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Autore: Afaneia    10/01/2012    1 recensioni
Chi è Luisa? Un tempo non era nessuno, era solo una piccola ragazza di provincia, una piccola allenatrice di Borgo Foglianova partita all'avventura come tanti, come tutti. E ora? Ora è la Campionessa di Kanto e Johto, dopo aver superato sfide e pericoli e aver sconfitto, dopo anni di viaggio e allenamento, Lance e Rosso, il Presidente della Lega Pokémon e il vero Campione delle due regioni.
Ma la vita continua a cambiare. La piccola ragazza di provincia ora è quasi una donna e i suoi nemici (Rosso, Argento, quel ladro che conobbe il primo giorno del suo viaggio) stanno cambiando e le loro relazioni mutano con loro. E soprattutto, ciò che cambierà definitivamente la sua vita sarà l'arrivo di Ho-Oh, la fenice di fuoco delle leggende, che discenderà dal cielo ad annunciarle una grande verità...
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Lance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga della Prescelta Creatura'
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Luisa non dormiva mai di notte, eppure in quell’occasione era tanto stanca che dormì a lungo e si svegliò alle otto e mezza, quasi e tre quarti.

Svegliatosi, si rivestì e uscì dalla porta della stanza, in silenzio. Uscì dall’edificio il più possibile e raggiunse l’Arena delle battaglie. Restò seduta a ripensare a Ho-Oh, a Mew, a Mewtwo... e ripensò anche a Rosso e a Blu, che ormai erano divisi da troppo tempo, ma che continuavano a cercarsi. Si nascose il viso tra le mani e rivide l’inchino dei Pokémon leggendari.

“Ci pensi anche tu?”

Sorpresa, Luisa si voltò e vide Lance: in piedi sulla tribuna più alta, fissava l’Arena con occhi persi.

Luisa sospirò: “Non riesco a capire, Lance. Perché noi?”

“Ci ho riflettuto a lungo, Prescelta Creatura. Io sono il figlio dell’uomo che ha creato l’Impero dei Pokémon, tu la Campionessa, Argento un ladro in fuga dalla legge…”

“Ma in confronto a Ho-Oh” disse Luisa “Non siamo niente.”

“Niente” rispose Lance. “O forse no. Chi lo sa? Mewtwo fu creato dagli umani e Suicune, Entei e Raikou morirono in un incendio come topi in trappola. Non siamo così diversi da loro, Prescelta Creatura.”

Con un salto si portò accanto a lei, ma rimase in piedi.

“Certo, io e Argento siamo deboli rispetto a te. Perché non Rosso, o Blu, che sono così forti? Ma forse loro non sono così speciali, forse non potrebbero mai più essere come prima. Allora, ci siamo io e Argento: e siamo quasi come loro, ma più vicini a te.”

Calò il silenzio, rotto poco dopo da passi che si avvicinavano. Argento li raggiunse e sedette accanto a loro, in silenzio.

“Restiamo qui a non fare niente?” sbottò dopo qualche secondo.

Luisa gli rivolse uno sguardo stanco. “Dove vorresti andare?”

“Non lo so, da qualche parte! Torre di Latta, Torre Bruciata, Isole Vorticose, Grotta Ignota, Rovine d’Alfa! Andiamo da qualche parte, non importa dove, la sola cosa che importa è che sia uno dei luoghi leggendari.”

“Come volete. Allora…”Lance accese il Pokégear e consultò la mappa. “Dunque, consideriamo i luoghi: qui a Kanto, Grotta Ignota è crollata, è solo un cumulo di macerie, sappiamo tutti come è andata a finire.”

“Resta Johto” intervenne Argento.

“A Rovine d’Alfa non troveremmo nulla: solo Unown e frasi scritte nella loro lingua. Torre Bruciata…beh, non è poi molto meglio di Grotta Ignota. Per quanto riguarda la Torre di Latta…”

Lasciò il discorso in sospeso. Nessuno voleva tornarci.

Luisa sollevò gli occhi al cielo.

“Andiamo a Biancavilla.”

“Cosa? Perché là?” protestò Argento, sorpreso.

Luisa si voltò e sorrise. “Perché là vive il professor Oak.”

 

Raggiunsero in volo Biancavilla.

Percorsero in silenzio il cortile del laboratorio del professore, per poi bussare alla porta. La voce al citofono chiese chi fosse.

