Buongiorno, lo so.. siamo
in ritardo.. in realtà io sono in ritardo perchè
questo è il mio capitolo però l'ho detto mille
volte e continuerò a dirlo, l'ispirazione era andata via,
volata come le rondini in cerca della primavera.. ho dovuto lottare per
riaverla.. Guardare telefilm vecchi, sbavare su foto di uomini mezzi
nudi! xD E alla fine ce l'ho fatta. Non dico che il capitolo sia stra
bello però meglio di quelle schifezze che vengono fuori
quando non sono ispirata!
Allora allora che dire.. AH SI, avevamo lasciato i due idioti a casa di
Honey, a baciarsi sotto il vischio per instistenza della piccola
Sunshine.. che sarà successo adesso?
Vi
pregherei di leggere sotto, solo qualche avviso.
BACI.
5.The quiet and the storm.
Le sue labbra
sulle mie, mi fecero scoppiare il cuore, non so per quale sensazione
prima, forse felicità, paura, o amore; e quando mi staccai
da lei un
enorme senso di vuoto mi pervase, potevano le sue labbra essere
così
indispensabili?
“Ecco, contenta?” Si rivolse con un sbuffo
alla piccola Sun, eppure non riusciva a smettere di guardarmi, forse
anche lei aveva provato le mie stesse emozioni, pensai, o meglio,
sperai con tutto me stesso che lei mi ritenesse indispensabile,
esattamente come facevo io.
“Siiii, adesso mamma, guarda quanti
regali, guarda guarda.” I saltelli della bambina, la manica
della
maglietta strattonata.. nulla poteva interrompere il nostro contatto
visivo, era la quiete dopo la tempesta, anche se, riflettendoci
meglio, la tempesta vera e propria doveva ancora scatenarsi.
“Dai
mamma, Eth, sediamoci ed apriamo i regali.. tieni mamma questo
è per
te”
Forse fu quella parola a farla tornare in sé,
perchè si
voltò verso sua figlia, guardandola in più modi
diversi, anche
arrabbiata, prese quel pacchetto dalle sue mani, gettandolo sul
divano.
“Avevo detto niente albero, niente regali, niente
Natale”
“Ma mamma, noi..”
“Niente 'ma' Sunshine, sai
benissimo quali erano le regole, e tu mi hai disobbedito.
Sistemeremo, riportando tutto in negozio”
Riuscii a leggere la
delusione negli occhi della bambina, il suo cuore si spezzò
nel
momento esatto in cui la madre le ordinò di andare in camera
sua,
avrei voluto fare qualcosa, come abbracciarla, o rassicurarla che
prima o poi sua madre sarebbe tornata quella di prima ma lei avrebbe
comunque perso il Natale.
“TI ODIO” urlò tra le lacrime
“Dovevi andare via tu, non papà..” Corse
via dal salotto, fermai
in tempo Honey prima che potesse raggiungerla e l'occhiata che mi
lanciò mi gelò il sangue nelle vene. Le lasciai
il polso, perchè
sapevo che da lì a poco sarebbe scoppiata. Mi
insultò in tutti i
modi possibili, e rimasi zitto lasciandola sfogare perchè
aveva
ragione, non mi sarei dovuto intromettere, avrei dovuto lasciarla in
pace, avrei dovuto rifiutare la sua offerta di lavoro.
“Io ho
solo espresso un suo desiderio”
“Sta zitto Ethan, per favore!”
Il suo camminare avanti ed indietro per la stanza mi rendeva
estremamente nervoso “E' tutta colpa tua”
“Ho capito, ma il
tuo ripeterlo non cambia le cose”
“E' meglio se vai via” Si
era fermata, non era più arrabbiata ma delusa, il che mi
fece ancora
più male.
“Honey..” Mi pregò con lo sguardo e feci
come
aveva detto, non salutai neanche la piccola Sun.
