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Autore: Agapanto Blu    10/01/2012    6 recensioni
Questa fan-fic è la storia di due angeli profondamente innamorati, Miriam e Nicola... La loro relazione è ostacolata dal fatto che lui è un Caduto mentre lei è uno degli Angeli più importanti del Paradiso perchè è destinata a succedere a Gabriele come Arcangelo... A cent'anni dalla loro separazione arriverà qualcuno a scombinare le carte in tavola: una ragazza di nome Lucia che potrebbe spazzar via il passato e dare ai due angeli una seconda possibilità...
Autrice: Non sono brava e questa è la prima long-fic che scrivo... Siate clementi e recensite!!! Anche per scrivere critiche, mi raccomando!!! Ne ho bisogno!!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Eccomi!!! Ci sono!!!
Allora...
Non dico nulla: il titolo parla da sè...
A sotto!!!
Ah, dedichina: a una persona speciale, che arriverà...
A dopo!!!

Lady Catherine


 

28.
 
Miriam precipitava verso il basso senza dar segni di ripresa.
Si stava per schiantare a terra ma tutto era lento e lei ragionava.
Era stata una pazzia schierarsi contro l’Assemblea degli Arcangeli e cercare di combattere Zira da sola.
Cosa gli era saltato in testa non lo sapeva ma si rendeva benissimo conto che la sua rabbia era una cosa che le era rimasta dentro per anni.
Farla uscire era stato tutto ciò che le restava per salvare la sua famiglia.
Era a pochissimo da terra: due metri, un metro e mezzo circa…
Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi, con sua sorpresa ci riuscì.
Cercò nei suoi ricordi tutto quello che l’aveva portata lì.
Sapeva che alcuni dicevano di aver visto la propria vita scorrergli davanti quando più avevano rischiato di perderla.
La sua morte era stata troppo rapida e violenta per potersi far prendere dai ricordi ma, in quel momento, immagini che credeva di aver scordato si fecero strada nella sua mente: due bambini che giocano nella neve vicino a una foresta, entrambi biondi e dai tratti nordici, compresi gli occhi azzurro chiarissimo, ridono e giocano felici, potrebbero sembrare fratello e sorella ma non lo sono; due ragazzi che corrono in una foresta inseguiti dai lupi, il maschio che afferra un bastone e colpisce gli animali allontanandoli dalla ragazza spaventata, un’animale che salta e morde il ragazzo al braccio, lui che si libera e lo colpisce sulla testa, le belve che si ritirano, i giovani che tornano dalla famiglia; i due ragazzi catturati e battuti all’asta che gridano e si chiamano per restare insieme, che vengono lavati malamente e spinti su dei carri; uomini che se li passano come oggetti; un paese caldo e con il sole a picco sulle loro teste quando sono ormai quasi adulti, la ragazza che barcolla per le temperature alte a cui non è abituata e il ragazzo che la sorregge cercando di non crollare anche lui, il controllore degli schiavi che li divide con forza strappandola la femmina dalle mani del maschio, il ragazzo che grida il nome della giovane e l’uomo che lo colpisce alla nuca con l’elsa della spada, la ragazza che non trova la voce per chiamarlo a sé; la ragazza che scivola tra corridoi deserti e bui a mezzanotte, che sguscia tra un’ombra e l’altra per raggiungere la grande sala sotterranea in cui vengono rinchiusi tutti gli schiavi addetti alla costruzione della piramide, che raggiunge il ragazzo, che bagna una striscia di stoffa d’acqua e la usa per pulire dalla polvere e dal sangue secco le ferite su di lui mentre lo ascolta canticchiare piano la canzone della loro famiglia; il ragazzo portato a braccia nella sala del trono, ferito e sanguinante; una spada che trafigge insieme i due giovani legandoli per sempre nella morte come lo erano stati nella vita; due nuovi Angeli forti e potenti; una vita passata a servire il giusto e cento anni a fare il proprio dovere nella devastazione di chi perde l’unica cosa che conti davvero…
Per la prima volta, Miriam provò paura.
Non poteva passare di nuovo quel dolore, nulla valeva la pena di soffrire così!
E mentre il terreno arrivava a mezzo metro dalla sua testa, un solo pensiero le nasceva in testa.
Non di nuovo!
Un bruciore intenso la percorse lungo la schiena, scivolandole giù fino all’attaccatura delle ali.
Una fiamma che la bruciava riducendola in cenere e al contempo la rinnovava rendendola diversa, forte e bella.
Il dolore raggiunse le piume e divenne una fiume fresco che levigava lì dove il fuoco e la botta avevano lasciato tracce dolenti sul suo corpo.
Sotto il buio degli occhi chiusi vide una strana luce e poi un’immagine che non avrebbe mai dimenticato: un’immagine che la fece sorridere.
 
