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Autore: puntoeacapo    10/01/2012    5 recensioni
Merleen è una storia di Luminosa.
Io ho solo preso i personaggi e modificato la trama dopo l'ultimo capitolo della prima stagione (La morte di Artù- parte 3).
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Merleen sta morendo. Artù si è risvegliato dal limbo dopo che la Bestia Errante aveva segnato il suo destino.
Riuscirà un legame come il loro a salvare la Maga? A salvare il Principe dalla sua perdita?
Il Destino, un nemico invisibile, sarà affrontato.
Quale sarà l'esito?
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Dedicato a Luminosa, che mi ha permesso di usare i suoi personaggi per dar sfogo ad una mia fantasia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Drago, Gaius, Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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2.

“Combatti Merleen.”
Ormai quella era diventata una litania, che sia Gaius che Leon non smettevano di ripeterle.
Il Cavaliere non aveva lasciato il medico da solo, sarebbe stato anche lui con la sua amica. Quando aveva chiesto spiegazioni su cosa e come era potuto accadere il medico aveva fatto una strana smorfia che non era riuscito a decifrare, c’era qualcosa che non poteva rivelare, un enorme segreto e profondi sensi di colpa.
Il cerusico era convinto che se avesse provato a convincere la ragazza con più perseveranza e più impegno, a quest’ora lei avrebbe avuto ancora gli occhi aperti e vispi.
Una cosa che però Gaius aveva imparato da Merleen era la costante determinazione, infatti continuò a cercare qualcosa. Qualsiasi cosa.
Ma in quei suoi vecchi e malandati libri aveva trovato ben poco, ora sapeva che più Artù si sarebbe sentito meglio più la giovane maga si avvicinava alla morte, ma non sembrava aiutare molto.
Tuttavia lei aveva ancora una volta dimostrato quanto fosse forte, aveva superato –sebbene con diverse difficoltà e ricadute- la notte, fuori albeggiava.

Merleen non era mai stata sola durante quelle lunghe ore. In qualche modo, lo sapeva con assoluta certezza.
C’era sempre la mano di Leon, o quella di Gaius, a stringere la sua; nei rari momenti di coscienza sentiva le loro voci ricolme di fiducia e le loro parole d’incoraggiamento, ma quegli istanti erano talmente dolorosi che resistere al buio era sempre più difficile.
Sentiva sempre più le membra pesanti, il cuore stava diventando un macigno troppo ingombrante e non riusciva più a sostenere quella situazione in bilico.
Ogni volta che stava per cedere a quella tranquillità, sentiva qualcosa, fuori, che faceva tornare il dolore,la vita,la coscienza.
Perché non poteva semplicemente lasciarsi andare?
Non si meritava un po’ di riposo?
Era tanto stanca..
In fondo voleva solo un po’ di pace, non voleva più soffrire.
Era troppo, semplicemente troppo.

Fuori dalle stanze del medico di corte però, la vita continuava serena ora che la vita del principe era fuori pericolo. Nessuno sapeva del sacrificio della serva che ora stava morendo, tantomeno il principe stesso.
Da quando aveva riaperto gli occhi aveva sentito qualcosa pungere, all’altezza dello sterno, una sensazione fastidiosa che però aveva attribuito al risveglio. In fondo aveva sfiorato la morte con un dito, poteva accettare qualche lieve postumo di quell’esperienza senza troppa difficoltà.
Poi le ore erano trascorse, in compagnia del padre, e quella sensazione pungente non accennava ad affievolirsi. Cominciava a diventare frustrante.
Non disse nulla.
Era grato al vecchio Gaius che l’aveva salvato, senza di lui il suo destino sarebbe stato firmato con la Morte.
Quando pensava al medico però, immediatamente il sorriso appena accennato diventava una smorfia di rabbia, celante di profonda delusione e tristezza.
Se era stato felice di vedere il padre, e sorpreso nel sentire la cara Gwen durante quelle fatidiche ore, era invece infuriato con la sua serva.
Merleen non si era fatta vedere dal suo risveglio, non aveva percepito la sua presenza mentre era incosciente.
Stava morendo,dannazione!
E lei gli aveva detto di amarlo, gli aveva detto che non le importava del giudizio del Re e che non aveva paura di ammettere i suoi sentimenti.
Era stata una bugiarda.
Gli aveva rifilato patetiche menzogne per chissà quali scopi, e lui ci era caduto come un imbecille.

