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Autore: HIUGA89    16/01/2012    4 recensioni
Quando l'oscurità pervaderà un'anima pura,
sangue colerà dai suoi occhi e malvagità colorerà le sue labbra.
Questo è ciò che accadrà a chi rinuncerà al candore della propria pelle,
alla luce dei propri capelli,
all'eternità del proprio essere.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Haldir, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Raiting decisamente rosso!

Haldir continuò a camminare, con le guance solcate da lacrime amare, lacrime di dolore...
Sapeva quanto le parole di Legolas fossero giuste, ma dentro di se non sarebbe mai riuscito ad accettarle davvero.. L'unica cosa che in quel momento avrebbe potuto fare era dormire e bearsi dell'oscurità della battaglia imminente.
Si avvicinò a un gruppo di elfi e uomini, intenti in una discussione accesa. Intervenne immediatamente, distraendo il proprio tormento.
"Cosa succede?"
Aragorn gli si avvicinò, completamente dimentico del diverbio avuto poco prima. Lo stesso Haldir ignorò quella discussione, in fondo, in momenti simili era giusto ritrovare il proprio autocontrollo, soprattutto in vista di un bene comune.
"Non ci sono più"
Il guardiano sgranò gli occhi incredulo.
"Che cosa?"
“È così, gli esploratori mandati da Eòmer confermano... Non esiste più alcun accampamento"
Entrambi si voltarono notando l'arrivo di Legolas, seguito dal bianco stregone.
"Non siamo più al sicuro in queste terre"
Haldir ebbe un fremito, come se qualcosa potesse vederlo, come se qualcuno stesse spudoratamente scrutando la sua anima. Si avvicinò a Gandalf cercando, inutilmente, di mascherare le proprie emozioni.
"Cosa succede?"
Il bianco lo guardò, scorgendo apprensione e paura nei suoi occhi profondi.
"Una presenza, qualcosa o qualcuno muove quest'orchi con la magia nera, è molto potente"
Legolas ascoltò quelle parole, osservando il volto del guardiano farsi scuro e tetro, quasi rassegnato. Per un momento si infastidì nel capire che tale timore non fosse dovuto alla sua presenza, ma a qualcosa di sconosciuto non solo a lui, ma probabilmente a tutti presenti. Lo guardò e i loro occhi si unirono in un istante.
Non sta pensando a me. Possibile che conti così poco per lui? Davvero non prova lo stesso dolore che ho voluto sigillare su quell'albero?
Si maledisse per quell'insana gelosia assolutamente fuori luogo in quel momento, ma quando si trattava di quel maledetto elfo nessun dovere riusciva mai a coinvolgerlo del tutto.
Sono le tue labbra, i tuoi pensieri che non riescono nemmeno a farmi ragionare! Vale la pena essere innamorati se si deve sopportare una tale ansia?
Haldir si destò improvvisamente dall'inquietudine e guardò Gandalf con sguardo deciso.
"Voglio andare a controllare di persona"
"Sei impazzito?!"
Legolas gli si avvicinò preoccupato, nonostante tutto, l'istinto non avrebbe mai smesso di spingerlo a proteggerlo.
"No"
Rispose l'altro con freddezza, freddezza che fece raggelare il sangue persino ad Aragorn. quel suo no, capì, non era frutto del loro distacco improvviso, ma della reale, seria e insindacabile decisione di affrontare la questione personalmente. Il perché, come il perché di tante altre cose riguardanti l'amico, gli era sconosciuto.
Anche Legolas si era accorto che quella risposta data con tanta forza e astio non era destinata a lui. In quel momento Haldir non pensava a lui e la cosa gli morse terribilmente il cuore.
Lo stregone fu l'unico a carpire lievemente le vere intenzioni dell'elfo e acconsentì alla sua richiesta.
"D'accordo... Ma solo affinché questo sia davvero utile e solo se ne sei davvero coinvolto"
"Lo sono... Fin troppo"
L'uomo e il principe li guardarono sbigottiti.
Haldir si voltò, avviandosi lontano dal proprio accampamento, pronto a seguire gli infausti richiami del suo cuore. Legolas non perse tempo e corse a rincorrerlo. Una mano gli bloccò il polso.
"Non farlo"
"Cosa vuoi? Lasciami in pace"
Aragorn strinse di più la presa arrivando a provocargli un leggero dolore.