Arrivai a casa
mia con il cuore spezzato e mille sensi di colpa, non sapevo
assolutamente come comportarmi, se chiamarla e scusarmi per tutto
quello che era successo, o chiedere semplicemente di sua figlia per
sapere come stesse, ma non feci nulla di tutto ciò, sapevo
che le
donne preferivano stare da sole con i loro pensieri o sfogarsi con le
amiche in quei casi, perciò me ne andai a letto, aspettando
impaziente l'arrivo del mattino successivo.
Di solito riuscivo
a calmarmi bevendo caffè e fumando qualche sigaretta, ma
quella
volta neanche una caraffa intera e un pacco da venti erano bastati a
rilassare i nervi. Feci anche una doccia calda, sperando che il
vapore schiarisse la mia mente, trovando un'idea, un qualcosa, per
farla ragionare e farmi perdonare, ma sapevo benissimo già
allora,
che sarebbe stato difficile.
Mi feci trovare all'entrata del The
Mall prima dell'apertura, la vidi scendere dal taxi, stretta al suo
cappotto grigio, con i capelli raccolti, era bella da morire.
“Oddio
no..” Cercò di evitarmi, ma le avevo bloccato
l'ingresso
posizionandomi esattamente all'entrata.
“Possiamo parlare per
favore?” Non mi aveva risposto, ma il suo sguardo era stato
abbastanza eloquente, ed era stata chiara anche la sera precedente,
dicendomi di non volermi più vedere, ma non potevo mollare
in quel
modo. “Non mi interessa se non mi vuoi ascoltare, io
parlerò lo
stesso”
“C'è qualche problema qui?”
Quella maledetta
guardia all'ingresso era arrivata al momento sbagliato, obbligandomi
a spostarmi e permettendo ad Honey di entrare al The Mall, e restarci
per tutto il giorno. Ebbene sì. Mi ero appostato al bar di
fronte,
bevendo un'indefinita quantità di caffè e
mangiando ciambelle, pur
di beccare il momento giusto in cui lei sarebbe uscita per andare a
casa, tenendola d'occhio mi sarei fatto trovare dentro il taxi, e poi
davanti casa sua..
Non poteva finire in quel modo. Finire cosa poi
dovevo ancora chiarirlo a me stesso, ma in quei giorni ero talmente
testardo che quando la guardia del The Mall minacciò di
chiamare la
polizia per la terza volta in tre giorni consecutivi, capii che
dovevo trovare un altro modo per parlare con Honey.
“E'
quasi passata una settimana, e sono sempre qui fuori ad aspettarti,
per favore, possiamo parlare?”
Non
era stato l'unico messaggio che le avevo inviato, forse il centesimo
e non avevo mai ottenuto risposta, stavo iniziando a perdere sia la
pazienza che la speranza..
“Ethan” Mi voltai sorpreso e
meravigliato nel sentire quella tenera e dolce vocina chiamarmi, la
guardai con gli occhi lucidi, e l'accolsi tra le braccia. Era piccola
e fragile più di quanto ricordassi.
“Sunshi, che ci fai
qui?”
“Ero a lavoro con mamma, e.. ti ho visto dal suo
ufficio” Rimase attaccata a me, la sua manina stretta nella
mia,
Dio se ero contento di rivederla.
“Mi hai visto? Co..come hai
fatto?”
Quando mi disse che l'ufficio si affacciava sulla
strada, e mi aveva visto entrare al bar il mio cervello non ci aveva
messo molto a fare un rapido ragionamento.
Ultimamente non
riuscivo più a beccare Honey all'orario di uscita
perchè lei mi
vedeva. Ribollivo di rabbia.
“Che succede Eth?” La rassicurai
sorridendo e abbracciandola nuovamente. Ordinai per lei una
cioccolata calda, e mi feci raccontare come stava trascorrendo quelle
vacanze.. mi stupii quando con gli occhi lucidi mi confessò
che
avevano tenuto l'albero di Natale ed i regali, quindi ero riuscito
nel mio intento, renderla felice.. e pensai che forse era quello il
motivo per cui Honey non voleva vedermi, perchè l'avevo
costretta ad
affrontare i fantasmi del suo passato, o forse perchè io ero
riuscito dove lei aveva fallito, far sorridere nuovamente Sunshine.
