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Autore: xArwen    17/01/2012    1 recensioni
Mikey è un ragazzo riservato e passa la maggior parte del suo tempo con la sua migliore amica, Alicia. Ma nasconde una parte inquietante della sua personalità: quando è solo si mette due dita in gola e rivomita tutto ciò che ha mangiato in precedenza. La sua situazione psicofisica stava già precipitando drasticamente quando Gerard, il fratello di Mikey, si accorge della sua malattia e cerca di aiutarlo. Mikey intraprende quindi un lento periodo di riabilitazione aiutato da Gerard, Alicia ed altri nuovi amici. Ma la sorte riserva sempre dei risvolti inaspettati della situazione.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alicia aveva dormito a casa di Mikey quella notte. Mikey all'inizio aveva tentato di rimanere sveglio e di riflettere sugli ultimi avvenimenti ma il sonno etilico non aveva tardato a prevalere sulla sua volontà già intorpidita. I genitori dei due ragazzi fortunatamente non si erano accorti di nulla e quando il sole sorse dietro quella coltre di nebbia tutto era ancora calmo. Chi doveva andare al lavoro si preparava ed usciva senza sospettare nulla mentre Mikey ed Alicia continuavano a dormire, quando invece dovevano trovarsi in qualche aula del liceo a seguire una noiosa lezione su un qualche argomento altrettanto soporifero.
Era mattino inoltrato quando Alicia si svegliò. Mikey dormiva ancora, raggomitolato sotto le coperte. Lei gli si strinse vicino, avvolta dal tepore dei loro corpi, e affondò la faccia nel cuscino chiudendo di nuovo gli occhi incrostati di trucco. Sentiva le tempie pulsare e percepiva il gonfiore sotto gli occhi. Avrebbe voluto riaddormentarsi e svegliarsi quando tutti quei sintomi sarebbero passati, così da poterlo chiamare davvero sonno ristoratore. Il ricordo del bacio ancora le monopolizzava la mente e sembrava non essere capace di formulare qualsiasi altra fantasia o pensiero. Quando anche Mikey si sarebbe svegliato avrebbe dovuto affrontarlo e chiarirsi. Che cosa gli avrebbe detto? In quelle condizioni poi era poco adatta a presentarsi come la migliore amica che in realtà è innamorata di lui. Più che altro sarebbe apparsa come la spasimante senza speranze che quasi supplica l'amato di degnarla di qualche attenzione. Lei ormai era riuscita a formulare la sua opinione nei confronti di Mikey, accettando e riconoscendo che le piaceva, che voleva andare oltre l'amicizia, che la attirava e che avrebbe voluto tanto potersi sentire libera di dimostrargli i suoi sentimenti baciandolo tutte le volte che voleva e soprattutto desiderava che anche lui ricambiasse quell'emozione. Rifletté sul fatto che la notte precedente non l'aveva respinta, anzi, l'aveva abbracciata e le aveva proposto di dormire insieme. Vista dall'esterno quella situazione poteva essere colta come un invito implicito per sfruttare l'occasione ma quando erano arrivati a casa di lui e si erano infilati ancora mezzi vestiti nello stesso letto Mikey non l'aveva neanche toccata. La maggior parte dei ragazzi non si sarebbe comportata così. Alicia però non riusciva a catalogare questo suo comportamento. Non aveva fatto nulla perché non voleva e non provava nulla per lei o perché semplicemente non era il tipo di ragazzo che pensa solo a fare sesso quando gli si presenta l'occasione? L'esperienza e la conoscenza di lui che aveva acquisito in tutti quegli anni di profonda amicizia le suggerivano di optare per la seconda ipotesi, ma il dubbio non voleva smettere di tormentarla con le mille domande e indecisioni che implicava. E se non l'aveva respinta dopo il bacio perché non era abbastanza lucido da farlo? O perché si era reso conto che lei non era lucida quindi l'aveva lasciata fare e poi l'aveva abbracciata per rassicurarla e farla tornare in qualche modo in sé? Tutti questi interrogativi giravano a turno nella testa di Alicia ritornando ad intervalli regolari uno dopo l'altro come se si trovassero in fila indiana nei meandri del suo cervello. Inoltre la presenza del protagonista delle sue elucubrazioni lì a fianco a lei sotto le stesse coperte le faceva fremere le labbra e tutto il corpo. Aveva una voglia logorante di stringerlo e baciarlo di nuovo. Si meravigliò di desiderarlo così ardentemente e all'improvviso dato che prima del bacio sebbene sapesse inconsciamente che lui le piaceva non ne era mai stata condizionata a tal punto. Chiunque diceva che i baci sono come l'acqua salata che più ne bevi più hai sete aveva sfacciatamente ragione evidentemente. Persa com'era nella sua stessa testa, Alicia non si era accorta subito che Mikey si era svegliato e la stava guardando in silenzio. Sentì un'ondata di calore misto a gelo propagarsi dal suo petto verso le membra ma poi pensò razionalmente che Mikey era il suo migliore amico e si conoscevano da un bel po' di tempo, quindi alla fine non aveva nulla da temere. A parte il fatto di essere rifiutata. Ma tanto valeva giocare finché si era in gara. Vedere il ragazzo sveglio le aveva fatto mettere da parte almeno per quel momento gran parte dei suoi pensieri. Alla fine la parte peggiore che fa crescere le nostre preoccupazioni è sempre l'attesa, quando arriva il momento tanto temuto del confronto spesso ci rendiamo conto che tutte quelle ansie e quelle paure erano largamente infondate.
«Ciao.»
Mikey le sorrise, aprendo di più gli occhi leggermente arrossati.
«Mikey dobbiamo parlare, cioè, ieri...»
«Ali, ancora con questa storia?»
Le sorrise di nuovo.
«Sì! Ho fatto un po' una cazzata...»
Il ragazzo si alzò mettendosi a gambe incrociate sul letto, rivolto verso Alicia e con i capelli biondi arruffati.
«Vuoi sapere che ne penso? Penso che sei stata più coraggiosa di me a fare il primo passo e che ho capito che anche tu mi piaci. E basta far finta che non è così anche per te perché hai paura delle conseguenze, non è da te. Ah, e penso anche che la prossima volta non so se ti seguo a questi festini dato che ora vorrei solo tornare a dormire e svegliarmi direttamente domani e che è meglio se ci andiamo a lavare che è tardi.»
Mikey aveva detto tutto quasi di un fiato ed assumendo un'espressione scherzosamente solenne per allentare la tensione. Gli si erano arrossate le guance ed aveva lasciato Alicia senza parole ma con un sorriso complice sulle labbra che si avvicinavano sempre più a quelle di lui. I loro visi si incontrarono a metà strada e dopo un attimo di riflessione e uno scambio di sguardi languidi nel momento in cui i loro nasi si toccarono annullarono anche la distanza tra le labbra.


