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Autore: Luna92    27/08/2006    2 recensioni
ATTENZIONE: questa fanfiction è molto vecchia, l'ho scritta quando avevo 14 anni, quindi è mio dovere avvisarvi che fa abbastanza schifo xD la lascio solo per ricordo... non me ne vogliate... :P
Ah, metto che è completa ma ovviamente non lo è... finisce in aria.. insomma non perdete tempo! :D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Alessandra

Come sempre, grazie per le recenzioni del capitolo precedente... davvero, mi fanno piacere i vostri commenti!

Torniamo alla storia...

Quarto capitolo... qui tonks si fa scappare qualcosina con Remus... per poi scoprire di aver fatto il più grande errore che mai potesse fare... E Remus... eh, testa dura il ragazzo...

 

 

Capitolo 4

 

Il tempo passava… Tonks e Remus, con le ormai frequenti discussioni piacevoli e spiacevoli, stavano sempre meglio insieme… lei desiderava ardentemente averlo come uomo, lui invece… si, in cuor suo aveva ammesso di avere una leggera attrazione, eh si leggera perché non voleva pensarci… quindi di avere una donna… no, non ne voleva sapere.

 

Nonostante le rassicuranti parole di Tonks, “tu per me sei sempre un amico, lupo o non lupo”, lui era fermamente convinto che lei non lo avrebbe mai accettato, e pensava che sarebbe stata impossibile una relazione tra una vita ‘anormale’ (come la chiamava lui) e una vita normale, felice e spensierata.

 

A giugno le cose cambiarono. Tonks cambiò.

Ci fu un violento scontro tra i membri dell’Ordine della Fenice insieme ad alcuni ragazzi, e Voldemort sostenuto dai suoi seguaci, i Mangiamorte.

Un lutto spiacevole coprì il mondo della Magia, Sirius morì per mano di Bellatrix Lestrange. Tonks, che stava combattendo contro di lei prima di Sirius, credeva che fosse stata tutta sua la colpa… non era più l’allegra di prima, non parlava quasi mai.

Remus, neanche lui non era nelle migliori condizioni, anzi soffriva parecchio, ma non era il tipo che dava a vedere le proprie emozioni. Si limitava a stare ore ed ore seduto davanti al fuoco in silenzio.

 

Però non sopportava la sofferenza di Tonks, doveva parlarle.

 

Ed eccoci, Siamo al Quartier Generale, in cucina.

 

Remus si avvicinò ad una Tonks dai capelli grigi e dall’aria depressa, che stava seduta al tavolo, da sola.

 

– Tonks non puoi continuare così. Non è colpa tua, sarebbe successo ugualmente – le disse Remus.

 

Tonks lo fissò.

 

– Non è vero. Se non l’avessi lasciato in mano di quella… stregaccia non sarebbe morto. –

 

– Senti… –

 

– Adesso basta, non voglio più parlarne – e si alzò di scatto con gli occhi pieni di lacrime, come ormai faceva sempre.

 

Ma questa volta no, Remus non poteva lasciarla andare… Le corse dietro, la prese per la mano e…

 

– Lasciami! –

 

– Tu credi di essere l’unica ad essere addolorata per Sirius e sentirsi responsabile della sua morte! Sei un’egoista, pensa agli altri! Pensa a me che non avrei dovuto farlo muovere da qui! Era il mio migliore amico! L’unico in vita! –

 

Perché gliel’aveva detto? Lui non si sfogava mai con nessuno. Odiava far capire agli altri il proprio dolore.

 

Tonks si fermò. Remus aveva ragione… era stata un’egoista, aveva pensato solo a se stessa in quei terribili giorni, si era dimenticata della profonda amicizia che legava Remus e Sirius e quanto potesse soffrire…

 

– Remus…– sussurrò Tonks dopo pochi secondi  – perdonami… quel senso di colpa mi fa sentire così male… son fatta così, non ci posso fare niente – e scoppiò in lacrime, gettandosi alle braccia di Remus. – Mi dispiace – continuò Tonks sussurrando.

 

L’uomo la strinse a se e le accarezzò i capelli.

 

– Su, Tonks… Siamo tutti addolorati per la perdita di Sirius. L’unica cosa da fare è non chiudersi in se stessi, e restare uniti. –

 

Era proprio lui a dirlo, si, la prima persona al mondo che non amava confidarsi con nessuno.

 

Si staccarono dall’abbraccio.

 

– Remus… – disse Tonks asciugandosi le lacrime. Che vuole fare?

 

– Credo… –

 

Sguardo inquieto di Remus.

 

– di essermi innamorata di te – disse in un fiato.

 

L’aveva detto, Oh no l’aveva detto… e adesso?

 

– Tonks io… – passarono alcuni secondi – non credo di essere adatto a una cosa del genere… sono un lupo mannaro e queste mie condizioni non possono permettermi di… –

 

– Ma perché? – disse Tonks prendendogli le mani – Te l’ho detto già con amicizia, adesso te lo dico con il cuore: non m’interessa, sei sempre uguale per me, non m’interessa, ti accetto per come sei dentro, non per come sei fuori –

 

– Tonks è per il tuo bene. Noi non possiamo… sono troppo vecchio per te… povero e pericoloso. Mi dispiace –

 

E se ne andò non voleva che Tonks continuasse a parlare… Ma perché lo faceva? Si piacevano entrambi… tutto era perfetto… tranne quel suo piccolo difetto…ma lei lo accettava, perché faceva così?

 

“Non sono pronto…” pensava.

“E se poi si sarebbe pentita? Non mi conosce bene…”

Aveva paura di rimanere deluso… Tonks prima o poi si sarebbe stancata di lui… e lui, così fragile, ne avrebbe sofferto parecchio… non poteva correre questo rischio.

  
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