La maledizione delle
due corone
Cap. 4: strage nella
scuola
Si era fatta sera e la giornata di lezioni, per le ragazze,
si era conclusa.
Rika, Naoko, Chiharu e Tomoyo, stavano camminando lungo i
grossi corridoi dell'accademia, esauste.
I loro vestiti erano sporchi, a causa della lezione di
lotta, e avevano una gran voglia di farsi una bella doccia, tutte.
Chiharu continuava ad aprire e chiudere le mani per
esercitarsi su di un esercizio che la prof le aveva da eseguire, ma nonostante
gli sforzi, la ragazza non ottenne nulla.
Tomoyo si avvicinò: - Come fai tu sbagli, guarda me! -
Le due si fermarono un secondo e Tomoyo chiuse gli occhi: -
Devi visualizzare la sfera d'energia dentro di te e una volta che l'hai trovata
chiamala -
Tomoyo chiuse i pugni e urlò: - EXCTUM! - poi, sempre con i
pugni chiusi, raggruppò le due mani in un unico pugno ed infine le aprì,
sfoderando una bellissima sfera lucente.
- Hai capito? -
Chiharu annuì e chiuse gli occhi concentrandosi.
Tutte le sue amiche la circondarono curiose di vedere il suo
risultato.
La ragazza chiamò la sfera a se e congiunse le mani.
Quando l'aprì una sfera luminosa fece la sua comparsa.
- Ce l'ho fatta! - disse Chiharu, ma subito la sfera si
spense.
- Devi rimanere concentrata! -
Le quattro ragazze si voltarono e videro Sakura che le
raggiunse.
- Sakura! Hai finito le lezioni anche tu? - chiese Naoko
accogliendola.
- Si - rispose la ragazza mentre prese le mani di Chiharu: -
Ascoltami, la sfera non devi immaginarla, ma farla nascere dentro di te! Solo
così sarà forte e riuscirai a domarla! -
Le quattro ragazze si guardano in faccia.
- Sakura, questo è un esercizio che si fa quando si è al
secondo/terzo anno! Come puoi sapere come si...-
Naoko fu interrotta dalla ragazza con gli occhi color smeraldo,
mentre teneva fra le sue mani una grossa e bellissima sfera di luce.
Nessuno riusciva a crederci.
Sakura richiuse le mani e fece sparire la sfera, sorridendo:
- Che avete da guardare? -
Rika parlò per le altre: - Sakura...noi voliamo chiederti come
fai? -
- Cosa? -
- Come fai a fare queste cose...Intendo come sai la formula
per chiamare e usare lo scettro del signor Clow, come possiedi le sue carte e
come fai ad avere questi poteri! Tu non sei una novellina della magia, anzi...-
Sakura guardò una ad una le sue amiche e tutte quante
aspettavano una sua risposta.
La ragazza abbassò lo sguardo e Tomoyo percepì la stessa
sensazione di tristezza, nell'espressione del viso, che le aveva visto quella
mattina.
- Vedete ragazze...c'è una cosa che vi devo dire...- Sakura
si fermò di colpo e alzò lo sguardo fissando il vuoto.
- Sakura? - la chiamò Naoko.
La ragazza la ignorò e si volto di scatto, mentre Sol entrò
velocemente da una delle finestre del corridoio e le si andò ad appoggiare
sulla spalla, prestando attenzione a non graffiarla.
Sakura chiuse gli occhi e rimase in ascolto.
- Ma che...- Chiharu stava per dire qualcosa, ma Tomoyo la
bloccò con la mano e la invitò a star zitta.
Sakura, era come se si fosse chiusa in se stessa e che
intorno a lei non ci fosse niente e nessuno.
Cercava con i suoi sensi una cosa ben precisa e appena la
individuò, aprì gli occhi.
- C'è qualcosa che non va? - chiese Rika preoccupandosi.
La ragazza ignorò per la seconda volta una delle sue amiche
e, come se fosse sotto incantesimo, si mosse lentamente verso le porte delle
stanze da letto che vi erano in quel corridoio.
Si mosse specialmente verso una e quando vi fu davanti, si
fermò.
Sakura fissò il legno lucido davanti a se e con la mano lo
andò a sfiorare percependo una vibrazione che le era famigliare.
Toccò un punto della porta e nella mente le si fece vivo un
ricordo.
Sol sbatté le ali e Sakura tolse la mano dal freddo legno:
il suo sguardo era più triste di prima e sembrò che si stesse per mettere a
piangere, quando la porta davanti a lei si aprì e Sol volò via.
