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Autore: Snafu    13/01/2012    1 recensioni
You can have anything you want,
but you better not take it from me.
Amicizia, Amore, Sesso, Droga... want more?
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Appetite for Destruction

Capitolo V – Mr. Brownstone.



Izzy camminava nervosamente avanti e indietro l’ingresso della grande villa bianca. Era stato a casa di Audrey poco prima, ma non l’aveva trovata. Allora il portiere, un ometto anziano, sulla settantina, gli aveva gentilmente spiegato che si era fatta ricoverare in una casa di riabilitazione.
Faceva sul serio, allora.
Il chitarrista, però, non aveva il coraggio di entrare... chissà da quanto stava passeggiando là fuori. In un impeto di baldanza entrò e chiese di lei.
Lo fecero camminare per una serie di corridoi bianchi, con porte bianche con scritti numeri in bianco, in rilievo. Lì per lì credette di essere in un’allucinazione. Poi quando lo introdussero nella stanza e vide Audrey fare dei disegnini su un foglio, si dovette ricredere.
Era piuttosto bella, nonostante fosse senza trucco e non indossasse niente di particolarmente provocante.


I used to do a little but a little wouldn’t do,
so the little got more and more...
I just keep trying to get a little better
said a little better than before.


«I-Izzy!» esclamò lei, sorpresa, saltandogli al collo.
«Ti ho portato... dei fiori...» esordì lui, porgendole un piccolo mazzolino composto da fiori casuali scelti piuttosto in base al colore.
I due si scambiarono uno sguardo sorpreso e lei lo ringraziò con un bacio sulle labbra.
«Grazie, un pensiero davvero carino!» rispose Audrey. Poi gettò fuori dalla finestra il mazzolino che di solito è di corredo in ogni stanza di una clinica e mise nel piccolo vaso quelli che le aveva portato il chitarrista.
-Sarebbero stati meglio dei libri, qui la noia mi ammazza, ma che facevo di solito nella vita tutto il giorno?- pensò, terrorizzata all’idea della risposta a quella domanda -Magari... magari ha qualcosa di interessante con sé...-
«Senti, mi dispiace per quello che ti ho detto l’altra volta... ero un po’... lo sai... e... non voglio che sia così tra me e te, cioè... non voglio essere io così e non voglio che tu mi veda così... magari, se riusciamo...» la biondina si scusò e si sedette sul letto cercando di riorganizzare le idee. Non si ricordava più che cosa gli volesse dire.
«Honey, ma io posso aiutarti... possiamo farcela insieme...» la incoraggiò il chitarrista, dopo essersi seduto accanto a lei. Audrey apprezzò.
Si scambiarono un altro bacio, la cosa era sospettosamente pulita. C’era qualcosa negli occhi di Izzy, smaniosi di desiderio e traboccanti di passione, a cui lei non avrebbe mai potuto dire di no. O, dopotutto, voluto direi di no. Quell’energia che si scatenò dalla loro unione, presto divenne una forza incontrollabile, come al solito. Sospiri soffocati di piacere si diffondevano in spirali per la stanza... ed erano solo all’inizio.
«L-la porta è chiusa?» domandò Izzy, lasciando che la ragazza si distendesse sotto di lui. Non che gli importasse davvero. L’avevano fatto in luoghi al di fuori dell’indecenza, però una parvenza di interesse non guastava mai.
«Direi di sì...»

Duff entrò a casa di Kensy sbatacchiando la porta. La ragazza si affacciò dalla cucina dove stava provando a preparare la cena, visto che era una cuoca pessima.
«McKagan! La porta è mia! Se la vuoi rompere spero tu abbia un buon motivo!» strillò.
«Oggi Axl non si è presentato alle prove, l’abbiamo chiamato e ovviamente non ha risposto. Abbiamo provato un po’, dopodiché io e Slash abbiamo iniziato a bere per ammazzare il tempo...» spiegò il bassista.
«Anche un po’ per ammazzare il fegato…» commentò lei, inarcando un sopracciglio.
«Vuoi fare la pignola?! Ah, e sembra che Izzy e Audrey abbiano rotto. Si dice che sia stata lei...» disse Duff apparentemente disinteressato dalla notizia.
La notizia turbò Kensy molto più di quanto lei si aspettasse. Si stava affezionando a Duff, ma Izzy era sempre nei suoi pensieri. Ora lui si era lasciato, quindi potenzialmente libero e lei avrebbe potuto lasciare il bassista in previsione di qualcosa con il chitarrista. Cosa ne pensasse Audrey, non le importava.
«A cosa pensi, tesoro?» domandò il ragazzo ossigenato.
«Niente. Mangia e poi esci.» rispose lei.
«Ma... come?! Non ho niente da fare fuori! Perché?»


