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Autore: Tanuki    16/01/2012    3 recensioni
Naruto Uzumaki, campione nel reining, e il suo fedele cavallo Rasengan si ritrovano a convivere per qualche tempo con Sasuke Uchiha, campione nel dressage, e la sua cavalla Kirin...che succederà?
Pairings: SasuNaru, ShikaTema, KakaIru, SasoSaku, PainHinata...e tanti altri!
Un maneggio enorme, rivalità a non finire, amori che sbocciano...tutti ricorderanno il soggiorno al Centro Ippico Konoha!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi dispiace per il ritardo...ma spero che il capitolo vi piaccia!^^

Ringrazio tutti coloro che preferiscono, ricordano o seguono la mia storia!

I personaggi sono maggiorenni ed appartengono a Masashi Kishimoto.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!




 

La mano di Hidan scivolò languidamente sul fianco di Konan, durante il bacio.

A quel tocco, la ragazza spalancò gli occhi e, come colpita da una scossa elettrica, si scostò dalle labbra di lui.

Il ragazzo aprì gli occhi color ametista e la guardò, confuso.

“Cosa c’è che non va?” chiese, mordendosi impercettibilmente il labbro inferiore.

“So cosa vuoi” mormorò la giovane, quasi intimorita dall’accennato ardore di Hidan “Non mi sembra…il caso…”

“Oh, Konan” ridacchio a mezza bocca lui “E’ vero, mi piacerebbe assai ma…adesso c’è Origami davanti a noi, non è educato”

Abbassò la voce nella seconda parte della frase, come se il cavallo potesse capire le sue parole.

La ragazza rise coprendosi la bocca con una mano.

Origami, a quel punto, sbuffò sonoramente e scrollò il testone.

“E va bene, stecchino!” esclamò Hidan “Mi stacco dalla tua padrona…ma quanto cazzo sei geloso?”

 

 

Intanto, alla festa, Itachi cercava con gli occhi Naruto.

Ci aveva messo poco a fare due più due, l’unico biondo che Sasuke aveva incrociato al maneggio era il biondo “vaccaro”.

Lo vide conversare con una ragazza dai capelli rosa, appoggiato ad un palo della veranda.

Era proprio il tipo di Sasuke, rude, casinista, dai modi spicci e dagli occhi chiari.

Suo fratello era così: intrattabile, aveva la mania di controllare e la smania di essere controllato, o meglio, di essere domato.

Sasuke viveva il mondo del dressage in un turbine di amore e odio, amava gareggiare, amava far vedere a tutti che la sua Kirin era la migliore, ma al tempo stesso detestava con tutto il suo cuore gli altri cavalieri che sovente incontrava al club di dressage.

Impettiti e viscidi, che consideravano il cavallo solo un oggetto, non un compagno di vita.

Non vivevano appieno il rapporto con il proprio destriero, alla fine dell’esibizione lo rinchiudevano nel box, e chi s’è visto s’è visto.

Lui, invece, adorava la sua cavalla, dopo ogni allenamento si prodigava in mille cure e tenerezze, che si concludevano sempre in un bacio sul testone scuro, in mezzo agli occhi colmi di dolcezza.

Itachi sospirò: forse il fratello sperava di incontrare un uomo che lo amasse tanto quanto lui amava Kirin.

 

Temari camminava con passo svelto verso la veranda illuminata e gremita di persone, traballava leggermente per via dei tacchi alti che affondavano nel terreno soffice.

“Odio queste scarpe maledette” borbottò a mezza bocca.

I fratelli camminavano dietro di lei, le mani in tasca e gli occhi fissi sulla bionda sorella, temendo che potesse cadere da un momento all’altro.

“Perché si è messa quelle scarpine?” chiese Gaara a Kankuro “Le odia, e non ci cammina bene”.

L’altro sorrise malizioso.

“Perché alla festa c’è Shikamaru”.

Gaara guardò perplesso il fratello.

“Ma se non fa altro che ripetere che sono solo amici, e che a volte la innervosisce con il suo atteggiamento!”.

“Se troppo ingenuo” bisbigliò il maggiore, cercando di non farsi sentire “Sai che la nostra sorellona piuttosto che ammettere certe cose si farebbe impiccare, secondo me le piace, e anche molto; secondo te perché si è vestita così? E perché ha messo quei trampoli? Sappiamo tutti e due che, fosse stato per lei, a questa festa ci sarebbe andata in pigiama!”.

“Vi sento! Idioti!” disse la bionda alzando la voce “Una ragazza non può vestirsi bene senza secondi fini?”.

Affrettò il passo stizzita, seminando i fratelli.

 

Gli ansimi risuonavano nella stanza dei finimenti.

Rumore di labbra che si scontravano, si schiudevano, si univano con un desiderio quasi disperato.

Hinata si allontanò con delicatezza, quasi a malincuore.

“Forse dobbiamo ritornare alla festa…”.

Pain sospirò.

“Hai ragione, anche se vorrei trascorrere tutta la notte qui”.

