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Autore: Messy Girls    13/01/2012    0 recensioni
Pensate di sapere qualcosa sull'amore o sull'amicizia? beh, c'è sempre di più da scoprire. Queste scoperte possono portare sia gioia che dolore come presto capiranno questi liceali. E' una lotta interminabile, fatta di scelte, errori, speranze e delusioni, lungo un percorso accidentato, chiamato comunemente vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ si può sapere dove diamine eri finita???” quasi mi urlò la mia compagna di banco preferita, nonché migliore amica Nanà, facendo girare tutti i compagni dalla nostra parte. “shhh… che gridi?!? Ne parliamo nell’intervallo..” le borbottai  di rimando. Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile e io sospirando mi accinsi a tirar fuori dallo zaino il libro di fisica, cercando di prestare un minimo di attenzione alla prof, cosa che mi riusciva piuttosto difficile in quel momento.
Pensavo e ripensavo al ragazzo del pullman, non sapevo neanche il suo nome e lui non sapeva il mio, eppure la sua immagine si sovrapponeva alle pagine del libro facendomi perdere completamente anche quel minimo di attenzione che cercavo di simulare. Ma che diamine mi prendeva??? In fondo sto tizio non lo avevo visto che di sfuggita..perchè stava condizionando così completamente la mia testa?? E io che ero sempre stata una di quelle che non sta a pensare tutto il giorno ai ragazzi. Mi voltai molto scocciata verso Francesca quando questa mi chiamò e interruppe il ragionamento che stavo facendo.
-Che vuoi??-
-Hai sentito cosa ha detto la prof???- fece lei tutta eccitata..io la guardai perplessa-no perché?-
- ooh…ma insomma.. sempre tra le nuvole stai?? La prof ha appena detto che domani arriverà un nuovo compagno di classe!!- Beh e allora?- le borbottai io scocciata che avesse interrotto i miei ragionamenti altamente filosofici per una stupidaggine del genere- non capisco che ci trovi di così emozionante!- aggiunsi poco dopo.
Guardai di sfuggita Nanà affianco a me, aveva la testa sul banco, sicuramente dormiva così tentai di ritornare ai miei pensieri quando improvvisamente il suono della campanella mi svegliò da quello stato di coma. Non appena il suono dolcissimo entrò in classe ci fu come un risveglio collettivo; sedie che si muovevano, banchi che si spostavano per giocare a una specie di ping-pong-fai-da-te ; insomma  era arrivato l’attesissimo intervallo. Anche Nanà saltò in piedi e mi guardò –Ora io e te facciamo i conti- e si diresse verso il popolatissimo corridoio. Io la seguii rassegnata, certa che non l’avrei scampata facile..a volte era peggio di un genitore quanto ti faceva il terzo grado prima di uscire di casa con gli amici. – Beh racconta- disse lei- come mai sei arrivata così tardi?- -ho perso il primo pullman- le risposi piccata, facendo attenzione a non far trasparire nulla, ma quella donna era peggio di Patrick Jane (ma quant’è figo quell’uomo?)  nel telefilm “The Mentalist”! Non glie ne scappava una. –Non ci credo, ci deve essere qualcos’altro,  non hai fatto altro che fissare il libro di fisica per tutta l’ora, chiaramente i tuoi pensieri non erano proprio diretti a quello che spiegava la prof!-
-Ma che ne sai tu? Tu dormivi!-
-Seee…ti sembrava che io dormissi… ti ho tenuta d’occhio per tutto il tempo!
Ecco appunto… che vi dicevo? Farebbe invidia a persino al gran figo citato qui sopra. – e va bene- sospirai rassegnata- hai vinto, stavo pensando ad un ragazzo a cui quasi sono cascata addosso salendo sul pullman-
-embè??-
- e allora…si è venuto a sedere vicino a me apposta..con tutti i posti che c’erano sul pullman e ha iniziato pure a parlarmi, solo che poi doveva scendere, in effetti è un po’ patetica la mia reazione, in fondo non so nemmeno chi sia, e mica lo incontrerò di nuovo.-
-oh guarda- feci io, tentando di cambiare discorso- ecco che arriva la Castelli- la Castelli era la nostra coordinatrice di classe che, a proposito, si diresse dalla nostra parte dicendo: -Lombardi?-
-Dica prof- le risposi io.
-Il preside ti vuole nel suo ufficio-
 - Ma profff…ho fatto solo un’ora di ritardo! La porto domani la giustifica!-
- Seguimi, il preside ti dirà tutto.-
Io guardai scioccata Nanà in cerca di aiuto e lei fece una faccia della serie “ non so che è successo, ma tranquilla non sarà nulla di grave” e io seguii la prof ansiosa. Dovetti faticare un po’ per tenere il passo di quella donna, che, anche con i tacchi, sembrava pronta per fare la maratona di New York. Dopo aver fatto tre piani a piedi, salutando qua e là qualche persona che conoscevo,  raggiunsi stremata il corridoio dove c’era il temutissimo ufficio del preside. Mi mancava solo la lingua di fuori ed ero a posto, non sono mai stata una tipa sportiva, io. La professoressa aprì la porta e una ventata di aria bollente mi inondò, peggiorando, se possibile, lo stato in cui ero. Non ero mai stata nell’ufficio del preside, e sebbene non eccellessi in tutte le materie, di certo la mia condotta era invidiabile, a parte qualche ritardo, ma insomma, chi non li fa? Fu così che entrai nell’ufficio, su esortazione della prof, visto che io non davo segno di volermi muovere. Le pareti, al contrario di quelle azzurro chiaro del corridoio, erano di un giallo intenso, cosa che mi diede molto fastidio, io odiavo il giallo, ed i miei occhi alla pari di me, repellevano quel colore, tanto che iniziarono a pizzicarmi fastidiosamente, giusto per migliorare lo stato delle cose. L’ufficio non era molto arredato, a parte qualche libreria contenente mucchi di scartoffie e qualche mensola con sopra i trofei vinti dalla scuola. La sua scrivania era in fondo alla stanza, cosicché io non la notai subito, anzi pensai quasi che non ci fosse nessuno, stavo per sospirare sollevata quando improvvisamente vidi il preside, ma soprattutto con chi stava parlando e mi venne un tuffo al cuore.
 –Oddio-.





Cori:
eccociii...assieme ad un nuovo capitolo...forse qualcuno si sta chiedendo perchè c'è scritto cori, beh anche se non lo state facendo noi ve lo diciamo lo stesso xD abbiamo scoperto recentemente, per nostra sfortuna (sigh) che nientepopodimeno che il Manzoni usava nella sua tragedia (di nome e di fatto, per tuti noi studenti, incapaci di capirci qualcosa), l'Adelchi, i cori per esprimere le sue opinioni personali sugli avvenimenti, così ecco spiegato l'arcano.. vabbè ora basta se no diventiamo noiose...speriamo che vi sia piaciuto il capitolo e ci fareste tanto felici se ci diceste cosa ne pensate in una recensioncina piccina picciò :3
Alla prossima, si spera! :)
Giu & Sa.
  
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