I get up around seven
Get outta bed around nine...


«Senti, oggi sono di festa a lavoro e non ho voglia di fare niente, proprio nel vero senso della parola… voglio sembrare un orso in letargo o un bradipo sull’orlo della morte!» spiegò Kensy.
«In pratica qualcosa di molto sexy...» disse il bassista sarcastico.
«Non ti ho chiesto di partecipare alla mia giornata di relax, ti ho chiesto di andare via!»
A quel punto Duff non poté fare altro che obbedire. Mangiò velocemente e uscì.
-Beh perlomeno ho trovato un modo per ammazzare il tempo, se mi viene a trovare tutti i giorni...- pensò Audrey, mentre lei e Izzy si stavano rivestendo.
«Sono felice di vederti... così...» disse il chitarrista.
«Mi fa piacere,» sorrise lei «non voglio che tu ti ricordi più della vecchia Aud, quella schizzata, fumata, drogata e quasi sempre ubriaca...»
«Non era male, però!» gli fece l’occhiolino lui.
«La nuova che arriverà presto sarà ancora meglio, te lo prometto. Voglio che tu trovi qualcosa da amare in me, proprio come io amo te... lo so che è il momento sbagliato per dirtelo, però... meglio tardi che mai» la biondina faceva un po’ di fatica a fare frasi lunghe e complesse. Non era abituata all’uso della parola connesso al pensiero. Ma ce la stava mettendo tutta.
Nell’arco di un secondo, Izzy vide Audrey tirarsi uno schiaffo da sola.
-Porca merdaccia, sono qua dentro per smettere.- pensò lei.
«Stai bene?» domandò lui, avvicinandosi.
«Sì, cioè, no, sai, questo è già il secondo giorno senza e... cazzo, non hai niente da fumare?» chiese lei, con fare quasi supplicante.
«Beh, no, cioè, sì, ho le sigarette... credevo che prima di entrare qui mi avrebbero perquisito, quindi...» tentò di spiegare il chitarrista.
«Merda...» borbottò lei.
«Cazzo, stai per avere una crisi di astinenza!» gridò Izzy, in preda al panico.
«Non è vero! Tu non hai fiducia, in me, vaffanculo!» obiettò lei, sbattendo una mano sul tavolo.
«C-certo che ce l’ho!» replicò lui.
«Vaffanculo! Vaffanculo tu non credi a una singola parola di quello che ti ho detto! Tu pensi che io non ce la farò mai!» strillò Audrey, scaraventandosi sul piede il vaso di fiori per cercare di concentrarsi su qualcos’altro.
A quel punto arrivarono i medici, e fecero allontanare Izzy.
«È una crisi di astinenza, non si preoccupi, le passerà... però forse adesso è meglio se se ne va.»
E mentre usciva dal viale principale, il chitarrista, vide l’(ex) fidanzata, affacciata pericolosamente alla finestra con un paio di infermieri al seguito, che gli gridava contro:
«Vaffanculo, Izzy, sei solo uno stronzo del cazzo!»

Kensy stava bevendo un po’ di tè verde per rilassarsi, quando alla porta suonò Steven.
«Cosa diavolo ci fai qui? Ora?» gli domandò.
«Duff mi ha chiamato perché dice che sei strana. L’hai cacciato di casa.» raccontò lui.
«E allora? Non è mica questa la sua casa!» replicò lei.
«Fammi entrare!» gridò il batterista.
«Assolutamente no!» si oppose la modella.
«Duff mi ha detto che non ti avrei trovata sexy come al solito, ma mi sono fatto prima di uscire, probabilmente non mi ricorderò nemmeno di questo episodio...» il biondo si mise a ridere di sé stesso… Kensy non era sicura che fosse una cosa molto normale, nemmeno per Steve.
«Tanto non ti faccio entrare. Se vuoi parlarmi va bene così: dalla porta chiusa!» esclamò come ultima sponda.
«Fossi in te comunque mi sistemerei perché ho chiamato Izzy a tenerti compagnia. Dopotutto anche lui è un’anima in pena...»
«Lui non è di compagnia!»
«Sai quella spostata di testa della tua amica, o ex-amica, o quello che ti viene, insomma, dopo averlo lasciato si è chiusa in casa di clausura. Vuole smettere di farsi» rise meschinamente. La mora d’un tratto si sentì in pena per lei. «La cosa ovviamente è impossibile, come per ognuno di noi, ma ci sono quelle specie di casi disperati che credono di poter smettere, quindi insomma si è chiusa in questa specie di convento. Oggi Izzy era andato a casa sua per parlarle e il portiere gli ha detto che era andata lì, quindi il temerario si è presentato alla casa di cura. Ovviamente gli ci è voluta un’ora e mezzo prima di entrare, si stava cacando sotto. Poi quando ha parlato con Audrey, sinceramente non mi ha detto che gli ha detto. E anche per farmi dire queste poche cose ci ho messo una mezz’oretta abbondante. Comunque, hai l’occasione di restituire il torto alla tua amica. Dopotutto a te Izzy piace, l’hanno capito tutti. Forse Izzy no, ma quello è un altro discorso. L’ha capito anche Duff! Ora me ne vado in macchina… Non posso addormentarmi sul tuo pianerottolo e te non mi fai entrare. Ciao.» e detto questo se ne andò, senza aspettare la risposta della padrona di casa.

