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Autore: Stormtroopers in stilettos    17/01/2012    5 recensioni
In un mondo alternativo, in cui la guerra è finita nel 1981 e più o meno a fin di bene per parecchi, Sirius Black è un mago che vive sereno e a piede libero. Che potrebbe succedere però se incontrasse nuovamente una delle sue vecchie fiamme scolastiche, tale Cornelia Lethifold, con cui i rapporti erano finiti in maniera piuttosto burrascosa? Solamente un mare di guai…
ULTIMO CAPITOLO ONLINE!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius & Cornelia'
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Note: Alfine siamo giunte con un capitolo poco denso di avvenimenti, ma dove compare una battuta particolare che vi abbiamo negato per tutta la storia. Perdonate per il quasi mese di assenza, ma abbiamo fatto proprio vacanza. Come vedete, nonostante tutto, si torna sempre. Risponderemo anche alle recensioni, non temere!


Capitolo cinquantacinque: il giorno dopo

Fatto il doveroso annuncio ai Potter e a Remus, Sirius e Cornelia non sentirono il bisogno di diffondere ulteriormente la notizia, almeno per il momento. Non avevano nemmeno dovuto discuterne per mettersi d’accordo, anzi, non avevano proprio affrontato la questione, il che era una rarità. Se Sirius aveva l’indubbia fortuna di non aver più famiglia, o quasi, Cornelia aveva un discreto reggimento da affrontare. Non che fosse un problema di per sé, ma non voleva farsi trascinare subito in tremendi preparativi di fastose nozze a cui non avrebbe voluto partecipare lei stessa. La cerimonia di sua sorella, per quanto affrettata, era stata degna di una regina: e lei non aveva ancora superato il trauma. E inoltre già il considerarsi fidanzata era tanto, forse troppo. Cercava di non pensarci, ma era difficile distrarsi con quell’affare al dito.
- Piantala di arrotolarti nelle coperte, le hai tirate tutte dalla tua parte. – si lamentò Sirius, dandole una strattone tale che per poco non finì col sedere a terra. – Vedi di perdere questo pessimo vizio una volta per sempre.
– Mettiti un vero pigiama, se hai così freddo. - lo rimbeccò lei, cercando di non franare al suolo. – Preparati a questo e ad altro, maritino. – proseguì, mentre Sirius, violentemente disturbato dalla completa assenza di grazia della giovane, aveva alzato la testa per vedere quanto tempo ci avrebbe messo a sistemarsi.
- Non avresti dovuto dirlo. – sbuffò il mago, gelato dall’orrendo termine appena udito, facendo ricadere la testa sul suo cuscino.
- E perché? – Merlino, lui le aveva chiesto di sposarla, perché la cosa doveva atterrirlo?
- Perché mi indispone.
Allora era davvero un povero imbecille allergico alla parola matrimonio. – Allora sarà divertente immaginarti all’altare.
- Sei una donna insensibile e priva di sentimenti. Ti prendi gioco di me dopo tutto quello che ho fatto!
Buon dio, una crisi isterica da prima donna. Tentativo inutile, pensò Cornelia, Doris sapeva fare di peggio. Quante storie per una volta che lui non si dimostrava completamente immune ad un qualunque vero attaccamento ad una donna… ok, era un evento eccezionale, ma non una croce! Nel lo sapeva per esperienza diretta: non ci si poteva far molto quando ci si innamorava. Andava, purtroppo, semplicemente accettato. Sirius Black non sembrava ancora molto felice all’idea di arrendersi. In fondo lei poteva capirlo: non era il suo stile.
- Non sono né insensibile, né priva di sentimenti, o mi sarei effettivamente presa gioco di te e non avrei accettato. O pensi che basti comprarmi con un anello?
Il mago si voltò a guardarla. Lei lo stava osservando con un sopracciglio alzato e un sorriso che pareva più un ghigno.
- Bell’opinione che hai della tua futura sposa. – rise lei, abbracciandolo con entusiasmo.
