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Autore: LilyHome    10/01/2012    2 recensioni
Finita la guerra e quasi terminata Hogwarts, dopo la morte di Lord Voldemort tutti i ragazzi si ritrovarono a ripetere l’anno perduto. I M.A.G.O terminati e solo sette giorni per salutare definitivamente la scuola, che per molti era stata come una seconda casa. Sette giorni prima dei risultato degli esami affissi sulla bacheca, sette giorni prima di diventare adulti, adulti veramente.
Draco Malfoy vuole rinascere e decide di non scappare mai più.
Hermione Granger vuole finire la scuola come una ragazza normale .
Una notte di follie e sfide perfide per un anello marchiato Narcissa Black.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Finita la guerra e quasi terminata Hogwarts, dopo la morte di Lord Voldemort tutti i ragazzi si ritrovarono a ripetere l’anno perduto. I M.A.G.O terminati e solo sette giorni per salutare definitivamente la scuola, che per molti era stata come una seconda casa. Sette giorni prima dei risultato degli esami affissi sulla bacheca, sette giorni prima di diventare adulti, adulti veramente.
-Ti mancherà?- Chiese Blaise Zabini vedendo il suo migliore amico che osservava malinconico il tramonto dalla finestra del loro dormitorio.
-Cosa?- Disse lui, con il suo solito tono incazzato. Come gli altri, Draco Malfoy , aveva perso tutto i quella guerra, suo padre, era stato condannato a dodici ergastoli in prigione e sua madre dici anni ad Akzaban . Mentre lui, semplicemente assolto come “vittima degli eventi”.
-Hogwarts, ti mancherà?-
-Come i Crucio del Signore Oscuro-
Blaise sorrise amaro. Gli sarebbe mancata, lui lo sapeva, Hogwarts gli sarebbe mancata, più di ogni altra cosa al mondo, eccetto sua madre, ovviamente.
-Capisco … Vieni alla festa?- Domandò poi afferrando il suo manico di scopa –Ci saranno tutti, l’ultimo ballo scolastico, è dal quarto anno che non ti vedo sulla pista-
-Verrò- Rispose annoiato voltandosi di nuovo verso la finestra, il sole era sparito sotto l’acqua scura del lago, lasciandosi dietro un aurea arancione.
-Bene- Commentò l’altro soddisfatto –Ho un bel po’ di Erba Girella per condire il succo di zucca-
-Zabini?- Lo chiamò Draco con un tono che non prometteva nulla di buono –Prova ad avvicinarti a me con quella roba che ti porto sul Platano Picchiatore, intesi?-
Blaise sghignazzò sotto i baffi –Amico! Mica ti uccide! Al massimo di fa un po’ sballare, niente di più!-
-Niente di più?- Domandò furioso –Stai scherzando? L’ultima volta sono dovuto venirti a raccattare davanti alla camera di Vitius, avevi un mazzo di mestoli in mano e gli cantavi una sottospecie di serenata!-
-Sarà successo una volta!- Protestò l’altro uscendo –Quante volte me lo rinfaccerà?- Borbottò fra se scendendo le scale.
Non appena la porta sbatté Draco tirò un sospiro di sollievo.
Non lo sopporto più quel coglione. Mancavano solo sette giorni, pensò, sette giorni e sarò libero.
Si sedette sullo scrittoio ed iniziò ad analizzare alcune pergamene, proposte di iscrizione per le migliori accademie del paese.
Non doveva far altro che scegliere … Politica? Medicina? Economia?
Ma lui cosa voleva veramente?
La proposta per fare l’Auror era da escludere, non avrebbe retto a studiare con Potter e la Piattola per altri due anni, e poi lui? Lui? Lui, che aveva il Marchio Nero impresso a fuoco sul braccio, lui diventare Auror? Ridicolo …
Forse politica, avrebbe iniziato con quella estera, vivere lontano dalla Gran Bretagna, fare l’ambasciatore magari, scappare da quel mondo che lo giudicava un criminale.
Una smorfia di disgusto gli comparve sul volto.
Quando condannarono sua madre a dieci anni le ripromise due cose.
Che non l’avrebbe lasciata sola e che non sarebbe più scappato, non poteva deluderla, questo mai.
Una cosa che aveva sempre appassionato era la medicina, quello sì,dal lato alchimistico certo, pozioni la cosa che sapeva fare meglio e medicina, lo affascinava. Avrebbe fatto domanda lì, almeno per provare.
E poi, pensò , c’era anche un’altra questione da assodare.
A diciannove anni si iniziavano a stipulare i contratti di matrimonio, e lui senza i sui genitori a dargli man forte non aveva idea di come fare.
I gufi erano arrivati il giorno dopo il suo diciassettesimo compleanno, due anni prima della tradizione magica! La gente era proprio matta!
Ventitré ragazze gli avevano proposto la mano.
Una sola  però, aveva fatto colpo, una certa Astoria, un anno più piccola di lui, affascinante, bella, non aveva da invidiare a nessuna ragazza di Serpeverde, capelli di un nero corvino lucidissimo, un viso chiaro e dalla pelle brillante, ed infine, come specchi dell’anima, due  meravigliosi occhi azzurri.
La ragazza, sfortunatamente, non era a conoscenza del gufo che suo padre mandò a Lucius Malfoy per proporla in sposa al figlio.
Astoria venne messa in cima alla lista delle spiranti mogli e pochi giorni prima che Draco avesse firmato il  contratto la fanciulla si presentò furibonda nella camera del ragazzo e gli mollò un gancio destro che avrebbe fatto concorrenza a quello che a tredici anni incassò per mano della lurida Mezzosangue.
