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Autore: the ghost of Bonnie    13/01/2012    1 recensioni
Lei era una ragazza semplice, una vita normale, frequentava una scuola normale... ma un bacio sbagliato cambierà la sua vita.
Dal testo: 'Alzai lo sguardo, e i miei occhi incontrarono quelli ebano del ragazzo accanto a David.'
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Buonasera. Sì, mi sono catapultata in un'altra storia. Questa volta diversa da tutte le altre. Cosa posso dire? Buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci fu una pausa di pochi secondi a seguire la mia rivelazione, i secondi più lunghi della mia vita.
Martyn, accanto a noi, mi stava fissando con la bocca socchiusa.
Forse notando la mia agitazione, Paul mi passò un braccio lungo le spalle e mi portò in un punto non molto affollato. Poi, abbandonò le mie spalle e mi sentii persa.
« Stai scherzando? » disse, guardandomi negli occhi. La cosa non aiutava per niente. Scossi la testa.
« Cacchio » sbuffò lui, passandosi una mano tra i capelli. Una lacrima mi rigò il volto, ma le fredde dita di Paul che mi accarezzarono il viso la fecero seccare.
« Ehi » sussurrò, abbracciandomi. « E' meraviglioso »
Io scoppiai a piangere, specialmente quando Paul si chinò leggermente per parlare alla pancia, ancora piatta.
« Ehi, piccolo... » lo salutò. Io, fregandomene della folla, lo tirai su per le braccia e lo avvolsi in un abbraccio.
Poi, qualcuno arrivò alle spalle di Paul.
« Buonsalve » esclamò Matt. « Cos'hai? » mi chiese, notando le mie lacrime.
« Nulla » risposi io, asciugandole velocemente.
« Non lo sa? » sussurrò Paul. Io scossi la testa.
« Non so cosa? »
Io sospirai prima di rispondere. « Io... sì, ecco... tu... Paul... Dave... Ok, te lo dico e basta. Aspetto un bambino.»
« E ci voleva tanto a dirlo? A che ora arriva? » l'ingenuità momentanea di Matthew era un qualcosa di unico. Ma la cosa davvero meravigliosa era quando si accorgeva del vero senso della frase, quella piccola, comica e perfetta 'o' che si dipingeva sul suo volto. « No » disse improvvisamente. Paul mi passò un braccio lungo le spalle. « Non aspetti un bambino in quel senso... tu... tu... sei incinta? »
Io annuii, e in quel momento mia ccorsi veramente di ciò che da quel momento a nove mesi sarebbe successo. Ero pronta a diventare madre? A sacrificare ciò che i miei avevano sacrificato per me? Ero pronta a crescere mio figlio? A insegnargli ciò che era giusto o sbagliato, quando nemmeno io lo sapevo? Avrei imparato per lui. Matthew mi abbracciò.
« Siete una cosa impossibile voi due! » esclamò. « Lo sa qualcun altro? »
Anche Paul mi guardò.
« Ehm.. Mary, che lo aveva capito prima di me, tu, Paul e basta. E voglio che per un po' rimanga così. »
« Ho capito. I tuoi erano scontati in quella frase, vero? »
Scossi la testa. « Non lo sanno. Nemmeno - e specialmente - David. »
Matt sgranò gli occhi.
« Ma... lo sai che tra un po' non lo potrai più nascondere? » chiese, guardandomi la pancia.
« Lo so. Ed è di questo che ho paura. Quando non lo potrò più nascondere, quando diventerò una balena, cosa farò? »
Scoppiai nuovamente a piangere.
« Siamo giovani, ma ce la faremo. Non ti abbandono » sussurrò Paul, intrecciando le sue dita con le mie.
« Io nemmeno » s'intromise Matt.
« Cacchio, sto per diventare padre! » esclamò Paul, come se se ne fosse appena reso conto. « Tra... tra... nove mesi! »
« Sei fantastico » gli dissi, senza pensarci. Era venuto spontaneo.
Qualsiasi altro ragazzo mi avrebbe lasciata o chiesto l'aborto, ma Paul no: lui voleva tenerlo ed era anche contento.
« Hai perso il pullman » aggiunse Matt, all'improvviso.
***
Erano passate tre settimane dalla mia rivelazione. Stavo leggendo un libro, stesa sul divano, cuffie alle orecchie. Era l'inizio di aprile.
All'improvviso, ascoltando quella canzone*, chiusi gli occhi e la mia immagine comparve nel buio.

Ero seduta a gambe incrociate sull'erba, in un parco. Non ero sola: Paul era accanto a me. Sorrideva e imboccava un bambino, che di mangiare non ne voleva sapere.
« Dai, David, mangia! » esclamò Paul.


David? Se fosse stato un maschio, lo avrei chiamato così. Come mio fratello. E se fosse stata una bambina? Non ne avevo idea. Forse Asia, o Evelyn. Ma, ahimè, era ancora troppo presto per pensarci.
Oppure no?
***
« Tra quanto pensavi di dirmelo? Eppure, credevo ti fidassi di me »
La voce era tagliente, i suoi occhi feriti, ma pronti a colpire.
Dopo, David se ne andò, lasciando in me solo il senso di colpa.


No. Glielo dovevo dire. Però... non da sola. Volevo Paul con me.
Glielo avrei detto il giorno dopo, ero decisa.

Davvero?
   
 
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