazione. Doveva essere molto più difficile, trasformarsi senza bacchetta e con un incantesimo che intanto ti costringeva all'immobilità.
Capì che doveva tenere distratto Mark ancora un po', o si sarebbe rovinato tutto l'effetto sorpresa.
-Sei proprio un bel tipino, Lily Evans.- sorrise, ripensando a Susan. Gliela ricordava così tanto. All'inizio, la sua voglia di conoscere Lily era stata genuina curiosità: in tutti quei secoli non aveva mai incontrato una persona che assomigliasse tanto alla sua perduta Susan. Poi però si era inserito tutto il resto, e allora tutto aveva preso una piega diversa. -Sai, potrei anche risparmiarti e darti la possibilità di scappare, in fondo.-
Naturalmente mentiva. E sapeva perfettamente quale sarebbe stata la reazione di Lily a una proposta del genere.
La rossa infatti fece una smorfia, lasciando che nei suoi occhi smeraldini si riversasse tutta l'indignazione possibile.
-Mai.- sibilò.
Lui fece un sorriso storto.
-Voi umani siete così prevedibili. Siete quasi teneri. Sempre lì a...-
Proprio in quel momento Sirius riuscì a completare la trasformazione. Scodinzolò felice, riuscendo finalmente a muoversi. Lily con la coda dell'occhio se ne accorse, e per poco non sorrise.
-..preoccuparvi per...ma che..?!-
Mark non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che Felpato gli si era avventato addosso, in tutta la sua mole nera, facendolo cadere a terra per la sorpresa e cercando di mordergli ogni parte del corpo che aveva a disposizione.
-Credo che Felpato si sia offeso. Anche lui voleva che gli dessi del tenero.- sussurrò Lily, quasi divertita, mentre Mark tentava di tenere fermo l'enorme cane nero che lo sovrastava.
Lily si chinò immediatamente su James, per vedere come stava e cercare di liberarlo da quell'intreccio infernale in cui era avvinghiato.
Mark intanto era riuscito a liberarsi di Felpato, facendolo ruzzolare con poca grazia sul terreno, ma non fece nemmeno in tempo ad alzarsi con espressione furiosa, che il cane gli era già di nuovo addosso, e con un balzo gli azzannò lo stinco, penetrando con i denti nella carne.
Mark emise un verso gutturale.
Era poco abituato agli scontri fisici, molto più propenso ad usare le sue arti magiche, e quell'attacco lo aveva colto del tutto impreparato, ma non aveva certo intenzione di mandare tutto all'aria per uno stupido imprevisto.
Lily intanto stava cercando di liberare James con ogni incantesimo che le veniva in mente.
-Finite Incantem!Oh, andiamo. Siete solo delle stupide piante, non potete essere così intelligenti. Deleterius!Recido!- Vide James guardarla per un secondo con sguardo vacuo, come se in realtà non la vedesse davvero. La luce che di solito li caratterizzava era spenta, come se lui in realtà si trovasse da tutt'altra parte. Poi, l'istante dopo, chiuse le palpebre, perdendo conoscenza.
Lily spalancò gli occhi, iniziando a sentirsi spaventata.
-No!No, no no no.- gli prese il viso tra le mani, quasi sperando che fosse tutto uno scherzo. -Potter, non ti azzardare a morire, sono stata chiara?Giuro che ti verrei personalmente a cercare nell'aldilà o qualunque cosa sia, ti porterei indietro per poi ucciderti di nuovo, questa volta personalmente.- James aveva il viso incrostato di sangue e spine appuntite, e lei era sicura di stare per avere un attacco isterico. Se solo ci fosse stato un modo per avvertire Silente, o qualche professore. -Evanesco!Reinnerva!Argh!-
Sentì un guaito, e si girò di scatto.
Mark era riuscito a scalciare via Felpato, facendolo rotolare sul terreno, e ora ghignava, soddisfatto, pronto ad uccidere il cane, gli occhi illuminati di una cattiva malizia.
Lily scattò, sapendo bene che James non gliel'avrebbe mai perdonato, se avesse lasciato che quel damerino da quattro soldi facesse fuori suo fratello.
