Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Clodie Swan    10/01/2012    3 recensioni
"Da molto tempo non affrontavamo un giorno doloroso come questo. Sapevamo che presto sarebbe arrivato. La parentesi felice di questi pochi anni non poteva durare per sempre. Non per noi. Siamo destinati a lottare, a compiere sacrifici, a soffrire pur di proteggere i nostri cari da ogni pericolo. Perfino da noi stessi. Perché noi non siamo persone normali. Siamo creature oscure e letali. Siamo dei vampiri."
Sono passati diversi anni dagli eventi di Breaking Dawn. I Cullen devono difendere il figlio di Renesmee e di Jacob Black dalle mire dei Volturi. La loro strada finirà per incrociarsi con quella di un giovane quanto affascinante cacciatore di vampiri.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 1

 

Il locale non aveva un nome. Era un vecchio magazzino conosciuto solo dalla peggiore gente nei bassifondi dell'East End londinese. Una debole insegna al neon ne indicava l'esistenza in mezzo ai vicoli bui. Due energumeni sorvegliavano l'entrata dietro una folla di gente strana che fumava e parlava seduta sopra delle motociclette. Uomini, per la maggior parte, tutti muscolosi e pieni di tatuaggi. Si girarono tutti vedendo arrivare un signore dall'aria distina, un uomo di mezz'età, afroamericano, dai capelli brizzolati che si avvicinò alla porta incurante degli sguardi biechi che gli lanciavano. Tirò fuori un distintivo e lo mostrò ai due gorilla. "Sono il detective Freeman. Devo scambiare due parole con il proprietario. I due buttafuori si scambiarono uno sguardo incerto e poi lo fecero passare. Freeman entrò nel locale buio, illuminato da luci soffuse, gremito di gente che ballava una musica assordante e si fece strada fino al bancone del bar. Un omaccione si fece avanti dopo che Samuel ebbe mostrato il distintivo. "La polizia è già stata qui. Che vuoi?"

"Sto cercando notizie di un ragazzo. Josh Cliven. E' stato ucciso due giorni fa. Veniva da queste parti. Lo hai mai visto?" L'uomo dall'altra parte del bancone lo prese da parte. "Vengono tanti ragazzi qui. Il nome non mi dice nulla. Comunque gli agenti che sono venuti qui mi hanno mostrato una foto e l'ho fatta vedere in giro. Qualcuno lo ha riconosciuto ed ha lasciato una deposizione. Adesso hai finito?"

Freeman non si lasciò scomporre dai modi bruschi del proprietario. "Vorrei parlare con questo qualcuno."

L'omaccione imprecò "Non ti basta rileggerti il rapporto dei tuoi colleghi? O sei analfabeta?"

Freeman fissò l'uomo intensamente senza il minimo turbamento. "Come hai detto che ti chiami?"

"Chuck Norton"

"Vedi Chuck, io non voglio crearti problemi. Non sono qui per indagare sulle attività illecite che svolgi dabasso ma soltanto avere qualche informazione utile sulla morte di quel povero ragazzo. Tu mi fai parlare con quella persona ed io non ti creo problemi. Se però vuoi davvero che me ne vada potrei tornare domani con un bel mandato e farti chiudere bottega."

Chuck grugnì e chiamò un ragazzo. "Bob, accompagna questo signore di sotto e portalo da Tyler. Quanto a te, sbirro ti consiglio di dimenticare tutto quello che stai per vedere tra poco. Sono stato chiaro?"

"Cristallino." Freeman sorrise soddisfatto e si lasciò portare al piano di sotto. Le scale portavano in un seminterrato buio e polveroso. Il giovanotto proseguì fino ad una porticina di metallo anch'essa sorvegliata da un uomo alto e massiccio. Ad un cenno del ragazzo la porta si aprì liberando un frastuono di voci eccitate e di grida selvagge. Erano entrati nell'arena di un incontro clandestino. Un gruppo di persone circondava gli sfidanti in piedi o seduta su degli sgabelli. In un angolo avevano piazzato un piccolo bancone da bar per servire da bere agli spettatori. Ad un tratto non si vide più nulla perché la gente si era accalcata intorno ad una specie di ring esultando. L'incontro era finito. Samuel non si sporse a guardare chi fosse il vincitore e cosa ne fosse stato dello sconfitto, era troppo ansioso di parlare con Tyler e continuò a seguire Bob.