“Sono Lance” rispose il giovane. “Porto due amici. Abbiamo bisogno del suo aiuto, professore.”

Ci fu un istante di silenzio, poi furono fatti entrare. Il professor Oak li attendeva nel laboratorio. Era felice di rivedere il suo figlioccio. Tese le braccia: “Lance, figliolo. Benvenuto. Ah, e ci sei anche tu, Luisa. Che sorpresa. E questo bel giovanotto è…”

“Argento.”

“Molto piacere. Beh, di cosa volevate parlarmi?”

“Ci dispiace disturbarla, professore.”

“Lance. Sai che ti voglio bene come se fossi mio figlio.”

Lance sorrise. Aveva alte conoscenze ed era un uomo furbo, e di ognuna conservava l’amicizia e la stima: Oak, Elm, il Maestro, Bill, Mr. Pokémon…

“Professore, dobbiamo porle una domanda sui Pokémon leggendari e sulle leggende che li riguardano.”

Il professor Oak li guardò in silenzio. Freddamente, spinse una porte e fece segno loro di seguirlo, tramite un lungo corridoio, in un salottino.

C’era una strana freddezza nei suoi modi. Ma non era infastidito. Stava ragionando. Fece loro cenno di sedersi e mise a bollire l’acqua per il tè. Dava loro le spalle.

“Professore…” iniziò Luisa vedendo prolungarsi quel silenzio.

“Lance” disse infine il professore, senza voltarsi: “Lance, io so che una persona educata, diplomatica e calcolatrice come te non visita un amico di famiglia solo per porre qualche domanda sui Pokémon leggendari…qualche domanda cui la biblioteca della sua famiglia può perfettamente dare risposta.”

Intimorito dal professore, Lance chinò lo sguardo. “Stavolta no, professore. Solo lei può risponderci.”

“Parlate, allora.”

Nessuno aveva il coraggio di prendere la parola. Dopo poco Luisa si alzò.

“Professore, sa qualcosa della Prescelta Creatura e di chi è nato per essere come lei?”

Il professor Oak fece silenzio. D’un tratto sorrise appena. “È solo una vecchia leggenda metropolitana. Dove l’avete letta?”

Luisa girò gli occhi. “Da qualche parte. L’ho sentita da qualche parte… alla radio. O ad Amarantopoli. Non mi ricordo. Ce ne parli, la prego.”

Il tè bolliva. Il professore spense il fuoco e lo versò in quattro tazze.

“Qualcuno parla di una Prescelta Creatura che esiste in ogni secolo: un giovane, una giovane… si parla di una creatura meravigliosa di spoglie mortali, che muova i suoi passi tra le vite degli uomini, e di due giovani, che siano come lei, che l’affianchino e la proteggano. Pare che questo sia legato in parte ai Pokémon leggendari e in parte al mistero degli Unown e a una tavoletta rinvenuta nelle rovine che recita… non lo ricordo più.” Il professore tacque un poco. “Ragazzi, toglietevi dalla testa queste idee. Sono pericolose.”

I tre aggrottarono le sopracciglia.

“Perché, pericolose?” domandò Argento confuso.

Il professor Oak distolse lo sguardo da loro.

“Rosso voleva dimostrare di esserlo.”

Sorpresi, i ragazzi si guardarono l’un l’altro.

“Non lo sapevo” confessò Lance.

“Era un’idea strana, la sua. Aveva sentito questa storia da qualche parte, non so dove, non so quando. Si convinse però di essere la Prescelta Creatura e volle fare di tutto per dimostrarlo. Sapeva (sa) che per esserlo è necessario essere riconosciuti dai Pokémon leggendari. È da allora che non smette di cercare. E crede che, diventando il migliore, Ho-Oh lo riconoscerà.”

Luisa esitò: “È per questo che lui e Blu…”

Il professore scosse la testa. “No. Blu sarebbe stato disposto a seguirlo in questo pazzo viaggio. Ma ha ereditato la palestra da Giovanni e Rosso non può tollerare tutto questo. “ Sospirò. “Non so chi di voi creda di essere la Prescelta Creatura, ma non voglio che finisca come Rosso. Volendo credere alla leggenda, per essere a tutti gli effetti la Prescelta Creatura è necessario che il consesso dei Pokémon leggendari vi conferisca questo titolo. Fino a quel giorno, vi garantisco che sarete ragazzi perfettamente normali…per quanto forti.”