-Stupeficium!- gridò con tutta la disperazione che aveva nel cuore. Questa volta il biondo era girato di schiena, e non ebbe il tempo di spostarsi. L'incantesimo andò a segno, e la luce rossa lo colpì in mezzo alle scapole, facendolo vacillare pericolosamente.
Per un attimo l'aria parve andare tutto a rallentatore.
Poi Mark cadde in avanti, la faccia contro il terreno innevato. Restò immobile.
Lily non osava crederci. Nonostante il silenzio che seguì, sapeva che non poteva essere così facile.
Osservò l'enorme cane nero, che la guardava di rimando, la lingua rosa fuori per la fatica. Aveva il muso coperto di sangue, la rossa non sapeva dire se suo o meno.
Aveva una zampa sollevata, e dalle goccie rosse che tinteggiavano il terreno bianco Lily capì che era ferita.
Improvvisamente fu posseduta da una strana calma. Respirò a fondo, cercando di elaborare un piano il più in fretta possibile.
Guardando Felpato, fu colta da una specie di illuminazione strana, un pensiero che non si era ancora pienamente realizzato nella sua testa, ma probabilmente si era già realizzato nel suo cuore.
In qualche modo, sapeva che doveva essere Sirius ad andare da Marlene.
Non sapeva perchè e non sapeva come, ma qualcosa le diceva che doveva essere così.
-Sirius, devi andare a cercare Lene.- lui la guardò, gli occhi blu attraversati da mille domande e proteste. Era restio a lasciare lì Lily, da sola. La vide stringere le labbra. -Ascoltami, Felpato.- era la prima volta che pronunciava il suo soprannome. Ci avrebbe riflettuto meglio e probabilmente l'avrebbe trovato strano, se non fossero stati in quella situazione. -Probabilmente è ferita, se non peggio. Devi trovarla e portarla al castello. A quel punto potrai chiamare qualche professore, Silente, magari, se vedi che non siamo ancora tornati. Devi salvarla, Sirius.- puntò gli occhi verdi nei suoi, trasmettendogli tutta la sicurezza di cui si sentiva capace. -Qui me la sbrigo io da sola. Ti prometto che me la caverò.- si morse le labbra, vedendolo ancora dubbioso. -Non mi perdonerei mai se Lene non arrivasse viva al castello, Sirius. Quindi vai, per piacere. Porterò James al castello sano e salvo.- ormai la neve pareva esserle entrata nelle ossa, ma lei non se ne curò. Guardò un ultima volta Felpato, intensamente, ostentando una sicurezza che forse non avrebbe avuto mai. -Fidati di me.- mormorò, sperando che bastasse.
Sirius la fissò per un momento, e percepì quasi sulla pelle le parole che lei non aveva pronunciato.
Sei disposto ad affidarmi il tuo migliore amico, in cambio della mia migliore amica?
Fidati di me.
Farò di tutto per portarlo in salvo, te lo prometto, a patto che tu mi prometta di portare in salvo lei.
Fidati.
E in qualche modo, lui si fidò. E allo stesso modo, le promise di non deluderla. Avrebbe salvato Lene. Le avrebbe dato prova di potersi fidare di lui, tanto quanto lui poteva fidarsi di lei.
Annuì, e lei assentì di rimando, sentendo che non erano più necessarie altre parole.
Sirius le voltò le spalle, e iniziò a correre verso l'interno della foresta, per quanto la zampa zoppicante glielo consentisse.
Era ancora turbato all'idea di lasciarli lì, ma poteva fidarsi della Evans. Non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa a Ramoso.
Inoltre, Marlene poteva essere ferita. Doveva fare in fretta.
Se fosse stata peggio che ferita non sapeva bene come avrebbe reagito. Al pensiero, il nodo che aveva in mezzo allo stomaco si strinse in maniera dolorosa, facendogli mozzare il fiato nel petto per un solo istante.
No. Non poteva essere peggio che ferita. Non era un'opzione.