Miriam cadde a una velocità spaventosa verso il basso e tutti furono certi che si sarebbe schiantata di testa su quel terreno duro.
Ma a mezzo metro dal terreno le ali dell’Angelo iniziarono a risplendere, si aprirono e, a un soffio da terra, la ragazza si raddrizzò iniziando a volare verso l’alto.
Zira si voltò di scattò con sorpresa.
Il corpo risanato, i capelli mossi dal vento, gli occhi gelidi e le ali brillanti: Miriam sembrava più potente che mai.
L’Arcangelo la guardava con l’invidia dipinta sul viso, la rabbia dell’eterna seconda, e digrignò i denti.
“Non ne hai ancora abbastanza?!” esclamò rabbiosa.
“Risparmia il fiato per combattere, Zira!” la interruppe la voce di Andrea, di nuovo gioviale, “Ne avrai bisogno…”
L’Arcangelo si girò a guardarlo, prigioniero eppure sorridente…
Qualcosa non andava.
Un delicato fruscio la fece voltare verso Miriam.
La giovane si stava ripiegando su sé stessa in posizione fetale e, così facendo, lasciava visibile l’attaccatura delle ali sulla schiena.
L’attenzione di tutti si focalizzò lì dove due piccoli, traslucidi bitorzoli si stavano formando tranquillamente.
Sembravano due perle di un vetro opaco e brillante insieme.
I bozzi crebbero fino a sembrare due grosse biglie e poi ancora sino a prendere le dimensioni di palle da baseball infilate per un quarto sotto pelle.
Erano passati cinque secondi, forse poco di più quando le due protuberanze scoppiarono.
Si strapparono come fossero state fatte di una stoffa sottile o di carta di riso e il loro contenuto si aprì, allargandosi al vento con una forza maestosa e muta.
Un paio di enormi, splendide ali bianche si spiegò sotto le due già esistenti.
Era impossibile pensare che due cose così grandi fossero state racchiuse in quel poco spazio ma quelle facevano bella mostra di sé assieme alle altre.
Miriam si raddrizzò lentamente, lo sguardo sempre glaciale.
Fissò Zira.
“Battiti ad armi pari…” sibilò solo.
Zira sgranò gli occhi sorpresa.
Davanti a lei, ora, c’era un Arcangelo degno di quel nome.
La donna non si fece intimorire e si alzò in volo in modo di trovarsi davanti a Miriam.
“Non so come tu abbia fatto ma non ti servirà!” esclamò lanciandosi verso di lei.
Miriam scattò in avanti con lei e le due donne si scontrarono afferrandosi per le spalle.
Giravano in tondo, prendevano e perdevano quota apparentemente senza rendersene conto mentre lottavano febbrilmente per un solo obiettivo: non mollare la presa.
Zira era furiosa per il gesto di Miriam ma la ragazza aveva cento anni di rabbia repressa in corpo e la supremazia sembrava ora di una ora dell’altra.
Nello scontro il movimento era così frenetico che da terra era impossibile vedere i volti di una o dell’altra e gli spettatori si affidavano solo al colore dei capelli o delle ali per distinguerle.
Nick tentò di nuovo di alzarsi, barcollante, ma fu sul punto di crollare nuovamente a terra.
Mattew fu il più rapido e lo afferrò per un braccio reggendolo il tempo necessario perché sparissero le vertigini e lui riuscisse a prendere di nuovo l’equilibrio.
Quando fu certo che non sarebbe caduto, Nick sciolse la presa di Mattew con delicatezza e decisione e si avvicinò al cratere.
Superò tutti e nessuno osò fermarlo.
Il ragazzo raggiunse il bordo e non si preoccupò di staccare lo sguardo dalle Arcangelo in volo.
I suoi occhi brillavano di ammirazione, orgoglio, speranza e timore mescolati in un groviglio strano che lo faceva sembrare inquieto.
All’improvviso le due ragazze si separarono con uno spintone e si guardarono in cagnesco mentre giravano in tondo come due predatori.
“Che credi di fare?” esclamò Zira, “Gli Arcangeli sono con me!”
“La situazione, nel caso non te ne fossi accorta, è cambiata…” replicò Miriam sbattendo frivolamente le ali inferiori appena nate, “Credo che ci vorrà un’altra Assemblea, ma prima che possano aprirla questa storia si sarà conclusa!”