Sakura si trovò davanti Takashi che, molto meravigliato, le
chiese: - Posso aiutarla? -
La ragazza cercò di guardare altre a Takashi, cercando una
cosa in particolare, ma il ragazzo uscì dalla sua stanza e si appoggiò alla
porta impedendole di vedere qualsiasi cosa.
- Takashi! - urlò Chiharu avvicinandosi a lui con le sue
amiche.
- Ragazze che ci fate qui? - chiese lui felice di rivedere
la sua ragazza.
- Stavamo ritornando da lezione...Questa è Sakura la nostra
compagna di stanza, Sakura questo è Takashi - Rika li presentò entrambi.
- Piacere io sono...- Takashi fu interrottò dalla ragazza
che era ancora davanti a lui.
- C'è qualcun altro nella tua stanza? -
Ci fu un istante di silenzio dove Takashi domandò, con lo sguardo,
spiegazioni a Chiharu, la quale fece spallucce.
- Ehm,...si, c'è uno nuovo che arrivato ieri sera, ma ora
sta dormendo! - rispose il ragazzo mettendosi una mano nei capelli.
Sakura si spostò da li e si appoggiò al muro di fianco alla
porta: - Me lo puoi descrivere? -
- E' alto e ha un fisico ben scolpito...- cominciò Rika.
- ...giovane e temerario con il suo ciuffetto di capelli
marroni...- Naoko.
- ...ed ha due occhi color nocciola d'andar giù di testa...-
Chiharu.
- ... e ha una pantera nera - concluse Tomoyo.
Sakura all'ultima affermazione, sobbalzò: " Una pantera
nera? Allora è lui..." Pensò mentre si mise una mano davanti alla bocca,
incredula.
- C'è qualcosa che non va? - chiese Takashi avvicinandosi
alla ragazza.
Sakura ritornò in se e, guardando i suoi amici, scosse la
testa: - Non vi preoccupate! Ho soltanto bisogno di andare a fare una bella
doccia...tutto qui..."
Sakura diede un'ultima occhiata alla porta al suo fianco e
poi corse verso la sua stanza da letto.
Il cielo era così limpido che tutte le stelle dell'universo
si potevano contare, in quella meravigliosa notte di luna piena.
Un vento tiepido e caldo muoveva le foglie degl'alberi e si divertiva a
stuzzicare la polvere, che si lasciava trasportare da un posto all'altro.
- AH! -
La lama di una lunga spada, rifletté la candida luce della
luna, mentre chi la impugnava continuava a star fermo nella sua posizione.
La pantera al suo fianco, che prima riposava, al suono
emesso dal suo padrone, alzò la testa e le orecchie, rimanendo in ascolto.
Il ragazzo ritirò la spada
e riprese fiato un secondo, mentre si asciugò il sudore sulla fronte e
mentre si accorse che il tempo era passato molto velocemente e che oramai erano
due ore che si allenava da solo, sul tetto della scuola.
I raggi della luna si rifletterono sul suo petto nudo e
bagnato e fecero risaltare la sua bellezza ancora di più.
Il ragazzo si passò la mano nei capelli bagnati, poi riprese
la sua spada e si concentrò.
Sentì qualcosa che gli sfregò i pantaloni e aprendo gli
occhi vide Star che gli faceva le fusa.
Lentamente il ragazzo si abbassò per accarezzarla, ma la
pantera si spostò mettendosi sulla difensiva.
Lui capì: appoggiò la spada a terra e in un secondo si
ritrovò l'animale addosso.
I due rotolarono per un pò lungo tutto il tetto e poi si
mollarono.
Il ragazzo l'attaccò, bloccandola per la coda, ma l'animale
si voltò di scatto e gli graffiò il pettorale sinistro.
Shaoran cadde a terra tenendosi con una mano la ferita.
La pantera guardò il suo padrone dolorante e sentendosi in
colpa si avvicinò a lui, leccandogli la ferita.
Shaoran le mostrò il suo bellissimo sorriso e le parlò con
la voce più dolce che aveva: - Non ti preoccupare piccola mia. E' stata colpa
mia, non dovevo tirarti la coda così forte, in ogni caso ti ringrazio -
La pantera si sedette vicino a lui e gli appoggiò la sua
testa sulle gambe, ricevendo delle carezze sul liscio pelo nero.
Una leggera brezza scompigliò i capelli del ragazzo, il
quale alzò gli occhi e osservò la luna.
- Era una notte come questa...calda, splendida, la luna
risplendeva alta nel cielo ed era tutto perfetto...te lo ricordi piccola? -
La pantera alzò la testa e guardò il suo padrone.
