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Autore: Autumnsong    12/01/2012    2 recensioni
Collisione.
Urto di due o più corpi in movimento.
Scontro. Scambio di energia fra corpi.
Glielo dissero troppo in fretta, e lui li lasciò fare.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Collision.

Collisione.
Urto di due o più corpi in movimento.
Scontro.
Scambio di energia fra corpi.

 


Mentre cercava di riprendere coscienza, Frank vedeva davanti ai suoi occhi chiusi due potenti luci bianche venirgli incontro, poi nulla.
Si concentrò sul suo corpo, cercando di ascoltare; realizzò di poter respirare e di poter muovere le palpebre, che vibrarono quando il cervello intimò loro di socchiudersi.
Testò le dita dei piedi, si muovevano tutte e dieci.
Quando provò a muovere quelle della mano destra ebbe una fitta e strinse i denti.
Polso rotto.
Deglutì e aprì completamente gli occhi, anche se si rese subito conto che non c’era molto da vedere: il soffitto bianco volteggiava e delle facce sfocate continuavano a muoversi davanti a lui.
Sbattè le palpebre un paio di volte finchè non mise a fuoco la sala di pronto soccorso, poi con la coda dell’occhio seguì un camice bianco che dal suo letto era passato velocemente a quello accanto a lui.
Frank non aveva bisogno di guardare per sapere che di fianco a lui stava steso il suo ragazzo.
Forse la sua vena tragica l’aveva avvisato durante il periodo di incoscienza, forse aveva potuto inevitabilmente cogliere dei capelli neri e delle mani ossute sporgere dal lettino, o forse semplicemente sapeva. Non ricordava nulla dell’incidente, tranne le maledette luci bianche.
Si passò la mano buona tra i capelli sudaticci e respirò profondamente.
Poi richiuse gli occhi e si lasciò cullare dal finto sollievo di essere vivo – almeno quello.

 
Glielo dissero troppo in fretta.
Gli buttarono lì la frase senza costruirci attorno una logica, senza condire il momento con finti gesti di comprensione, di solidarietà, di tatto.
Effettivamente in tutto ciò, Frank avrebbe potuto trovarci del divertente, a parte il fatto che era a lui che stava per cadere il mondo addosso.
Ma non era abbastanza lucido, ancora sotto anestetici e antidolorifici. Non era pronto per una cosa del genere, non potevano aspettare?
Glielo dissero troppo in fretta, e non ebbe il tempo materiale.
Gerard era in coma.
Gerard soffriva.
Gerard stava degenerando.
Gerard era quasi in stato vegetativo.
Gerard soffriva, e l’unico modo per alleviargli il dolore era staccare la spina.
Glielo dissero troppo in fretta, e lui li lasciò fare.

“Non fatelo soffrire”.


-
 

“Amore sono a casa!” una voce fece sobbalzare un Frank indaffarato a preparare la cena: non fece in tempo a girarsi che venne assalito da una massa di capelli biondo sporco arruffati, e da un profumo intenso di vaniglia.
Frank baciò Jamia sulla testa e poi sulla guancia, la strinse e la trascinò sul divano dove si sedette anche lui.
La osservò accarezzandole le mani, perdendosi nel suo sorriso.
Era proprio bella. Di una bellezza semplice, quasi innocente, ma lo era.
Dentro e fuori. Frank probabilmente non avrebbe potuto desiderare di meglio.
“Ho un nuovo allievo!” esclamò felice Jamia agitandosi sul divano, ansiosa di raccontare la giornata.
“Lo seguirò in uno stage, gli spiegherò come scrivere articoli interessanti e che colpiscano la gente, che buchino lo schermo del giornalismo contemporaneo” spiegò tutto d’un fiato sorridendo estasiata “e in cambio lui mi darà una mano con l’inchiesta che stiamo svolgendo in redazione e oddio, sono eccitatissima!”
Frank ridacchiò e la guardò battere le mani, divertito. “Ebbene, com’è il ragazzo?” chiese provocante.
Jamia si mordicchiò un labbro pensierosa. “Mhh... Beh avrà al massimo diciannove anni, capelli neri, sguardo intelligente, è simpatico ma è piuttosto timido. Credo che andreste d’accordo! Potrei presentartelo, sai? Tanto anche tu lavori nel campo giornalistico, potrebbe tornarti utile... Anche se gli mancano un po’ di anni di gavetta già programmata prima di poter fare quello che vuole...”
Jamia si perse nei suoi pensieri e Frank si stiracchiò e tornò in cucina.
Mentre aspettava che il sugo finisse di bollire, diede un’occhiata in giro e posò lo sguardo su una vecchia fotografia di circa dieci anni prima.
Un Frank sorridente e con i capelli più lunghi teneva stretto un braccio attorno ad un ragazzo pallido, con capelli corvini e occhioni verdi, che lo guardava.
Frank sentì un brivido e rivide davanti a sé due grosse luci bianche, sbattè le palpebre e tornò al sugo sospirando.

 







Mi è uscita di getto, non so come o perchè.
   
 
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