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Autore: Elbeth    15/01/2012    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta chi era Sirius Black e come mai un personaggio così affascinante come lui, non avesse mai avuto nessuna al suo fianco.
Ho liberato la fantasia e questo è il risultato!
Hogwarts, ultimo anno dei Malandrini, nuovi personaggi, nuovi avversari e l'atmosfera cupa dell'inarrestabile ascesa del Signore Oscuro...
Vi giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
***
Dal capitolo XVII:
....
Nessuna anteprima.
Stavolta potete solo leggerlo...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lezioni

 

Con la pergamena in mano, si guardò in giro confusa.

Sbaglio o le scale si …muovono?

Era la terza volta che ripassava di lì, ma quella benedetta aula di trasfigurazione non voleva farsi trovare!

Perfetto, in ritardo già il primo giorno…

Forse avrebbe dovuto seguire il consiglio di Regulus ed andare con loro. Ma era passata in guferia a vedere se era arrivata posta per lei.

Era troppo presto: non era materialmente possibile. Sono stata una sciocca!

E così ora si ritrovava da sola, senza sapere dove andare. Svoltò l’angolo e si ritrovò le stesse scale di prima. Aprì le braccia in segno di sconfitta.

Ma cos’è questo posto: un labirinto?

Iniziava ad essere disperata. 

Riprese la pergamena, la rigirò per l’ennesima volta e la fissò perplessa. 

Due occhi sopra di lei sbirciarono il foglio. 

Una mano si appropriò del suo foglio, lo rigirò ancora e glielo rimise in mano.

« In fondo a destra, secondo corridoio.»

Ma chi…

Appena si voltò per vedere chi fosse, rimase di sasso.

LUI?!?

Vide lo studente di spalle, che stava ormai avanzando davanti a lei, e che con una mano le faceva cenno di seguirla. 

Rimase interdetta non sapendo cosa fare. Ma era troppo tardi e lui era già sparito, scivolando lungo il corrimano delle scale.

Merde! Devo sbrigarmi…

Si voltò e corse nella direzione che gli aveva indicato.

Sirius la aspettava davanti una porta.

«Lascia parlare me.»

«Non ne ho bisogno, grazie.»

Rispose altezzosa e, senza attendere oltre, gli passò davanti ed aprì decisa la porta.

«Finalmente, Delaroche. E’ così che era abituata in Francia? Nella vecchia Inghilterra scoprirà che amiamo la puntualità. Dieci punti in meno per Serpeverde.»

Un brusio sommesso e sconsolato accompagnò le parole della McGranitt, mentre qualche studente di Serpeverde la guardava torvo.

Dieci punti??? Ma di cosa???

«E non stia lì imbambolata a guardarmi... o forse non capisce bene l’inglese?»

«Parlo perfettamente tre lingue, professoressa» la risposta ebbe un tono fin troppo acido «e mio padre è inglese» disse, calcando l’ultima parola

«Si, suo padre...» la nota di rimprovero nella voce della professoressa era chiara e forte «Bene, allora si sieda!»

Sospirando prese posto all’ultimo banco, dato che i primi erano già occupati.

«No, no... si sieda qui!» e con un leggero tocco della bacchetta la McGranitt fece comparire un nuovo tavolo proprio di fronte a tutti gli altri. 

Se sperava di passare inosservata, oggi non ci sarebbe di certo riuscita!

Fissando con livore la professoressa, si avviò a prendere posto.

«Ah, Sirius, ci sei anche tu»

«Si, mi ero fermato ad aiutare la nuova ragazza, si era persa...»

«Bene, caro ragazzo, bene. Cinque punti per Grifondoro!»

Lizzie sgranò gli occhi? Lei prendeva una punizione e lui veniva premiato??? E cos’era questa storia dei punti? Black era guardato con ammirazione! Si voltò costernata a guardare il ragazzo e mentre lo incrociava per andare al suo posto, lo sentì sussurrare.

«Ti avevo detto di lasciar fare a me, piccola serpe!»