“Siamo tre alati conto una… Due se Andrea riuscisse a liberarsi e decidesse di stare dalla tua… Pensi davvero di farcela?”
“Certo che no, Zira…” rispose gentilmente Miriam fermando il movimento circolare davanti ai Caduti, “Ma le cose cambiano e, come a un Angelo posso nascere due ali in più, a un Caduto posso rispuntare le sue…”
La ragazza rimase immobile per un istante, giusto il tempo di far assorbire a Zira le sue parole, poi, veloce come un fulmine, si voltò e si scagliò in picchiata verso il bordo della radura.
“NO!” urlò la Vendicatrice volandole dietro ma era troppo tardi.
Miriam avvolse il corpo di Nick con il suo, come in un abbraccio dolce e atteso da tempo.
Le gambe del ragazzo vennero meno quando il fuoco iniziò a percorrere anche lui ma, quando si trasformò in balsamo, sentì l’energia crescere nel suo corpo ben più forte di prima e rimase fermo in ginocchio ad assaporare la sensazione di forza e l’abbraccio di Miriam, chinatasi con lui, che sapeva di perdono e di ritorno a casa.
Un unico flash che durò un istante poi, dove prima stava il Caduto inginocchiato, si stagliava la figura di un Angelo grandioso: i capelli chiari stavano scompigliati in modo perfetto, gli abiti umani e sporchi erano scomparsi per essere sostituiti da un paio di pantaloni di lino bianchi, era a torso nudo e scalzo ma la sua posa eretta e a testa dritta lo faceva sembrare invulnerabile; stava a occhi chiusi e raddrizzava i muscoli uno dopo l’altro, alzandosi fino a far sembrare il suo metro e settantanove molto di più.
Due ali candide stavano ripiegate sulla sua schiena.
Gli occhi chiusi indicavano concentrazione ma le sue mani non stavano ferme e trovarono senza esitazione il corpo morbido dell’Arcangelo davanti a lui.
Nick cinse la vita di Miriam spostandola leggermente al suo fianco in una posa protettiva e lei si mise di lato in modo da vedere sia Zira che lui.
Per aspetto sembrava identico a prima ma poi spalancò gli occhi.
Due iridi di un blu cupo e brillante scintillavano senza pupilla.
“Non può essere!” esclamò la Vendicatrice sconvolta, “Non può essere tornato!”
“Mai dire mai, Zira…” le rispose Nick con voce atona, “Mai dire mai…”
Il gelo aveva paralizzato i due Angeli Vendicatori al seguito di Zira che fissavano la scena con angoscia evidente.
Miriam li guardò furente prima di voltarsi verso Nick.
“Occupati di loro…” disse e la sua voce sembrava troppo dolce per un ordine, “Libera Andrea e rendeteli inoffensivi, a lei ci penso io…”
Nick le sorrise, annuì poi spalancò due ali bianche che gli spuntarono all’improvviso dalla schiena e assaporò per un istante la sensazione dell’aria sulle piume prima di spiccare il volo.
L’Angelo piombò su Ivan senza dargli il tempo di riprendersi e il Vendicatore mollò la presa sul prigioniero volando indietro sotto la spinta potente di Nick.
Andrea, libero da un braccio, si sbarazzò tranquillamente di Dimitri scagliandolo nella fossa.
“Direi che il nuovo Arcangelo ha già i suoi tirapiedi…” commentò ironico voltandosi verso Nick.
Il ragazzo gli sorrise.
“E avevi pure ragione!” gli gridò ridendo prima di tornare a occuparsi di Ivan, irritato come al solito.
Lo scontro più difficile, però, si sarebbe svolto in cielo tra le due donne Arcangelo che già erano tornate in posizione di attacco. 


Beh...
Ditemi voi...
Allora, faccio uno spoiler un po' particolare: il prossimo capitolo vedrà tornare in azione anche i Caduti, l'umana e il Nephilim... Ma se Lucia usasse una fionda? Aiuterebbe?
Titolo: Una mira perfetta...
Un Grazie enorme a tutti quelli che Seguono, Preferiscono o recensiscono questa storia ;)...
A presto!!!
Ciao ciao!!!
Lady Catherine

  
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