"Non perdere la ragione! Hai visto prima i suoi occhi, li hai visti adesso.. Se Gandalf ha deciso di inviarlo lì da solo vuol dire che dobbiamo rispettare la sua decisione"
"Ti ho detto di lasciarmi in pace!"
Cercò di liberarsi dalla morsa, ma l'uomo lo trasse a se stringendo le labbra infastidito.
"Sembri un bambino! Abbi fiducia in me per una maledetta volta! Siamo stati compagni, lo siamo tutt'ora! Non prendermi come un nemico che cerca di rubarti il ragazzo! Non so cosa gli hai detto lassù, non so cosa c'è tra voi, ma se vuoi un consiglio da un amico, non puoi decidere di volerlo e allontanarlo allo stesso tempo! Datevi un attimo per pensare, per pensare in modo razionale"
Legolas si rilassò e l'amico allentò la presa lasciandogli quasi del tutto libero il braccio.
“È proprio questo il punto.. Che purtroppo, in tutto questo, di razionale ci sono solo le tue parole"
Il principe si scostò da lui, dandogli le spalle, convinto di voler seguire il compagno per fermarlo.
"Haldir!"
Haldir non si voltò neppure, continuò imperterrito a camminare.
"Valar celesti Haldir fermati!"
Il guardiano si voltò di scatto con un espressione furente negli occhi.
"Vattene!"
"No"
L'elfo rise divertito.
"Mi dici che non mi vuoi e poi mi rincorri, cos'è ti sfuggono le basi del ragionamento coerente?"
"Volevo solo impedirti di farti del male"
"Non morirò stai tranquillo"
I suoi occhi si addolcirono per un breve istante, per poi subito ritornare all'espressione determinata di prima.
"Non so se tutto questo ha a che vedere con quello che penso, ma è mio compito capire se è così.. Rispetta la mia decisione come io ho rispettato la tua.. Non sono la tua ragazza..."
Già era vero, non era il suo ragazzo, non era niente. Aveva creduto per un breve istante in loro, ma come poteva credere a se stesso, quell'elfo si stava tormentando con qualcosa di ben più profondo di una sbandata per un suo compagno di avventure. Si sentì improvvisamente ridicolo.
"Mi dispiace"
"Accetto le tue scuse... Ma ora lasciami andare.."
Sorrise sarcastico, costringendo il principe ad andarsene triste, con il cuore a pezzi e senza alcun motivo per sperare nei propri sentimenti.
Ad Haldir si gelò il sangue.
Oh Legolas... Cosa ti ho fatto...
Quando fu abbastanza lontano, Haldir continuò a camminare, mettendo tutti i propri raffinati sensi in allerta.
Aveva già fatto parecchia strada, quando una sensazione strana e familiare pervase il suo corpo.
È qui.
Tese le orecchie in ascolto. Molto vicino a dove si trovava qualcuno lo stava osservando.
Era vicino, troppo vicino.
Chiuse gli occhi per assaporare suoni e odori.
È vicino... Lo sento...
Aprì piano gli occhi, trovandosi davanti quel che sospettava.
"Narwain"
L'elfo piegò la bocca in un sensuale mezzo sorriso.
I suoi capelli avevano perso la lucentezza di un tempo.. Ora erano lunghi e neri come la pece. Una lunga treccia adornata di fili rossi come il sangue ricadeva alla destra del suo viso, colorato da labbra nere e tetre. I suoi splendidi occhi grigi si erano accesi di una luce rossa, intensa, terribile. Portava una veste corta, aperta davanti, nera, alla cui cintura era appeso un lungo pugnale ancora macchiato di sangue. Haldir inorridì sentendo l'odore pungente di uomini appena uccisi.
"Cosa ci fai qui?"
L'elfo, se così poteva ancora chiamare, gli girò intorno trotterellando, per poi fermarsi dietro di lui per cingergli il collo con una mano dalle unghie affilate. Iniziò a graffiarglielo lievemente, provocandogli un visibile rossore, poi si avvicinò con la bocca al suo candido orecchio e lo leccò gemendo.
Haldir non si mosse, era letteralmente inchiodato a terra, incapace di formulare qualsiasi pensiero.
“È questo il modo di salutarmi amore mio?"
Scese a leccargli il collo.
Il guardiano fremette. Sentiva quella morbida lingua accarezzarlo sensualmente, salendo su e giù con una cadenza melodiosa e tremendamente piacevole.
