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Autore: Daequan    09/01/2012    3 recensioni
Grazie ai social network, oggi non si chiede un numero: si aggiunge agli amici. Similmente, non si saluta ma si scrive in bacheca, e si manda un messaggio anzi che chiedere un appuntamento. E' la salvezza del timido, a detta di tutti. Tutti tranne i timidi, naturalmente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Be', cosa sappiamo di questa ragazza?"

"Che...che è bellissima!"

 

Renato nasconde il viso tra le mani, come in un rifiuto della situazione; e naturalmente l'enfasi del suo gesto non sfugge ai presenti, tra cui lo stesso Edmondo.

Qualcuno sospira una risatina, tutti guardano i due ragazzi intavolare il dialogo.

In quel bar un po' anni 70, col barista dinoccolato che sciabatta lungo il retro del bancone e le paste in bella esposizione, è difficile non essere ascoltati, soprattutto quando si parla di amore non corrisposto.

 

"Grazie, Eddie. No, grazie davvero, sei illuminante. Ero convintissimo che morissi dietro ad una racchia, sai?"

"Ma..."

"Oltre all'ovvia cirostanza della sua bellezza e del fatto che se la vedessi le faresti un abitino di saliva, mi sai dire qualcosa di utile? Che so, dove abita?"

"Ah, qui a Cinisello."

"Oh, la tua stessa città!"

"Eh già, proprio così."

 

Renato si volta verso una persona qualunque con un foglio in mano e, senza chiedersi perché avesse quel pezzo di carta, gli dice: "Segna un più, è un fatto positivo."

Il ragazzo col foglio alza le sopracciglia e segna un più a matita.

 

"Magari, Ed, è del tuo stesso quartiere?"

"Ehm, no. E' di...mi pare Sant'Eusebio."

"Ah. Sant'Eusebio."

 

A parte: "Tu leva quel più."

Edmondo guarda il ragazzo stralunato cancellare un segno sulla carta, quando Renato rincara: "Metti un meno."

Il foglio si sporca d'un altro tratto, e ancora: "Anzi, mettine due, va'."

 

"René, non so quanto funzioni questa cosa del raccogliere informazioni, davvero. In fondo tutto ciò che so di lei è che mi piace, che siamo amici su Facebook, e..."

"L'hai aggiunta tu?"

"Ehm...no, mi ha aggiunto lei. Ma, dico, più che guardarla in foto e sospirare non ho fatto. In definitiva non so alcunché di lei, e quel che potrei sapere non mi deve per forza piacere."

"Senti, ti piace?"

"Non lo so, René! Ti dico che non lo so, non la conosco, ci avrò parlato due volte e solo su internet. E in maniera telegrafica, quel che basta da sapere come scrive."

"Come scrive, allora?"

"Bene. Indiscutibilmente bene."

"A parte: io stavo con Elisa, me la scopavo e tutto il resto, non è che mi interessasse come scriveva "un po'" o "sogniamo". Tu non pensi di badare troppo a queste cose?"

"René! Non vorrai mica vedermi con una capra!"

"Eddie, a me basta che quando facciamo sesso non mi urli "entramelo tutto!", capisci? Ok, neanche io sono così tollerante verso la "sgrammatica", ma ho dei limiti!"

"Be'...non so, io ci bado. Ma non è questo il punto: una ragazza quanto può dire di se stessa con la grammatica e le foto?"

 

Renato abbassa lo sguardo e strabuzza gli occhi. Sente di dover dire un "non lo so", ma non gli va. Non ora, non davanti agli altri che, è sicuro, lo stanno guardando.

Quella pausa va conclusa, e non trova di meglio d'un "sconfiggi la timidezza e prova a parlarci, più di questo...non so dirti."

 

Tutto si spegne, il pubblico volta lo sguardo e torna alle proprie cose.

Edmondo e Renato pagano il conto e si salutano, per poi dividersi.

Con calma la gente tornerà alle proprie case, mentre sono già in strada i due ragazzi coi loro modi e umori opposti.

Uno, innamorato solo d'un'immagine di ragazza, maledice l'altro: avrebbe voluto anche lui fare teatro. Magari non l'avrebbe aiutato a vincere la timidezza, ma l'avrebbe aiutato; magari facendolo innamorare della propria immagine anziché di quelle altrui.

L'altro, invece, si dispiace di non aver aiutato l'amico, ma ha dato spettacolo anche oggi e tanto basta.

Domani è un altro giorno, supponibilmente.

   
 
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