“MAMMA!”
“Cristo Santo Sunshine, come diavolo ti
è..”
Si bloccò nel vedermi “Avrei dovuto immaginarlo
che c'era il tuo
zampino..” Ovviamente provai a spiegarle che non c'entravo
nulla,
ma prese sua figlia in braccio, trascinandola via dal bar.
“Honey,
aspetta.. Maledizione”
“Mettiamo le cose in chiaro Ethan, se
non lasci in pace me e mia figlia prenderò seri
provvedimenti”
“Se
solo tu mi facessi spiegare”
“Ma cosa devi spiegare?”
Le
nostre urla avevano attirato l'attenzione di troppi passanti e
negozianti.. ripensai a quando, tempo prima, avevo sentito dire che i
Newyorkesi andavano sempre di fretta fregandosene di tutto e tutti,
che grande balla.
Anche quella discussione era terminata in quel
modo, e mi sentii un perfetto e completo idiota, perchè non
avevo
concluso nulla, l'unico passo avanti che avevo fatto era stato urlare
su un marciapiede con Sunshine presente. Che razza di uomo ero?
Ormai
trascorrevo la maggior parte del mio tempo in strada o dentro quel
maledetto bar, piuttosto che in casa, tanto non avevo nulla di meglio
da fare, e poi c'era sempre quella parte di me che sperava sempre nel
miracolo.. ed infatti accadde. Il miracolo intendo.
Uscivo dal
bar, ormai rassegnato, diretto verso casa. Avevo davvero perso la
speranza di vederla e parlarle, perchè era chiaro che non
voleva più
saperne nulla di me, e soprattutto non provava la stessa cosa che
provavo io per lei. Quando la vidi correre dall'altro lato della
strada, verso l'ingresso del The Mall, il mio cuore
sussultò, non ci
pensai due volte, e la seguii.
Dentro il centro commerciale.
Su
per le scale.
Nel reparto amministrazione.
Era entrata
nell'ufficio di Scott, il direttore, lasciando la porta aperta. Mi
avvicinai lentamente e bussai alla porta, non volevo farla schiattare
dallo spavento.
“Per favore non urlare, né scappare, stai
zitta e lasciami spiegare.. almeno per una volta”
Posò i fogli
che aveva in mano sulla scrivania, ed incrociò le braccia
sotto il
petto, forse per ascoltarmi meglio.
“Mi dispiace davvero Honey,
se mi sono intromesso nella tua vita, se ho fatto riaffiorare dei
ricordi tristi, se tu e tua figlia avete litigato, se ho rovinato il
tuo Natale.. non volevo che accadesse tutto questo.. Io volevo solo
realizzare il sogno, il desiderio di Sunshine, e vederla felice, mi
ha reso felice”
“Tu.. non dovevi”
“Lo so, e non sai
quanto..”
“STAI ZITTO” Il suo urlo riecheggiò per
tutto
l'ufficio, o forse era il mio cuore a ripeterlo continuamente
“Perchè
non sei come tutti gli altri? Perchè non sei uno stronzo che
se ne
frega dei sentimenti delle donne? Mi hai ferita ma nonostante tutto
sei.. ti sei preoccupato di scusarti, dimmi il
perchè?” Non mi
diede il tempo di rispondere, era come se stesse facendo un monologo
con la sua coscienza. “Io ho cercato di impormi di starti
lontana.
Ho cercato di dirmi che non eri quello giusto, e avevo ragione,
perchè quale razza di persona sana di mente farebbe quello
che hai
fatto tu per una sconosciuta? Per una bambina che non è
neanche sua
figlia?” Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata o triste o
dispiaciuta.. “Dovevi stare lontano da me. Da noi”
Ricominciò ad
urlare, e se doveva essere una gara a chi gridava di più non
avrebbe
di certo vinto lei.
“Non avrei dovuto salvare la vita di tua
figlia?”
