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Autore: pinzy81    09/01/2012    7 recensioni
Cosa c’è dopo Breaking Dawn?
La vita di Renesmee è difficile, ma per fortuna, sono in molti a darle una mano.
Solo uno però per lei è veramente importante: Jacob.
Nuovi sviluppi per la Saga di Twilight in una fan fiction piena di colpi di scena, speranze, cuori infranti e, ovviamente, un nuovo cattivo.
Leggetela.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Neanche il tempo di metabolizzare le parole del vampiro e già Jacob lo stava fronteggiando.
Si muovevano come in una danza, si stavano studiando.
<< Tu non mi interessi, cane. E’ lei che voglio. >> disse.
<< Ne va della mia sopravvivenza. Non me ne volere Renesmee, sai come si dice? Mors tua vita mea. >>
Il ringhio del lupo risuonò nella foresta e mise a tacere tutte le forme di vita che ci circondavano, oltre che la risata dell’immortale.
Sembrava quasi che quell’essere ci provasse gusto a provocare il “mio Jacob” ed a terrorizzare me.
Cercai di mediare di nuovo.
<< Non c’è alcun bisogno di farci del male a vicenda, la mia famiglia ha fronteggiato già una volta i Volturi e senza neanche fare battaglia. Potremmo trovare una soluzione insieme a loro e tu potresti godere della protezione dei Cullen. >>
Mi sembrava una buona soluzione visto che in ballo c’era sia la mia vita che quella del mio compagno.
Leah… Beh lei era mia amica, ma non potevo che pensare alla salvezza di Jacob in quel momento.
Avevo il terrore che l’impulsività dell’alfa, che da sempre lo contraddistingueva, prendesse il sopravvento e lo portasse a fare una mossa falsa.
Oltre tutto era già capitato una volta che per proteggere una donna si facesse ridurre a pezzetti e qui non avevamo a disposizione il nonno per rimetterlo in sesto senza che rimanesse deformato dalla ricrescita miracolosa delle sue ossa.
E quella era l’opzione migliore al momento: un lupo che deve proteggere ben due persone, anche se una di loro è una donna combattiva e determinata, era troppo di fronte a un vampiro che non ha niente da perdere e combatte per salvarsi la vita.
<< Dico sul serio… >>
E mi resi conto di non sapere il suo nome.
<< Joham. >> rispose lui con gli occhi ancora puntati sul licantropo.
<< Joham, ascoltami. C’è sempre una soluzione. Possiamo trovarla insieme. >>
Il dottore si rimise eretto e distolse l’attenzione dalla battaglia.
<< Dammi una prova della tua buona fede. Vieni qui a stringermi la mano e io ti crederò. >> disse tendendomi l’arto.
Una morsa strinse il mio cuore: avevo paura.
<< E chi mi garantisce che non vuoi che mi avvicini a te solo per farmi del male? Sei intelligente e potrebbe essere uno stratagemma. >> risposi.
Jacob era dannatamente d’accordo con me visto che non faceva che ringhiare nella mia direzione.
Il suo era un chiaro “Non permetterti nemmeno di pensarlo!”.
<< E chi garantisce a me che appena abbasserò la guardia uno dei tuoi cani non mi farà fuori? Non mi crederai uno sprovveduto Renesmee, vero? >>
Che fare?
Dovevo dargli una prova tangibile della nostra buona fede, ma non potevo rischiare che mi facesse del male.
E poi se mi fosse successo qualcosa Jacob gli sarebbe sicuramente saltato al collo e un vampiro come Joham, con un’esperienza più che centenaria alle spalle, poteva essere la fine per lui.
Che fare?
Jacob continuava a ringhiarmi contro e io stavo impazzendo nel dubbio.
Guardavo il vampiro, poi Leah, poi Jacob, poi il terreno e di nuovo ripercorrevo il giro sperando che la divina provvidenza mi lanciasse un segno.
Che fare?
Quando il segno arrivò.
Leah, che fino a pochi minuti prima si ergeva fiera in forma di lupo, era tornata la bella ragazza che non vedevo dal nostro arrivo in Sud America.
<< Vado io Nessie. >> mi disse senza degnarmi di uno sguardo, stupenda nella sua nudità.
<< No Leah! Sei pazza? >> gridai.
Si voltò verso di me e, illuminando il suo viso con uno splendido sorriso, mi disse.
<< Tu e Jake siete proprio uguali. >>
Non capivo così guardai il mio lupo, anche se in quella forma difficilmente avrebbe potuto spiegarmi a che cosa si riferiva.
<< Quando ho preso la decisione di dare io stessa alla sanguisuga il gesto rassicurante che cercava, Jake mi ha fatto la stessa domanda. >>
<< E’ troppo pericoloso. >> contestai.
<< Lo so, ma è il minimo che io possa fare. Siamo qui a causa della mia testa dura. Se avessi tenuto la bocca chiusa ora saremmo a First Beach e magari la veggente avrebbe previsto il suo arrivo. >> disse additando Joham.
<< Io sono Leah Clearwater, comandante in seconda del branco di Jacob Black e vengo in pace. Siamo alla ricerca di tuo figlio, Nahuel, per convincerlo a tornare a casa con noi. Se per te va bene, vorrei dimostrarti che non abbiamo nessuna intenzione di farti del male, ma che, anzi, ti aiuteremo a trovare una soluzione per tirarti fuori da questo impiccio con i Volturi. >>
Leah si avvicinò con molta cautela fino ad arrivare all’altezza della posizione di Jacob.
<< Accetterai un gesto di buona fede da parte di un “cane”? Infondo sei un succhiasangue intelligente se ti ritieni uno studioso, no? >>
Detto questo si portò di fronte a lui, poco meno di tre metri li separavano.
Joham aveva assunto una posa di sfida accompagnata da un sorrisetto beffardo.
<< Sono pronta a stringerti la mano ed a prometterti che nessuno di noi ti farà del male se tu farai altrettanto con noi. >> e allungò la mano, compiendo l’ultimo passo per coprire la distanza tra di loro.
Il vampiro storse il naso per l’odore che la mia amica, appena trasformata, emanava.
Contro ogni mia pessimistica aspettativa fece a sua volta un passo e le strinse la mano.
<< Sei fiera e coraggiosa ragazza-lupo… >>
Sorrisi tra me e me, potevamo tirare un sospiro di sollievo.
<< … ma sei anche dannatamente stupida. >> e le diede lo schiaffo più forte a cui avevo mai assistito nella mia vita.
Il rumore che fece la mano granitica di Joham sul volto di Leah fu tale e quale a quello che fa una lastra di marmo che viene lanciata da un grattacielo quando si schianta al terreno.
La mia amica fu sbalzata lontano.
Il suo volo, fortunatamente, non fu ostacolato dagli alberi che ci circondavano.