Mikey aspettava che anche Alicia tornasse dal bagno disteso sul letto ancora sfatto. Sentiva la gola solleticargli, molto probabilmente era stato il freddo preso durante la notte. Quando Alicia rientrò in camera era di nuovo pettinata e truccata come sempre, non sembrava reduce da un festino devastante.
«Andiamo a fare colazione?»
«Mhm.»
Mikey scosse la testa ma la seguì comunque al piano di sotto. Si sedette al tavolo guardandola mentre metteva a fare il caffè e mangiucchiava dei biscotti. Pensandoci, anche lui aveva voglia di caffè. Senza zucchero, macchiato. Quindi prese una tazza anche per lui. Il rapporto tra i due non sembrava essere cambiato drasticamente, durante tutta la colazione si comportarono esattamente come prima di quella serie di eventi che li aveva portati a stare insieme, o qualcosa del genere. Mikey lavò la sua tazza così da farne rimanere quattro nel lavandino con quella di Alicia. Quella di curare tutti i dettagli della sua colazione era una vera e propria ossessione per lui. Anzi, la sua vera ossessione principale era quella del cibo. Anche Alicia aveva un'ossessione simile, ma lei si limitava semplicemente a mangiare lo stretto indispensabile durante i pasti principali. Si privava solo degli spuntini e dei pasti che poteva facilmente saltare.
Salirono di nuovo in camera parlando tranquillamente, ogni ansia era evaporata del tutto. Mikey ogni tanto tossiva o si soffiava il naso. Era diventato ormai evidente che tutti quegli sbalzi di temperatura che aveva sopportato la notte precedente, quando era uscito e rientrato in casa passando dal clima quasi tropicale della sala da ballo al gelo notturno ed autunnale e viceversa tutto sudato e senza giacca, avevano portato a delle conseguenze facilmente immaginabili.
Il rumore metallico ed improvviso di una chiave che girava nella serratura del portone fece tenere il fiato sospeso a Mikey ed Alicia. Se li avessero sorpresi a saltare la scuola sarebbero incappati in un bel guaio. I genitori di Mikey erano alquanto intransigenti per quanto riguardava queste faccende. Uno sguardo guizzò tra i due ragazzi nei pochi attimi in cui la porta ruotò sui cardini per poi aprirsi e far entrare l'individuo che aveva girato la chiave nella serratura.
«Uh, ciao.»
Gerard comparve sull'uscio e appena vide Mikey ed Alicia in piedi nella cucina che lo guardavano con gli occhi spalancati assunse un'espressione che di certo non nascondeva una certa sorpresa.
«Gerard sei tu! Cazzo ci hai fatto quasi prendere un infarto!»
«Come mai a casa? Avete saltato la scuola?»
Gerard si versò quel che restava del caffè in una tazza mentre attendeva la risposta del fratello, ma non sembrava curarsene più di tanto. Alicia invece rimaneva in disparte, appoggiata al frigorifero e non sapendo cosa dire. Non era mai stata molto in confidenza con Gerard perché tutte le volte che era stata a casa loro lo aveva incrociato solo rare volte dato che sembrava passasse la maggior parte del tempo che stava a casa chiuso in camera.
«Ehm... Sì.»
«Dai tanto non lo dico a mamma e a papà, figurati.»
«Tu invece che fai già qua?»
«Mikey, oggi è giovedì e io il giovedì non vado a scuola.»
Gerard lanciò un'ultima occhiata sentenziosa al fratello e un'altra veloce ad Alicia prima di salire nella sua stanza mentre componeva un numero sul cellulare.
«Oh Mikey, sicuro che non lo dirà a nessuno?»
«Sì, di Gerard possiamo fidarci Ali. Comunque, ti accompagno a casa che tra un'oretta tornano i miei, okay?»
«Okay!»
Mikey le si avvicinò passandole le braccia intorno alla vita e appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Sai, quando stamattina mi sono svegliato ho sentito come se un vuoto dentro di me che neanche sapevo esistesse si fosse riempito.»


