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Autore: ViolaNera    12/01/2012    6 recensioni
Il Trio.
Un trio che esiste ancora, senza più la sincerità di un tempo, soltanto grazie a Matt che fa da collante (inconsapevole) tra lui e Tino.
Non che si odino, ma crescere e ritrovarsi con una cotta per lo stesso ragazzo non li ha aiutati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Berwald era convinto che ci sarebbe stato un enorme disagio dopo quell'episodio.

Episodio. Già definirlo così, come qualcosa di generico, è ridicolo. È stato sconvolgente, quell'episodio.

Ma per Tino è stato come se non fosse accaduto nulla; gli ha parlato normalmente, ha finto di stare bene in sua compagnia (per lui continua ad essere una finzione), ridendo e scherzando con Matt come al solito. Tutto regolare.

Inoltre non ci sono stati particolari sensi di colpa da parte propria. È successo. Tino ha voluto toccarlo e lui gliel'ha lasciato fare.

Quale che siano state le sue più o meno profonde motivazioni, il risultato è stato quello previsto dall'amico: uscendo dalla siepe e fingendo di non notare Tino che andava a lavarsi le mani alla prima fontanella, è rimasto accanto a Matt e Lukas, bevendo caffè, senza pensieri all'infuori di quello che era appena successo.

Ignorare Tino, al suo ritorno, è stato fastidioso e necessario. Troppo imbarazzo. Così tanto che non riusciva nemmeno a guardare Matt con naturalezza, come gli avesse fatto un torto tremendo e lui potesse scoprirlo solo respirando la stessa aria.

Così tanto che, col senno di poi, è stupefacente come sia stato disposto, il corpo, a reagire a quelle dita tremanti. Ad... apprezzarle?

E la notte? Non ha sognato strani eventi ambientati nelle docce, modificati ad arte dalla propria psiche, come avrebbe voluto e dovuto essere.

Dannato Tino, uccidere così le sue belle ed appaganti fantasie, erano tutto quello aveva!


È durante una mattina come tante, la settimana successiva “La Siepe”, che Berwald si ritrova a fissare il profilo sognante di Tino. Il ragazzo tiene una matita tra le labbra e la solleva e abbassa muovendole lentamente, gli occhi puntati su Matt che, alla cattedra, si sta esibendo in un'interrogazione disastrosa.

Matt, che cavolo.

Eppure Berwald si era offerto di aiutarlo a studiare insieme, ma lui ha risposto che aveva da fare. Che sia uscito con...?

Non riesce a trattenersi dal mandare lampi di ghiaccio in direzione di Tino, il quale, ovviamente, non si accorge dell'aura negativa diretta a lui. Continua a far ballare quella matita intrappolata tra gli incisivi, fino al punto in cui Berwald si fissa a guardarla e quasi gli lacrimano gli occhi. Li sente sgranarsi leggermente quando nota la punta della lingua dell'amico scivolare al di sotto e spingere la matita, di nuovo, verso l'alto.

È indecente o e un'impressione tutta sua?!

Si volta come un soldatino, arrossendo e sbattendosi rumorosamente una mano sulla guancia.

«Berwald», sussurra il compassato Lukas accanto a lui. «Stai bene?»

«S-sì. Benissimo, grazie», risponde in un soffio da oltretomba.

Bene un glorioso ed immane corno vichingo ripieno di birra.

Se non temesse la disapprovazione del sempre impeccabile e perfetto violinista al suo fianco, si infilerebbe gli auricolari e via con gli ABBA. Qualsiasi cosa pur di non guardare Matt interrogato, Tino che guarda Matt, lui stesso che guarda la matita e ripensa a...

«Siepe, ma non con la mano», mugugna senza rendersene conto.

Non ha la minima idea di cosa si provi, ma...

«Siepe?», ripete Lukas perplesso, smettendo di scribacchiare e tornando ad adocchiarlo.

In quel momento Berwald, colto da ispirazione improvvisa, si alza di scatto con il braccio teso verso l'alto, le orecchie vermiglie.

«Professoressa, Tino non sta bene. Lo accompagno in infermeria», annuncia con voce robotica. Si sposta verso il diretto interessato, incurante della risposta dell'insegnante, lo prende per l'avambraccio, lo fa alzare e lo tira via quasi di peso.

«Hey!», protesta il ragazzo ignaro, più volte, mentre viene trascinato per il corridoio e Berwald cerca freneticamente un'aula qualsiasi, purché vuota.