"E' quello." disse il ragazzo indicando un uomo con una bandana nera ed una canottiera strappata seduto su un alto sgabello vicino al bancone dove poteva bere e seguire gli incontri. "Altra sfida! Avanti i concorrenti" stava annunciando Tyler sporgendosi verso la folla poi si fermò per sorseggiare una birra e di accorse di Samuel. "E tu chi sei? Che vuoi?"

"Solo qualche domanda, mi manda Chuck." disse Samuel con calma guardando diritto negli occhi Tyler.

"Sei uno sbirro.» osservò l'uomo sospettoso. «Dannazione, è per quel ragazzo morto, vero?Ho già detto tutto quello che so.»

«Ripetilo anche a me:»

«Poi ti levi dalle scatole?» chiese seccato Tyler «Non so se lo hai notato ma sto lavorando, stasera.»

«Anche io, se è per questo.»replicò Samuel deciso.

Tyler sbuffò e disse una parolaccia. «Va bane allora... quel ragazzo Josh prendeva parte agli incontri. Era un dilettante ma si batteva piuttosto bene. L'ultima sera in cui è stato qui aveva vinto un paio di round. Poi l'hanno messo al tappeto e se ne è andato. Gli usciva del sangue dal naso ma niente di grave. Tutto qui: è uscito prima della chiusura e non l'ho più visto. Fine della storia. Non so altro."

Samuel rifettè su un particolare "Perdeva sangue dal naso... Sai se c'era qualcuno con lui? Lo accompagnava qualcuno di solito?"

Tyler era impaziente di assistere al nuovo incontro e stava dando sempre meno attenzione a Samuel. "Mmh no...era solo" rispose brusco. L'investigatore si guardò intorno e continuò le sue domande.

"Avete visto qualche tipo sospetto fuori dall'ordinario da queste parti?"

Tyler ridacchiò. "Ma dico! Ti sei visto intorno? Qui la gente stramba si spreca. Niente di insolito, comunque. Adesso se non ti dispiace avrei scommesso qualcosina su questo incontro, perciò gira al largo." Si staccò da Samuel e andò verso il ring improvvisato per dare istruzioni ai due nuovi contendenti. L'investigatore lo lasciò andare ed estrasse il suo taccuino per prendere alcune annotazioni.

«Bene gente» annunciò Tyler «Adesso abbiamo il campione imbattuto Lyon...»

Un grido eccitato accompagnò quel nome. Samuel alzò lo sguardo e vide un gigante di due metri muscoloso, con il cranio rasato ed un'espressione fiera negli occhi infossati, il tipo esatto di lottatore che si aspettava di vedere in un posto del genere. Scosse la testa e finì di scrivere preparandosi ad uscire.

«...che sfiderà...» riprese Tyler «Come hai detto che ti chiami ragazzino?»

A quelle parole Samuel si girò instintivamente. Quello che vide lo lasciò a bocca aperta: a sfidare quel mostro si era fatto avanti un ragazzo bello come un angelo. Era un giovane di vent'anni al massimo. Capelli lisci, biondo rame, gli incorniciavano un volto dai lineamenti fini e regolari. Aveva una bella muscolatura ed era piuttosto alto anche se, vicino al suo sfidante, dai pettorali e bicipiti gonfi fino a scoppiare, sembrava uno scricciolo.

Non degnò Tyler di una risposta e continuò a guardare l'avversario pieno di concentrazione. «Va bene, comunque ti chiami...» continuò Tyler seccato «Allora: Lyon contro il biondino. Le scommesse sono aperte.»

Quando il giovane si tolse la maglietta nera mostrò una pelle chiara e immacolata senza cicatrici, nè lividi di alcun genere. Poteva benissimo trattarsi del suo primo incontro. Samuel tremò al pensiero che quel ragazzo così giovane e bello stava per essere fatto a pezzi. Poteva essere suo figlio
"Quel ragazzino si farà ammazzare" commentò avvicinandosi a Tyler.

"Affari suoi.» commentò l'altro alzando le spalle. «Mi raccomando Lyon, non fargli troppo male."

Udendo quel commento sarcastico, il ragazzo alzò lo sguardo catturando l'attenzione di tutti. Nei suoi occhi ardeva un fuoco minaccioso e vi era una totale assenza di paura.

"Il piccolo vuole battersi" sogghignò Lyon "Lasciatelo combattere, a meno che non preferisci tornare a casa dalla mammina."

Con uno scatto veloce il ragazzo assestò un pugno ben calcolato nello stomaco di Lyon strappandogli un gemito di dolore. Il gigante si riprese in fretta e lanciò un'occhiata carica di odio al suo sfidante.