- Non importa se non lo ricordi ora, spero solo che tu non
ti dimenticherai mai di...-
Shaoran non concluse il suo discorso perchè sentì la
presenza di qualcuno.
Scattò in piedi e brandì la sua spada in mano, pronto per
attaccare.
- Calmatevi mio baldo eroe...-
Shaoran abbassò la guardia non appena la luce della luna
illuminò la principessa Meiling che avanzava verso lui.
- Principessa? Che fate qui? Non è posto per voi! -
Il ragazzo non ricevette volentieri quella visita e cercò di
farglielo capire.
- Non ho nulla da temere se con me ci siete voi...-
Meiling era davanti al ragazzo e lo guardava da tutti le
parti, tranne che negl'occhi.
- Sapete...- una mano della ragazza sfiorò il nudo petto di
lui: - ...non siete venuto a farmi visita e quindi ho pensato di venirvi a
trovare io...-
La mano della ragazza scivolò lentamente tra i muscoli di
lui, fino a raggiungere la ferita, ma Shaoran la bloccò e se la tolse di dosso.
- Non ho avuto tempo e ora se volete scusarmi io avrei una
lezione da...-
- Non inventatevi scuse con me, Shaoran. Ho controllato i
vostri corsi e avete finito più di due ore fa e la vostra prossima lezione è
tra un'ora...abbiamo tutto il tempo per
fare qualsiasi cosa...-
Nella voce della principessa c'era qualcosa di malizioso che
al ragazzo non piacque.
Shaoran si allontanò da lei e le diede le spalle.
- Non ditemi che non potete perchè avete la ragazza? -
Quelle parole lo fecero sobbalzare.
Un'immagine vaga si formò nella sua mente e il cuore gli
fece male.
Meiling avvicinandosi ancora di più si accorse che il
ragazzo portava sulla spalla destra uno strano tatuaggio.
Vi era rappresentato un sole e una luna dove al centro
regnava sovrano un cuore per metà bianco e l'altra metà nero, legato insieme da
un filo spinato che lo faceva sanguinare.
La principessa fu attratta da quella figura e porse la sua
mano verso essa, ma Shaoran si voltò di scatto e le schiaffeggiò la mano: - NON
TOCCATE! - disse scandendo le due parole.
I loro due occhi si fissarono per qualche secondo e poi lui
continuò: - Se mi volete scusare principessa...-
Meiling annuì e rassegnata se n’andò lasciandolo solo.
L'ombra si muoveva nel fitto della foresta.
Raggiunse il gran portone della scuola e rise.
Subito i due guardiani la bloccarono: - CHI SIETE VOI? -
chiese un leone di pietra animandosi.
- NON POTETE ENTRARE NELLA SCUOLA SENZA IL PERMESSO DEI DUE
GUARDIANI SUPREMI O DEI FONDATORI DELLA SCUOLA! - continuò il secondo leone.
Due occhi rossi si fecero largo tra le tenebre dell'ombra: -
Lasssciatemi passsare...-
La strana esse dell'ombra fece mettere i guardia i due
guardiani.
- NO, MAI! -
L'ombra li osservò entrambi e poi rise.
- Va bene...l'avete voluto voi...-
Un boato seguito da una nube di fumo, circondò il castello e
quando quest'ultima si dileguò, dei due guardiani rimaneva soltanto i loro
frammenti.
L'ombra allora rise e si alzò in volo arrivando davanti al
grosso portone della scuola e voltandosi verso le sue prime vittime.
- Vi avevo detto di lasssciarmi passsare...-
Il corridoio era deserto e l'ombra potè girare indisturbata.
I suoi occhi rossi osservavano ogni centimetro quadrato di
quel posto e sembrarono esserne disgustati.
- Chi sei? -
Una voce dietro a lui lo fece fermare.
L'ombra si voltò e si mostrò in tutta la sua mostruosità: -
Sssono la cossa migliore che ti poteva capitare! -
Con uno scatto, l'ombra corse verso l'umano davanti a se e
s'impossessò del suo corpo, mangiandoli l'anima e facendolo cadere a terra.
- Sssei fortunato umano...sssarai tu a farmi da cavia per
ritrovare il mio tesssoro perduto...-
A quelle parole, l'umano si alzò in piedi e i suoi occhi
brillarono di rosso.
- Forza...ho bissogno di ssangue! -
L'umano ubbidì e si recò nei dormitori al piano superiore:
quella notte cinque ragazzi persero la vita.