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Autore: BadMe    29/08/2006    5 recensioni
XIX sec.: Remus Lupin è un giovane senza doti sociali, fisiche o economiche che si trova a Se a qualcuno interessasse: servire in casa di un signore dell'aristocrazia inglese(chi sarà mai? :P) come tutore per il figlio. I due si innamoreranno presto, ma la tragedia arriverà, arriverà... eheh!
Scusate per il riasunto, ma non è proprio il mio forte...
E' 'liberamente ispirata' a Jean Eyre (anche se si nota sempre meno, temo); in linea di massima è una Sirius\Remus ma dovrebbero esserci altre coppie in futuro, slash e non.
Per ora questa ff è in coma farmacologico.. quando avrò scritto abbastanza capitoli la pubblicherò per bene.
Questa storia potrebbe essere finita in cima.. non l'ho aggiornata, ho sbagliato l'aggiornamento di un'altra ff.. scusate. E' sempre in coma indotto.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Minerva McGranitt, Remus Lupin | Coppie: Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come al solito un ultrarigraziamento a Fly (alla fine mi hai corretto i capitoli davvero di persona!).

In cambio per tutto il tuo lavoro e per la debilitazione che ne è seguita, ti farò amare il micio (non ti preoccupare, non devi ringraziarmi è qualcosa che ti devo *muauhaah*)

CAPITOLO III

Il treno arrivò in orario, con quella strana inutile velocità, come a volersi scontrare alla fine dei binari. E come sempre si fermò in tempo.

Mi sistemai i vestiti, presi le valige e mi incamminai lentamente attraverso il muro.

Ero di nuovo a Londra, ma era la prima volta che ero davvero a Londra.

Silente mi aveva dato una cartina con segnata la strada che portava da King's Cross fino alla mia destinazione. Senza neanche guardarla mi diressi verso la Biblioteca, il posto in cui sarei stato felice di trascorrere tutto il mio tempo libero.

L'importante era scoprire la strada che portava da li all'abitazione della signora McGranitt.

Avevo veramente voglia di fare un giro quindi tenni la cartina di Silente come ultima alternativa e chiesi normalmente la strada. Nessuno sembrava conoscere il posto ma alla fine un uomo mi indicò la via. In effetti bastava scendere luogo la biblioteca fino ad arrivare alla fine della strada, poi girare a sinistra e voltare alla prima a destra.

Mi ritrovai a Grimmauld Place, ma non vidi nessuna casa signorile, anzi, non notai nemmeno il numero 12. Risalii la strada fino a trovarmi davanti al parco che avevo notato poco prima. Forse li dentro avrei trovato qualcun altro a cui chiedere. Provai ad aprire il cancello, ma era bloccato. Solo allora notai l'intarsio sulla porta in ferro battuto: Grimmauld Place, 12.

Avevo capito bene allora, era davvero un'antica villa sul limite di Camden.

Prima di entrare lasciai andare un'ultima volta la mia curiosità: indietreggiai verso il lato opposto della piazza fino a quando non riuscii a scorgere almeno un pò della villa al di sopra degli alberi. O era meno antica di quel che mi aspettavo o avevano aggiunto un piano nell'ultimo secolo.

Ritornai sulla porta e accostai la mano ad una placca di metallo. La porta si aprì ed un elfo domestico mi accolse con falsa gentilezza.

Senza sforzarsi particolarmente di mascherare il disprezzo, oltretutto.

Nel cortile in ghiaia proprio davanti alla villa (la cui parte centrale doveva avere almeno trecento anni, mentre l'ultimo piano era effettivamente più moderno, anche se cercava di ricalcare lo stile generale) si trovava un tavolino circondato da un copri sole e due sedie, di cui una occupata da una signora, apparentemente sulla sessantina.

I suoi lineamenti e l'eleganza con cui leggeva seduta all'ombra non lasciavano dubbi sul suo lignaggio; si scorgevano sul suo viso segni ancora freschi di una bellezza che in gioventù doveva essere sobria ma comunque affascinante.

“Voi dovete essere Remus Lupin, il tutore per Harry... Prego, sedetevi pure.”