"Io ti uccido" sibilò lanciandosi su di lui. Con grande stupore di tutti il ragazzo evitò tutti i numerosi colpi muovendosi con un'agilità ed una velocità incredibili. Riuscì perfino ad evitare un calcio violento di Lyon con un salto mortale all'indietro per poi sferrargli un pugno sulla mascella ed un altro nelle costole. Lyon cadde a terra come un albero abbattuto, senza accennare minimamente a muoversi. Samuel non aveva mai visto niente di simile.Tutto era accaduto in pochi seconi. Nella stanza non volava una mosca. Il primo a riprendersi fu Tyler. "Quel ragazzino mi ha fatto perdere una barca di soldi."

Il vincitore in questione si allontanò senza la minima intenzione di godersi il suo trionfo. Il pubblico si spostò in fretta per farlo passare.

Tyler era infuriato da morire "Dove è andato! Portatemelo subito qui!"

A Samuel bastò un secondo per capire cosa aveva in mente si affrettò a raggiungere il ragazzo che nel frattempo aveva raccolto i suoi vestiti ed era uscito da una porticina sul retro.

"Aspetta, figliolo" chiamò Samuel quando l'ebbe raggiunto nel vicolo. Il giovane si voltò infilandosi il giubbotto di pelle nera.

"Non sono tuo figlio"rispose asciutto. Il suono della sua voce era chiaro e limpido. Samuel riconobbe l'accento americano.

"Ho idea che lì dentro ce l'abbiano con te."

L'altro continuò a camminare dirigendosi verso una moto parcheggiata. "Sai che novità."

"Dico sul serio. Dovresti guardarti le spalle."

Il ragazzo si girò e fece una risata ironica. "Guardati le tue."

Samuel gettò un'occhiata dietro di sè e vide che era comparso Tyler con cinque uomini, armati di spranghe e catene di metallo massiccio. Tyler si fece avanti verso il formidabile campione.

"Senti amico, non so come hai fatto ma hai barato. Nessuno poteva mettere a terra Lyon in quel modo. Quindi adesso mi ridai i soldi che ho perso oppure ti faccio diventare carne da macello."

L'altro ricambiò lo sguardo ostile "Primo, non sono amico tuo. Secondo, non ho barato. Forse il tuo bestione non era tanto in forma."

"Ti sei drogato. Hai preso degli steroidi. Perchè sennò te ne sei andato senza prendere i soldi in palio?"

Il volto del giovane non tradiva nessuna emozione. "Non mi batto per soldi. E non prendo droghe. Le lascio a quelli come te."

Fece per andarsene ma Tyler e i suoi scagnozzi gli si avvicinarono." Dove credi di andare. Qui nessuno può prendersi gioco di me."

Samuel a quel punto decise di intervenire e tirò fuori la pistola. "Tyler, ti consiglio di darti una calmata se non vuoi finire tu nei guai. Lascia in pace il ragazzo. Puoi rifarti con i soldi della sua vincita. Mettete giù quella ferraglia."

Tyler gli sputò addosso. "Adesso te la sei cercata sbirro. Ti avevo detto di girare al largo."

Due dei gorilla tirarono fuori una pistola e un fucile. Samuel cercò di mantenere il controllo. "Stai esagerando Tyler. Non peggiorare la tua situazione."

"Che situazione? Uno sbirro morto e nessun testimone superstite?"

Rise crudelmente guardando il ragazzo che impassibile assisteva alla scena. "Hai capito bene, amico?"

Il misterioso giovane puntò lo sguardo diritto su Tyler. "Ho detto che non sono...amico tuo" pronunciò lentamente quelle parole.

Poi successe in un attimo. Tutto.

Nessuno si accorse che il ragazzo era saltato per aria con un balzò altissimo e superando la testa di Tyler era atterrato sui due tipi con le armi da fuoco senza che se ne accorgessero e li aveva messi fuori combattimento atterrandoli con i piedi sopra le loro gole. Altri due lo attaccarono spaventati ma il giovane con una velocità spaventosa aveva evitato i loro colpi infliggendo una serie di calci micidiali. I due non resistettero e caddero a terra privi di senso. Tyler approfittando di un attimo di distrazione di Samuel, lo aveva disarmato buttandolo a terra mentre il quinto uomo si preparò ad attaccare il ragazzo con la catena facendola ruotare per aria. Disteso sull'asfalto Samuel vide, con sua grande meraviglia, che quel giovane straordinario con degli scatti e dei salti rapidissimi, evitava ogni movimento della catena con la stessa facilità con cui i bambini saltavano la corda. Ad un tratto il ragazzo riuscì ad afferrare un'estremità della catena e strappandola dalle mani di quel vandalo gliela avvolse intorno imprigionandolo e lo stordì con un calcio. Tyler terrorizzato cercò di buttarsi sulla pistola di Samuel ma questi reagì prontamente dandogli un pugno e mandandolo al tappeto.