 

La classe era ormai vuota. C’era la pausa e tra poco ci sarebbe stata lezione di pozioni.

Speriamo che la prossima classe sia più facile da trovare…

Raccolse i libri con fare stanco: la lezione della McGranitt era stata…

…spossante!

Non aveva altro termine per definirla ed arrivare in ritardo il primo giorno non aveva giocato a suo favore: nonostante l’”aiuto” di Sirius Black non era stato certo uno splendido esordio! 

Ed ormai ne era sicura, non era stata solo la prima impressione: la vecchia (così ormai aveva soprannominato la McGranitt) la odiava! Perché mai, poi, non ne aveva idea. 

Certo, trasfigurazione non è la mia materia preferita...

Ma da qui a essere definita “appena accettabile”, ce ne correva: a Beauxbatons non andava così male! Anzi, la Croisette, l’alter ego della McGranitt in Francia, le aveva anche scritto una pergamena di raccomandazione, dato che quella materia le era necessaria per diventare auror.

Chiuse lo zaino e se lo mise in spalla. Uscì dall’aula e passando davanti ad una delle enormi vetrate del castello, fissò il cielo ancora azzurro ed il sole tiepido di settembre che lo rischiarava.

Perché non arriva?

Forse non era la McGranitt a rattristarla così, e neanche le bravate di Sirius Black...Forse era altro...

Sospirando si avviò a scendere le scale.

Facile ora: pozioni sta nei sotterranei! Bisognerà solo scendere!

 

«E quindi prendiamo la radice di asfodelo e facciamo… Cosa, Signor Black?»

«Un brodo?»

«Si» il tono di Lumacorno era deluso «Un brodo! Che tradotto nella lingua di noi pozionisti, significa che lo mettiamo a bollire per…Quanto, signorina Delaroche?»

«3 minuti se la pianta è giovane, 5 se è di oltre sei anni» rispose con voce bassa.

«Meravigliosa!» cinguettò Lumacorno «Sentito Black? Altro che brodo…»

Lizzie abbassò lo sguardo. 

Aveva già dato bella mostra di sé tra ieri ed oggi e non sentiva la minima necessità di essere messa al centro dell’attenzione ancora. 

Vorrei fare solo lezione e basta!

«In Francia lo cucineranno meglio...»

Borbottò il ragazzo, scatenando l’improvvisa ilarità della classe.

«Black! Sei incorreggibile! Come fa Regulus ad essere tuo fratello.» sbottò Lumacorno.

«Si, se lo chiedono anche i miei genitori!»

Tutta la classe continuò a ridere, più rumorosamente. Solo Lizzie era rimasta seria. Non aveva capito la battuta.

La ragazza accanto a lei le sorrise cordiale.

«Sirius non va molto d’accordo con la sua famiglia»

Le sussurrò all’orecchio.

E ci credo!

Lizzie la fissò con un gelido sorriso altero ed uno sguardo che manifestava apertamente il proprio disgusto. Lily Evans, così si chiamava, era seduta al banco accanto al suo. Era stata l’unica di Grifondoro a cercare di intrattenere una conversazione educata con lei, cosa che Lizzie aveva cercato, invano, di scoraggiare. 

Possibile che qui sia così complicato lasciare in pace qualcuno?

Sembrava un obbligo dover per forza essere socievole. Tutti che facevano a gara per intrattenerla a Serpeverde. Ora ci si mettevano anche quelli di Grifondoro? Lei avrebbe voluto solo scomparire, essere ignorata, essere trasparente!

Ma sapeva che ce l’avrebbe fatta: anche a Beauxbatons alla fine avevano ceduto!

Persa nei suoi pensieri non si accorse che Lily Evans la fissava delusa.

 

«Mi dispiace, ma forse avevi ragione tu, Sirius» mormorò Lily.

Sirius Black sorrise soddisfatto.

Ovvio che ho ragione io!

«In effetti» anche Remus Lupin aggiunse le sue constatazioni «a Difesa contro le Arti Oscure mi ero offerto di provare con lei, ma ha fatto finta di non sentire ed ha fatto l’esercizio da sola. Forse è solo timida»

«Mah! Timida? E’ strana piuttosto! Saranno così tutti i francesi?»