"Voi invece siete sicuramente l'amica del preside Silente, la signora Minerva McGranitt."

Mentre io mi accomodavo lei si rivolse all'elfo: "Porta le valige del nostro ospite nella sua camera." Il servitore fissò prima la signora e poi con uno sguardo ancora più duro me, infine sparì con i miei bagagli (una valigia e una piccola borsa in parte logora).

"La prego di scusare Kreacher, fa così con tutti. Proprio con tutti."


╠╬╬╬╬╣


Parlammo degli ultimi dettagli dell'incarico fino a quando non suonò un campanello.

Una cameriera uscì dicendo: "Il signorino Potter è pronto, lo porto qui da lei?"

"Naturalmente Marlene"

"Finalmente vedrò suo nipote!" dissi affabilmente.

La signora rise sommessamente e rispose: "Non è mio nipote."

Sentì il mio viso arrossire e le orecchie bruciare. "Sono stato indelicato, la prego di scusarmi. E' la differenza tra i cognomi che mi ha fatto pensare a questa parentela. Si tratta di suo figlio e lei ha preferito tenere il suo nome da ragazza, giusto?"

Le risate aumentarono, rimanendo comunque educate: "No, non si senta imbarazzato. Non è affatto mio figlio né mio nipote, anzi non abbiamo alcun legame di parentela."

"Allora è un ragazzo che lei alleva qui nella sua casa?"

"Vedo che Albus le ha detto solo il minimo necessario, o forse anche meno... Questa casa non è mia, io mi occupo solo di gestirla durante le lunghe assenze del signore."

Intanto era arrivato Harry, la cui mia prima impressione su di lui fu quella di un ragazzino di dieci anni dall'aria smarrita, quasi sconvolta, con capelli scuri arruffati, sicuramente più lunghi del necessario. Anche se lo sguardo era basso e coperto da enormi occhiali rotondi riuscii a vedere i suoi occhi verdi. Mi girai completamente verso di lui: "Buongiorno signorino Potter, io sono il signor Lupin e sarò il suo insegnante privato per i prossimi due anni, sperando di dimostrarmi adatto."

Il ragazzo si guardò attorno e poi fissò la signora, cosa che infine feci anch'io.

"Non è ancora abituato ad essere chiamato così."

"Signorino?"

"Temo che sarebbe meglio se lo chiamaste semplicemente per nome come facciamo noi tutti."

La situazione mi era sempre meno chiara, ma pensai che tutto si sarebbe risolto conoscendo gli altri membri della famiglia.

"Quando potrò incontrare il signore e la signora Potter?"

"Black."disse il bambino, per poi ricadere nel può stato di silenzio.

"Scusate?"

Fu la signora a continuare il discorso: "Il signor Black, il padre di Harry. La madre, sfortunatamente, è venuta a mancare molti anni fa."

Potevo affermare con sicurezza di non aver capito nulla del discorso appena avvenuto, tranne la parte finale riguardante il lutto, quindi, rivolgendomi forse più al ragazzo, mi scusai: "Mi dispiace, non sapevo... Non avrei voluto discutere di questo davanti a lei, sign... Potter."

Harry alzò la testa e nel tono di qualcuno abituato a ripetere una verità che non amava disse: "Oh, non si preoccupi, ho pochissimi ricordi di mia madre, e morta durante i miei primi anni di vita."

Questa sembrò essere la sua normale frase di presentazione, dato che non riabbassò la testa, anzi sembrò finalmente accorgersi di me.

Quindi chiese "Lei mi aiuterà a capire questa strana casa? Inoltre mi hanno detto che quando avrò imparato ciò che ha da insegnarmi sulla magia potrò andare in una scuola per maghi e diventarlo anch'io!"

Annuì al bambino e poi mi girai dall'altra parte.

Vedendo la mia espressione interrogativa la signora McGranitt decise di proseguire: "Si, credo di doverle un'ampia spiegazione... Entriamo, così intanto le mostrerò la casa.

________________Fine Capitolo_________________

Ciao!

  
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