Probabilmente, se Artù Pendragon non fosse stato accecato dalla rabbia e dalla delusione, avrebbe sicuramente ripensato agli occhi –così azzurri- di Merleen e avrebbe sicuramente capito di essere,sì, un imbecille, ma di un altro tipo.

Quando il sole gli colpì il viso, era già sul punto di maledire la sua serva ricordandogli che era il suo padrone e che di conseguenza doveva avere rispetto nei suoi confronti.
Strizzò gli occhi e fece per aprire la bocca quando si accorse di un fondamentale dettaglio.
Nella stanza regnava il silenzio.
Ma il frastuono,l’incompetenza e la mancanza di delicatezza dov’erano finite ? E quelle strampalate canzoncine?
Aprì gli occhi massaggiandosi la testa, e si ricordò tutto.
La Bestia Errante, il morso, il dolore e poi il risveglio.
Prese a cercare la sua serva nella stanza senza aver,però, fortuna. Corrugò la fronte confuso poi fu di nuovo la rabbia ad impossessarsi di lui, non era così importante dopotutto.
Imprecò qualcosa tra i denti mettendosi a sedere; la spalla gli doleva ma era sopportabile, si era rimesso con una velocità allucinante e ne era felice.
Vide un movimento alla sua destra e si voltò di scatto –pronto a sgridarla- quando vide Ginevra avanzare con un sorriso.
Dannazione.
Le sorrise di rimando; da quando avevano parlato del suo sopporto lei si era richiusa leggermente nella timidezza e lui, dato che non voleva metterla a disagio, aveva deciso di non toccare più l’argomento.
La salutò con la voce ancora impastata dal sonno “Gwen.”
Lei fece un breve inchino “Buongiorno Maestà, come vi sentite quest’oggi?”
“Molto meglio, grazie.”
Ginevra era una ragazza molto dolce e gentile, rispettava sempre la sua corona e la sua posizione e gli sorrideva sincera.
Tutto il contrario di-
“Volete la colazione?”
Con una breve smorfia, abilmente nascosta, guardò il vassoio ricolmo di varie pietanze.
“Il tonico?” Non gli piaceva bere quell’intruglio ma se voleva rimettersi più velocemente, qualche sacrificio doveva farlo.
Osservò, leggermente divertito, il volto della serva di sua sorella trasformarsi in un miscuglio di sorpresa e imbarazzo.
“V-vado immediatamente da Gaius a domandarglielo. Con permesso.”
Si dileguò immediatamente lasciando il principe immerso nei suoi pensieri.