Quando Mikey rientrò in casa dopo essere andato a riaccompagnare Alicia, ci trovò la madre che preparava il pranzo, come sempre. Quando era uscito aveva portato con sé lo zaino così non avrebbe destato sospetti. Salutò e salì in camera sua. La porta era socchiusa e quando aprì la porta vide che il fratello stava sdraiato sul suo letto a leggere un fumetto che aveva lasciato sul comodino.
«Gee che ci fai qua? Perché oggi ti trovo ovunque?»
Quello posò il fumetto e si sedette sul letto guardando il fratello con aria seria. Già quegli occhi davano un brutto presentimento a Mikey e la frase che pronunciò dopo confermò tutto.
«Mikey chiudi la porta, dobbiamo parlare.»
Tipica frase che ti fa accelerare il cuore e passare in rassegna tutto quello che hai fatto per vedere dove hai sbagliato.
«È per oggi?»
«No, quella è una cazzata. Riguarda te. È da un po' che volevo dirtelo e oggi vedendo Alicia ho avuto la conferma dei miei pensieri. Mikey, che problema hai? Perché sei così magro? Quella ragazza è più in carne di te, ed è lo stesso magrissima. Ma lei è una ragazza, è normale che abbia un fisico più sfilato. Ma tu... Okay che sei mingherlino di natura, ma c'è qualcosa che non va.»
Quelle parole colpirono Mikey in pieno petto e si sentì affondare come una nave colpita da una cannonata. Nemmeno lui stesso aveva mai visto il suo problema, così l'aveva chiamato Gerard, con quegli occhi e così direttamente. Per lui era sempre stato parte di lui e delle sue giornate, della sua vita. Quella del cibo e delle dita in gola era diventata un'abitudine radicata profondamente in lui come per un'altra persona potrebbe esserla leggere sempre prima di mettersi a dormire o fare ginnastica tutti i giorni. Mikey non rispose ma guardò Gerard con gli occhi fissi dovunque sulla sua faccia ma non negli occhi verdi. Le palpebre erano pietrificate e sentiva le gote diventargli calde per il modo in cui con poche parole era stato messo a nudo.
«Guarda che ho notato che dopo aver mangiato quel poco che mangi ogni volta ti chiudi sempre in bagno. Lo so che vomiti tutto. Ti stai lasciando morire così, cazzo! È una malattia, tu soffri di bulimia, di anoressia... Hai un disordine alimentare. Non puoi non mangiare, stai diventando sempre più debole. Non capisco come mamma e papà non se ne siano ancora accorti, però io lo vedo e non posso fare finta di niente. Sei mio fratello, siamo cresciuti insieme, da piccoli eravamo sempre noi contro tutti. Voglio aiutarti a superare tutto, però devi capire che stai sbagliando, che facendo quello che fai ti rovini solamente. Perché lo fai?»
«Gee... Io non...»
«Non negare! Lo sai anche tu che è vero quello che ti sto dicendo!»
«Non lo so perché lo faccio cazzo! So solo che è da sempre così e che ho sempre questa maledetta carne sui fianchi...»
Stava piangendo. Mentre veniva travolto da quel fiume di parole pronunciate con rabbia e disperazione dal fratello aveva ceduto al groppo che gli si era formato in gola ed ora riusciva a parlare a stento tra i singhiozzi. Era vero, nel profondo del suo cervello sapeva che Gerard aveva ragione, che la sua era una malattia, che stava sbagliando, ma l'istinto e la parte prevalente della sua volontà insistevano per convincerlo a continuare su quella strada fatta di autodistruzione in cui ogni segnale di allerta veniva messo a tacere. Lui voleva uscirne, ma non ci riusciva. Sapeva di non essere grasso ma si vedeva pieno di rotondità indesiderate. Era intrappolato in una specie di circolo vizioso e l'unico modo per guarire dal male invisibile che lo mangiava e lo sfibrava dall'interno del suo stesso cranio gli sembrava essere una lobotomia, almeno avrebbe smesso di pensare e di ragionare.
«Non è vero, lo vuoi capire?! È tutto nella tua testa, il problema è nella tua testa!»
Gerard gli strinse le braccia con le mani fissandogli il torace, la bocca tremante. Non aveva la forza di guardarlo in quegli occhi che sentiva racchiudevano tutta la paura e la sensazione di essere perso in qualcosa di più grande di lui.
«Mikey, ti aiuterò io. Ne usciremo insieme. Non dirò niente a nessuno, mi prenderò cura personalmente di te. Già mi sono informato su dei centri di riabilitazione. Potrai seguire dei corsi pomeridiani di qualche ora insieme ad altri con il tuo stesso problema, ci sarà uno psicologo a seguirti. E a casa ci sarò io. Capito? Va bene?»
La voce di Gerard seppur dolce e rassicurante non lasciava spazio a nessun rifiuto. Mikey avrebbe dovuto seguire un corso di riabilitazione e andare in terapia da uno psicologo, era per il suo bene.
«S-sì, però io... Non lo so, non ce la faccio, ormai sono fatto così, non posso farci niente!»
«Non è vero, ne uscirai. Guarirai. Te lo assicuro, devi crederci! Lunedì inizi le sedute e gli incontri. A mamma e papà dirai che esci, vai a studiare da Alicia, roba così. Però devi andarci. Me lo prometti?»
Alicia. Nonostante fosse la migliore amica e la neofidanzata di Mikey, non sapeva dei reali problemi del ragazzo. Cosa le avrebbe detto? Mikey si vergognava di avere certi problemi così stupidi ma allo stesso momento così vitali. Soprattutto si vergognava di ammetterli, di mettere a nudo una parte così intima e perversa del suo essere.
«Sì...»
«Mi prometti che mangerai e la smetterai di procurarti il vomito? Ti prego.»
«Sì, te lo prometto...»
«Ora che scendiamo per il pranzo devi mangiare tutto. Anche poco, ma tutto. E dopo non ti lascerò andare in bagno. Chiaro?»
Mikey annuì con un cenno della testa mentre cercava di trattenere i singhiozzi e di sistemarsi così da non far vedere ai suoi genitori che aveva pianto. Gerard gli passò un braccio sulle spalle e si stupì di sentirle così magre, più magre di quanto avesse immaginato fossero sotto quei vestiti.