«Oh, dai Lily!» James la abbracciò «Cosa ci vuole per farti ammettere che è semplicemente antipatica? »

«Nulla! solo che mi sembra ...strano, ecco! Non sembra aver socializzato neanche con i Serpeverde!»

«O forse sei solo invidiosa, perché non sei più l’unica favorita di Lumacorno!» aggiunse ridendo Remus.

«Sei stranamente taciturno, Sirius, come mai? Pensavo che non avresti resistito nel dire “ve l’avevo detto!”»

Era stato James a parlare ed ora l’attenzione si era spostata su di lui.
Ma lui continuò a rimanere sdraiato sull’erba, ad osservare il rincorrersi delle nuvole in cielo.
Borbottò a mezza voce qualcosa di incomprensibile ai più.

Già, perchè sono così taciturno?

«E’ ancora in catalessi dopo la lezione della Cooman!»

James lo prese in giro, mentre tutti gli altri ridevano. Anche lui sorrise a sua volta.
Fu grato all’amico che distrasse l’attenzione: aveva sempre la capacità di comprendere quando non gli andava di scherzare.

Continuava a tornargli in mente la scena a cui aveva assistito la sera prima: non l’avrebbe ammesso mai con gli altri, ma era curioso. E l’atteggiamento misterioso della ragazza non faceva che aumentare la sua curiosità. L’aveva osservata bene (ovviamente non visto) e la ragazza nascondeva qualcosa: ne era certo. Sapeva riconoscere qualcuno che non voleva attirare l’attenzione.

E poi, quel suo atteggiamento, continuava ad infastidirlo. Gli ricordava terribilmente sua madre. La sua alterigia, la sua freddezza, il distacco con cui trattava tutti. Elisabeth camminava per i corridoi di Hogwarts come se si sentisse superiore a tutti loro e lui questo non lo sopportava! Scosse impercettibilmente il capo. E poi c’era l’enigma della sorella. Era così diversa da lei, eppure simile: Dulcinea era gentile e cortese, anche se fredda a sua volta e molto controllata. Tuttavia, il suo temperamento focoso, le faceva spesso perdere l’alterigia che invece la sorella più grande sembrava spesso coltivare e sottolineare.

Essere gentile...

Le parole di Silente gli risuonavano dentro.

Cosa avrà voluto dire? 

 

«Te l’ho detto! L’ho sentito da mia madre che è amica di sua cugina»

«Quindi sono vicini al Signore Oscuro...»

«Così pare. Sono stati addirittura espulsi dalla Francia!»

«Ma dai? Il padre avrà combinato qualcosa di grosso, quindi!»

«Eh, già!»

Lizzie camminava per i corridoi di Hogwarts con sguardo altero e passo deciso in mezzo ai borbottii dei suoi compagni.
Ormai andavano avanti da qualche settimana.

Beh, era prevedibile... Non potevamo sperare che durasse di più.

Era una semplice constatazione: il castello era una piccola comunità e le notizie giravano in fretta. 

Peccato, speravo che la pace durasse di più!

Le dispiaceva per Dulcinea. Lei ci era abituata, ma per la sorellina era diverso. 

Intanto gli sguardi continuavano a seguirla, fin dentro la classe di Pozioni. 

Alcuni incuriositi, altri ammirati ed alcuni... beh ...alcuni erano chiaramente ostili!

Conosceva la ridda di emozioni che questa notizia suscitava: ci era già passata a Beauxbatons. La ragazza si andò a sedere al suo posto. Almeno non era costretta a fare conversazione. Ma non  poteva sapere che Hogwarts le riservava ancora delle sorprese.

«Allora Lizzie» era un compagno di Corvonero che le si era avvicinato «tuo padre di cosa si occupa?»

La domanda la colse di sorpresa: non le piaceva affatto quando erano così diretti.

Ed indiscreti!

«Lavora al Ministero, ora»

«Ufficio Misteri?»

