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Autore: lisolachenonce    14/01/2012    2 recensioni
Victoire Weasley era una ragazza bella, molto bella. Aveva quindici anni, lunghi capelli rossi e l’aria sognante. Più una vagonata di cugini, e un migliore amico. Se vedevi lei, potevi star certo che entro qualche secondo sarebbe apparso lui, Ted Lupin, alto, Metamorfomagus e figlioccio di Harry Potter. La scuola non era mai stata così piena di celebrità da tempi immemorabili.
Tutto cominciò un venerdì di Aprile, molto tempo fa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3
Caso numero due





Quel giorno il cielo era limpido e blu. Il sabato dava sempre una nuova luce ad Hogsmeade, insieme alle decine di studenti che si riversavano nelle sue stradine incantate. Tra i muri bassi delle casette a un solo piano passeggiava senza meta Ted Lupin fin dalle prime ore del mattino, con gli occhi verde chiaro. Non sapeva cosa fare, né dove andare, perché Victoire era con la sua famiglia e Rachel, la sadica capitana di Grifondoro, della cui squadra facevano parte tutti i suoi amici, aveva fissato un allenamento proprio per quella mattina. Asociale.
Che cosa poteva interrompere quella noiosa giornata? Ted, più per noia che per sete, entrò alla Testa di Porco. Ordinò una Burrobirra e si sedette, contemplando il soffitto pieno di ragnatele.
C’erano forme che ricordavano di continuo scope, boccini e porte, e Ted maledisse il Quidditch e chi l’aveva inventato. Alla sua prima, e unica, lezione di volo, la scopa aveva deciso che lui non era portato, e si era in tutti i modi rifiutata di farlo volare. Da quel giorno, Ted portava una cicatrice sul mento, che era solito nascondere grazie al dono di sua madre, ma che appariva sotto forma di una pallida linea quando perdeva il controllo. Era certo che le scope non solo avessero una volontà e dei sentimenti (e facessero i capricci), ma anche che avessero una vita sociale, e comunicassero alle loro amiche i pregi e i difetti (soprattutto i difetti) delle persone che le cavalcavano. Vale a dire, nessuna scopa aveva mai acconsentito a portare Teddy per più di venti centimetri.
All’improvviso, un ragazzo piombò a sedere davanti a lui e interruppe i suoi amari ricordi e le sue considerazioni sul Quidditch. Gli occhi di Teddy divennero per un attimo viola, ma poi tornarono verdi. Era Luke.
“Shao. Chi shei?” biascicò.
“Ted.” Rispose lui, deciso a tagliar corto. Luke lo conosceva, erano stati diverse volte compagni di banco a Pozioni, e Teddy aveva imparato molto da lui. I casi erano due: aveva ricevuto un Incantesimo di Memoria, o era ubriaco.
“Shai, tu mi ricordi qualcuno.” Continuò, chinandosi verso di lui e facendogli sentire l’alito che puzzava di alcool. Decisamente, caso numero due.
Ted tacque, perché non aveva nessuna voglia di farsi coinvolgere in discorsi insensati da ubriaco o di attaccare briga con chissacchì, tantomeno un bravo ragazzo come Luke. Chissà che cosa lo aveva fatto bere.
“Vuoi un po’ di... hic!... Whisky?”
“No, grazie.” Disse Ted, sorridendogli e mostrando la bottiglia di Burrobirra.
“Aiuta a dimenticare le ragazze.” aggiunse lui, facendogli l’occhiolino. Una lampadina si accese nella testa di Ted, ricordandogli che quel tizio, l’emblema del bravo ragazzo, era stato con Victoire fino al giorno prima. Del giallo colorò i suoi occhi, ma solo per poco.
“Cosa ti è successo?” chiese. Tanto valeva divertirsi.
“La mia ragazza, che era bellishima, con tutti i capelli roshi...” e fece un gesto con la mano a mimare la lunga chioma “...ma era proprio un shtronza, una vera shtronza,...” aggiunse, e poi prese un lungo sorso del suo Whisky Incendiario. Ted si sentì pervadere da una lieve irritazione a sentir parlare così di Victoire, ma ricordò che quel ragazzo non era in sé. I suoi occhi virarono per una manciata di attimi al rosso. Luke deglutì rumorosamente e continuò: “...Lei mi ha tradito!” esplose, con fare plateale, alzando troppo il volume e spalancando gli occhi.
Ted fece finta di stupirsi, e si chiese come sarebbe andata a finire quella versione un po’ ritoccata.
“Mi ha tradito con un ragazzo, con una shfigato che non sa neanche giocare a Quidditsch... hic!” prese un altro sorso, “E coi capelli...” lasciò la frase in sospeso, stringendo gli occhi e sporgendosi ancora sul tavolo. Poi scosse la testa e lo fissò di nuovo. Tornò indietro lentamente e ricominciò: “Ma io shai cosha ho fatto?” e fece un’altra pausa, “Le ho dato un ceffone! Perché le donne devono capire chi comanda! Noi ordiniamo, e loro eseguono! Non bishogna che penshino, altrimenti diventano shtronze!” Ted, intanto, annuiva, e cercava di schiarire lentamente i capelli perché Luke non si accorgesse di stare parlando con il “traditore”.
“E poi, l’ho lasciata. Se lo merita, quella shtronza. Non la vorrà neshuno, nemmeno quel cretino con i capelli blu. Che l’ha shedotto lei, shai?” e bevve di nuovo.
“E’ finito. Cameriere!” urlò.
Ted lasciò che i suoi capelli tornassero blu.
Luke si voltò di scatto, aprì la bocca come se avesse voluto dire qualcosa, ma spalancò gli occhi e gridò platealmente: “TU!” puntandogli contro l’indice.
Ted colorò improvvisamente i suoi capelli di nero mentre i suoi occhi diventavano leggermente viola, ma Luke gli tirò lo stesso un pugno sul viso.
Tutto il locale si mosse, ma Ted fu più veloce: tirò fuori la bacchetta e urlò: “Levicorpus!”
Luke si alzò, preso per una caviglia da un laccio invisibile.
Ted, improvvisamente, fu preso da una rabbia sconosciuta per quel ragazzo addolorato che aveva semplicemente voluto affogare il dolore nell’alcool, e inconsapevolmente aveva offeso lui e la sua migliora amica. Lasciò liberi anche i capelli di fare ciò che volevano, e una fiamma bionda sostituì le solite onde blu. Gli occhi, rossi, facevano spavento. Con la rabbia, più che con la magia, lo spostò nella strada. Nessuno nel locale lo seguì. Erano tutti adulti, e le consideravano evidentemente faccende da ragazzini.
“Mi dispiace, Luke. Eri tanto un bravo ragazzo.” disse Ted, fingendo una calma che non aveva, e, rimanendo nascosto, lo trasportò nella via principale del paese, dove stava passando un’ondata di giovani maghi alle prese con le distrazioni del weekend.
Luke vomitò nel mezzo della strada, e per fortuna non beccò nessuno.
Ted sentì scemare la rabbia, si sentì svuotato e schifato, e se ne andò verso il castello. Grigi erano i suoi occhi, e grigi i suoi capelli, prima che riprendesse il controllo e li facesse tornare blu zucchero. Forse, nel parco, su una panchina o in mezzo a un ciuffo di alberi, avrebbe trovato qualcuno a cui importasse di lui, in quel giorno senza senso.
 