Cadde a terra con un tonfo mentre sia io che Jacob assistevamo increduli alla scena che si era svolta in poco più di trenta secondi.
Il lupo fu addosso al vampiro in molto meno, appena riprese coscienza di cosa era avvenuto, mentre io guardavo con gli occhi sbarrati il corpo immobile della mia amica.
Solo quando vidi che respirava ancora trovai il coraggio per raggiungerla per assicurarmi delle sue condizioni fisiche.
Era piena di graffi e dolorante, ma sembrava ancora intera.
Puntai la mia attenzione sulla battaglia che si stava consumando alle nostre spalle.
Jacob ringhiava e tentava in tutti i modi di mordere il vampiro, che, nel frattempo, fendeva l’aria con i suoi artigli mortali, tentando di colpire il lupo.
Erano entrambi pronti a morire: il licantropo combatteva per proteggere quello che di più importante aveva nella vita, l’amore, mentre il vampiro si batteva per salvare ciò che amava di più, la sua esistenza.
I colpi erano troppo veloci per lasciarmi prendere fiato, si fronteggiavano senza che nessuno dei due riuscisse ad avere la meglio sull’altro.
O così pensavo.
<< La prenderò, lupo, e le farò molto male prima di ucciderla. Voglio vedere com’è fatta dentro una mezzosangue. >> disse Joham sghignazzando.
Jacob reagì imprimendo troppa forza nello slancio per colpirlo e il vampiro riuscì a sfuggire al suo attacco quel tanto da poterlo ferire.
<< Stai attento, cane, se abbassi la guardia lei sarà mia! >>
Lo stava deliberatamente provocando facendolo arrabbiare.
Il mio lupo cercò di attaccarlo di nuovo, ma cadde per la seconda volta nella sua trappola.
Joham lo colpì forte al fianco facendogli fare un volo più spaventoso di quello di Leah.
Alla beffa aggiunse il danno di tre profondi tagli nella zampa.
Stavamo avendo la peggio: Jacob a terra, Leah in grado a malapena di reggersi sulle gambe e io… Io ero niente al confronto di quel vampiro.
Leah, non so come né con quale forza d’animo, riprese le sembianze del lupo dal pelo grigio e si mise davanti a me, pronta a sacrificarsi.
Il vampiro stava per fare un passo verso di noi per finirci quando un rumore ci sorprese.
Dal folto della foresta si affacciò qualcuno che ormai non pensavo di rivedere mai più: Nahuel.
La mia amica fece un breve scatto in avanti, ma sembrò subito cambiare idea per tenere la sua posizione iniziale.
Nahuel non ci guardava neanche, teneva lo sguardo puntato su suo padre.
Mai in tutta la mia vita gli avevo visto quel ghiaccio negli occhi.
Non era solo, dalle sue spalle comparvero tre figure.
<< Figli miei. >> disse suadente il dottore.
Nahuel alzò leggermente il labbro per mostrare i denti affilati.
<< Che c’è figlio? Perché ti rivolgi a me in questo modo? >>
La mia attenzione andò alle figure sconosciute che attorniavano il mio amico.
Cominciai a distinguerle veramente solo dopo qualche secondo: la luce, che filtrava attraverso le folte fronde degli alberi era veramente poca e noi eravamo in penombra.
Ipotizzai che si doveva trattare delle sorelle di Nahuel in quanto il loro cuore sfarfallava esattamente come il mio e il loro odore non era pungente come quello dei vampiri.
Avevano corpi esili e slanciati, caratteri del viso marcati e la nuance della loro pelle era caldo color teck.
Nahuel si ergeva dinnanzi a loro come un re in battaglia con alle spalle la sua guardia e questa doveva essere l’impressione che aveva avuto anche suo padre.
<< Figlio? >> disse Nahuel con aria di sfida.
<< Non sai neanche come mi chiamo. Non sai niente di me e di come sono, quindi non arrogarti il diritto di chiamarmi in questo modo. >>
<< Nahuel, lo so che non abbiamo avuto modo di conoscerci, ma per quello c’è tempo… >>
Sorrise appena.
<< … Non credi? >>
<< No, non credo. Perché se non mi hai voluto accanto a te per più di cento anni, cosa dovrebbe farmi pensare che vorrai farlo in futuro? Sono rimasto orfano da troppo tempo per credere ancora alle favole. >>
Un leggero ringhio gli fece vibrare il torace e le sorelle gli fecero eco.
<< Ci hai abbandonati a noi stessi, senza darci una spiegazione sul perché del tuo gesto, hai lasciato morire le donne innocenti che ci hanno messo al mondo con amore e spirito di sacrificio. Quindi no, non credo. >>
Detto questo cominciò ad avvicinarsi mentre le tre sorelle, compiendo un unico preciso balzo, lo circondarono.
<< Ho scovato le mie sorelle e ho raccontato loro cosa sia realmente la vita, di quanto l’amore possa riempirci e dare senso a tutto quello che facciamo. >> così dicendo lanciò un veloce sguardo all’indirizzo di Leah.
<< Non ti perdoneremo mai per quello che ci hai fatto e, in più, io non posso perdonarti per quello che stavi per fare. >>
<< Figlio, le morti delle vostre madri sono stati il prezzo che ho dovuto pagare per farvi nascere. Non c’era altro modo… Non esisteva modo per farle sopravvivere al parto. >>
<< Sbagli. La madre di Renesmee è viva. Suo marito l’ha trasformata subito dopo aver fatto nascere la bambina. Perciò, come vedi, un modo di tenerle in vita esisteva. >>
Joham era senza parole, ma si capiva dalla sua espressione che non era una novità questa soluzione: evidentemente le donne che avevano portato in grembo Nahuel e le sue sorelle erano sacrificabili per la sua causa e non necessarie alla sua vita, come invece era Bella per Edward.
<< Non te n’è mai fregato niente di noi, la cosa importante per te era raggiungere il tuo obiettivo. Quali e quante perdite avresti dovuto lasciarti alle spalle non aveva molto peso. >>
Terminò la sua camminata con queste parole.
Ora era faccia a faccia con il suo creatore.
<< Ed è questo che tu ora sei per noi: qualcosa di sacrificabile e di poco importante. >>
Il terrore che scorsi nelle iridi del vampiro quando comprese cosa erano venuti a fare i suoi figli non lo avrei mai più scordato.
<< Io sono vostro padre! >>
I miei simili gli si chiusero intorno e lo sbriciolarono per poi bruciarne i resti.
Lo fecero così, senza sentimento, senza rabbia, solo come una cosa che andava fatta.
La loro vendetta e quella delle loro povere madri era compiuta.
Nessuno tra di noi, mezzosangue o licantropi, versò una sola lacrima.
 