Malfoy sorrise a quel pensiero, lui con le donne proprio non ci sapeva fare. Nelle lenzuola era un conto ma appena si trattava di parlare con quel particolare essere si ritrovava sempre a fare il bullo, infatti, non appena Astoria ebbe ritirato la mano, lui la colpì, nettamente più forte di lei. Quel gesto non era dovuto ad un suo particolare piacere di picchiare le donne, assolutamente, ma proprio non la capiva. Ad esempio, la Grenger aveva avuto un motivo per picchiarlo, era anni che lui se la prendeva con lei senza un minimo di pietà, non che avercela con dei sangue sporco ci fosse qualcosa di male, ovvio.
Ma Astoria, era piombata nella sua stanza rossa di rabbia come un tornado e gli aveva mollato un pugno, così senza motivo.
Le donne.
Quando poi si era accorto che la forza che aveva usato nel colpirla l’aveva fatta cadere per terra si era precipitato a raccoglierla con lo zigomo che gli doleva debolmente.
Lei aveva le lacrime agli occhi un po’ per l’umiliazione e un po’ per il dolore. –Sei un maiale- Sibilò scioccata ritirando il braccio che lui le aveva afferrato per rimetterla in piedi –Non mi avrai mai!-
E tutto, dopo quelle parole, si fece chiaro nella testa di Malfoy.
Il matrimonio, è per questo che era tanto arrabbiata, l’aveva strappata a quello strambo di Corvonero, il suo ragazzo come si chiamava … MacDougal, ecco si, lui.
E ora che suo padre era in prigione e non gli faceva più pressione non aveva la voglia di mettersi a combattere per una donna che lo avrebbe odiato a morte e che,  in fin dei conti, non desiderava nemmeno così ardentemente.
Non aveva avuto fretta, il contratto era ancora valido, nulla gli avrebbe impedito di averla per sé.
Si rigirò quella pergamena tra le dita affusolate, era lei che voleva accanto per la vita?
I matrimoni magici sono per sempre e lui lo sapeva bene, ma era quella che voleva accanto, Astoria?
Draco scosse la testa, c’era tempo, poco, ma ancora ce n’era, E poi mica avrebbe dovuto sciogliere tutte quelle faccende così spinose in quel momento, aveva già deciso che si sarebbe iscritto all’Accademia di Medicina nella sezione alchimia e pozioni curative. Una decisione per volta, senza fretta.
Buttò uno sguardo all’orologio a pendolo vicino a lui, aveva impiegato ore su quelle scartoffie.
Sbuffò e di malavoglia si sfilò la camicia sgualcita della divisa. In quel momento entrò nella stanza un Zabini sudato e sporco di terra sulle ginocchia che lanciò il manico di scopa sul pavimento scrollando le spalle.
-Sei caduto- Osservò  Draco mentre faceva scorrere le dita sugli abiti appesi alle grucce nel suo armadio.
Blaise rispose con un grugnito e colpendosi la coscia con la punta della bacchetta e trasfigurò gli abiti logori in un paio di jeans perfettamente stirati e una polo verde scuro profumata di pulito.
-Non sia mai una doccia, eh?- Scherzò Malfoy scegliendo una camicia di seta nera e indossandola chiuse accuratamente i polsino con un paio di gemelli madreperla -A che ora è la festa?-
-Inizia alle nove e mezza- Rispose Blaise –Ma noi arriviamo per le dieci, i principi di Serpeverde  devono farsi desiderare giusto?-
-Tu principe?- Chiese l’altro inarcando entrambe le sopracciglia bionde –Uno che si fa la doccia una volta ogni mese potrà mai essere un principe?-
-Sei tu che sei un maniaco del pulito- Disse stizzoso Zabini.
- Dové il mio anello?-
-Ancora con questo anello, Dray? E’ un’ossessione!-
Come se non lo avesse sentito, il ragazzo iniziò a setacciare la stanza –Mi aiuti  o aspetti un invito?-
-Questa cosa che l’anello non si può appellare mi urta il sistema nervoso! Tienitelo al dito e non rompere!- Protestò Blaise mentre guardavano sotto il letto –Ma se per una volta fai senza?- Disse rialzandosi dal pavimento
-E se tu per una volta sei senza lingua?-
Zabini buttò un’occhiata sul comodino dell’amico e alzò gli occhi al cielo innervosito –E’ qui idiota!- Disse lanciandoglielo.
Draco afferrò l’anello di rame al volo.
Era troppo stretto quando Narcissa glielo aveva regalato, con un incantesimo l’aveva fatto diventare  della misura giusta al suo dito. Era leggermente appiattito sul davanti e anche più largo, lì comparivano con una calligrafia elegante e barocca due iniziali: una N e una B.
Narcissa Black
“Me lo ridarai quando uscirò di prigione “ Gli aveva detto lei, mentre una perla salata le rigava lo zigomo raffinato.
Draco l’aveva stratta forte a sé “E’ una  promessa” le sussurrò senza sciogliere l’abbraccio. “Lo riavrai”
Da quel giorno il ragazzo non usciva dalla sua camera senza quel cerchietto di rame al dito. Come se non volesse scordarsi di lei nemmeno per un istante.
-Sei pronto?- Chiese il suo migliore amico.
Draco s i infilò l’anello al medio e si avviò verso la porta –Togliamoci questo dente- Disse già stufo di quella che per lui, sarebbe stata la serata più bella della sua vita.
   
 
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