“Professore” disse forte Luisa. “A che scopo eleggere una Prescelta Creatura?”

Oak sospirò. “A segnare l’unione tra Pokémon e umani. Avete altre domande?”

Si trattennero un poco ancora dal professore, poi uscirono all’aria aperta. Passeggiarono un po’ per le strade di Biancavilla. Erano stanchi.

D’un tratto, sollevarono lo sguardo e videro Blu volare, a bordo del suo Pidgeot, verso Isola Cannella. Lo guardarono tristemente.

“Quand’è che smetterà di cercarlo?” chiese Luisa scrutando il cielo.

“Quando Rosso smetterà di cercare Ho-Oh per dimostrare di essere chi non è.”

“Lui non sa di non esserlo” disse Luisa con un sospiro.

Continuarono a camminare. Erano confusi.

“Andiamo a Rovine d’Alfa” disse allora Lance, illuminandosi.

Presero il volo verso Johto. Raggiunsero le Rovine. Scesi nell’ampio salone, si accostarono al muro. Ripetuta all’infinito, tutta la parete era ornata dalla stessa parola: “Vehmarf.”

“Chissà cosa significa” mormorò Argento, perso tra quelle lettere.

“Chissà perché l’hanno scritto” replicò Luisa, sfiorando i simboli. La colpì una consapevolezza: “L’hanno scritto per i mille e mille altri prima di me, l’hanno scritto per i mille e mille ancora dopo di me, l’hanno scritto per me.”

Sostarono a lungo davanti a quelle scritte. Erano antiche e sacre. Uscirono dopo molto tempo.

Là fuori, ad aspettarli, c’era Mew.

Due scienziati, increduli, lo guardavano. Lo guardavano solamente, timorosi della sua aura sacra. Mew non se ne avvedeva. I tre si avvicinarono a lui.

“Vi abbiamo osservati” disse. “Abbiamo ascoltato le vostre domande. Venite con me, andremo a cercare le risposte.”

 

Quando per la seconda volta toccarono la cima della Torre Latta, ad attenderli c’era solo Ho-Oh. Li guardò benevolmente quando si schierarono di fronte a lui.

“Siete confusi?” domandò. Annuirono. “C’era da aspettarselo. Cosa volete sapere?”

“Perché noi?”

Ho-Oh guardò direttamente Luisa. “Prescelta Creatura, tu e i tuoi predecessori siete legati dal sangue. In eterno sarete uniti dalla vostra parentela e dalla vostra forza e dal vostro coraggio. E tu in particolare, con la tua persona, Luisa, aprirai una stirpe che si protrarrà per molti secoli. Ma questo lo saprai più tardi.”

“E noi?” chiese Lance.

Ho-Oh volse gli occhi su di lui. “I compagni della Prescelta Creatura sono eletti dal destino. La scelta è ricaduta sulla vostra forza e sul vostro valore. Il merito della vostra scelta ricade unicamente su di voi.”

“Ho-Oh” disse Argento “Rispondimi. A quale scopo viviamo?”

Quegli esitò. “Vivete per tenere fede al patto di coesistenza tra umani e Pokémon, e per vivere nella loro origine comune: Celebi, il padre della foresta e signore dei cieli.”

“E quindi” intervenne Luisa spazientita “Cosa dobbiamo fare?”

Ho-Oh le sorrise. “Continuate a vivere come avete sempre vissuto. Continuate ad allenarvi, a diventare sempre più forti. Ciò che accadrà, accadrà. Presto vi abituerete a questa nuova condizione. Siate sereni e continuate a vivere.”

I tre giovani si guardarono e si sorrisero.

“Un’ultima cosa prima che andiamo” disse ancora Luisa. Si accostò al Pokémon. “Il mio nemico, Rosso. Guarirà mai?”

Ci fu un istante di silenzio. “Solo lui può scegliere se guarire o no, Prescelta Creatura. Solo lui può scegliere se salvarsi o meno. Noi non possiamo salvarlo. Forse, solo Blu può aiutarlo. Ma non possiamo cambiare le sue convinzioni.”

“Continuerà a cercare” disse Lance stancamente.

“Continuerà a lungo” rispose Ho-Oh. “Non possiamo fare niente per lui. Andate, adesso. Il vostro cammino è appena iniziato.”

 

   
 
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