“Certo, ma poi dovevi andartene”
“Tua figlia
mi ha chiesto di restare”
“Tu dovevi andartene”
“Io
volevo restare” La mia gola iniziava a bruciare.
“Tu dovevi
andartene”
“Dimmi un valido motivo per cui sarei dovuto andare
via”
“Perchè io mi sono innamorata di te” Le
parole mi
morirono in bocca. La richiusi più e più volte
non sapendo che
dire. “Hai capito bene.. puoi anche toglierti
quell'espressione da
pesce lesso dal..”
La baciai.
Le presi il viso tra le mani e
posai le mie labbra sulle sue, e il mio cuore sussultò,
percorse
tutto il mio corpo, dai piedi alla testa, con un solo battito, la
stessa sensazione di quando si è sulle montagne russe o si
sta
cadendo.
La sensazione di essere svuotato e riempito nello stesso
medesimo momento.
Era dunque questo l'amore?
Le nostre lingue
si trovarono subito, iniziando una danza tutta loro, mentre le mie
mani non avevano intenzione di abbandonare il suo bellissimo viso. Le
sue, si aggrapparono alla mia felpa, stringendola spasmodicamente,
tirandomi verso lei ancora di più. Sorrisi sulle sue labbra
a quel
gesto, e lasciando il suo viso, la sollevai per farla sedere su
quella scrivania.
Rise quando sentì il rumore di alcuni oggetti
raggiungere il pavimento, ma non importava a nessuno dei due. Non
stavamo litigando, e cosa più importante, lei mi aveva
confessato di
essersi innamorata di me. Sorrisi di nuovo e mi morse il labbro,
assottigliai lo sguardo e mi vendicai torturandogli il collo con
piacevoli baci.
“Eth.. Ethan”
“Se hai intenzione di
dirmi di fermarmi. Puoi scordartelo” Baciai anche l'altro
lato del
collo, facendola mugolare di piacere.
“Tog. Spogliati” Non
riuscivo a smettere di sorridere, ero così.. felice oltre
che
eccitato ovviamente.
Le tolsi la giacca, e con un colpo secco le
aprii la camicia, non feci caso al suo sguardo di ammonimento per
averle fatto saltare via i bottoni, volevo toccarla, sfiorarla e
baciarla, e quei maledetti vestiti erano un ostacolo piuttosto
fastidioso. Le sue dita erano intrecciate ai miei capelli, ogni
gemito di piacere corrispondeva ad una maggiore stretta, le strinsi
un seno nudo nella mano mentre continuavo ad occuparmi del suo collo
e della spalla, alternando baci e morsi.
Inarcò la schiena e mi
avvicinò, con i piedi, maggiormente a lei, non appena le
leccai
sensualmente l'orecchio ed ancora il collo. Le sollevai la gonna, e
maledii quelle maledette trappole femminili, chiamate calze.
“Qualche
problema?” Rideva, ed era il suono più bello del
mondo. Sollevai
il viso per guardarla meglio, indugiai sul suo viso. Le guance
arrossate, le labbra gonfie dei nostri baci, i capelli sciolti ed
arruffati, gli occhi lucidi per il piacere. Lasciai perdere le calze
e mi avventai sulla sua bocca. Non so come fece, ma mi ritrovai senza
maglia, e lei era senza calze.. non smetteva di ridere per la mia
incredulità.
“Noi donne abbiamo dei poteri straordinari,
sai?”
“Io non ho nessun potere.. ma ho una bacchetta magica
pronta per te”
“Ethan, questa era davvero volgare!”
Feci
spallucce e il sorriso sparì dalle mie labbra non appena le
sue mani
accarezzarono la mia erezione, sensualmente e lentamente, tirarono
giù la cerniera e con i piedi abbassò velocemente
i miei jeans.
Avevamo giocato abbastanza, e non vedevo l'ora di sentire il suo
calore avvolgere il mio.
