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Autore: FollowOneDirection    14/01/2012    2 recensioni
La storia parla di una ragazza di campagna nata e cresciuta nel Texas che si ritrova a dover affrontare contro la sua volontà l'ultimo anno di scuole superiori in Gran Bretagna per volere della madre.
Parte a malincuore e decisa a far passare quell'anno nella maniera più veloce. Ma presto le sembrerà che il tempo stia scorrendo troppo in fretta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Louis arrivammo in orario per la lezione di inglese, e si ripetè la stessa scena della lezione di storia: vengo chiamata, mi fanno delle domande e mi fanno sedere.
Andò avanti così per un paio di settimane, in quella piccola scuola ero io la novità del momento, ero io la ragazza segnata mentre passavo per i corridoi o mentre mi sedevo a mensa, ero io quella che a volte era presa in giro per il suo accento. Ma avevo capito che lo facevano in modo scherzoso, non per cattiveria.
Le giornate a casa erano abbastanza piacevoli, le trascorrevo facendo i compiti che erano molti di più rispetto a quelli che mi assegnavano in Texas, e guardando la tv. Louis il venerdì sera andava spesso a feste che si tenevano a casa di ragazzi i cui genitori erano fuori città; ogni volta richiedeva la mia presenza, ma io declinavo.
Ben presto le poche giornate illuminate e il debole sole lasciarono spazio a cieli nuvolosi dove non si scorgeva più l'azzurro, sembrava quasi di essere intrappolati in una bolla.
Insieme al brutto tempo, arrivò lui.
Era una mattina piovosa e la pioggia sbatteva contro le finestre dell'aula, producendo un suono che conciliava il sonno. Ero alla lezione di inglese, e la mia attenzione era scarsa, piuttosto guardavo fuori pensando al mio amato sole che in quel momento stava sorgendo in Texas.
Bussarono alla porta ed entrò il preside, Mr Miller, insieme ad un ragazzo abbastanza alto e con i capelli per metà castani, e per metà biondi. Aveva un'aria da strafottente e portava dei pantaloni a vita bassa con un maglioncino verde sopra. Non avevo borse, né libri. I suoi erano occhi azzurri, lo sguardo era intenso, ed era lo sguardo di chi nasconde qualcosa.
"Salve Mrs Kent, mi dispiace disturbare la sua lezione, ma è appena arrivato un nuovo alunno dall'Irlanda e seguirà il suo corso" disse il preside rivolgendosi all'insegnante.
"Non si preoccupi signor preside, faccia pure" rispose lei.
A quel punto il preside si rivolse a noi "Ragazzi, lui è Niall Horan. Si è trasferito qui da Mullingar e pretendo da voi la massima cortesia. Siate gentili e accoglietelo calorosamente". Detto questo spinse il ragazzo verso il primo banco vuoto ed uscì.
Ci furono attimi di silenzio, in cui nessuno sapeva cosa sarebbe successo; allora Mrs Kent ritornò a parlare della letteratura ed io tornai a volgere lo sguardo verso la finestra. Sospirai. Finalmente non sarei più stata io la novità del momento.

Per l'ora di pranzo già tutti sapevano dell'arrivo dell'irlandese, e tutti sapevano riconoscerlo tra la folla. Iniziarono anche a girare i voci secondo le quali il ragazzo era stato spedito dai genitori esasperati nel nostro istituto a seguito di gravi comportamenti disciplinari assunti in Irlanda. Si sperava che qui riniziasse una carriera scolastica lonatano dalle cattive influenze.
Nonostante fosse sulla bocca di tutti, io non gli prestai molta attenzione. Sapevo cosa significava essere il centro dei pettegolezzi, e volevo che fosse almeno risparmiato da una persona.
Per i corridoi, però, era impossibile non notarlo. Si muoveva come se fosse il primo ministro, camminava in mezzo alla gente in modo spavaldo e ammiccava a tutte le ragazze. Queste morivano sotto i suoi sguardi.
Aveva l'aria da io-sono-io-e-tu-non-sei-nessuno, e sembrava che essere la novità non gli dispiacesse affatto, anzi.
Ebbi modo di incontrarlo mentre mi dirigevo in infermeria. Purtroppo durante educazione fisica la mia assenza dai campi da gioco veniva notata e anche spesso, perciò non mi era possibile sgattaiolare negli spogliatoi. Successe che mentre giocavo a pallavolo non vidi la palla, che atterrò gentilmente sul mio naso, ragione per cui iniziò a sanguinare.
Così mi aggiravo per gli edifici della scuola alla ricerca dell'infermeria, quando svoltando un angolo andai a sbattere contro qualcuno. La prima sensazione fu di dolore, poiché avevo sbattuto il mio naso già sanguinante contro il petto di qualcuno. Mi chinai dal dolore e mi si riempirono gli occhi di lacrime. Trattenni il respiro.
"Cazzo, ma guarda dove vai!" disse una voce sconosciuta.
Dopo pochi istanti alzai lo sguardo e mi accorsi che era l'irlandese, che aveva appena gettato per terra la sigaretta che teneva in mano. "Scusa?" chiesi io.
"Mi hai sporcato di sangue il maglione, adesso come lo lavo?" sbraitò lui impazientito.
"Beh scusa se mi sono fatta male, magari la prossima evita di sgattaiolare fuori dall'aula per fumarti una sigaretta, dato che è proibito, così evitiamo spiacevoli incontri".
"Mi stai facendo la predica? Quando ho lasciato l'Irlanda non pensavo che avrei trovato presto una sostituta di mia madre" mi rispose.
"Ma vaffanculo" dissi io superandolo e dirigendomi dentro scuola. Lo sentii ridere, prima che la porta della scuola si richiuse dietro di me.
Ecco, ci mancava solo questo. Dopo gli inglesi snob, gli irlandesi strafottenti. Non poteva andare meglio.
Quel giorno a pranzo ero da sola, perché Louis avrebbe mangiato in un'aula mentre ripassava per il compito di chimica. Così mi sedetti ad un tavolo e iniziai a mangiare.
All'inizio non lo vidi arrivare, mi accorsi di lui solo quando si avvicinò al tavolo e si sedette. Girai lo sguardo e lo guardai storto.
"Voi americani siete così fottutamente permalosi!" esordì lui, e devo dire che non fu un bell'esordio. Non solo mi ha trattato male, ma ha anche la sfacciataggine di sedersi al mio tavolo senza chiedermelo e di darmi della permalosa.
"E voi irlandesi le trattate tutte così le ragazze?" chiesi io, ironica.
Lui rise, e mi chiese "E voi americani venite alla festa di venerdì sera o dovete guaradare The Oprah Winfrey Show in tv?" e rise ancora.
Devo ammettere che ci aveva proprio preso. Il venerdì sera davano la replica in tv di The Oprah Winfrey Show. Ma non potevo dirgli che aveva indovinato, quindi mi limitai a dire "Certo, siamo noi americani il cuore della festa". Sinceramente non so da dove mi uscì fuori quella risposta. Non ero interessata a nessun tipo di festa, non ero tipa da sballarsi con alcool e sesso. Ma l'irlandese era così stronzo che non gliela potevo dar vinta. Tanto nessuno si sarebbe accorto della mia assenza.
"Allora ci becchiamo lì" disse lui alzandosi ed uscendo dalla mensa. Restai immobile per qualche istante a riflettere su ciò che aveva detto.
Ancora, pensai, ho creduto che la mia assenza non venisse notata. Quando capirò che questi maledetti inglesi/irlandesi notano TUTTO?!
  
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