Non poteva nemmeno pensare di non sentire più la sua risata squillare per tutto il corridoio.
Non importava se lui era un Black, se non poteva amarla come meritava, se non poteva averla.
L'importante era che lei fosse viva. Tutto il resto era una sciocchezza che avrebbe tranquillamente potuto affrontare dopo.
Annusò brevemente l'aria, per scovare una traccia che lo portasse dove Lene era nascosta.
Per un terribile istante non fiutò nulla, e il suo cuore perse un battito, temendo il peggio.
Poi la sentì, lieve e delicata come se la ricordava, la traccia che cercava. Quel profumo di fiori d'arancio che senza mai ammetterlo, nemmeno a se stesso, lo perseguitava da quella notte in cui l'aveva fatta sua.
Ringraziò mentalmente di essere un cane, e quindi di avere un fiuto più sviluppato del normale, e si avviò verso la direzione del profumo con una nuova foga nel petto.
Sto arrivando, Lene. Resisti.
Si fece largo tra gli alberi, non sapendo esattamente cosa aspettarsi.
Prima di poter vedere qualsiasi cosa, però, incespicò su qualcosa di particolarmente duro.
Perplesso, si trasformò in umano, per osservare meglio su cosa era inciampato.
Ai suoi piedi c'era uno scrigno. Uno scrigno interamente coperto di pietre preziose.
Chiedendosi cosa ci facesse lì una cosa del genere, lo raccolse da terra, per osservarlo meglio. Il coperchio era interamente coperto di smeraldi, mentre la parte sottostante era un susseguirsi di rubini e zaffiri, contornati da quello che pareva in tutto per tutto oro puro. Sembrava molto antico.
Decise di aprirlo, incuriosito, non immaginando nemmeno lontanamente quello che avrebbe visto.
Appena capì quello che c'era dentro lo lasciò cadere a terra, con un singulto di ribrezzo, facendo cadere il suo contenuto sulla neve, che ruzzolò per terra.
Si mise una mano davanti alla bocca, e l'altra davanti allo stomaco, disgustato. Cercò di trattenersi dal vomitare, mentre il contenuto gli rotolava vicino ai suoi piedi.
Un cuore.
Quello era un cuore. Di uomo.
Lottando contro i conati di vomito, cercò di allontanarsi da quella cosa, sentendo lo stomaco che protestava per la repulsione.
Di chi era quello scrigno?Era sempre di quel fottuto biondino?
Chi era in realtà quel tizio?Perchè aveva nascosto un cuore nella foresta?Era un cannibale?Cos'era?Perchè un cuore?
E se quel cuore fosse stato di...?
Per poco le gambe non gli cedettero, a quel pensiero orribile.
Fu in quel momento che la vide, a pochi metri di distanza.
Il giaciglio su cui l'aveva deposta Mark si era riempito di fiocchi di neve, che avevano bagnato ormai anche i suoi ricci neri, sparsi per il terreno.
Il cuore gli si fermò per un istante.
Si precipitò verso di lei, sempre più timoroso di quello che gli si sarebbe presentato davanti.
Sentiva il ghiaccio scorrergli nelle vene al posto del sangue.
Era arrivato troppo tardi?
La ragazza era immobile e innaturalmente pallida. Le labbra erano violacee, quasi. Sirius si ritrovò a sperare con tutto se stesso che fosse per colpa del freddo.
-Lene.- mormorò, una supplica che lei non avrebbe mai sentito. Le accarezzò il viso.
Era fredda. Troppo, troppo fredda.
Si lasciò cadere in ginocchio, davanti a lei.
-No.- implorò. -Lene, no.- Con mani tremanti e il cuore di ghiaccio, cercò di scostare più spine possibili dal petto della ragazza, spaventato di trovare uno squarcio proprio lì, all'altezza del cuore.
Quando le sfiorò il seno sinistro per poco non si mise a piangere per il sollievo.
Il suo cuore c'era ancora. E batteva.
Piano, pianissimo, era un palpitare talmente lieve che se Sirius non fosse stato estremamente attento non l'avrebbe mai avvertito, ma c'era.
