Alicia
aveva dormito a casa di Mikey quella notte. Mikey all'inizio aveva
tentato di rimanere sveglio e di riflettere sugli ultimi avvenimenti
ma il sonno etilico non aveva tardato a prevalere sulla sua
volontà
già intorpidita. I genitori dei due ragazzi fortunatamente
non si
erano accorti di nulla e quando il sole sorse dietro quella coltre di
nebbia tutto era ancora calmo. Chi doveva andare al lavoro si
preparava ed usciva senza sospettare nulla mentre Mikey ed Alicia
continuavano a dormire, quando invece dovevano trovarsi in qualche
aula del liceo a seguire una noiosa lezione su un qualche argomento
altrettanto soporifero.
Era
mattino inoltrato quando Alicia si svegliò. Mikey dormiva
ancora,
raggomitolato sotto le coperte. Lei gli si strinse vicino, avvolta
dal tepore dei loro corpi, e affondò la faccia nel cuscino
chiudendo
di nuovo gli occhi incrostati di trucco. Sentiva le tempie pulsare e
percepiva il gonfiore sotto gli occhi. Avrebbe voluto riaddormentarsi
e svegliarsi quando tutti quei sintomi sarebbero passati,
così da
poterlo chiamare davvero sonno ristoratore. Il ricordo del bacio
ancora le monopolizzava la mente e sembrava non essere capace di
formulare qualsiasi altra fantasia o pensiero. Quando anche Mikey si
sarebbe svegliato avrebbe dovuto affrontarlo e chiarirsi. Che cosa
gli avrebbe detto? In quelle condizioni poi era poco adatta a
presentarsi come la migliore amica che in realtà
è innamorata di
lui. Più che altro sarebbe apparsa come la spasimante senza
speranze
che quasi supplica l'amato di degnarla di qualche attenzione. Lei
ormai era riuscita a formulare la sua opinione nei confronti di
Mikey, accettando e riconoscendo che le piaceva, che voleva andare
oltre l'amicizia, che la attirava e che avrebbe voluto tanto potersi
sentire libera di dimostrargli i suoi sentimenti baciandolo tutte le
volte che voleva e soprattutto desiderava che anche lui ricambiasse
quell'emozione. Rifletté sul fatto che la notte precedente
non
l'aveva respinta, anzi, l'aveva abbracciata e le aveva proposto di
dormire insieme. Vista dall'esterno quella situazione poteva essere
colta come un invito implicito per sfruttare l'occasione ma quando
erano arrivati a casa di lui e si erano infilati ancora mezzi vestiti
nello stesso letto Mikey non l'aveva neanche toccata. La maggior
parte dei ragazzi non si sarebbe comportata così. Alicia
però non
riusciva a catalogare questo suo comportamento. Non aveva fatto nulla
perché non voleva e non provava nulla per lei o
perché
semplicemente non era il tipo di ragazzo che pensa solo a fare sesso
quando gli si presenta l'occasione? L'esperienza e la conoscenza di
lui che aveva acquisito in tutti quegli anni di profonda amicizia le
suggerivano di optare per la seconda ipotesi, ma il dubbio non voleva
smettere di tormentarla con le mille domande e indecisioni che
implicava. E se non l'aveva respinta dopo il bacio perché
non era
abbastanza lucido da farlo? O perché si era reso conto che
lei non
era lucida quindi l'aveva lasciata fare e poi l'aveva abbracciata per
rassicurarla e farla tornare in qualche modo in sé? Tutti
questi
interrogativi giravano a turno nella testa di Alicia ritornando ad
intervalli regolari uno dopo l'altro come se si trovassero in fila
indiana nei meandri del suo cervello. Inoltre la presenza del
protagonista delle sue elucubrazioni lì a fianco a lei sotto
le
stesse coperte le faceva fremere le labbra e tutto il corpo. Aveva
una voglia logorante di stringerlo e baciarlo di nuovo. Si
meravigliò
di desiderarlo così ardentemente e all'improvviso dato che
prima del
bacio sebbene sapesse inconsciamente che lui le piaceva non ne era
mai stata condizionata a tal punto. Chiunque diceva che i baci sono
come l'acqua salata che più ne bevi più hai sete
aveva
sfacciatamente ragione evidentemente. Persa com'era nella sua stessa
testa, Alicia non si era accorta subito che Mikey si era svegliato e
la stava guardando in silenzio. Sentì un'ondata di calore
misto a
gelo propagarsi dal suo petto verso le membra ma poi pensò
razionalmente che Mikey era il suo migliore amico e si conoscevano da
un bel po' di tempo, quindi alla fine non aveva nulla da temere. A
parte il fatto di essere rifiutata. Ma tanto valeva giocare
finché
si era in gara. Vedere il ragazzo sveglio le aveva fatto mettere da
parte almeno per quel momento gran parte dei suoi pensieri. Alla fine
la parte peggiore che fa crescere le nostre preoccupazioni è
sempre
l'attesa, quando arriva il momento tanto temuto del confronto spesso
ci rendiamo conto che tutte quelle ansie e quelle paure erano
largamente infondate.
