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Autore: Angelo della notte    11/01/2012    1 recensioni
Una nave da crociera, 25 persone e un assassino.
Ragazzi e ragazze, io vi lancio una sfida, ma voi siete pronti a raccoglierla?
Vi sfido ad entrare nella mente dell'assassino,ovvero la mia.
Riuscirete a capire chi è? Riuscirete a capire chi sarà il prossimo ad essere ucciso? Già, perché l'assassino usa una lista, ma quale?
Potreste riuscire a capire qualcosina solo prendendo gli indizi che lascerò in ogni capitolo e riuscendo a risolverli, ma dubito che ci riuscirete.
Se pensate il contrario, che aspettate? Mostratemi quanto le vostre doti da investigatori sono sviluppate.
Il gioco ha inizio!
Storia interrotta fino a data da stabilirsi.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Chris riunì tutti i ragazzi nella sala riunioni per discutere dell’accaduto.
- Ragazzi, poche ore fa, in uno dei ponti della nave è avvenuto un omicidio. Il Signor Cocco è stato assassinato - disse l’uomo scrutando con attenzione i ragazzi.
- Chef è al timone della nave in cerca di terra ferma e vi assicuro che quando scenderemo da qui, tutti voi sarete sottoposti a severi controlli e farò in modo che l’assassino esca fuori, con le buone o con le cattive - disse infine Chris con sguardo serio e tono esigente.
- Chris! - urlò Chef correndo verso l’uomo - Ho una brutta notizia, siamo spacciati, è la fine! - continuò a gridare l’uomo, ancora con il fiatone pervia della corsa.
- Calmati, cos’è successo? - chiese McLean.
- Ecco io ero sul ponte di comando, quando mi sono distratto un attimo e le attrezzature, dalle radio ai radar, sono letteralmente impazzite. Non prendertela con me, ma credo che siamo entrati nel Triangolo delle Bermuda -.
Per alcuni secondi un silenzio invase tutta la sala, i ragazzi non sapevano se ridere perché credevano che i miti su quel luogo fossero tutte sciocchezze, o non sapevano se piangere per la paura di scomparire per sempre.
- Ok, manteniamo la calma. Il motore funziona ancora, giusto? Quindi se continuiamo a seguire sempre questa rotta, alla fine arriveremo da qualche parte - disse Chris cercando di tranquillizzare i ragazzi e cercando di rassicurarsi fingendo di non sapere che, ormai, perse il controllo della situazione.
- In verità, il motore si è guastato. Ho provato di tutto, ma non vuole saperne di ripartire - concluse Chef.
Ancora quel silenzio, poi Chris decise di agire in un determinato modo.
- Vi pongo per un’ultima volta la domanda, ma vi avverto, se il colpevole non confessa sarò costretto a passare alle maniere forti - disse l’uomo ancor più serio di prima.
- Chi ha assassinato il Signor Cocco? -.
Nessuna risposta.
Chris aspettò ancora per alcuni secondi una risposta, ma niente.
- Ok, uomo avvisato mezzo salvato. Adesso tornate tutti nelle vostre cabine, ci rivediamo qui domani a mezzogiorno, la riunione è conclusa - disse infine McLean prima di uscire dalla sala.
I ragazzi si ritirarono nelle loro cabine e tutti passarono la notte tranquillamente, cioè, chi si poteva preoccupare di un “assassino”, se così poteva essere definito, che aveva “ucciso” una noce di cocco?
Riguardo il Triangolo delle Bermuda, credevano fosse solo una trovata di Chris per spaventarli, ma furono costretti a ricredersi quando, l’indomani, in sala riunioni al posto dell’uomo trovarono una lettera.
DJ si fece avanti, prese la lettera e iniziò a leggerla.
La sua tranquilla espressione presto si tramutò in terrore.
- Ehi amico, tutto bene? - chiese Geoff.
Il ragazzo non rispose, si limitò a consegnare la lettera all’amico, che iniziò a leggere ad alta voce.

Cari ragazzi,

come ho detto ieri, questa crociera doveva essere una vacanza per tutti noi, ma qualcosa è andato storto.
Il Signor Cocco è stato assassinato da qualcuno e quel qualcuno si trova ancora a bordo della nave, ma non è questo il punto.
Ieri io stavo solo scherzando. Volevo mettervi un po' paura, solo per divertirmi un pochino.
Non avrete mica creduto che io stessi parlando sul serio, insomma parliamo di un cocco.
Purtroppo però è accaduto qualcosa che non avevo calcolato, siamo entrati nel Triangolo delle Bermuda.
Dato che però ho altri e non posso rischiare di rimanere bloccato, io e Chef abbiamo deciso di scappare dalla nave con l'unica scialuppa di salvataggio che c'era.
Non prendetevela, sono immerso nei preparativi della quarta stagione del reality, dovete capirmi.
Se siete così in gamba come fate credere, sono sicuro che riuscirete a trovare un modo per scappare.
Un'ultima cosa, ho preso la maggior parte delle provviste.

