Capitolo 2: incontro
Non ricordo per quanto tempo vagai in mezzo al nulla. Il mondo mi sembrava così silenzioso...
Poi all’improvviso sentii un urlo. Entrai nella casa – una delle poche rimaste in piedi – da cui proveniva. La scena che mi si presentò davanti mi paralizzò, era identica a ciò che avevo visto io quando ero nato: una persona stesa a terra e, su un tavolo, uno strano marchingegno. Sempre sul tavolo c’era una stichpunk, color marrone, con una grande cerniera sul petto. Sulla schiena invece aveva un simbolo. Allora c’era qualcuno altro come me!
Decisi di avvicinarmi. Per terra c’era sdraiato un uomo... Non era morto come il bambino, ma respirava affannosamente.
Per poco non mi misi ad urlare quando mi accorsi che mi stava fissando.
- Racconta... Un giorno, fai in modo che tutti sappiano cosa è successo al mondo, perché non si rifacciano gli stessi... – bisbigliò.
Io lo guardai confuso. Cosa intendeva dire? Io non sapevo nemmeno cosa era accaduto, stavo cercando di capirlo da un pezzo, ma non ne avevo idea... E poi come avrei fatto io, che nemmeno conoscevo il mio nome, a raccontare qualcosa? Ne sarei stato in grado?
Quasi avesse letto nei miei pensieri, aggiunse: - So che tu ce la farai. Ne sei in grado... – Si fermò un momento, preso da un attacco di tosse, poi continuò: - Ciò che non sai ancora lo scoprirai, ma è necessario che si sappia... Ti affido questo compito... Prometti che lo farai? -
- Lo prometto – risposi io.
Sorrise per un attimo. – Bene... Grazie – mormorò, prima di chiudere gli occhi.
In quel momento non sapevo cosa pensare.
Avevo fatto una promessa a quell’uomo? Si.
Era una cosa che consideravo al di sopra delle mie capacità? Si.
L’uomo era appena morto? Si.
Non avevo ancora idea di cosa era successo nel mondo? Si.
Mi aveva lasciato anche pieno di interrogativi che non avrebbe potuto chiarirmi.
Però non ero più solo. Mi arrampicai sul tavolo. C’era l’altra stichpunk con me. Sembrava addormentato. E rimasi li ad aspettare che si svegliasse.
Poco tempo dopo la stichpunk si svegliò. Non appena mi notò si spaventò.
- Tranquillo, non ti voglio far del male. – dissi io.
Apri la bocca come per parlare, ma non uscì alcun suono.
- Non puoi parlare? – gli chiesi.
Lui alzò le spalle e scosse la testa. Non ci riusciva.
Si sporse sul bordo del tavolo. Vide anche lui l’uomo steso a terra e si ritirò indietro.
Sapevo come si sentiva. In fondo, io l’avevo vissuto meno di qualche giorno prima. Mi prese per mano e mi fece cenno di voler uscire.
Io lo seguì. Si fermò appena fuori dalla porta, a guardare lo spettacolo che c’era fuori.
Però non ero più solo. Avrei cercato di capire quello che era successo al mondo, ma qualcun’altro sarebbe stato con me.
Risposta alla recensione:
ChibiGirl97: grazie mille per averla messa tra le preferite! Sono contenta che ti piaccia! Su 26 svelerò di più prima o poi. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!
Angolino mio:
Ed ecco il secondo capitolo! spero vi piaccia! Sapete che accetto recensioni, anche negativa... Quindi fatemi sapere che ne pensate!
A presto (spero!),
Zolie