Lene era viva.
Sirius ebbe un'improvvisa voglia di mettersi a ballare.
Era viva.
Le posò le mani a coppa sul viso, accarezzandole le guance gelide con i pollici, cercando di darle un po' di calore.
In quel momento però tutto l'entusiasmo del saperla viva sparì. Il suo respiro era sempre più debole.
Era il respiro di una persona che sta per smettere di vivere.
O forse..era il respiro di una persona che si sta lasciando morire.
-No.- ringhiò, di nuovo. Quella piccola speranza che gli era nata nel petto al sentire il suo cuore battere stava già svanendo, sostituita da un sottile terrore che gli divorava le viscere. -Non ti permetterò di morire, Lene, hai capito?- spostò le mani sulle sue spalle, cercando di scuoterla un po'. -Marlene. Devi svegliarti. Mi hai sentito?Sono un Black. Me l'hai detto anche tu, giusto?Sono un Black in tutto per tutto. E noi Black siamo dei dannati, fottutissimi egoisti. Quindi non puoi morire, perchè da egoista quale sono devi restare con me, chiaro?- le accarezzò la fronte, per poi passare le dita tra i capelli bagnati. -Lene, ascoltami. Devi svegliarti, perchè...perchè, cavolo, non puoi non svegliarti. Cosa ne sarà di Lily?E di Emmeline, di Mary, di Alice?Cosa...cosa ne sarà di..di tutti?Cosa ne sarà di...me?- prese un respiro profondo, sentendo il cuore in petto che gli stava esplodendo. -Tu...sei...sei diventata importante. Sei importante. Per tutti. Per...per me. Devi tornare, per me. Davvero, io...io...non lo so, ok?Sto delirando, forse, ma è da quella notte che non ho mai smesso di...di vederti. Ovunque. Sei dappertutto. Sento la tua risata anche quando non dovrei. Ti vedo quando sto sognando, ti vedo anche quando non ci sei. E se tu...se tu adesso smettessi di..smettessi di esistere, smettessi di essere dappertutto, tutto sarebbe...vuoto. Molto, molto più vuoto.- sospirò. -Lene. Non sono James, va bene?Lui è quello dei bei discorsi, lui è quello che non fa altro che parlare di sentimenti. E non sono nemmeno Remus, che per quanto timido e impacciato riesce sempre a esprimersi. Non sono nemmeno Peter, che sa essere tenero nel suo imbarazzo. Sono solo Sirius. L'egoista Sirius, il bastardo, puttaniere Sirius. Solo Sirius. Sono solo Sirius, e..e ho bisogno di te.- le fissò gli occhi chiusi. Avrebbe giurato di vedere quelle palpebre vibrare, per un solo istante. -Ho bisogno di te, perchè sei bella. Dentro e fuori. Ho bisogno di te e basta. Quindi, per favore Lene, svegliati. Torna. Per favore. Torna da me.-
In un ultimo, disperato tentativo, in un impulso cieco che gli veniva da dentro, le prese il viso con le mani, e senza rifletterci troppo, le posò le labbra sulle sue, quasi sperando di donarle tutto il suo respiro.
Erano gelide, eppure, a Sirius sembrò che man mano che proseguiva il contatto, quelle diventassero più calde, come se la circolazione di Lene avesse ripreso a funzionare nel modo giusto.
Lui non lo sapeva, ma la Bella Addormentata era stata svegliata dal suo sonno eterno.
Se avesse tenuto gli occhi aperti, si sarebbe accorto che con lentezza sulle guance di Lene si dipanava un leggero rossore, e che il respiro le si stava facendo più veloce.
Senza che nemmeno se ne accorgesse, le spire che la tenevano legata si spezzarono, frantumando così gli ultimi tratti dell'incantesimo in cui Mark l'aveva imprigionata.
Si accorse che qualcosa era cambiato nel momento in cui le labbra di Lene smisero di rimanere immobili come due pezzi di ghiaccio, e iniziarono a muoversi con le sue.