"Mmm.. Valar come mi è mancato questo profumo! Di la verità, scommetto che non riesci a piegare il tuo nuovo amante come facevi con me, scommetto che lui non urla il tuo nome sentendoti uscire ed entrare dentro di lui..."
Narwain scese con la mani, cominciando a massaggiargli la virilità attraverso i vestiti.
"Scommetto che non ti ecciti così in fretta quando glielo metti in bocca spingendogli la testa contro di te fino a farlo affogare..."
Il guardiano chiuse gli occhi.
Non posso cedere... Valar non posso!
Ma i suoi gesti tradirono i suoi pensieri. Prese la mano dell'altro e la spinse su di se, invitandolo a fare movimenti più energici.
"Mmm.. Vedo che ti piace ancora essere toccato così.. Dimmi un altra cosa.. Lui è tanto stretto quanto me? Glieli strappi quei meschini capelli dorati quando lo cavalchi contro un albero? Gli infili le dita in gola per soffocargli le urla di piacere? Mi piacerebbe vederti sfondare il corpo di un elfo puro come te e sentirlo sporcarsi dei vili piaceri della carne"
La sua mano si muoveva sempre più velocemente e Haldir abbandonò del tutto la propria ragione.
Perdonami Legolas, perdonami...
Prese Narwain spingendolo contro un tronco.
"Ah! Ti piace ancora violento? Lui ti graffia il petto leccandoti il sangue che scende caldo sulle unghie affilate?"
Il guardiano si spogliò in fretta, togliendo con altrettanta foga i vestiti dell'altro.
Scese a leccargli i capezzoli con avidità, mordendoli, facendogli male e gemendo in modo innaturale e incontrollato.
"Ah si! Nh.. Ti sono.. Mancato amore.."
Narwain alzò gli occhi rossi al cielo in preda alla lussuria.
Scostò Haldir da se e gli leccò le labbra. Le leccò convulsamente, sospirando ogni volta. L'elfo sentiva quella lingua violarlo dentro e fuori e non ci volle molto perché perdesse ancora una volta il senno. Lo rigirò e si spinse all'improvviso, senza alcuna accortezza dentro al suo corpo.
"Aaaah si Haldir! Uccidimi con le tue spinte! Fammelo sentire dentro carico di piacere, fammi dimenticare questo mondo!"
Haldir iniziò a spingere selvaggiamente, stringendo le mani ai suoi glutei, fino a inciderli con le unghie, provocandogli dei leggeri rivoli rossi che scesero sulle sue mani.
Era completamente annullato nel suo corpo, non esisteva più un dovere, un amore, esistevano solo loro, un legame nero, impossibile, malvagio, che nessuno avrebbe mai dovuto vedere o anche solo immaginare.
"Valar celesti sii!! Lo senti come sono caldo Haldir? Questo è fuoco, è sangue! Mmm si non fermarti..."
Haldir continuò a spingere sempre più affondo, gemendo, quasi urlando.
Mi dispiace...
Lo prese e lo voltò, prendendolo in braccio.
Narwain avvolse le braccia al suo collo e si abbandonò a quell'atto tanto selvaggio e oscuro.
Haldir sentiva le cosce e il corpo dell'elfo abbattersi con forza su di lui. Continuava a spingere, sentendo quelle pareti tanti strette e calde... Non avrebbe resistito a lungo.
Narwain gli tagliò una spalla con l'unghia e iniziò a succhiare il suo sangue e a mordere la sua tenera e morbida carne. Non beveva davvero il suo sangue, semplicemente lo assaporava con la lingua, rimescolandolo in bocca per assorbirne la straordinaria essenza.
"Mmm si... Sei proprio tu... Aah.. Si.. Spingi di più!"
Haldir diede le ultime veloci spinte e venne con un urlo nel suo corpo...
Narwain alzò all'indietro la testa venendo subito dopo e macchiandosi il petto.
"Aaaaah!! Che i Valar siano maledetti!! Si! Ah! Haldir!!"
Si tolse da lui sudato e appagato.
Una fragorosa risata ruppe il silenzio dei due corpi svuotati di estasi.
Haldir recuperò la propria coscienza e lo spinse a terra lontano da se, andando a recuperare i vestiti.
O Legolas, cosa ti ho fatto?
Narwain si rialzò a fatica e si rivestì anche lui, senza infilarsi le maniche della tunica, lasciando nudo il petto.
Al collo portava un amuleto d'argento a forma di ampolla.
Si accasciò stanco ai piedi dell'albero continuando a ridere.