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Eccomi, ci sono! Ultimamente tra un aggiornamento e l'altro passa sempre tantissimo, mi dispiace ma tra scuola, poca ispirazione e altro non ci riesco a pubblicare con più frequenza ç_ç
È un periodo un po' boh in quanto ad ispirazione, però adesso pare che mi sto sbloccando... Boh '-'
Non vi dimenticate di meeeeee ;-;
Ah, e mi sto anche appassionando alla musica underground italiana, prima conoscevo ed apprezzavo solo Le Luci Della Centrale Elettrica e i TARM però adesso sto approfondendo anche altri gruppi come Il Teatro Degli Orrori, Ministri ecc òuò
Vabbè, la smetto con queste cose personali x'
Spero vi sia piaciuto il capitolo... Mikey e Alicia si sono chiariti e stanno insieme e Gerard ha “scoperto” il problema del fratello che adesso dovrà iniziare la riabilitazione! A breve farà il suo ingresso nella storia anche Frank e allora... ZANZAN! u.u


Per chi mi volesse seguire su LiveJournal, ho da poco sistemato il mio blog e ci ho pubblicato tutte le storie che ho su efp e inoltre ci sono altre inedite, lavori di digital art (?) ecc... Tutto qui: dry-venom.livejournal.com


Grazie per continuare a seguire e recensire le mie storie! ♪


dryvenom

   
 
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