«Ciao.»
Mikey
le sorrise, aprendo di più gli occhi leggermente arrossati.
«Mikey
dobbiamo parlare, cioè, ieri...»
«Ali,
ancora con questa storia?»
Le
sorrise di nuovo.
«Sì!
Ho fatto un po' una cazzata...»
Il
ragazzo si alzò mettendosi a gambe incrociate sul letto,
rivolto
verso Alicia e con i capelli biondi arruffati.
«Vuoi
sapere che ne penso? Penso che sei stata più coraggiosa di
me a fare
il primo passo e che ho capito che anche tu mi piaci. E basta far
finta che non è così anche per te
perché hai paura delle
conseguenze, non è da te. Ah, e penso anche che la prossima
volta
non so se ti seguo a questi festini dato che ora vorrei solo tornare
a dormire e svegliarmi direttamente domani e che è meglio se
ci
andiamo a lavare che è tardi.»
Mikey
aveva detto tutto quasi di un fiato ed assumendo un'espressione
scherzosamente solenne per allentare la tensione. Gli si erano
arrossate le guance ed aveva lasciato Alicia senza parole ma con un
sorriso complice sulle labbra che si avvicinavano sempre più
a
quelle di lui. I loro visi si incontrarono a metà strada e
dopo un
attimo di riflessione e uno scambio di sguardi languidi nel momento
in cui i loro nasi si toccarono annullarono anche la distanza tra le
labbra.
Mikey
aspettava che anche Alicia tornasse dal bagno disteso sul letto
ancora sfatto. Sentiva la gola solleticargli, molto probabilmente era
stato il freddo preso durante la notte. Quando Alicia
rientrò in
camera era di nuovo pettinata e truccata come sempre, non sembrava
reduce da un festino devastante.
«Andiamo
a fare colazione?»
«Mhm.»
Mikey
scosse la testa ma la seguì comunque al piano di sotto. Si
sedette
al tavolo guardandola mentre metteva a fare il caffè e
mangiucchiava
dei biscotti. Pensandoci, anche lui aveva voglia di caffè.
Senza
zucchero, macchiato. Quindi prese una tazza anche per lui. Il
rapporto tra i due non sembrava essere cambiato drasticamente,
durante tutta la colazione si comportarono esattamente come prima di
quella serie di eventi che li aveva portati a stare insieme, o
qualcosa del genere. Mikey lavò la sua tazza così
da farne rimanere
quattro nel lavandino con quella di Alicia. Quella di curare tutti i
dettagli della sua colazione era una vera e propria ossessione per
lui. Anzi, la sua vera ossessione principale era quella del cibo.
Anche Alicia aveva un'ossessione simile, ma lei si limitava
semplicemente a mangiare lo stretto indispensabile durante i pasti
principali. Si privava solo degli spuntini e dei pasti che poteva
facilmente saltare.
Salirono
di nuovo in camera parlando tranquillamente, ogni ansia era evaporata
del tutto. Mikey ogni tanto tossiva o si soffiava il naso. Era
diventato ormai evidente che tutti quegli sbalzi di temperatura che
aveva sopportato la notte precedente, quando era uscito e rientrato
in casa passando dal clima quasi tropicale della sala da ballo al
gelo notturno ed autunnale e viceversa tutto sudato e senza giacca,
avevano portato a delle conseguenze facilmente immaginabili.
Il
rumore metallico ed improvviso di una chiave che girava nella
serratura del portone fece tenere il fiato sospeso a Mikey ed Alicia.
Se li avessero sorpresi a saltare la scuola sarebbero incappati in un
bel guaio. I genitori di Mikey erano alquanto intransigenti per
quanto riguardava queste faccende. Uno sguardo guizzò tra i
due
ragazzi nei pochi attimi in cui la porta ruotò sui cardini
per poi
aprirsi e far entrare l'individuo che aveva girato la chiave nella
serratura.
«Uh,
ciao.»
Gerard
comparve sull'uscio e appena vide Mikey ed Alicia in piedi nella
cucina che lo guardavano con gli occhi spalancati assunse
un'espressione che di certo non nascondeva una certa sorpresa.
«Gerard
sei tu! Cazzo ci hai fatto quasi prendere un infarto!»
«Come
mai a casa? Avete saltato la scuola?»
