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Autore: SoffiodiFata    13/01/2012    1 recensioni
< Robert … > tentai di dirgli ma la mia voce venne rotta dal pianto. Volevo parlargli, chiedergli come stava, cosa aveva, ma non ci riuscivo. Lui mi sorrise dolcemente < E’ il tuo compleanno non dovresti piangere. Dovresti essere felice. > confessai finalmente la verità < Non ci riesco … > Robert corrugò le sopracciglia sorpreso < Perché? > < Non lo so . E questo mi fa paura. > inutile fare la dura, inutile fingere, inutile negare ora, davanti a lui: da quando l’avevo conosciuto qualcosa in me era mutato. Guardò la sua bottiglia di birra e bevve le ultime gocce rimaste. Era sfinito, distrutto oltre che ubriaco e non riuscivo a capirne il motivo reale. < Perché stai così? > < Perché ora tu sei qui con me e non con il tuo fidanzato? >.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La festa di Kris.


Il giorno dopo mi svegliai con un terribile mal di testa, forse causato dal lungo pianto del giorno prima. Ero terribilmente confusa, non riuscivo ancora
a spiegarmi il perché avessi fatto una cosa del genere. L’unica cosa che sapevo era che se fossi tornata indietro l’avrei rifatto altre mille volte perché
era stato bellissimo, avevo provato delle sensazioni mai sentite prima e questo mi spaventava. Per fortuna oggi c’erano le riprese a La Push con Taylor e
gli altri quindi non avrei dovuto vedere Robert, almeno non per quel giorno.
Alla spiaggia tirava un vento fortissimo e si gelava. Tutti noi al termine di ogni ciak correvamo a bere tazzoni di the o caffè caldo ed a ricoprirci con coperte.
Era divertente stare con  tutti quei ragazzi, peccato che nel film Bella avesse poche scene con loro. Taylor poi era qualcosa di veramente spassoso,
una forza della natura! Non smetteva di fare battute e di ridere, questo non faceva altro che bene a me almeno mi distraeva. Parlammo insieme per un bel
po’ finite le riprese. Mi piaceva ed ero sicura che sarebbe diventato ben presto mio amico!
Durante la pausa pranzo Chatrine si sedette accanto a me con il suo panino e mi guardò con aria perplessa  < Che c’è? Avanti sputa il rospo! > le dissi
< Ecco … io … Volevo chiederti se magari sentivi il bisogno di parlare con qualcuno di quello che è successo ieri. Non che io voglia impicciarmi ma, insomma,
siamo amiche, giusto? io ci sono se hai bisogno. > le sorrisi < Sei molto gentile Chate ma non ti dirò nulla perché non c’è niente da dire. > < Ma Kris … >
< Senti è stato un momento di debolezza, ok? > < Quanti momenti di debolezza hai ultimamente? > mi arresi < Non me le dai a bere le tue scuse. >
< Sì, hai ragione …. Solo che neanche io so che mi è preso. Non sono più me stessa, non sono più lucida  e ieri poi … > mi coprii il viso con le mani
disperata < Oh tesoro, no, non fare così! > < Che diamine mi sta succedendo Chate! Perché faccio così? Perché ieri ho reagito in quel modo? Io sto con
Michael, io amo lui da sempre! > < No, mai! > < Kristen, seriamente, questa mattina
l’ho intravisto durante la colazione e aveva una faccia da far paura! Io non lo conosco bene ma mi ha preoccupato! > < Non sono affari miei. > < Kristen è anche
per il tuo bene se … > < No! No, ok? Perché non proviamo a fare finta che non sia successo niente? E’ così semplice infondo. Dimentichiamoci di ieri e di tutto. >
< Kris non credo che sia la migliore soluzione. > < Io invece credo proprio di sì. > detto questo mi alzai e andai a fare una passeggiata lungo la spiaggia.