La mora rise sommessamente, prima di poggiare la testa contro il petto di lui.

Le dita del rosso affondarono in quel mare di seta scuro.

“Prima di andare devo fare una cosa…” sussurrò lui.

Abbassò la testa repentino per raggiungere il niveo collo della giovane, succhiando dolcemente la pelle morbida e profumata.

Il corpo della ragazza si ricoprì di pelle d’oca.

Poi Pain si allontanò, baciandole con tenerezza una guancia.

“Ora possiamo andare” sussurrò cercando la mano di lei per afferrarla.

Aprì la porta senza il minimo sforzo, posando la mano sul legno scricchiolante.

Il viso di Hinata si corrucciò, illuminato dalla perlacea luce della luna.

“Ma non era bloccata?”.

“Errore, ti ho fatto credere che fosse bloccata” disse il rosso sorridendo “Perché se la porta poteva essere aperta da chiunque, tu non ti saresti mai rilassata totalmente, avresti avuto paura di essere scoperta”.

Strinse ulteriormente la bianca mano della mora.

La ragazza, colpita da tanta tenerezza, si strinse a Pain.

Insieme si incamminarono verso la festa.

 

“…e così ti sei classificata prima anche nelle eliminatorie eh?” chiese Naruto a Sakura “Quest’anno Shousen fa faville, come tutti gli anni, del resto” concluse con una risatina.

“Beh, devo ammettere che non è stato semplice come pensavo…” disse lei sorseggiando un bicchiere di vino.

“In che senso?”.

“C’è quel ragazzo del team Akatsuki che mi è rimasto appiccicato dietro per tutto il tempo, avevo sempre paura che mi superasse, ma stranamente non mi ha sorpassato mai, anche se una possibilità c’è stata…un errore marchiano, per un atleta di livello; quella presenza sempre dietro di me mi angosciava, secondo me è una strategia ben precisa…”.

“Possibile, ma ad ogni modo stai ben attenta, studiati bene il percorso”.

“Puoi giurarci” Sakura rigirò tra le dita il bicchiere ormai vuoto “Scusa un attimo, vado ad appoggiare il bicchiere al bancone…vuoi qualcosa da bere?”.

Il biondo scosse la testa.

“No, grazie”.

La ragazza si voltò verso il bancone, allontanandosi.

Naruto si guardò intorno: il damerino ancora non si era fatto vedere.

Il biondo si mise le mani in tasca, salutò con lo sguardo Neji Hyuga con la fidanzata Tenten.

“Ciao”.

La voce profonda di Sasuke lo fece sobbalzare.

“Ciao” rispose Naruto guardando il moro negli occhi “Ho sentito che sei arrivato primo alle eliminatorie”.

“E io ho sentito che anche tu hai fatto altrettanto”.

Rimasero poi in silenzio per qualche minuto.

“Quella ragazza con i capelli rosa è la tua fidanzata?” chiese Sasuke, esitante.

“No, non ho una fidanzata” Naruto si ritrovò a chiedersi il perché della rettifica, non ce n’era affatto bisogno.

Sasuke fissò un punto imprecisato davanti a sé, senza parlare.

“Senti…” disse il biondo sommessamente “Volevo dirti che l’altra sera mi hai messo un po’a disagio, damerino”.

“Penso che tu l’abbia capito che mi sento incredibilmente attratto da te”.

Naruto spalancò ancora di più gli occhi cerulei.

Si, lo aveva capito, ma tutto gli sembrava troppo…audace, troppo manifesto.

Sembrava quasi uno scherzo, una presa in giro.

Continuò a guardare il moro ad occhi sbarrati, senza proferire parola.

 

Ino rimaneva in piedi davanti all’ingresso, mordendosi con delicatezza le labbra.

Quella sera non aveva ricevuto fiori, ma solo un biglietto, sempre scritto al computer.

Il fiore te lo darò di persona, alla festa”.

Al posto della firma, sempre una croce scritta con inchiostro blu.

La ragazza non nascondeva la sua agitazione: se prima era pervasa da un brivido civettuolo ad ogni omaggio floreale, adesso era dilaniata da un dilemma.

E se il misterioso ammiratore non sarebbe stato il suo tipo ideale? Se dopo averlo conosciuto si accorgesse di non avere nulla in comune con lui? Non voleva assolutamente ferirlo, dopo i pensieri gentili che le aveva dedicato, ma d’altronde l’amore c’è o non c’è.

Nervosamente si lisciò il lungo vestito stile impero rosso scuro, che le fasciava il corpo ben formato.

I lunghi capelli biondi legati nell’immancabile coda di cavallo che le carezzava le spalle.

Gli occhi azzurri truccati appena con un filo di eyeliner.

Improvvisamente una splendida orchidea le arrivò tra le dita, da dietro la sua schiena.

Un forte odore di menta impregnò le sue narici.

Proveniva da dietro di lei.

Ino deglutì: il suo ammiratore segreto era proprio dietro di lei.

E odorava di menta piperita.

  
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