- Non dire niente, per carità di Godric. – pigolò Sirius, tentando di liberarsi dalla presa.
- Questa è nuova. – disse Nel, sorpresa, mettendosi a sedere. – Dovevo aspettarmi che la parola impronunciabile per un playboy fosse: matrimonio!
Sirius non avrebbe subito una parola di più: - Stavi pensando alle tue damigelle d’onore, mia cara colombella, mentre eri tutta intenta a ponderare?
- Lurido bastardo. – sibilò lei, rimettendosi giù e dandogli le spalle, mentre Black rideva. Accidenti alla sua mania di voler stravincere!
- Ricordati che dovrai usare il mio vero nome, o non sarà un matrimonio legalmente valido. – riprese a dire lui, senza fare una piega alla velenosa reazione della strega.
Si avvicinò quel tanto che bastava per abbracciarla; Cornelia non lo scansò con una gomitata, come Sirius aveva temuto in un primo momento, ma nemmeno si lasciò andare.
- Non tentare di comprarmi. – minaccia inutile, visto che riusciva a farsi comprare dalle sue moine ogni, maledetta volta. Ma almeno era un tentativo.
- E’ inutile che io tenti, visto che ci riesco. – disse Black, dandole torto, per l’appunto. Le scostò una ciocca di capelli per baciarle una tempia, poi non si mosse. Tutto quello che fece Nel, dopo un sospiro profondo, fu rilassarsi. C’era un momento per lottare e ribellarsi a tutto, e un tempo per cedere; in questo caso la decisione era semplice.
A quel punto il mago pensò che poteva permettersi un atto sconsiderato, anche se gli sarebbe costato molto caro. Si fece coraggio, e le sussurrò qualcosa all’orecchio, il più piano possibile. La strega, sorpresa, si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati, incredula.
- Che hai detto?
- Non crederai che te lo ripeta, Nel. – bisbigliò. Lei fu quasi costretta a supplicarlo con lo sguardo per farlo cedere.
- Ti amo. – pigolò, prima di mettersi giù con l’intenzione di dormire e sparire sotto la superficie terrestre per chilometri e chilometri.
La strega rimase immobile, pietrificata, incredula e altre varie ed eventuali. Black notò il suo respiro farsi accelerato, ma tutto quello che fece fu stringerla un altro po’ e tentare di addormentarsi. Magari il sonno gli avrebbe fatto dimenticare la frase appena pronunciata. Cornelia, al contrario, rimase con la tachicardia per un bel pezzo. La cosa non la spaventava, benché una frase del genere, detta dall’uomo accanto a lei, fosse alquanto… disturbante. Era anche inaspettata, anche se era assurdo pensarla così, visto come stavano le cose. Si rientrava in un ambito che lei e Sirius non avevano praticamente mai sondato, ovvero i sentimenti reciproci. Ognuno aveva sempre tenuto per sé i suoi dubbi e le sue paure per evitare di peggiorare la situazione. La loro relazione si era evoluta per inerzia, e l’unica cosa che non avevano mai negato era stata la loro reciproca attrazione fisica. Il loro modo di comunicare, invece, era spesso stato lo scontro violento. Faticava a credere alle sue orecchie, ma neppure Black avrebbe potuto mentirle due volte in quel modo.
Fu vinta dal sonno diverse ore dopo, e si ritrovò a maledire la sveglia, quando questa suonò.
- Disintegra quell’affare, io entro in servizio alle due e anche tu devi andare al giornale questo pomeriggio. – bofonchiò Sirius, staccandosi da lei e riguadagnando la sua metà di letto. Il romanticismo fatto uomo, pensò Nel tra sé e sé, alzando gli occhi al cielo.
- Dormito bene? – chiese poi lui sogghignando. Oh, che bello, aveva sconvolto la sua piccola, indifesa furia: se Sirius avesse saputo che sarebbe stato così divertente avrebbe detto quelle due infime paroline tempo prima.
- Affatto, il tuo braccio mi ha fatto venire il mal di collo. – sbottò lei, mettendosi a sedere. Maledetto stronzo e bastardo: l’avrebbe ucciso, uno di questi giorni.