«Si» borbottò a mezza voce: sperava di far desistere il ragazzo con voce annoiata. 

Ma non ebbe successo!

«Ed è vero quello che si dice in giro?»

La domanda fece girare molte paia di occhi verso di lei. Anche Sirius Black si voltò a fissarla.

«E cosa si dice in giro, di grazia? Sai nessuno è così indiscreto da avermelo fatto notare.... finora!»

Il tono ed il sorriso di circostanza che si stampò sul viso avrebbero avuto l’intento di scoraggiare chiunque, ma non il suo interlocutore. 

Quello, invece, insistette.

«Beh, sai, si dice che abbia svolto un....ehm... lavoro per il signore Oscuro in Francia e che... Beh, non sia stato ben visto dal Ministero francese per questo. Sai, Greenback... Non sono  proprio delle belle compagnie da frequentare!»

Il viso di Lizzie divenne viola per l’indignazione e la rabbia, a sentire il nome del lupo mannaro. Balzò in piedi.

«Cosa vuoi saperne tu, stupido ragazzo!» 

Era stanca: dei compagni, delle voci, di quella dannata Scuola.

«Come osi?» sibilò con odio

Senza pensarci aveva tirato fuori la bacchetta e l’aveva puntata contro il malcapitato. 

Uno strano silenzio era calato nell’aula.

E dietro di lei c’era chi si era mosso più velocemente.

«Se fossi in te la ricaccerei indietro, piccola serpe!»

Il tono di Sirius non ammetteva repliche.

«Non sono cose che ti riguardano, Black!» lo incalzò lei.

«Conosci il mio nome, vedo, ma non mi pare ci abbiano mai presentati. Dovresti pulirti la bocca prima di pronunciarlo! Soprattutto dopo quello che hai... detto!» aggiunse con disprezzo.

Era ciò che aspettava da tempo: un pretesto per litigare con Sirius Black. 

E quello era un ottimo pretesto! Gli avrebbe dato una bella lezione! Aveva trovato pane per i suoi denti: erano giorni che sopportava i loro commenti in silenzio! 

Lui, la McGranitt, la scuola intera!

Ora basta!

«Potrei dire la stessa cosa di te, Black!»

«Ooooh! Allora sai anche parlare normalmente quando vuoi» Lizzie aggrottò la fronte perplessa, mentre Sirius pericolosamente mellifluo aggiunse «Le minacce qui ad Hogwarts non sono ben accette e neanche chi parla in serpentese!» Maledizione, pensò, mi è sfuggito di nuovo! «Forse funzionano in Francia, forse hai imparato da tuo padre!»

«O forse tu hai paura di me!» concluse per lui.

«Non esagerare, piccola serpe» ora era il volto di Sirius ad essere rabbioso «La gente come te non è degna di esistere!»

Il commento, carico di odio, la colpì come uno schiaffo in pieno viso, ma il suo orgoglio le impedì di dimostrarlo, se non per un lieve pallore del volto. 

Ed il professor Horace Lumacorno scelse proprio quel momento per entrare.

«VIA LE BACCHETTE!!! Black, Delaroche in punizione entrambi! Sono molto deluso da voi, soprattutto da lei signorina Delaroche. Una studentessa della mia Casa!»

Si guardarono in cagnesco per un minuto che parve eterno.

«SUBITO!!!!»

Solo allora abbassarono di malavoglia le bacchette. 

 

Lizzie era ancora con il capo chino.

«Mademoiselle Delaroche, allora?  Non le piace proprio Hogwarts?»

«Ma no, professore...»

Era dispiaciuta: essere ripresa proprio da Silente, poi! Le era grata, perché aveva evitato la punizione con Sirius Black, ma avrebbe preferito dieci ore in punizione con Black, pur di non sentire quella nota di rimprovero nelle parole di Silente.

«Su, ragazza, su. So che è complicato ambientarsi in un luogo nuovo, ma ora ti dirò un segreto, Elisabeth. Anche io ho ricevuto un gufo su di te, non solo la professoressa McGranitt.»