 
 
Eccoci qua.
Il finale di questo capitolo è molto amaro. Ricordo che quando l’ho scritto ero amareggiata non tanto per l’odio che credevo provassero Nahuel e le sue sorelle, quanto per l’assenza di dubbio nel compiere il gesto. Sono assolutamente contro la vendetta e, neanche a dirlo, gesti del genere, quindi non voglio né assecondarli né incitarli. Credo che però fosse la fine adatta per un personaggio terribile come quello di Joham.
Pensiamo alle cose belle: Nahuel è stato ritrovato! Ora Leah riuscirà a farlo tornare a casa con loro? Si scuserà in modo appropriato o sarà la solita stronzetta acida che tutti noi amiamo? C’è solo un modo per saperlo: leggere il capitolo di lunedì prossimo! Che saica che sono…
Mi prendo altre due righe per ringraziare chi continua a seguire SAT: a voi che mi date forza e sostegno morale ad ogni passo con le vostre parole, grazie. Grazie anche a chi preferisce,segue e ricorda Sunrise after Twilight e a chi legge in silenzio.
Siamo a meno due capitoli per la fine e mi dispiace da morire, perché so che molti di coloro i quali hanno letto SAT non seguiranno Imperfetto, la storia che sto pubblicando su Edward. Peccato.
Per ora vi abbraccio forte e vi rimando a lunedì prossimo.
Baci
 
Pinzy

 

   
 
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