Tanti Saluti
   Chris


Fine lettera, i ragazzi rimasero impietriti.
Chris li aveva lasciati lì a morire di fame.
- Quel maledetto! Ci ha lasciato qui a morire! Quando lo prendo se la vedrà con me, lo farò a fettine! - disse Geoff.
- Calmati! Ormai è andato via, dobbiamo pensare solo a trovare un modo per salvarci - disse Bridgette tentando di calmare il suo fidanzato, riuscendo nel suo intento.
Trent uscì dalla sala riunioni per prendere una boccata d’aria, ma si accorse di qualcosa di strano.
Il cielo era completamente nero, eppure era mattina.
Chiamò gli altri e fece notare che pur essendo mattina il cielo era completamente oscurato.
- E’ strano, sono solo le 13:15  - disse Harold guardando il cielo e l’orologio più volte.
- Beh, qui non abbiamo niente da fare, è meglio rientrare - disse Heather.
Così i ragazzi rientrarono in sala e per quasi un’ora parlarono della situazione e cercarono una soluzione.
- Devo andare in bagno, torno subito - disse Alejandro.
Arrivato a destinazione, si guardò allo specchio e per un attimo abbassò lo sguardo, ma proprio quando lo rialzò vide dietro di se qualcuno completamente vestito di nero e incappucciato.
- Madre de Diòs! - esclamò il ragazzo voltandosi verso l’uomo.
- Calmati, voglio solo parlare e fare un gioco con te - disse l’incappucciato.
Intanto in sala riunioni i ragazzi continuavano a discutere.
- Ehi, ma che fine ha fatto Alejandro? E’ da più di dieci minuti che è via. Ci sta mettendo troppo tempo e anche lui deve essere aggiornato - disse Heather.
- Chissà, forse sta male - rispose Owen.
Proprio in quel momento si udì uno sparo.
Tutti si fissarono per un attimo e subito dopo corsero verso il bagno.
Trovarono Alejandro sdraiato a terra, privo di sensi.
Provarono a farlo rinvenire, ma ormai era troppo tardi, il ragazzo era morto.
- Alejandro! Non è possibile! - esclamò Heather.
Per un attimo sembrò in procinto di piangere, ma si riprese ed uscì dal bagno.
Un bigliettino era incollato sulla camicia del ragazzo e Noah, dopo essersene accorto, lo prese.
- Cos’è? - chiese Gwen - Sembrerebbe un bigliettino - rispose il ragazzo, che intanto aveva aperto il foglietto.
Lo lessero, c’era scritto "Alejandro”.
Si guardarono con aria perplessa.
No, non era immaginazione, non avevano la vista offuscata, la "d" era tagliata, ma perché?
Poteva essere uno sbaglio, tutti commettono errori o forse quella lettera era stata tagliata per un determinato motivo.
Chissà, tutto è possibile.
Continuarono a leggere “tre reality”.
Forse queste parole non avevano molto senso o forse si.
Forse era il gioco di un pazzo e loro erano le pedine.
Ed infine l’ultima frase che diceva “E’ colpa tua Ezekiel”.
Una strana frase, perché non Izzy o Beth o Tyler.
Direi che questa frase è abbastanza chiara, dopo aver ucciso Alejandro, il ragazzo si è sentito in colpa è per farsi catturare ha scritto la frase.
Oppure qualcuno gli stava attribuendo la colpa o semplicemente l’assassino uccide perché Ezekiel ha fatto qualcosa di sbagliato.
Gwen prese il bigliettino e lo mise in tasca e disse a Noah di non farne parola con nessuno.
- Un colpo di pistola in fronte - disse Courtney.
I ragazzi che si trovavano in bagno la guardarono e lei affermò che la causa della sua morte era un colpo di pistola.
Prima di ritornare in sala riunioni misero il corpo di Alejandro in una delle celle frigorifere della nave. Ritornati in sala i ragazzi occuparono i propri posti e iniziarono a fissarsi.
Continuavano a fissarsi da ore, sprecavano tempo prezioso, ma loro non ne erano ancora consapevoli.
Trent non sopportava più quella situazione, così intervenì.
- Basta! E’ inutile continuare così. Non risolveremo nulla. Nessuno di voi ha pensato che quando Alejandro è morto, noi eravamo qui? Esatto tutti noi in quel momento ci trovavamo qui, quindi è impossibile che sia stato uno di noi -.
Trent aveva ragione, ma allora chi era stato.
Beh, chiunque sia stato ha un obbiettivo, quello di uccidere tutti i ragazzi, ma lasciando indizi per far capire chi e quando colpirà.
  
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