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Autore: arciponte    27/08/2006    3 recensioni
Questo racconto fantasy, narra la vicenda di quattro eroi che si cimenteranno nella lotta contro tiranni, oppressori di un'intera popolazione da generazioni.
E questi eroi saranno riuniti sotto il segno della rosa!
Questa è la prima storia che pubblico qui... spero vi piaccia... fatemi sapere cosa ne pensate e se ha un senso che vada avanti ;)
Grazie in anticipo
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi! Dopo una pausa estiva sono tornato con il secondo capitolo de "La leggenda della rosa".
A questo punto cercherò di andare un po' più veloce anche perché si entra nel vivo della vicenda e quindi ci sarà un po' più di legame tra i capitoli (spero nessuno si sia scordato i precedenti nel frattempo).
Ancora tante grazie a Arcadia_Lovegood!! Sei veramente troppo gentile... ora mi commuovo...
Ecco quindi il secondo capitolo.
Spero vi piaccia ;)



- È arrivata questa richiesta di aiuto per la regione di Greyram, principessa. - sentenziò un paggio di fronte al trono dove era seduta Leonora.
- Mi sono arrivate notizie circa la disastrosa condizione della zona. Dobbiamo intervenire! Non ho intenzione di rifiutare il mio soccorso a chi si trova in tale disperata condizione. -
- Se lei lo ordina, riferirò all’esercito mia principessa. -
- No!! Sa benissimo che non possiamo, mia principessa. - intervenne un uomo, uscendo dall’oscurità di un angolo della vasta sala dove già si trovavano gli altri due.
L’uomo era molto alto, dai capelli neri e lunghi fino alle spalle e dalla corporatura non particolarmente massiccia. Indossava abiti scuri e aveva un’espressione solo in apparenza dura che però sembrava celare un sorriso.
- Come si può rifiutare l’ennesima richiesta di aiuto? Non ho il cuore di farlo! -
- Non si può fare altrimenti, mia principessa. - incalzò l’uomo appena apparso - Sa bene che non abbiamo alcuna disponibilità militare per aiutare altre regioni. Il nostro esercito è, purtroppo, assai scarso e se lo inviassimo altrove, ce ne priveremmo del tutto. -
- È vero. Ma come si può fare questo?? Come possiamo rifiutare aiuto ad una regione in difficoltà? -
- Pensi questo: se non saremo noi ad aiutarli ci penserà sicuramente qualcun altro. Non siamo certamente l’unica regione a cui possono rivolgere le loro richieste di aiuto. D’altra parte, abbiamo una motivazione decisamente valida per assumere questa posizione, non potranno in alcun modo biasimarci: sarebbe notevolmente grave per loro se un’altra regione venisse occupata. -
- D’accordo. Mi hai convinta. Ti lascio il compito di scrivere una lettera di scuse. -
- Benissimo, lo farò immediatamente. Mi congedo, mia principessa. – Con queste poche parole, in silenzio come era entrato, l’uomo uscì.
Dopo pochi istanti, anche il paggio si accomiatò.
La principessa rimasta sola nell’enorme stanza cominciò a riflettere senza le pressioni del suo primo consigliere.
Era seriamente dispiaciuta, ma… cos’altro avrebbe potuto fare? Conosceva diverse persone provenienti da quella zona disgraziata… voleva seriamente aiutarli… ma non era in suo potere far nulla!!
Mentre questi pensieri le vorticavano nella mente, il suo splendido volto veniva rigato da delicate lacrime, in grado di farle brillare le guance e di impreziosirne la bellezza, come tanti piccoli gioielli disseminati lungo il volto.
L’abito che indossava era poi decorato da occasionali brillantini, come se Leonora avesse previsto di dover piangere nel decidere il suo abbigliamento.

Frattanto, dinanzi all’ingresso dell’enorme palazzo si era presentato un viandante.
L’uomo appariva particolarmente alto e i suoi capelli erano molto scuri, tendenti al nero. Aveva appena delicatamente bussato al grandissimo portone ligneo che consentiva l’accesso al palazzo imperiale della regione di Fairmeadow direttamente dalla strada principale di Icelow, il suo capoluogo.
Ad aprire si presentò una guardia:
- Chi siete e cosa volete presso il palazzo imperiale di Icelow? –
L’uomo prontamente rispose:
- Il mio nome è Wregan; sono un viandante giunto fin qui, dopo aver attraversato la regione Rushvale accompagnato solo da un fardello sulle spalle. Desidererei chiedere ospitalità. –
In quel momento era di passaggio per l’ingresso del palazzo, il primo consigliere di corte.
Questi, senza riflettere molto tempo, accettò in nome della regina di ospitare lo straniero.
L’uomo ringraziò e, guidato da un paggio che già si trovava nell’ingresso, si recò al suo nuovo alloggio, dirigendosi verso l’ala del palazzo dove si trovavano le stanze adibite all’alloggio degli ospiti.
Il consigliere, con aria decisamente soddisfatta, si allontanò a passo svelto dall’ingresso e attraversò un paio di corridoi, fino ad arrivare nella sua stanza da letto.


