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Autore: MeiyoMakoto    16/01/2012    1 recensioni
‘ Portarlo qui è stata una scelta avventata, Principe: è pur sempre un Grifondoro. Garantisci per lui?’
Severus ridacchiò.
‘Io? Per lui? Non ci penso neanche. Voleva venire e io l’ho portato, ecco tutto; mi aveva seguito fino all’ingresso segreto la scorsa volta che sono venuto alla riunione, ha capito chi siamo e ha mostrato interesse.’
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Minus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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James irruppe nella Sala Comune con un sorriso estasiato stampato in faccia e la mano di Lily saldamente attaccata alla propria.
‘Questa ragazza è un genio!’ –esordì- ‘Guardate che cosa mi ha regalato per il mio compleanno!’
‘Meglio non urlare così, Jim.’ –gli ricordò la ragazza in questione sorridendo- ‘Attiri troppo l’attenzione.’
‘Ma si può sapere di che accidenti state parlando?’, intervenne Sirius.
Per tutta risposta James fece un cenno con la mano libera, e i suoi amici lo seguirono fino ad un corridoio abbastanza poco affollato.
Allora si ficcò una mano in tasca e tirò fuori un foglio di pergamena piegato in quattro. Lo aprì; era bianco.
Sirius, Remus e Peter si guardarono allibiti e Lily scoppiò a ridere.
‘Non è diventato matto, ragazzi, garantisco personalmente.’, disse.
‘Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!’, dichiarò James, ridacchiando anche lui.
Allora sul foglio spuntarono delle scritte che si facevano via via più nitide,  finché non apparve una mappa molto precisa del castello.
Sirius eruppe in un grido di gioia.
‘Grande, Lil! Con questa potremo muoverci in modo sicuro senza temere di essere scoperti!’
‘Per quello basta il Mantello, credo…’ -commentò James- ‘Non avete ancora visto il meglio: guardate quelle piccole orme…’
‘Ci sono i nostri  nomi, e quello di mio fratello, e Silente…’
‘Ci sono i nomi di tutti, Sir, anche quello di Mrs. Purr.’ -precisò Lily orgogliosa – ‘James mi aveva raccontato quello che era successo a Peter, e ho pensato che forse sarei riuscita a creare qualcosa che vi permettesse di sapere quando siete seguiti.’
‘E ci sei riuscita, naturalmente.’, disse James abbracciandola.
Sirius e Remus si diedero il cinque, urlando e ridendo come dei bambini.
Remus provò a coinvolgere anche Peter, ma il ragazzo non aveva la forza: era accasciato contro il muro, pallido come un cadavere.
‘Tutto bene, Pete?’, fece Lily preoccupata.
Peter si riscosse.
‘Sì, sì… Tranquilla, Lil; è che ho mangiato poco oggi…’
‘Beh, non credo che morirai di fame, con la pancia che ti ritrovi…’, borbottò Sirius.
‘Proviamola, dai!’ –esclamò Peter ignorandolo- ‘Dividiamoci; Lily avrà la mappa, e vediamo in quanto tempo riesce a scovarci tutti!’
‘Ma sì, facciamoci una partita a nascondino! Conta fino a dieci, Lil!’, sorrise Remus correndo via.
Gli altri fecero per imitarlo, ma Lily li bloccò.
‘Ehi, aspettate un attimo: non andate nella Stanza delle Necessità, mi raccomando, è l’unica che sulla mappa non compare.’
I ragazzi annuirono e filarono.
Lily li guardò allontanarsi; avrebbe potuto giurare che Peter avesse fatto un leggero sospiro di sollievo prima di sfrecciare via per i corridoi.
 
 
Peter spalancò la porta della Guferia e stramazzò contro il muro, ansimando.
‘Che hai da guardare?’, fece a un ragazzino del Corvonero che si allontanò sghignazzando.
Peter si affrettò a scegliere un gufo e gli legò addosso alla bell’e meglio un bigliettino sporco di sudore.
‘Portalo a Severus Piton.’, sussurrò, dando un piccolo colpo all’animale perché si sbrigasse.
Quello lo guardò contrariato e volò via, proprio mentre un paio di occhi verdi si fissavano trionfanti sul loro obiettivo.
‘Tana per Peter!’, rise Lily.
 
