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Autore: _Woolly_    16/01/2012    1 recensioni
quali sono le giuste qualità per essere una malndrina? Perchè una ragazza che è sempre vissuta nell'ombra è diventata la Nuova Malandrina?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Nuovo personaggio, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il tempo fuggiva dalle mie mani, l’addestramento, i turni dell’ordine, i miei vani tentativi di diventare animagus, il lavoro di Sirius, la solitudine di Remus, la tensione di Peter, la gioia di James e Lily. Più passava il tempo più noi Malandrini ci allontanavamo. Sì, avevo Sirius, ma io avevo bisogno anche dei miei amici. Ormai era da più di un anno che avevo una famiglia vera.
Quella sera ci sarebbe stata una rimpatriata, ci saremmo stati tutti, nessuno escluso, Sirius aveva offerto casa sua, e io mi continuavo a chiedere come avrebbe fatto a pulire entro la sera. Stavo provando a pulire casa mia, visto che Malocchio per grazia di Merlino ci aveva dato un giorno di riposo dall’addestramento, dopo che il giorno precedente Carol Wing aveva perso tre dita del piede. La mia giornata delle pulizie domestiche, si stava rivelando infruttuosa perché ogni 5 minuti, mi fermavo a guardare la tv stravaccandomi sul divano, che dopo ogni minuto diventava sempre più confortevole e invitante.
- Corvy!
Riconobbi subito la voce di Sirius, ma lo odiavo immensamente quando mi chiamava così!
-SIRIUS! Non mi chiamare così!
-Dai, amore, non arrabbiarti!
Disse sghignazzando e prendendomi per i fianchi
-Non dovresti essere a lavorare?
Lo guardai ancora arrabbiata
-Non mi volevano dare un aumento!
-Ti sei fatto licenziare?! Sir, lavori lì da sole due settimane!
Certe volte mi stupiva il fatto che prendesse ancora tutto come un gioco, mi faceva paura, avevo paura prendesse come gioco anche me
-Sì, non riuscivo a stare con nessuno di voi, nemmeno con te a causa del mio e dei vostri lavori … comunque ero venuto per chiederti una cosa
Disse baciandomi una guancia
-Dai, sentiamo!
E appoggiai le mani ai fianchi
- Sai … è che stasera volevo preparare del tacchino, solo che non so come si prepara …
Mi disse dandomi un altro bacio sulla guancia.
-Ok, adesso vengo. Lasciami prendere la giacca
-E se non te la lasciassi prendere?
Disse afferrandomi il braccio e tirandomi a sé. Mi continuava a guardare, poi mi baciò, ogni bacio era un tuffo al cuore.  Non riuscivo ancora a capacitarmi che fosse mio, ma almeno ora sapevo di amarlo, e non era solo amore, era anche amicizia, era questo che ci rendeva più forti.
-Dai amore, fammi prendere la giacca …
-Bah, a cosa ci serve essere maghi
Mi prese per mano e si smaterializzò nella sua camera da letto.
-Materializzarsi per non fare 50 metri e per di più in camera tua!
-Dai, è presto per cucinare!
Mi disse, guardandomi malandrinamente.
-È presto per tante cose, dai muoviti, e togliti quella faccia da cane bastonato!
Dissi dandogli un bacio a fior di labbra, gli presi la mano e lo accompagni giù, verso la cucina. La vista della cucina era scioccante, coltelli e forchette sparsi per tutta la stanza, verdure appoggiate nel lavandino, il frigo vuoto aperto e quattro bottiglie di vino sui fornelli. Metà del tempo lo passammo a ripulire, poi lo aiutai a preparare la cena, che alla fine sembrava mangiabile. Mi pulii la faccia dalla farina con la mano e guardai Sirius, che aveva i capelli ricoperti di farina.
-Sir, non riesco da sola …
-A fare cosa?
-A diventare animagus
-Non ci pensare nemmeno, non ti aiuterò!
-Dai …
Dissi provando a fare gli occhi dolci, ma non sembrava intenzionato a cambiare idea, in fondo eravamo due testardi, come diceva sempre Remus.
-Ci penserò …
-Comunque, ti dona il bianco, Black! Forse dovresti andarti a lavare
Dissi ridendo, lui mi guardò facendo una smorfia.
-Beh, penso proprio che mi andrò a fare una doccia, mi prometti che non scapperai a casa tua?
-No, non scappo!
Così corse su per le scale verso il bagno, dopo qualche minuto, sentii lo scorrere dell’acqua e Sirius che cantava Stayn’ Alive, ascoltare la tv babbana con me gli aveva fatto male, ma fu in quel momento che mi balenò un’ idea in mente. Così salii le scale ed entrai in bagno, Sirius non sentì nulla, perché aveva alzato notevolmente il tono di voce, mi tolsi lentamente la maglia e i pantaloni e rimasi in biancheria, mentre mi avvicinavo alla doccia, mi tolsi anche questi. Ed entrai nella doccia.
- Cor?
Disse guardandomi stupito, ma non durò a lungo che mi cominciò a baciare con desiderio, mi strinsi a lui con sempre più passione, i nostri corpi danzavano insieme, mi sentivo completa. Sirius, niente mi avrebbe divisa da lui, lui era la mia famiglia, la mia vita.
Era stata la mia prima volta e potevo definirla fantastica. In quel momento la mia mente produceva solo pensieri sconnessi, ma incentrati su Sirius, che mi guardava sorridendo. Non sapevo nemmeno come avevamo fatto ad arrivare sul letto. Sirius prese la mia mano e la strinse forte
-Non ti lascerò andare …
-Ma io non voglio andarmene.
-Non ho paura che sia tu ad andartene, ho paura che ti portino via da me … ho paura che la guerra ti porti via, so che adesso sembra ancora lontana, ma è sulla soglia che aspetta di entrare e travolgere le nostre vite, ogni giorno che passa tutto diventa più oscuro … Finalmente ho trovato una famiglia, e non voglio che Lui me la porti via!
-Io sarò sempre qua, non permetterò che distruggano quello che abbiamo.
Mi alzai e andai in bagno a riprendere i miei vestiti, poi ritornai da lui con le scarpe in mano, lui con aria abbattuta mi guardò:
-Dove vai?
-Ti sei dimenticato che hai una cena? E sono le … - guardai l’orologio- 5.40 e alle 6 arrivano gli altri e tu sei ancora nudo!
Mi guardò ridendo.
-Beh, i nostri amici aspetteranno fuori!
Disse tirandomi a sé e baciandomi, sentivo le sue labbra che dopo ogni sorriso si piegavano in un sorriso, mi cinse i fianchi e cominciò a giocare con il bottone dei miei jeans
-SIRIUS! La voce di Peter rimbombò per la casa, mi staccai da lui e mi sistemai, con un sorriso malandrino lo guardai e gli dissi:
-I tuoi amici a quanto pare, non conoscono le porte!
-Sono anche tuoi amici, mia cara Woolly – con voce più bassa mi disse –Ti amo. E mi baciò
-Anche io, mio caro Felpato.
Gli dissi tirandogli i vestiti e cominciando a scendere le scale. 

 

  
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