Nella “Locanda Rusty Moon” del villaggio di Lonetree, il locandiere stava facendo il suo abituale giro delle stanze.
Stava per concludere… ora gli erano rimaste le ultime… in una delle stanze ancora da controllare alloggiava quel guerriero simpatico… almeno lui tra tanti clienti spocchiosi… chissà per quale ragione si era creato un tale ambiente nella sua locanda…
Aveva bussato già da un paio di minuti e ancora non aveva sentito alcun accenno di rumore dall’altro lato della porta, quando improvvisamente si sentirono diversi rumori dall’interno.
- Sì? - la porta era ora socchiusa e nel pertugio si scorgeva il volto di un giovane dall’aria particolarmente assonnata, intento a massaggiarsi la testa tra i fluenti capelli blu. Il locandiere capì che quei rumori erano stati il risultato di una recente caduta successiva ad un brusco risveglio. Vedendo quello che doveva essere un valente guerriero in quella condizione, l’uomo non poté trattenersi dal ridere e il giovane, ancora sospeso nella fessura tra la porta socchiusa e lo stipite della stessa, lo imitò.
Quindi aprì la porta e consentì all’altro di entrare. La stanza era in uno stato alquanto disordinato: si potevano notare degli abiti gettati in terra e alcuni cassetti che, lasciati aperti, mostravano il loro contenuto.
Il locandiere non prestò attenzione alle condizioni della stanza, prese una sedia e la avvicinò al letto, dopodiché si sedette.
Il ragazzo invece si gettò sul letto privo di coperta che giaceva in terra.
- Stavo facendo il giro delle stanze per vedere se ai nostri ospiti servisse qualcosa. - spiegò l’uomo
- Non mi dispiacerebbe una coperta un po’ più tenace! - rispose l’altro sorridendo.
- Tenace? -
- Che non si arrenda subito a finire per terra. -
- Che pretese eccessive! - rise l’uomo.
- Sinceramente non so cosa fare… - riprese il giovane, dopo un istante di silenzio, con un tono più serio - dovrei riprendere il mio viaggio, ma non ho idea della destinazione. -
- Il tuo è un viaggio di formazione? -
- Non solamente. Intendo anche conoscere il mondo durante questo mio viaggio. -
- Potresti andare nella regione di Fairmeadow. L’hai mai sentita nominare? -
- Sì, ovviamente la conosco… ma perché dovrei andare proprio lì? -
- Perché non hai destinazioni alternative. Potrebbe essere una buona meta. Se vuoi esplorare qualche luogo in particolare, da lì avrai probabilmente minori difficoltà essendo una regione ben collegata con molte parti del mondo. Se invece vuoi fermati sul posto, pare che in quella regione l’esercito sia molto scarso e quindi un guerriero non dovrebbe trovare troppe difficoltà a farsi assumere. -
- Potrebbe essere una buona idea. - rifletté il giovane - Mi presenterò a corte e proverò a farmi reclutare! -
- Però se vai in quella direzione, segui la costa e non andare direttamente lì: la via più breve passa per alcuni territori occupati da despoti malvagi pronti ad attaccare anche un innocente viandante. - aggiunse in tono serio - D’altra parte dopo la vincita al “Bar della rosa” non dovresti avere problemi anche allungando un po’ il tuo tragitto. -
- Stai parlando della regione di Greyram? -
- Esattamente! -
- Allora prossima meta: Fairmeadow! - pronunciò in tono ufficiale e, ridendo, aggiunse - Quando mi cercherai, sentendo la mia mancanza, chiedi in giro di Stephen il guerriero!! -
- Quindi tra poco tempo partirai? -
- Sì, penso che tra qualche giorno avrai questa stanza libera. -
- Me ne dispiace… almeno con te posso scambiare due parole… se osassi farlo con qualcuno del piano di sopra non credo che scatenerei la loro felicità. -
- Beh, vedrai che arriverà qualcun altro disposto a scambiare due parole col vecchio locandiere. - cercò di consolarlo il giovane.
- Ma sì! Bando alla tristezza! Finirò il giro delle stanze… ci vediamo a cena… a più tardi. -

  
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