- Potevi scansarmi.
- Cosa che ho tentato di fare prima che tu…
- Che ti zittissi? Sì, ho notato il tuo attacco di panico. È bello sapere che ho un’altra arma di controllo. Tempo un decennio e diventerai innocua.
Nel lo fissò stralunata e sconvolta.
- Mi sarei anche aspettato una risposta, dopotutto. Non vorrai fare di me un povero insicuro, no? – non che non lo fosse stato, intendiamoci. Anche lui aveva avuto i suoi tremendi momenti di puro terrore; ma ormai lei aveva accettato, era fregata quanto lui. E poi Cornelia gli era anche sembrata più arrendevole: anche quando era acida come un limone difficilmente poi lo scostava. E ora, tranquillo e sicuro di sé, poteva permettersi di vendicarsi per l’inferno che lei gli aveva fatto patire.
- Tu saresti un insicuro?
- Be’, mi hai reso la proposta di matrimonio pari ad un’agonia; qualcun altro avrebbe gettato la spugna, non trovi? Uno avrebbe potuto pensare di non essere corrisposto, sai… romanticherie del genere.
- E tu sei un esperto? – domandò la donna, scettica.
- Non direi, contando i miei fallimenti. Per questo ho bisogno di essere rassicurato. – rispose, sfoggiando un adorabile sorriso.
Povero Sirius, lui in agonia. Lei che aveva cercato di non lasciarsi prendere troppo da quella relazione per non dare un’altra musata contro al muro invece non aveva sentito nulla. Che colpa ne aveva avuto se le precedenti richieste di Sirius erano state tremendamente stupide? Che colpa ne aveva se aveva fatto sembrare la cosa una sfida? E non era sua responsabilità l’intromettersi di James! Ok, forse la sera prima, quando si era inginocchiato con aria disperata le aveva fatto tenerezza, e sì, era evidente che un atto del genere nascondesse affetto. Ma giocare al gatto e il topo no!
- Sto aspettando solo te. – incalzò il mago, divertito. Non aveva realmente bisogno di sentirglielo dire, ora glielo poteva leggere facilmente in faccia, ma lui si era abbassato a tanto, e non avrebbe preteso niente di meno.
- Ti amo anche io. – soffiò lei, irritatissima, prima di scappare via. Anche se, forse, la frase corretta avrebbe dovuto essere “anche io ti odio a morte”.
Sirius sospirò soddisfatto, pensando che ora erano pari. Poi si alzò per andare a vedere dove fosse finita la morbida metà.
La trovò in soggiorno, seduta sul divano a gambe incrociate; stava scrivendo come un’ossessa.
- Devo preoccuparmi per me? È un articolo di lavoro?
- No, sto solo scrivendo a mio fratello e ai miei per dar loro la “fantastica notizia”. – replicò lei, senza guardarlo.
- E tua sorella?
- Madame Pettegolezzo dovrà aspettare un po’, voglio prendermi un po’ gioco di lei. Mi aiuterai?
- Dovrei assecondarti in uno dei tuoi piani diabolici? – chiese Sirius, perplesso.
- Sai, lei potrebbe suggerirti di sposarmi a Westminster con ottocento invitati. – spiegò Nel, guardandolo negli occhi.
- Sarò a tua completa disposizione, allora. – convenne il mago, rabbrividendo. Già sposarsi era un problema: meno testimoni c’erano, meglio sarebbe stato.
- Gentile da parte tua. – sorrise la strega, avvicinandosi per baciarlo. Era una donna innamorata, dopotutto.

***

Entrambi poi si separarono per andare al lavoro, dopo pranzo. L’Auror Black fu accolto dall’aria giuliva dell’intero Dipartimento, e il tutto grazie a James che, durante la mattinata, non aveva potuto fare a meno di far sapere che presto si sarebbe sposato.
- Scusami, se fossi stata presente avrei cercato di impedirglielo, davvero. – gli bisbigliò Lily, posando una mano sul suo braccio.