Gerard
si versò quel che restava del caffè in una tazza
mentre attendeva
la risposta del fratello, ma non sembrava curarsene più di
tanto.
Alicia invece rimaneva in disparte, appoggiata al frigorifero e non
sapendo cosa dire. Non era mai stata molto in confidenza con Gerard
perché tutte le volte che era stata a casa loro lo aveva
incrociato
solo rare volte dato che sembrava passasse la maggior parte del tempo
che stava a casa chiuso in camera.
«Ehm...
Sì.»
«Dai
tanto non lo dico a mamma e a papà, figurati.»
«Tu
invece che fai già qua?»
«Mikey,
oggi è giovedì e io il giovedì non
vado a scuola.»
Gerard
lanciò un'ultima occhiata sentenziosa al fratello e un'altra
veloce
ad Alicia prima di salire nella sua stanza mentre componeva un numero
sul cellulare.
«Oh
Mikey, sicuro che non lo dirà a nessuno?»
«Sì,
di Gerard possiamo fidarci Ali. Comunque, ti accompagno a casa che
tra un'oretta tornano i miei, okay?»
«Okay!»
Mikey
le si avvicinò passandole le braccia intorno alla vita e
appoggiando
la testa sulla sua spalla.
«Sai,
quando stamattina mi sono svegliato ho sentito come se un vuoto
dentro di me che neanche sapevo esistesse si fosse riempito.»
Quando
Mikey rientrò in casa dopo essere andato a riaccompagnare
Alicia, ci
trovò la madre che preparava il pranzo, come sempre. Quando
era
uscito aveva portato con sé lo zaino così non
avrebbe destato
sospetti. Salutò e salì in camera sua. La porta
era socchiusa e
quando aprì la porta vide che il fratello stava sdraiato sul
suo
letto a leggere un fumetto che aveva lasciato sul comodino.
«Gee
che ci fai qua? Perché oggi ti trovo ovunque?»
Quello
posò il fumetto e si sedette sul letto guardando il fratello
con
aria seria. Già quegli occhi davano un brutto presentimento
a Mikey
e la frase che pronunciò dopo confermò tutto.
«Mikey
chiudi la porta, dobbiamo parlare.»
Tipica
frase che ti fa accelerare il cuore e passare in rassegna tutto
quello che hai fatto per vedere dove hai sbagliato.
«È
per oggi?»
«No,
quella è una cazzata. Riguarda te. È da un po'
che volevo dirtelo e
oggi vedendo Alicia ho avuto la conferma dei miei pensieri. Mikey,
che problema hai? Perché sei così magro? Quella
ragazza è più in
carne di te, ed è lo stesso magrissima. Ma lei è
una ragazza, è
normale che abbia un fisico più sfilato. Ma tu... Okay che
sei
mingherlino di natura, ma c'è qualcosa che non va.»
Quelle
parole colpirono Mikey in pieno petto e si sentì affondare
come una
nave colpita da una cannonata. Nemmeno lui stesso aveva mai visto il
suo problema, così l'aveva chiamato Gerard, con quegli occhi
e così
direttamente. Per lui era sempre stato parte di lui e delle sue
giornate, della sua vita. Quella del cibo e delle dita in gola era
diventata un'abitudine radicata profondamente in lui come per
un'altra persona potrebbe esserla leggere sempre prima di mettersi a
dormire o fare ginnastica tutti i giorni. Mikey non rispose ma
guardò
Gerard con gli occhi fissi dovunque sulla sua faccia ma non negli
occhi verdi. Le palpebre erano pietrificate e sentiva le gote
diventargli calde per il modo in cui con poche parole era stato messo
a nudo.
«Guarda
che ho notato che dopo aver mangiato quel poco che mangi ogni volta
ti chiudi sempre in bagno. Lo so che vomiti tutto. Ti stai lasciando
morire così, cazzo! È una malattia, tu soffri di
bulimia, di
anoressia... Hai un disordine alimentare. Non puoi non mangiare, stai
diventando sempre più debole. Non capisco come mamma e
papà non se
ne siano ancora accorti, però io lo vedo e non posso fare
finta di
niente. Sei mio fratello, siamo cresciuti insieme, da piccoli eravamo
sempre noi contro tutti. Voglio aiutarti a superare tutto,
però devi
capire che stai sbagliando, che facendo quello che fai ti rovini
solamente. Perché lo fai?»
«Gee...
Io non...»
«Non
negare! Lo sai anche tu che è vero quello che ti sto
dicendo!»
«Non
lo so perché lo faccio cazzo! So solo che è da
sempre così e che
ho sempre questa maledetta carne sui fianchi...»