Avevo deciso: avrei dimenticato tutto. Era la soluzione più semplice. E poi, per mettere le cose meglio in chiaro, mandai un sms a Michael con scritto
semplicemente  Ti amo.
Dovevo convincerli tutti che nulla era cambiato: Chate, Michael, Robert e … soprattutto me stessa.                                                                                 Tornati all’hotel andai immediatamente a fare una doccia bella bollente perché mi sentivo proprio un ghiacciolo. Poi scesi a cenare e imposi a me stessa
di non guardare verso il tavolo dove ci sarebbe dovuto essere seduto Robert Pattinson. Quella sera avevo deciso di ritornare la Kris di sempre, serena e
sorridente, ma il mio piano non ebbe ottimi risultati. In compenso però parlai molto con Nikki, la ragazza che interpreta Rosalie. Poi mi arrivò un sms:
Esci dall’entrata principale. Ed osserva. Michael.
Tutta curiosa allora mi incamminai verso la hole e poi verso le porte; una volta fuori mi accorsi che era in corso una terribile bufera e davanti a me non vedevo
nulla. Sentii però qualcuno tossire alla mia destra, così mi girai: a pochi metri da me c’era Robert che stava fumando una sigaretta e probabilmente nemmeno
si era accorto della mia presenza. Indossava un maglione nero forse di due o tre tagli in più della sua con un cappuccio che gli ricopriva il capo. Mi venne
un nodo alla gola. Le mie gambe mi dicevano di andare da lui, la mia voce di chiamarlo, ma il mio cervello no, lui diceva di starmene lì buona ad aspettare il
mio ragazzo. Poi ci fu una suonata di clacson ed una macchina accese i fari accecandomi sul serio. Era lui, Mike. Aspettai che scese dall’auto e venisse sotto
il portico e poi lo abbracciai < Ma che ci fai qui? > < Ho voluto farti una sorpresa dolcezza. Così passeremo insieme la tua prima notte da diciottenne.> gli sorrisi,
che carino. Mi prese in braccio e mi fece fare un girotondo, proprio come una bimba. Io risi e quando mi rimise a terra lo baciai, un bacio di quelli lunghi,
un po’ troppo, forse avevo esagerato dovevo calmarmi infondo lui non sospettava niente e non dovevo dimostrargli niente. Appoggiai la testa sulla sua spalla
tanto da non fargli vedere quant’ero pensierosa, ma così facendo potei vedere invece che Robert ci stava guardando, o meglio mi stava guardando. Il cielo era
nero, c’era molta nebbia e pioggia quindi non c’era una buona visuale, ma mi sembrava strano, il suo volto era più scuro di tutto ciò che ci circondava; allora
mi vennero in mente le parole di Chatrine che mi aveva detto quella stessa mattina a proposito di quel ragazzo. Io il coraggio di andare a parlargli non ce
l’avevo. Io volevo solo dimenticare tutto e continuare come se niente fosse successo. E questo avrebbe dovuto capirlo e farlo pure lui. Io e il mio fidanzato
poi entrammo in camera mia dove aveva fatto portare champagne a volontà. < Ma sei impazzito? > gli chiesi < Per te questo e altro amore! > < Oh cucciolo … >
dovevo sforzarmi di essere il più naturale possibile: insomma , lui era sempre lo stesso, il mio Mike, il ragazzo con cui stavo da una vita, che era amato da
tutta la mia famiglia e che sarebbe dovuto essere il padre dei miei figli! Così era stato , così era e così doveva essere per sempre. Punto e basta. A mezzanotte,
dopo aver fatto fuori tutte le bottiglie, brindammo con l’unica bibita che ci era rimasta a disposizione, ovvero dell’acqua. < Alla più bella diciottenne che
abbia mai visto. Alla mia diciottenne, perché tu sarai sempre mia, sempre. > quelle parole mi fecero venire un po’ la pelle d’oca ma era la pura verità quindi
di che preoccuparsi? Mi baciò con una foga mai vista < Hei, ok che siamo brilli, ma calmati! > < Kris … vieni qui ti ho preso un regalino. > < Oh Mike non dovevi. >
< Certo che dovevo! Eccolo qui. > mi porse una scatolina verde < Su, che aspetti? Aprilo! > tolsi la carta e aprii il coperchio: arrotolati c’erano due biglietti per
l’Italia, andata e ritorno 10 giorni. < Così potremo passare un po’ di tempo insieme una volta fini te le riprese qui. > < E’ bellissimo! > lo abbracciai e capii di
essere fortunata ad averlo al mio fianco. Passammo l’intera notte dolcemente insieme, amandoci fino al mattino.