Contemporaneamente, a qualche metro da lui, Victoire stava guardando ad occhi sbarrati il suo ex-ragazzo appeso a testa in giù per aria in una strada di Hogsmeade, chiedendosi come ci fosse finito e/o chi l’avesse messo lì, cercando di non ascoltare la voce che le urlava nelle orecchie: “Sì, questo è ridicolo, ma dov’è Teddy?!”
L’avrebbe visto dopo, sicuramente era in giro. L’avrebbe visto a cena. L’avrebbe visto in Sala Comune. L’avrebbe visto il giorno dopo. O forse era il caso di preoccuparsi? E perché mai? La guerra era finita da diciassette anni. Teddy stava bene, lei lo sapeva, e avrebbe fatto meglio a godersi quella giornata piena di sole. Ma non ci riusciva. Teddy era al sicuro, ma c’era lo stesso qualcosa che non andava. Era triste? Forse. Forse era meglio cercarlo.
“Vic? Ahahahahahah! Ma è Luke quello? Per fortuna che l’hai lasciato! Ahahahahah!” esclamò Claire, prendendola per mano e portandola dentro I Tre Manici di Scopa. Victoire sorrise, e promise a se stessa che l’avrebbe cercato con lo sguardo per tutto il giorno, a costo di perdersi lo splendore e le risate di quell’attimo della sua giovinezza.





NdA
Fanciulli!
Eccomi qua, con il capitolo 3, pronto e servito.
Non so se vi è piaciuto, perchè è piuttosto... non so come definirlo, ma non mi soddisfa granchè. Nessuno dei capitoli che ho scritto finora mi soddisfano interamente.
In ogni caso, che vi sia piaciuto o meno, recensite, perchè sono curiosa di sentire il vostro parere. Le mie amiche sono troppo parziali.
Il capitolo 4 è già pronto, è circa il doppio di questo (e solo perchè ho tagliato delle parti), quindi non preoccupatevi. Quelli dopo non saranno troppo difficili da scrivere.
Ora, be', che aspettate? Andate a recensire!
Rispondiamo:

chiaraviolinista
Ti voglio bene, gufo <3
Ci incontriamo a metà strada come al solito? Ci dovrebbe essere un isolotto, speriamo che ci sia un posto con il riscaldamento sopra :P
L'avevo fatto apposta ma l'ho tolto :D
I love you too <3

MioneCullen101
Sono una ragazza (sia ringraziato il cielo), ed effettivamente mi rendo conto di non averlo specificato da nessuna parte. Non tutti sanno che la ginnastica ritmica è uno sport solo femminile ;)
Sono quindici capitoli! Prima erano di più, ma ho cambiato idea e sono diminuiti.
Grazie mille!
Spero che recensirai anche questo!

Ora, gente, seguite l'esempio di queste brave persone e commentate! Anche se volete dirmi che scrivo in modo orribile e che dovrei impiccarmi, ditemelo! Per favore! Grazie.
  
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