Stava
piangendo. Mentre veniva travolto da quel fiume di parole pronunciate
con rabbia e disperazione dal fratello aveva ceduto al groppo che gli
si era formato in gola ed ora riusciva a parlare a stento tra i
singhiozzi. Era vero, nel profondo del suo cervello sapeva che Gerard
aveva ragione, che la sua era una malattia, che stava sbagliando, ma
l'istinto e la parte prevalente della sua volontà
insistevano per
convincerlo a continuare su quella strada fatta di autodistruzione in
cui ogni segnale di allerta veniva messo a tacere. Lui voleva
uscirne, ma non ci riusciva. Sapeva di non essere grasso ma si vedeva
pieno di rotondità indesiderate. Era intrappolato in una
specie di
circolo vizioso e l'unico modo per guarire dal male invisibile che lo
mangiava e lo sfibrava dall'interno del suo stesso cranio gli
sembrava essere una lobotomia, almeno avrebbe smesso di pensare e di
ragionare.
«Non
è vero, lo vuoi capire?! È tutto nella tua testa,
il problema è
nella tua testa!»
Gerard
gli strinse le braccia con le mani fissandogli il torace, la bocca
tremante. Non aveva la forza di guardarlo in quegli occhi che sentiva
racchiudevano tutta la paura e la sensazione di essere perso in
qualcosa di più grande di lui.
«Mikey,
ti aiuterò io. Ne usciremo insieme. Non dirò
niente a nessuno, mi
prenderò cura personalmente di te. Già mi sono
informato su dei
centri di riabilitazione. Potrai seguire dei corsi pomeridiani di
qualche ora insieme ad altri con il tuo stesso problema, ci
sarà uno
psicologo a seguirti. E a casa ci sarò io. Capito? Va
bene?»
La
voce di Gerard seppur dolce e rassicurante non lasciava spazio a
nessun rifiuto. Mikey avrebbe dovuto seguire un corso di
riabilitazione e andare in terapia da uno psicologo, era per il suo
bene.
«S-sì,
però io... Non lo so, non ce la faccio, ormai sono fatto
così, non
posso farci niente!»
«Non
è vero, ne uscirai. Guarirai. Te lo assicuro, devi crederci!
Lunedì
inizi le sedute e gli incontri. A mamma e papà dirai che
esci, vai a
studiare da Alicia, roba così. Però devi andarci.
Me lo prometti?»
Alicia.
Nonostante fosse la migliore amica e la neofidanzata di Mikey, non
sapeva dei reali problemi del ragazzo. Cosa le avrebbe detto? Mikey
si vergognava di avere certi problemi così stupidi ma allo
stesso
momento così vitali. Soprattutto si vergognava di
ammetterli, di
mettere a nudo una parte così intima e perversa del suo
essere.
«Sì...»
«Mi
prometti che mangerai e la smetterai di procurarti il vomito? Ti
prego.»
«Sì,
te lo prometto...»
«Ora
che scendiamo per il pranzo devi mangiare tutto. Anche poco, ma
tutto. E dopo non ti lascerò andare in bagno.
Chiaro?»
Mikey
annuì con un cenno della testa mentre cercava di trattenere
i
singhiozzi e di sistemarsi così da non far vedere ai suoi
genitori
che aveva pianto. Gerard gli passò un braccio sulle spalle e
si
stupì di sentirle così magre, più
magre di quanto avesse
immaginato fossero sotto quei vestiti.
---
Eccomi,
ci sono! Ultimamente tra un aggiornamento e l'altro passa sempre
tantissimo, mi dispiace ma tra scuola, poca ispirazione e altro non
ci riesco a pubblicare con più frequenza
ç_ç
È
un periodo un po' boh in quanto ad ispirazione, però adesso
pare che
mi sto sbloccando... Boh '-'
Non
vi dimenticate di meeeeee ;-;
Ah,
e mi sto anche appassionando alla musica underground italiana, prima
conoscevo ed apprezzavo solo Le Luci Della Centrale Elettrica e i
TARM però adesso sto approfondendo anche altri gruppi come
Il Teatro
Degli Orrori, Ministri ecc òuò
Vabbè,
la smetto con queste cose personali x'
Spero
vi sia piaciuto il capitolo... Mikey e Alicia si sono chiariti e
stanno insieme e Gerard ha “scoperto” il problema
del fratello
che adesso dovrà iniziare la riabilitazione! A breve
farà il suo
ingresso nella storia anche Frank e allora... ZANZAN! u.u
Per
chi mi volesse seguire su LiveJournal, ho da poco sistemato il mio
blog e ci ho pubblicato tutte le storie che ho su efp e inoltre ci
sono altre inedite, lavori di digital art (?) ecc... Tutto qui:
dry-venom.livejournal.com
Grazie per continuare a seguire e recensire le mie storie! ♪
dryvenom