Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: nowaryesreggae    09/01/2012    1 recensioni
Alice è intrappolata in una strana camera bianca. Avverte la presenza di un uomo, ma non può vederlo, toccarlo sentirlo. Non è più padrona del suo corpo e l'unica cosa che le è concessa è rivivere un pezzo della sua vita, in un rewind. Giorno per giorno, pezzo dopo pezzo le toccherà ricostruire il passato e scoprirsi una persona inaspettata.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Di nuovo quel dolore dentro, lancinante, malvagio. Non posso urlarlo, e allora si consuma qui, dentro di me, rimbalza dalla testa fino allo stomaco, fino alla punta delle dita. Sono debole, ma lì fuori lo sanno che sono qui?Che sono intrappolata dentro me stessa?Che qualcuno dovrebbe venire a salvarmi? Ancora voci sconosciute, ancora bisbigli e conversazioni che non so percepire. Dove sei, occhi profondi?Dove sei, uomo tutti muscoli? Magari tu potresti salvarmi, magari. Sei il protagonista di questa assurda saga cinematografica della mia vita, che da il suo spettacolo tra le pareti del mio dolore più profondo. Ci risiamo, lo sento. Devo dormire. Devo tornare sulla collina all'alba per sapere come andrà a finire, devo o forse non posso fare altrimenti.
 
 
 
Ha una macchina, cavolo. É organizzato e anche simpatico. Mi offre un passaggio. Gli chiedo di vedere le foto che ha scattato, mi fa capire che è meglio di no. Okay Alice, stai al tuo posto, bambina. Camminiamo per una buona mezz'ora in mezzo alla natura più selvaggia , poi ci destiamo entrambi da una sorta di imbarazzo sonnolento.
'Ma dove abiti Alice?Dove abiti?' mi chiede, e scoppia a ridere.  Ma diavolo, vuole mettere in mostra di continuo quella fila di denti perfetti?
'Oddio, sai che non me lo ricordo?'.  Mi guarda come fossi un'aliena. 
' In qualche modo dovrai ritrovarla, no?.Cerca di orientarti dai!'
E allora sì, mi oriento. Lo guido gridando 'gira a destra', ' a sinistra spostandoti un po' verso destra' e cose simili finché non riconosco la porta turchese.  E' una vera e propria comica, mia madre sarebbe fiera di me e del mio senso dell'umorismo. Magari quando entro in casa e accendo il cellulare glielo racconto, o forse no. 
'Fermo, fermo è quella casa mia!' grido sbracciandomi. Inchioda, scende e mi apre la portiera. Galantuomo! Scendo, non devo inciampare. Non devo fare qualsiasi gesto imbarazzante, o dire la cosa sbagliata. Devo aprire la serratura, voltarmi, sorridere, salutare, chiudere la porta. E' facile. Come quelle dei film, dai. Lo fanno loro, lo faccio io. Facile! Aprire la serratura, volt...Oh maledizione, non ricordo nulla. Mi sta fissando da dietro alla macchina, se la ride. Evidentemente sono bloccata nella stessa posizione da mezz'ora e  ho un aspetto da ebete. Finalmente ricordo tutto, giro la chiave nella toppa, mi volto dalla parte sbagliata, mi volto di nuovo, lo individuo, lo saluto e lui risponde esplodendo in una risata, lui, la sua fila di denti bianchi, e i suoi occhi, quelli lì del Mississipi. Olè. Chiudo la porta senza ritegno, anche se quello sguardo metterebbe in moto le gambe di chiunque. Non gli ho chiesto dove abita, il cognome, l'età, il codice fiscale. Niente. Sono una sfigata. E come se lo sono. Salgo le scale, inciampo. La notte insonne e l'imbarazzo cominciano a pesare sulle ginocchia.  Entro in camera, mi guardo intorno. La Bastiglia il 14 Luglio del 1789 doveva avere un aspetto più ordinato e assestato. Ma poi perché mi vengono in mente queste metafore francesi, e pessime peraltro. Accendo il cellulare, che comincia a lampeggiare anche su spie rosse che si sono dimenticati di appiccicarci. Venti miliardi di chiamate perse e messaggi carichi di ansia.  Placo tutto con uno squillo, che da sempre nella mia lingua vale un po' come un 'non rompete le scatole'. Mi affloscio sul letto, mi ci tuffo. Come mi tufferei nel Mississipi. Come che adesso vorrei un fiume maestoso a scorrermi dentro casa. Shannon Mississipi, sì, mi piace. Chiunque tu sia, ovunque tu sia tornato o andrai, sappi che non ti libererai facilmente di me, puoi contarci. 
 
Quando mi sveglio il sole è già alto nel cielo. Dovrei essere a lezione, in realtà. Ma no, mi avvolgo un po' meglio nelle lenzuola e resto abbandonata addosso a me stessa ancora per un po'.  Voglio vivere senza impegni, almeno senza averne troppi. Gli orari, gli appuntamenti, la scrivania piena di fogli, il nervosismo a fior di pelle. Basta, voglio diventare una persona migliore.  Scendo che sarà, che so, l'una. Le mie fette biscottate piene di miele, il mio latte di soia e il mio caffè italianomi aspettano di sotto. Il sapore con cui ho iniziato le migliori giornate della mia vita. Compresa questa, che sono sicura finirà sulla cima di una collina, all'alba, con un po' di timidezza che sa diventare coraggio, come sempre.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: nowaryesreggae