Kensy non era sicura di potersi fidare di Steven quando era fatto, ma di sicuro era meglio essere pronti a tutto, così si sistemò cercando di apparire naturale, come se non aspettasse visite.
Il campanello suonò e Kensy, non aspettandoselo, si infilò quasi la matita nell’occhio.
«Aprimi! Ho bisogno di un drink!»
La ragazza aprì. Fu felice di vedere che Izzy era leggermente più cosciente del solito e quindi anche pulito, ma forse non sarebbe durato così a lungo visto che iniziò a bere direttamente dalla bottiglia del rum.
«Mi hanno detto che ti sei lasciato con Audrey…»
«Mi ha lasciato lei. Praticamente due volte di seguito con una trombata e una dichiarazione d’amore nel mezzo. Ah, vaffanculo, cazzo, ha fatto anche un po’ la stronza visto che c’era...»
Kensy annuì. Sapeva perfettamente quanto potesse essere stronza Audrey… forse lei meglio di chiunque altro.
«Ti è dispiaciuto?»
Izzy si meravigliò del fatto che le fosse venuta in mente una domanda così stupida:
«Sì, ovvio! Popcorn però mi ha detto di distrarmi…»
«Da quando fra tutti seguite i consigli di Steve?»
«Da mai. Però questa sembra una buona idea, quindi vedrò di distrarmi» le sorrise.
«Gli altri cos’hanno detto?»
«Axl mi ha detto che se mi avvicino a Erin mi rompe tutto. Non c’era bisogno che me lo dicesse, lo sapevo di mio. Slash non ha detto niente, ovviamente! Duff non ho capito se è dispiaciuto per me o per altro, ma c’è qualcosa di strano in lui. Popcorn lo sai.»
Parlarono del più e del meno per un’altra mezz’ora, bevendo il rum direttamente dalla bottiglia. Non si ubriacarono, rimasero stranamente lucidi, probabilmente perché il chitarrista ormai era abituato a bere e perché la ragazza non aveva bevuto poi così tanto.
Izzy la guardò dritta negli occhi:
«Non ti avevo mai guardata. Sei una bella ragazza, sai?! Ora ho capito perché Duff sta con te!»
«Cosa… Come… non mi avevi mai guardata? Scherzi? Sono spesso alle prove!» obiettò lei, leggermente offesa.
«Sì, ma alle prove sono impegnato in altre attività… Ora non ho impegni…»
«Allora grazie, cosa devo dirti.» replicò Kensy.
«Prego. Secondo te, se ti bacio, Duff come potrebbe reagire?» ipotizzò il chitarrista.
«Secondo me ti picchierebbe a sangue.»
«Allora è meglio non dirglielo, mi sa…»
Detto ciò Izzy si avvicinò a Kensy e la baciò.
La ragazza non sapeva bene come comportarsi. Stava con Duff e il tradimento in genere non era una cosa che la caratterizzava. Però non le sembrava nemmeno giusto mettersi a pensare troppo, in fondo erano tutti membri dei Guns, loro sì che non si caratterizzavano per fedeltà. Se fosse stata una cosa di poco conto, Duff avrebbe capito. Se fosse diventata una cosa seria, lei lo avrebbe lasciato.


And I don’t worry about nothing, no,
because worrying is a waste of my... time.


Risolto il problema, Kensy decise di lasciarsi andare tra le braccia di Izzy.
Probabilmente però entrambi si sentivano in colpa, così si fermarono al bacio, anche se rimasero abbracciati.
A un certo punto il chitarrista la baciò sulla fronte.
«Bisogna che vada. Non voglio che Duff mi trovi qui che abbraccio la sua ragazza...»
«Mi sembra giusto. Anche se una bella lotta all’ultimo sangue sarebbe divertente!»
«Sì, e poi lo spieghi te agli altri che ci siamo rotti le ossa e non possiamo suonare?»
Kensy si mise a ridere insieme a Izzy che le chiese:
«Ci rivediamo vero, fidanzata di Duff?»

   
 
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