Lizzie lo guardò con stupore.

«Minerva non approva il metodo usato a Beauxbatons» le strizzò un occhio «e non è mai andata d’accordo con Lisette» era il nome di battesimo della Croisette, la sua ex prof di trasfigurazione! Ora capisco! «Sai, cara, queste donne: farebbero di tutto per primeggiare! Una cioccorana? Io vado pazzo per i dolci!»

«Grazie, professore» disse prendendo la cioccolata e mordendola prima di continuare «è che» arrossì «molto di quello che si dice sulla mia famiglia, sui legami con...» esitò prima di concludere con vergogna «Beh, è vero!»

Silente la guardò gentile.

«Lo so, cara ragazza, ma noi non siamo necessariamente uguali a chi ci ha generato, godiamo di una certa dose di autonomia nel decidere sulla nostra vita, no? Nel male e nel bene.»

Lizzie fece cenno di sì con la testa.

Mi vergogno della mia famiglia? Di mio padre?

Ma non era vergogna quello che provava: era peggio.

«A volte è dura da sopportare» aveva decisamente capitolato con Silente. 

Era la prima volta che si confidava così con qualcuno. Ma l’ultimo anno era stato troppo duro da sopportare, un vero inferno!

«Le eredità sono pesanti fardelli che gravano sulle nostre spalle» il preside le sorrise bonariamente, perdendo il suo sguardo oltre l’orizzonte che si estendeva davanti a loro, oltre la finestra della sua sala «Perché non riprendi il Quidditch, mia cara?»

Glielo disse a bruciapelo, eppure Lizzie pensò che fosse un’ottima idea.

«Ha ragione professore. Farò così.»

«Bene, ora procediamo con la tua punizione. Che ne dici di aiutarmi a catalogare i testi della mia biblioteca? Ce ne sono di molto interessanti»

Lizzie gli sorrise, annuendo felice. Sapeva anche della sua passione per i libri evidentemente!

 

«Sirius, hai un attimo? Vorrei parlarti.»

«Si, professore»

Strano sentire Silente così serio. 

«Non immagini cosa ho da discutere con te?»

«Quello che è successo a pozioni con la Delaroche, signore?»

«Sei sempre perspicace, Sirius. Un peccato che tu sprechi le tue doti.»

«Lo sa che non amo quel genere di persone, professore.»

«Si?» era la prima volta che sentiva Silente veramente arrabbiato «E tu sai che tipo di persona è la signorina Delaroche, Sirius?»

«Beh! non ci vuole poi molto a capirlo.»

«Sempre così sicuro di te, ragazzo. Illuminami allora, su che tipo sia la signorina Delaroche, perché io non l’ho ancora capito.»

«E’ molto simile alle persone dell’ambiente in cui sono cresciuto, professore. Pericolosamente simile, oserei dire.»

«Non lasciarti trarre in inganno Sirius: il mantello non fa il mago! E se ti sbagliassi?»

«E se avessi ragione?»

«La ragione deve avere un riscontro nella realtà dei fatti, ragazzo mio. E finora ho sentito solo chiacchiere ed impressioni!» poi cambiando tono e diventando improvvisamente più gentile aggiunse «Potresti fare molto nella vita Sirius, se solo non ti lasciassi trasportare dalle tue emozioni.»

«Può darsi, professore. Ma è il solo modo che conosco di vivere.»

«Spero, un giorno, che tu non ti debba pentire per quello che sei, ragazzo. Non essere così severo con gli altri. La vita ha uno strano modo di... ripagarti!»

E con una pacca sulle spalle lo lasciò perplesso in mezzo al corridoio.


**************************
Note per lettori (presenti, passati e futuri):
Eccomi qua, spero di aver disegnato bene il contesto in cui si muovono i personaggi ed il tipo di rapporto che inizia ad instaurarsi tra loro.
E, soprattutto, che la trama inizi a delinearsi!
Per chi vuole lasciare commenti, critiche, recensioni, sono tutt'occhi! :)
Bye!!
El

  
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