Lo infila dentro con una certa fretta, chiude la porta a chiave e si volta a fronteggiarlo con indosso un'espressione terribile.

Trova Tino con le braccia lungo i fianchi ed un principio di sfida stizzita su tutto il viso. «Vuoi darmele?»

«Mh?»

«Hai deciso di punto in bianco che vuoi picchiarmi?»

Berwald è interdetto. Non voleva dare quell'impressione violenta...

«Ma come ti viene in mente? Sai che odio la violenza.» Scuote la testa e controlla di nuovo che la porta sia ben chiusa.

«Allora perché mi hai portato via in quel modo durante la lezione? Volevo ascoltare Matt, stava recuperando! In più... non capisco perché hai chiuso a chiave», brontola nervoso, indicando la porta con un cenno.

«Bisogno di privacy.»

Si avvicina e lo sovrasta dall'alto.

«Mi sono accorto molto bene di quanta voglia avevi di ascoltare la sua interrogazione. Ha studiato con te? Perché in quel caso mi sa che non sei nella posizione di insegnare a nessuno, Tino.»

«Ma...!» Il ragazzo arrossisce di rabbia e volta la testa di lato. «Credevo si fosse preparato con te e stavo per dire la stessa cosa!», prorompe.

Quindi non hanno passato il pomeriggio insieme a studiare? Bene, meglio così.

«Ad ogni modo», riprende Berwald chinandosi un po'. «Non mi piace che gli lanci sguardi sognanti immaginando chissà cosa.»

«C-cosa vuoi che immagini!», si stizzisce tornando a guardarlo.

«Non credo di volerlo sapere, non disturbarti a dirmelo. Anzi, sta' zitto.»

Lo prende per l'incavo del gomito, lo pilota alla cattedra sgombra e gli si mette alle spalle, bloccandogli le mani sulla superficie liscia. Si avvicina tanto da sentire riempirsi le narici del profumo dei suoi capelli, riconoscendo il penetrante e delicato aroma del mughetto e respirandolo per forza di cose, mentre scivola con le labbra al suo orecchio e socchiude gli occhi, abbassando la voce già profonda.

«L'altro giorno non ho avuto il tempo di dire niente e non ho più avuto occasione per farlo. Mi sento in dovere di ricambiare, Tino.»

«E-eh?», balbetta il ragazzo.

Un braccio di Berwald si avvolge attorno alla sua vita, gentile, quasi premuroso, mentre la mano libera si fa strada per infilarsi nei pantaloni allo stesso modo in cui ha fatto con lui, anche se lo svedese non possiede tutta quella sicurezza.

Si insinua piano nella patta, comincia ad arrossire quando trova quello che sta cercando ed inizia a sfiorarlo quasi timidamente. Le mani di Tino cercano di fermarlo, ma lui preme forte da dietro sbilanciandolo, forse spaventandolo.

Gli dispiace, se è così, non vuole fargli alcun male o mettergli paura. Vuole solo... ricambiare. Perché Tino dev'essere l'unico a fare come gli pare?

Lo sente protestare, finché la sua voce si fa sempre più debole e spezzata al ritmo della mano che aumenta presa e movimento, facendosi intrepida e sicura.

Tino si appoggia pesantemente coi palmi al rigido ripiano della cattedra e china la testa in avanti, ansimando in maniera incostante. Berwald lo trova un bel suono.

Così non penserai a Matt per un po'. Non è la stessa cosa? Sei tu che hai iniziato. Pensavi di essere l'unico a volerlo impedire all'altro?

«Siamo amici», dice a bassissima voce, affondando in quel profumo che non sente così nitido dall'ultima volta che sono stati molto vicini.

È buono.

Si concentra su quello e sui respiri spezzati del ragazzo davanti a lui, continuando a ripetersi che si sta vendicando con la stessa medicina.

Niente di male, niente di diverso da Tino.









-Angolo Autrice-


Salve.

Non ho molto da dire, a parte: mai fare i propri comodi con uno svedese. :D

Ok, seria.

Il capitolo non ha bisogno di particolari spiegazioni e mi lavo cordialmente le mani dai meccanismi mentali dei due. Posso dire a loro discolpa che sono adolescenti?

Immaturi, bla bla bla, ormoni strani, bla bla bla, cervello microscopico.

No? Oh, peccato.

A chi voleva essere nelle docce dico che io voglio un banco in quell'aula. *fugge*


Un grazie a tutti quelli che hanno letto! *w*

   
 
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