Forse stava sognando, perchè era improbabile che Marlene si svegliasse proprio con un suo bacio, perchè avrebbe dovuto?Eppure, anche se così fosse stato, non voleva svegliarsi.
Euforico, approfondì il bacio, sicuro di non volersi più staccare.
Fu solo quando lei con lentezza spostò le mani, che fin'ora erano rimaste inermi, sul suo petto, che lui realizzò che tutto quello era reale.
Si staccò, osservando con meraviglia come lei, con lentezza assopita, apriva gli occhi argentati, confusa e ancora non totalmente cosciente.
-Sirius?- mormorò, la voce impastata per non essere stata utilizzata a lungo. -Cosa..?-
A lui improvvisamente venne voglia di fare un sacco di cose. Voleva ridere, piangere, saltare, abbracciarla, portarla sulla luna, baciarla.
Viverla.
Perchè lei era bella. Bellissima. Piena di colori, rosse le guance e rosse le labbra, piena di espressioni, la fronte corrucciata in un fantomatico punto di domanda, gli occhi argentati e meravigliati e anche un po' confusi, così liquidi e pieni di vita. Era tutto così contrastante con la Lene che aveva tra le braccia fino a pochi istanti prima, così fredda e priva di scintille ad animarla, che a lui venne voglia di stringersela al petto e non lasciarla andare mai più.
Marlene era viva. Viva viva viva. Viva e bella, viva, bella, libera. E anche se non sapeva come era successo tutto quello, anche se non comprendeva quale magia fosse capitata, quella era l'unica cosa che importava. Che lei fosse viva.
La accarezzò, senza mai smettere di guardare tutti i suoi colori e tutte le sue espressioni.
-Come ti senti?-
Lei sbattè le lunghe ciglia nere.
-Io...non ricordo molto. Come sono finita qui?-
Sirius scosse la testa, passandole una mano sulla fronte.
-Non ha importanza. Ora ti riporto al castello. Sei ferita?-
-Io...non lo so. Mi fanno male le gambe. E le braccia. Ma non eccessivamente. Cos'è successo?Come..cosa...-
Felpato la osservò meglio, costatando che aveva dei segni effettivamente sulle braccia e sulle gambe, laddove prima la tenevano le spine. Poi doveva avere le ossa indolenzite per il freddo e per essere stata ferma così a lungo.
-Ti porto al castello.- mormorò, non sapendo come altro rispondere alle sue domande.
Desiderò che Lily riuscisse ad ammazzare quel figlio di puttana.
Con una delicatezza che era sicuro di non aver mai usato con nessuno, le passò un braccio sotto le ginocchia e uno glielo avvolse sotto la schiena, per poi sollevarla lentamente da quel letto degli orrori.
Fece una smorfia, e lei se ne accorse.
-Che succede?Sei ferito?- spalancò gli occhi, cercando di scrutarlo attentamente per scorgere ferite più o meno gravi.
Lui fece un sorriso. Lene non avrebbe mai potuto vedere il braccio ferito, perchè era quello che la stava tenendo da dietro. E in ogni caso, non era necessario che lei lo vedesse. L'importante era farla arrivare al castello sana e salva.
Scosse la testa.
-No. Tutto bene. Ora dobbiamo solo arrivare al castello.-
Lei non sembrava convinta, ma non protestò, ancora troppo confusa per tutto quello che stava succedendo.
Immagini sfocate le passavano nella testa, e non riusciva a distinguere con chiarezza quali fossero reali e quali meno.
Si sentiva completamente spossata, come se qualcosa si fosse impossessato di lei e l'avesse lasciata andare solo in quel momento.
Storie di sangue e di morte le attraversavano la mente, e non riusciva a capire se c'entrassero con lei o meno. Vedeva la sua vita scorrerle davanti e...qualcosa non quadrava. C'erano immagini che sembravano pezzi di un puzzle sconosciuto fatti incastrare con la forza nel suo puzzle.
L'unica cosa che riusciva a ricordarsi con chiarezza era Sirius.
Non passò molto tempo prima che si addormentasse tra le sue braccia, cullata dai suoi passi lenti che la riportavano verso il castello.