- Ringrazia che ha staccato da almeno un’ora… - rispose Sirius, non del tutto arrabbiato.
- Tanto lo so che verresti licenziato se tu tentassi di pestarlo di nuovo. – scherzò la donna, rimettendosi a lavorare.
- E allora ti sposi la giornalista pazza, tante congratulazioni! – commentò Savage, andandogli incontro. – Avevano ragione a definirti uno spostato, davvero bella coppia! – continuò, mentre Shackelbolt se la rideva in disparte.
- Non sei abbastanza scuro da confonderti col legno della scrivania, Kingsley. – borbottò Sirius, sperando che la cosa finisse presto. E per suo sommo sollievo così fu, naturalmente non dopo avere subito le congratulazioni del suo Capo; quello che non si aspettava era di vedersi piombare davanti alla sua scrivania, circa una mezz’ora dopo, Conrad Lethifold. Era un evento davvero inatteso, e quello non era il genere di sorprese che Sirius poteva dire di amare. La cosa incuriosì tutti presenti, perché era evento raro che un burocrate andasse a far visita agli Auror.
- Volevo passare prima, ma ero impegnato. – esordì lui a mo’ di saluto. – Ho ricevuto la lettera di Nel stamattina, potresti farle avere questo? – chiese, porgendogli una lettera.
- Devo farti da gufo? – chiese Sirius, perplesso.
- E’ più comodo così, difficilmente so quando è a casa, e di certo tu la vedrai prima di me. Puoi anche leggerla, non c’è niente di particolarmente privato. – e dopo l’ultima affermazione fece un cenno di saluto e sparì com’era giunto.
- E quello chi Merlino era?
- Uno dei miei futuri cognati, Williamson. – rispose Black, con la lettera ancora in mano.
- Tanti auguri, allora, ti meriti un brindisi per l’atto di coraggio. – convenne il collega, evocando del Whisky Incendiario.

La novità invece tentò di passare quasi inosservata, nella redazione de L’Oracolo, se non che la segretaria non potè fare a meno di notare il vistoso anello della giornalista, quando Nel arrivò.
- Chi hai derubato di uno splendore simile, Cornelia?
- Nessuno in verità, è un regalo che mi hanno fatto ieri sera. – rispose sbrigativa, con una risatina. Era divertente notare come l’idea di un anello del genere addosso a lei potesse sembrare frutto di un furto.
- Aspetta, aspetta, questo è un anello di fidanzamento! – esclamò la strega, afferrando la mano di Nel e osservando il gioiello con la competenza di un esperto. – E vale anche quanto il mio appartamento, probabilmente!
- Così pare, Susan. – sospirò l’interessata, mentre Donovan, il suo redattore capo, si affacciava dalla porta.
- Capo, la tua redattrice di Invasi dai Babbani si sposa! – disse Susan.
- Ah. – commentò l’uomo, perplesso. – E da quando questa novità?
- Da ieri sera, Donovan. Ma non ti preoccupare, è solo materiale in più per la mia rubrica. – rise Nel.
- Tutte le mie felicitazioni, allora! – commentò il mago, con un largo sorriso, prima di sparire dentro al suo ufficio.
Se Donovan si rivelò cortese ma discreto il resto della redazione non fece altrettanto. Carla, in uno slancio di entusiasmo, propose a Nel un trafiletto di annuncio di nozze, che la donna si affrettò a rifiutare gentilmente, Garth si propose come fotografo ufficiale, mostrando tariffe a dir poco vantaggiose, e molti altri sembrarono quasi più felici di lei, tanto che Cornelia si sentì in dovere di offrire un giro di bevute, che poi divennero tre, quando staccò dal giornale. Tornò a casa piuttosto tardi, con ancora nelle orecchie il cicaleggio dei colleghi, dei consigli pre-matrimoniali che si sarebbe volentieri risparmiata, e con un paio di pacche sulle spalle che ricordavano quelle che gli rifilava il fratello.
  
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