 
Principe, siamo fregati! Appuntamento a mezzanotte nel solito posto.
Codaliscia
 
 
‘Ma guarda guarda, Mocciosus ha ricevuto un gufo! Allora c’è chi ti scrive!’, sghignazzò Sirius a colazione.
‘Proprio così, Black.’ –rispose lui imperterrito- ‘Invece a te non scrive proprio nessuno; il gufo della tua famiglia va sempre da Regulus, o al massimo da tua cugina.’
L’altro gli gettò uno sguardo assassino.
‘Sai che perdita!’, sibilò.
‘Vogliamo andare, Sev?’, si intromise Regulus, parandosi tra il fratello e l’amico.
Lui annuì e fece per alzarsi.
‘Sì, vattene, Mocciosus!’ –fece Sirius beffardo- ‘Tra poco arriveranno anche Lily e James, non vorrei mai che vedendoli così affiatati decidessi di buttarti nel lago.’
Severus ebbe un sussulto, ma continuò a camminare verso l’uscita; Regulus non si mosse di un centimetro.
‘A volte penso di essere il fratello dell’essere più spregevole della Terra.’, disse freddamente.
‘Sì, beh, io ho la certezza di essere il fratello di un lurido Serpeverde, né più né meno di tutti gli altri bastardi della sua Casa.’,fu la risposta.
Regulus gli gettò un’occhiataccia e andò a raggiungere Severus.
Remus si avvicinò e posò una mano sulla spalla dell’amico.
‘Che vuoi che ne sappia tuo fratello di come sei veramente?’ –bisbigliò- ‘Che vuoi che ne sappia la tua famiglia? Se venissero a conoscenza del coraggio che dimostri ogni mese, Sir, ti venererebbero, dà retta.’
‘Ne dubito.’ –rispose lui con voce tremante- ‘Ma grazie lo stesso.’
Peter represse un sorrisetto: alla fine Sirius non era un duro come voleva far credere; chi era il pappamolle adesso?
 
 
‘Jim, sei sveglio?’
‘Hmmm? Che vuoi, Pete?’
‘Mi presti il Mantello e la Mappa?’
‘Che ci devi fare?’
‘Ecco, io… Ho un appuntamento… Con una ragazza.’
James saltò su e si mise seduto, completamente svegliato.
‘Sul serio? Chi è? Di che Casa? Quanti anni ha? È carina?’
‘Ti spiegherò domani, adesso non c’è tempo. Allora, me li presti o no?’
‘Certo che te li presto, ma tu domani raccontami tutto, eh?’
‘Ovvio… Buonanotte e grazie mille.’
‘Figurati.’
 
‘Sei in ritardo.’
Severus scrollò le spalle.
‘Ho avuto altro da fare. Allora, che c’è?’
Peter tirò fuori la mappa e pronunciò la formula.
L’altro fece tanto d’occhi.
‘Come hanno fatto delle teste di legno come voi a creare qualcosa di così ingegnoso?’
Peter esitò.
‘Veramente… È stata Lily; è il suo regalo di compleanno per James.’
Severus fece una piccola smorfia, ma non si scompose.
‘Potter non se lo merita, un regalo così meraviglioso.’
Peter represse un sorrisetto: era evidente che non stava parlando della mappa.
‘Già.’ –commentò con finta ingenuità- ‘Però ce l’ha; e con questa gli altri sapranno sempre con chi sono e dove vado.’
‘Questo è un problema tuo, Minus.’, osservò il Serpeverde.
‘Non proprio.’ –rispose l’altro piccato- ‘La cosa vale anche per il resto di noi; anche se la Stanza delle Necessità non compare, il fatto che un branco di Serpeverde si diriga in massa nello stesso posto alla stessa ora potrebbe essere sospetto, no?’
‘Hai ragione.’, ammise Severus.
Stette un po’ in silenzio, a riflettere.
‘Senti, ti farò sapere.’ –decise infine- ‘E dirò a Regulus che d’ora in poi con te si può comunicare solo per gufo; però non gli spiegherò il perché, e bada bene a non spiegarglielo neanche tu, altrimenti ti prendo a pedate davanti a tutti, non importa se così si capirà che ti conosco, chiaro?’
‘Ma perché? Questa mappa potrebbe essere molto utile alla nostra società.’
‘È proprio per questo che non voglio che Regulus scopra che esiste.’
‘Ma perché?’
‘Perché se i tuoi sapessero che ce l’abbiamo noi, cercherebbero di riprendersela, no?!’, sbottò il ragazzo allontanandosi a passi decisi.
Era una scusa troppo debole anche per la mente poco intuitiva di Peter, e il ragazzo capì.
 Severus non voleva che il prezioso regalo di Lily finisse nelle mani sbagliate; o forse non voleva avere sempre davanti agli occhi la prova tangibile che lei voleva bene a un altro.
‘In ogni caso,’ –borbottò Peter fra sé e sé, sparendo sotto il mantello- ‘Dovrebbe smetterla di correrle dietro; è solo una ragazza, per l’amor di Dio…’
 
 
 
 
Tornando al dormitorio, trovò i tre che lo aspettavano: James doveva averli svegliati tutti.
‘Allora?’, chiese Remus eccitato.
‘Allora che?’
‘La ragazza, stupido! Come è andata?’, fece James nello stesso tono.
‘Oh. Beh… Non si è presentata.’
Calò un silenzio imbarazzato.
‘Dimmi chi è, domattina si sveglierà con la faccia piena di brufoli!’, esclamò a un certo punto Sirius.
Peter sorrise amaramente.
‘Grazie, Sir, ma non ce n’è bisogno… Non parliamone più, ok? Buonanotte.’
 
 
  
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