Il detective ed il giovane combattente, completamente illesi, si guardarono negli occhi mentre ai loro piedi giacevano i cinque corpi esanimi dei loro aggressori. Il ragazzo fu il primo a parlare "Anche tu sai darei pugni, nonnetto."

Samuel lo guardò a bocca aperta. "Chi sei?" riuscì a chiedere. Dall'interno del locale si udirono delle voci concitate che stavano avanzando verso di loro. Il ragazzo prese il casco dalla sua moto e ci saltò sopra, poi guardò Samuel. "Sali."

L'uomo si accomodò sul sellino dietro di lui e dopo un secondo partirono a razzo. Dopo qualche isolato il ragazzo frenò. "Dove hai la macchina?"
Samuel ci pensò sopra un attimo. "Era dall'altra parte del locale."

"Lasciamo stare."ribatté l'altro "Dove abiti?"

Samuel gli diede il suo indirizzo e dovette stringersi forte a lui quando ripartì come un fulmine. "Gran bella moto." disse Samuel dopo un po' per rompere il silenzio. "Cos'è? Una Harley?"

"Una Ducati." rispose l'altro secco.

"Bella davvero. Io non ho mai avuto una moto da ragazzo."

Il giovane ridacchiò. "Cominci a farmi davvero pena."

Alla fine arrivarono davanti al palazzo dove abitava Samuel con la sua famiglia. Tutte le luci erano spente. Il ragazzo lo fece scendere e fece per ripartire ma il detective lo fermò.

"Aspetta, ti prego."

Il giovane si tolse il casco e lo guardò con aria interrogativa. "Cosa vuoi?" Aveva un atteggiamento orgoglioso e sulla difensiva.

"Posso solo sapere il nome di chi mi ha salvato la vita?"chiese in tono gentile.

 "Non mi ringraziare. Non sono un eroe. Sei tu che sei un pazzo incosciente che gira di notte da solo."

"Lavoro da solo solo da quando il mio compagno è morto in servizio.» spiegò Samuel «Non ho più voluto nessuno dopo."

Il ragazzo cambiò tono. "Mi dispiace. Quando è successo?"

Samuel sospirò con tristezza. "Più di vent'anni fa." Ricordare quel giorno gli causò un brivido.

"Mi chiamo Dillon Baxter." disse il giovane offrendo la sua mano. Una bella mano dalle dite lunghe e affusolate. La mano di un artista e non di un pugile. Samuel gliela strinse con gratitudine.

"Samuel Freeman. Sono un investigatore privato."

Dillon abbozzò un sorriso. "Ci ero arrivato. Chi altro si metterebbe quella giacca?"

Samuel sorrise "Sto indagando su alcuni omicidi delle ultime settimane. Una delle vittime frequentava quel locale. Si chiamava Josh Cliven.Ti dice niente questo nome?"

Dillon scosse la testa."Era la prima volta che andavo lì."

"Come sei riuscito a battere quel mostro? E a mettere al tappeto quei quattro teppisti?"

"Erano in sei veramente e uno lo hai steso tu."precisò Dillon.

"Come riesci a muoverti in quel modo?"insistè Samuel.

"Ho fatto arti marziali." si schermì Dillon tornando sulla difesiva.

Samuel gli si avvicinò sospettoso e guardò il colore dei suoi occhi. Sotto la luce del lampione vide chiaramente che erano azzurri con dei riflessi verdi. "Che c'è?" chiese Dillon.

"Niente" concluse Simon sollevato. "Controllavo una cosa. Volevo farti una proposta. Ti piacerebbe aiutarmi con le indagini?"

Dillon spalancò la bocca. "Perché io?"

"Perché ti batti in modo straordinario, hai dei riflessi incredibili e potresti essermi utile per muovermi in questa città. Mi sono trasferito da poco tempo dagli Stati Uniti e non riesco ancora ad orientarmi molto bene."
"Mi stai proponendo di farti da baby sitter? Che prospettiva eccitante!"

"Almeno prometti di pensarci."chiese infine Samuel guardandolo intensamente.
Dillon lo guardò freddamente. "Non faccio promesse." E ripartì come un fulmine.


 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Clodie Swan