"Era da tempo che non mi regalavi un po' di lussuria luce dei miei occhi, spero che non sarà l'ultima"
Il guardiano si avvicinò furioso.
"Cosa diavolo ci fai qui?!"
"Sono in vacanza, i miei signori mi hanno offerto qualche giorno di riposo e io sono venuto a cercarti"
Rise infantile, come quando si erano conosciuti, ma Haldir non la bevve, sapeva bene cos'era diventato.
"I tuoi signori dovrebbero essere lord Celeborn e dama Galadriel!"
Narwain si alzò di scatto prendendogli il collo.
I suoi occhi infuocati risplendevano d'ira.
"Non ci provare nemmeno.. Io sono al servizio della morte.. Non nominare quegli sporchi elfi davanti a me, o l'unico modo in cui mi vedrai godere sopra di te sarà il momento in cui ti taglierò la gola per poi tuffarmici dentro"
Haldir cercò di non mostrare quanto in realtà quel suo sguardo lo stesse facendo rabbrividire.
"Io ho scelto l'odio mio dolce guardiano, al solo sentirli nominare mi vien voglia di strappare il cuore a ogni maledetto elfo di questo mondo"
Il guardiano deglutì e Narwain lo lasciò libero.
"Una volta eri un elfo anche tu"
L'elfo cambiò radicalmente espressione, mostrando quella vivace e infantile di sempre.
"Si è vero! Beh sai, non si nasce perfetti.. Ho faticato per smettere, l'astinenza sembra ucciderti a volte, ma se riesci a trovare un valido motivo per farlo puoi farcela! Dovresti provare non è difficile smetterla"
"Smetterla di fare cosa?"
"Di essere l'incarnazione della bellezza del pianeta, sappiamo tutti e due quanto questo sia ridicolo e falso"
Haldir sorrise sarcastico.
"Meglio diventare come te?"
Anche Narwain rise, avvicinandosi di più a lui.
"Mmh beh cos'hai da dire sul mio aspetto? Trovo invece di essere molto attraente, non trovi?"
Fece una giravolta mostrando trionfante il suo corpo... Superficialmente non sembrava essere poi tanto cambiato.
"Vedi, quando scegli di rinunciare alla purezza e di diventare membro dell'oscurità, i capelli neri e gli occhi rossi sono compresi nel pacchetto"
L'elfo nero gli accarezzò dolcemente una guancia, posandovi poi un casto bacio a fior di pelle.
"Cosa ci fai qui?"
"Oh come sei dannatamente insistente! Sono in vacanza! Anche ai cattivi sono concesse ore di riposo, cosa credi, uccidere è un mestiere faticoso... Per fortuna ci sono i fianchi possenti come i tuoi a tenermi dritto e bene in piedi"
Aggrottò le ciglia dubbioso.
"Beh si... Più o meno..."
"Te lo ripeto, cosa ci fai qui?"
Narwain lo prese per le spalle e lo spinse a se dandogli un bacio. Gli violò la bocca roteando la lingua attorno alla sua, per poi staccarsi riprendendo fiato.
"Ah! Sapevo che con un bacio saresti stato zitto"
il guardiano sospirò affranto e si sedette per terra. L'altro lo guardò piegando la testa con un espressione interrogativa in volto.
"Cosa stai facendo?"
"Sono stanco, mi riposo, non mi è concesso?"
Narwain sorrise divertito e si distese poggiando la testa sulle sue gambe.
"Sai, non sarebbe male un massaggio alle tempie, sono stanco anche io"
"Sei rimasto il solito bambino capriccioso"
"E tu il solito bambino noioso"
Haldir rise... Era vero... Erano sempre stati così diversi...
Cosa sto facendo? Quest'elfo è la pura incarnazione della morte, dell'oscurità, perché non riesco mai a fare la scelta giusta quando si tratta di lui?
Un pensiero ingombrante gli attraversò la mente: Legolas...
Stava per alzarsi e andare a cercarlo, quando Narwain gli prese le mai e le poggiò ai lati del suo viso.
Nonostante fosse un essere tanto infido e impuro, Haldir non riusciva a dimenticarlo, sapeva che quelli erano tutti giochi per metterlo in difficoltà, per usarlo e getterò via per scopi decisamente poco nobili.
Eppure iniziò a massaggiargli la testa, piangendo silenziosamente, piangendo per quello che era stato il suo più grande e assoluto amore per più di mille anni.
 
  
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