Al mio risveglio Mike stava facendo la doccia. Avevo passato assieme a lui una bellissima nottata, molto romantica. Quel giorno il mio compleanno cadeva
di domenica così nessuno lavorava e perciò avevo la giornata libera. Sorrisi per questo. < Siamo allegre oggi? > disse il mio ragazzo abbracciandomi ancora
tutto bagnato < Sì, lo sono. Avere diciotto anni è bello. > mi baciò la guancia < Perché senti che è cambiato qualcosa? > < Perché tu non hai sentito nessun cambiamento? > mi sorrise e prese a baciarmi di nuovo < Se entro cinque secondi non fili in bagno, beh, non ti lascerò più andare da questo letto. > < Mmh
proposta allettante ma devo rifiutare.> e corsi a lavarmi. Scendendo a fare colazione tutti mi fecero gli auguri. In pochi giorni eravamo riusciti a creare quasi
una famiglia, volevo bene a tutti loro. Passai tutto il giorno fuori tra i boschi con Michael: facemmo delle belle scampagnate mangiando al sacco. Era da tanto
che non passavo un’intera  giornata con lui, soli soletti. Mi parlò di come andavano le cose a casa, dei miei, del suo lavoro e dei suoi amici ed io lo ascoltai tutta attenta. < Kris, wow, non perdi neanche una cosa che dico, sei curiosa anche del basket che non te ne è mai importato niente …. A cosa devo tutto questo? >
< Beh tu sei importante per me e dunque quello che è importante per te lo è anche per me. > < Sei un angelo! >.                                                                               
 La giornata trascorsa era stata molto bella ed io fui una fidanzata impeccabile. Ritornati all’hotel Chate mi disse di prepararmi poiché c’era in serbo una sorpresa
per me; io non le dissi ovviamente che avevo già capito tutto da qualche giorno, feci l’aria sorpresa da chi cade dal pero e corsi a cambiarmi mettendomi
ovviamente jeans, maglietta a mezza maniche e Converse, il massimo della mia eleganza.  Fuori c’erano delle limousine che ci aspettavano e che avrebbero
portato tutti noi ad un locale poco fuori Forks, tutto riservato per noi. Ci scatenammo subito come pazzi tra balli e Karaoke pietosi. Tutto stava filando liscio
come l’olio, tutto era perfetto. D’un tratto Michael mi fece segno che doveva uscire così io ne approfittai per andarmi a sedere su un divanetto: mi facevano male
i piedi! Osservando ciò che mi circondava vidi i miei amici “Cullen” muoversi come delle tarantole, però Ashley era molto brava; poi notai Chatrine che, come
una ragazzina, ballava scatenata  con due cocktail in mano e poi, alzando lo sguardo al secondo piano, vidi Robert Pattinson tutto solo, appoggiato alla ringhiera
che dava sul salone principale dov’eravamo tutti noi, che stava bevendo una birra. Smisi di sorridere, di essere felice. Mi faceva male vederlo così. Sbuffai e
cercai di non fargli caso, ma fu tutto inutile. Così salii le scale e piano, passo dopo passo, mi avvicinai a lui appoggiandomi a mia volta alla ringhiera < Bello qui,
puoi controllare tutti, vedere quanto sono stupidi e ridicoli uno per uno. > fece un sorriso triste < Già. Ed io sono il più stupido e ridicolo di tutti. > < Perché dici questo? > < Perché è la verità. Tutti a divertirsi, io no > < E perché non ti diverti anche tu? > < Perché non ho nulla per cui divertirmi. Non … io non ce l’ho. >