La figlia del fabbro bussò leggermente alla porta del medico di corte, la trovò aperta e, non ricevendo risposta, entrò chiamando il cerusico.
Il laboratorio era a soqquadro, c’erano libri dappertutto ma di Gaius nessuna traccia.
Sentì dei rumori provenire dalla camera di Merleen, ma non era la sua voce né quella del suo mentore.
Eppure era conosciuta, non riuscì a distinguere allora chiamò la sua amica. Non la vedeva dal rientro di Artù in fin di vita, aveva saputo che era stata spedita nelle segrete e non credeva l’avessero liberata dato che di lei non c’era alcuna traccia.
Con la fronte corrugata andò verso la porta di quell’unica camera e vi entrò, sobbalzò immediatamente quando vide uno dei Cavalieri del Principe. Si chiamava Leon, se non sbagliava.
Non fece in tempo a domandarsi il motivo per cui si trovasse nelle stanze del medico di corte, poiché la vide subito.
La sua più cara amica, che si dimenava sul letto in preda a deliri, bianca come un fantasma.
Era l’immagine del puro dolore. Il viso, le mani artigliate ai lati del materasso..
“Ma ch -“
La porta alle sue spalle si aprì di scatto e vide il volto, stanco e provato, del cerusico, ora sorpreso nel vederla lì.
“Ginevra!” Esclamò “Che ci fai qui?”
“Il tonico di Artù..” Mormorò soltanto, incapace di dire altro.
Lo sentì imprecare qualcosa in un mormorio mentre si dirigeva a passo spedito al suo laboratorio, seguito da una preoccupata Gwen.
Cominciò a cercare tra varie bottigliette e quando un grido proruppe dall’altra stanza, sbatté violentemente le mani sul tavolo di legno, facendo traballare tutto e procurando un sobbalzo alla serva di Lady Morgana.
La mulatta scattò guardando la porta, lasciata socchiusa, della camera della sua amica.
“Gaius. Cosa sta succedendo? Cos’ha Merleen?”
Il cerusico gli mise una boccetta tra le mani dal liquido rossastro “Niente.”
Gwen provò a dire o a fare qualcosa, ma il medico la trascinò letteralmente alla soglia della porta troncando le proteste con “Va’ dal Principe.”

Quando la serva tornò nelle stanze reali trovò un Artù già vestito e, a dire dall’espressione, parecchio turbato dalla fascia che teneva al braccio sinistro. Conoscendolo, il fatto di stare in camera lo irritava parecchio.
Lo salutò con un mormorio sommesso e un inchino impacciato, porgendogli il tonico ancora con mani tremanti.
Il Principe la guardò un po’ stranito, vide subito i suoi occhi lucidi e spaventati “Ginevra è successo qualcosa?”
La ragazza si morse il labbro inferiore e cercò di non incrinare la voce “Va tutto bene.”
“Mi stai mentendo.” Non era una domanda, anzi, suonava quasi come un ordine a dire la verità.
La serva sorrise mestamente “Va tutto bene. Mi fido di lei.”
“Lei?”
Gwen strizzò gli occhi e strinse le palpebre, sapeva di non doverne parlare ad Artù ma allo stesso tempo credeva che lui doveva sapere.
“Merleen …” Non seppe neanche se il biondo l’avesse sentita chiaramente dato che parlò con un tono di voce davvero basso.
Ebbe la risposta quando vide il corpo dell’Erede al Trono irrigidirsi, e alzarsi dalla sedia su cui era seduto rapidamente.
Artù, dal canto suo, non era propriamente conscio di cosa stava facendo, prese il medicinale che gli aveva appena portato Ginevra e lo ingurgitò tutto d’un fiato, poi si tolse la fasciatura troppo fastidiosa e mosse circolarmente la spalla indolenzita.
Aveva un brutto presentimento.
Qualcosa non andava per il verso giusto, lo sentiva, esattamente come il fastidioso dolore al petto di quando era rinvenuto.
Doveva, voleva, avere chiarimenti. Subito.
“Parla Gwen. Cos’ha combinato stavolta? Perché sei tanto terrorizzata?”
“Io.. ecco..” Lei non sapeva cosa dirgli, perché non aveva idea di cosa fosse successo in fin dei conti.
“Non lo so” si arrese con un sospiro.
“Sono andata a prendervi il tonico e.. e Gaius non c’era, allora.. e poi, Merleen.. Un vostro Cavaliere..” Alzò di scatto gli occhi, che aveva tenuto abbassati fino a quel momento, e disse l’unica cosa sensata che Artù capì alla perfezione “C’è qualcosa che non va, andate da Gaius Artù.”
Il Principe provò a chiedere altre informazioni ma bastò che sentisse “Non credo ci sia molto tempo.”



























Piccolo Capitolo di Passaggio*
Hope You Like It !





Continua..
























 

   
 
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