Lily, nel frattempo, non se la stava passando molto bene.
Appena Sirius se n'era andato, lei era stata indecisa se occuparsi prima di Mark, ancora riverso a terra ma che probabilmente si sarebbe rialzato tra non molto, o precipitarsi da James e tentare di nuovo di rianimarlo.
Era stato Mark a decidere per lei.
Prima che lei potesse decidere qualsiasi cosa, il biondo aveva iniziato a muoversi.
Si sollevò sui gomiti, e poi fece l'ultima cosa che Lily si sarebbe aspettata.
Scoppiò a ridere.
La rossa spalancò gli occhi, sentendo quel suono glaciale. Sembrava che una lastra di ghiaccio stesse scivolando sulla sua testa.
Mark si sollevò, quasi lentamente, sempre ridendo.
Si voltò verso di lei, i lineamenti distorti in una maschera mostruosa.
-Bene, ragazzina. Direi che mi sono divertito abbastanza con te. Ora è il momento di fare i seri.-
Lei urlò Protego ancora prima che lui pronunciasse l'incantesimo di attacco, facendo in modo che cozzasse contro una barriera di protezione e non la colpisse.
Doveva rimanere vicino a James, per proteggere anche lui.
Lanciò subito un incantesimo di attacco, che si andò a schiantare contro l'incantesimo di Mark, facendo in modo che nessuno dei due avesse effetto.
Digrignò i denti, vedendo che mentre lei iniziava già a sentirsi spossata e priva di energie, lui invece sembrava pronto a vincere una maratona.
Non poteva permettersi di sentirsi stanca. Doveva portare in salvo James, per poi fargli una ramanzina bella e buona per averla fatta morire di paura.
Proprio in quel momento dalla bacchetta di Mark sprizzò una luce rossa che la colpì alla spalla dove impugnava la bacchetta.
Sentì il sangue colarle lungo il braccio ancora prima di vedere la maglia macchiarsi di rosso.
Strinse i denti cercando di ignorare il dolore, e lanciò un altro incantesimo.
Che andò a vuoto.
Mark sorrise.
-Non pensi sia ora di smettere di cercare di combattere?-
Prima che lei potesse ribattere, fece spuntare un ramo dal terreno che le avvolse la vita, inchiodandola dov'era.
-Ma che diavolo...- sibilò, ma prima che riuscisse a liberarsi un altro tentacolo spuntò dal nulla, bloccandole le braccia e facendole volare via la bacchetta.
-Liberami, lurido bastardo!-
Si divincolò, ma più si agitava, più quella sembrava stringersi attorno a lei in una morsa soffocante.
Lui fece un sorrisetto.
-Davvero, una ragazza come te non dovrebbe parlare in questo modo.-
Per tutta risposta Lily emise un rantolo.
-Ora posso finalmente occuparmi delle faccende importanti.-
Con terrore Lily vide che si avvicinava a James, la bacchetta puntata e l'espressione diabolica a dipingergli il volto.
-Stagli lontano!- vide che l'espressione di James si piegava in modo doloroso, e strinse i denti. -Cosa gli stai facendo?Smettila!-
Intanto la morsa sulla sua vita si stava stringendo talmente tanto che era sicura le stesse lacerando la carne.
Il taglio al braccio continuava a sanguinare.
Non si sarebbe mai permessa di piangere, ma iniziò a pregare che arrivasse un professore a fermare tutto quello.
Intanto Mark sembrava avvicinarsi sempre di più a James, e la sua faccia sembrava sempre più sofferente.
Non poteva permettergli di fargli del male.
-Sai è buffo.- Mark aveva preso a parlare, nel frattempo. -Pensi che se ora gli strappassi il cuore sarebbe terribile, vero?Ma tu non immagini- la guardò un attimo. -che ci sono torture molto peggiori della morte. Credimi se ti dico che in questo preciso istante, se potesse, lui stesso mi supplicherebbe di ucciderlo, piuttosto di vivere quello che gli sto facendo vivere nella sua testa.-
Lily spalancò gli occhi smeraldini, passandoli freneticamente da James a Mark, a Mark a James.