Sospirai, e lei con me, non appena entrai
in lei, fu una sensazione strana, indescrivibile, meravigliosa, come
se la mia intimità fosse stata completamente avvolta,
assorbita, o
meglio ancora risucchiata dalla sua, difficile da spiegare, ma
incredibile da provare. Lei era fatta per contenermi.
Si aggrappò
a me in tutti i modi possibili, mentre aumentavo le spinte per
donarle piacere, mi baciò più e più
volte in tutto il viso, prima
di poggiare i gomiti sul tavolo ed inclinare la testa
all'indietro.
Sussurrò, e poi urlò il mio nome, tornando a
stringermi, e muovendosi insieme a me.
Stavo letteralmente
perdendo la ragione ed il controllo.
Le baciai la spalla quando
esplosi di piacere.
“Io..”
La sua voce spezzata attirò
subito la mia attenzione. Mi preoccupai, perchè non era una
bella
cosa veder piangere una donna dopo aver fatto l'amore.
Perchè il
nostro non era stato del semplice sesso, certo non era stato in un
luogo molto appropriato, ma i miei bis nonni avevano avuto la loro
prima volta in un campo di ortiche, e 50 anni dopo erano ancora
più
innamorati di prima.
La scrivania del capo era molto più comoda
delle ortiche.
“Honey, ti prego parlami”
“Giuro che non è
colpa tua.. cioè è merito tuo..” Le
asciugai le lacrime e le
baciai le palpebre, sperando che smettesse. “Io piango,
quando..
oddio..”
“Mi stai facendo preoccupare” Si coprì
il viso con
le mani, ma gliele tolsi, non mi ero ancora reso conto di non essere
uscito. Ma stavo bene dove stavo.
“Piango dopo un orgasmo. Ecco
l'ho detto.” La sua espressione imbronciata mi fece ridere
“Lo
sapevo, non dovevo dirtelo.. adesso penserai di essere
chissà
chi..”
Le baciai velocemente le labbra, ed uscii a malincuore da
lei.
“Che ne dici di andare a casa e piangere insieme?”
Non
ero mai stato felice come allora, sorridevo ad ogni suo gesto, mentre
diceva al tassista l'indirizzo di casa, mentre si accoccolava alla
mia spalla e mi stringeva la mano.
Pensai che non poteva esserci
giorno migliore, ma ancora una volta mi sbagliavo..
“Siamo a
casa” Chiamò la figlia mentre lasciava la giacca
nell'attaccapanni, Sunshine ci corse incontro con un cipiglio
incuriosito, si bloccò non appena mi vide, ed
urlò felice non
appena si accorse delle nostre mani intrecciate. La presi in braccio
stringendola forte..
“Eth.. sei a casa”
“Sì piccola,
sono a casa”
Abbracciai anche Honey, sorridendoci a vicenda.
Le
mie due donne.
*************
Non sono carini e coccolosi? Non mi esprimo più di tanto
voglio che siate voi a farlo, sempre se vi va.
Allora, vorrei solo darvi qualche link.
Se volete aggiungermi su facebook, potete richiedere la mia amicizia
qui Thecarnival
efp
Se invece volete iscrivervi al gruppo, sempre su facebook,
potete trovarlo qui, Le
mie storie ed altro, in esso troverete anche Spencerina, che
ogni tanto pubblica qualche novità o idea su delle sue nuove
storie.
Se vi piacciono i video fanmade sulle fanfiction, allora, sempre se vi
va, potreste dare un'occhiata al mio canale youtube La
vida es un carnaval e a quello di Spencerina,
EverHastingsLove. Abbiamo fatto dei video davvero carini. Io
su delle storie mie e di alcune mie amiche già pubblicate e
non, e Spence, dei video in generale. Date un'occhiata.. non ve ne
pentirete.
L'ultima cosa, ed ho finito, GIURO, se vi piacciono le storie
originali, o se vi piace twilight -in contensti completamente diversi-
potete leggere le mie storie, una finita e l'altra in corso:
- Suonami
Lentamente
e la raccolta A
wish right now che comprende una mini-fic
di 4 capitoli e una OS.
Ho davvero finito.
Al prossimo capitolo.