nothing left.
«Amavo il canto. Mi permetteva di entrare in un mondo tutto mio, dove ogni cosa era in armonia e ogni problema aveva una soluzione semplice, accessibile, sensata. Tutto era proporzionato: non c’era niente di insopportabile, non c’erano emozioni soffocate o troppo difficili da esprimere… L’intero universo che nascondevo dentro di me trovava forma, colore, musica e si esauriva completamente nella mia voce».
«E ora?»
La vedi chiudere gli occhi e tirare un lungo sospiro.
Se ascolti con attenzione, dietro a quel respiro, puoi cogliere un rumore di cristalli ridotti in pezzi.
Il suo cuore, sbriciolato.
«Ora non ho più niente».
Cento parole esatte e tanta, tanta nostalgia.