sussurrò le ultime parole incatenando il suo sguardo al mio: aveva gli occhi lucidi, forse perché era totalmente ubriaco o forse per qualcosa d’altro. Mi venne
il magone. < Robert … > tentai di dirgli ma la mia voce venne rotta dal pianto. Volevo parlargli, chiedergli come stava, cosa aveva, ma non  ci riuscivo. Lui mi
sorrise dolcemente < E’ il tuo compleanno non dovresti piangere. Dovresti essere felice. > confessai finalmente la verità < Non ci riesco … > Robert corrugò le sopracciglia sorpreso < Perché? > < Non lo so . E questo mi fa paura. > inutile fare la dura, inutile fingere, inutile negare ora, davanti a lui: da quando l’avevo conosciuto qualcosa in me era mutato. Guardò la sua bottiglia di birra e bevve le ultime gocce rimaste. Era sfinito, distrutto oltre che ubriaco e non riuscivo a
capirne il motivo reale. < Perché stai così? > < Perché ora tu sei qui con me e non con il tuo fidanzato? > quelle parole mi colpirono: aveva ragione. < Hai ragione io,
io devo andare dal mio ragazzo, non dovrei stare qui. E’ la mia festa mi devo divertire. Devo ridere, ballare, essere spensierata e felice.> dissi tutto questo trattenendo le lacrime, lui se ne accorse e, inclinando il capo da un lato, mi sorrise ancora dolcemente, ma ancora una volta era un sorriso triste, di dolore. Feci
per andarmene quando sentii pronunciare dalle sue labbra il mo nome, mi girai. Era lì che si toccava i capelli, indeciso se farlo o non farlo e poi mi porse una scatolina blu. La presi sorpresa. < E’ per te. Non pensare che sia chissà che cosa, eh. L’ho visto questa mattina in una bancarella e mi sei venuta in mente tu. >
disse faticosamente e tutto intimidito. Non me lo sarei mai aspettato un regalo da lui. Non sapevo che dirgli se non un grazie sussurrato. Nel passarmi la scatoletta
le nostre mani si sfiorarono ed io la ritrassi subito come se avessi sentito una scossa. Lo guardai ancora una volta, forse rimanemmo in quella posizione per
secondi o per minuti, non so, con lui perdevo il senso di tutto e poi me ne andai. Misi la scatoletta nella borsa ed andai al balcone a prendere una bibita. Volevo ubriacarmi come non avevo mai fatto. < Kris eccoti! Che fine avevi fatto? > < Ero alla toilette Mike. > < Oh, ok. >.
Una volta ritornati in hotel, verso le h 3.00, non più tardi perché il giorno dopo si doveva riprendere a lavorare, Mike mi disse che sarebbe dovuto partire
quella stessa mattina per un imprevisto; così lo salutai e tornai in camera mia. Ero frastornata, mi girava la testa e stavo proprio da schifo. Mi lasciai cadere sul
letto,  chiusi gli occhi e lanciai la borsetta contro il muro. < No! > urlai immediatamente e corsi a riprenderla. Inginocchiata a terra, piangendo e con il trucco tutto sbavato pregavo qualsiasi dio che il regalo di Rob non si fosse rotto. Lo aprii: grazie al cielo era intatto. Era un sasso sul quale era stato dipinto un piccolo cervo.
Era dolce, adorabile. Lo tolsi dalla scatola e lo appoggiai sopra al mio cuore. Piansi ancora di più. Quel ragazzo mi aveva stregata, mi stava facendo impazzire.        
 

Ecco il regalo di Rob a Kristen:
 


  
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