-Che cosa...-
-Gli esseri umani molte volte sottovalutano sin troppo il potere che ha la tortura psicologica.-
Potter serrò le palpebre ancora più duramente. Sembrava sul punto di cacciare un urlo di dolore, che però non arrivò mai.
Il pensiero che lui stesse soffrendo interiormente le lacerò il cuore.
Quel verme lo stava torturando lentamente, gli stava modificando i ricordi in modo indelebile, e poi gli avrebbe strappato il cuore.
Non poteva permetterlo.
Non l'avrebbe permesso.
Lui era il sole. Doveva continuare a brillare, per lei, per tutti.
Aveva promesso a Sirius che l'avrebbe salvato.
Aveva promesso a se stessa, che l'avrebbe salvato.
Non aveva senso un mondo senza James.
E allora le venne un'idea. Era l'unica speranza che ancora aveva, l'unica minima possibilità che aveva di farlo arrivare sano e salvo al castello. Uno dei due si sarebbe salvato, e non aveva alcuna intenzione di essere lei.
-Prendi me.- in qualche modo, riuscì a mettere su un tono di voce abbastanza fermo da essere scambiato per sicuro di sè. Vide Mark immobilizzarsi, per un attimo. Non distogliendo lo sguardo dalla sua schiena, continuò. -Hai detto che ti serve un cuore. Uno a caso, giusto?E allora, lascialo libero. Lascia che si salvi. Non opporrò resistenza, te lo prometto. Prendi me.-
Appena pronunciò queste parole, avvertì la stretta lungo la sua vita allentarsi sempre di più, fino a quando non sparì del tutto. Si afflosciò a terra, e nel processo sentì la gamba destra che, nel cadere al suolo, si piegava in modo innaturale, rompendosi.
La sua bacchetta era finita chissà dove nella neve.
Chiuse gli occhi, per un secondo, cercando di mantenere la calma.
Quando li riaprì, si ritrovò davanti al sorriso smagliante di Mark.
-Interessante proposta.- allargò il sorriso. -Davvero, davvero interessante.-









Io...io mi vergogno un po' a farmi vedere ancora in giro XD
PROMETTO DI NON FARE PIù PROMESSE! No perchè davvero, davvero io credevo di farcela, entro i due mesi O.O e poi -.- e poi mi sono calati in testa una CATERVA impegni O.O preappelli di esame, le feste, la mia famiglia che sta lentamente ma inesorabilmente impazzendo xD l'ispirazione che non c'era proprio più! mi spiace, mi spiace, mi spiace. Non finirò mai di dire quanto mi dispiace ç___ç però davvero, prometto di non dire mai più "posto entro tot" perchè a quanto pare io e le scadenze proprio non andiamo d'accordo!Mi dispiaceee ç__ç e so anche che mi odierete perchè vi lascio di nuovo con la suspance XD Se vi può consolare, il nuovo capitolo in teoria ce l'ho già qui, tutto nella mia testa, quindi non dovrei metterci troppo a scriverlo! (ma 1 devo considerare gli esami e 2 è meglio se queste affermazioni le prendete con le pinze!xD)
Passando al capitolo, ovviamente Mark non voleva il cuore di James, ma quello di Lily XD solo che lei doveva offrirsi spontaneamente di donarlo, non la poteva costringere, spero si sia capito XD
Poi non saprei, uhm. La terza mezzosangue, quella che non aveva conosciuto ancora l'amore, era Jenny, la ragazzina assassinata qualche capitolo fa, spero si sia capito anche questo xD
E...uhm. Non saprei XD se avete altri dubbi chiedete pure, sarò felicissima di rispondervi =)
Adesso posto e poi  con calma rispondo a tuuuutte voi magnifiche che mi avete recensito!Grazie, non finirò mai di ringraziarvi, perchè mi seguite nonostante i miei tempi secolari! ovviamente un grazie anche a chi legge e basta =)
Un bacione a tutte!














  
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