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Autore: Blue Crystal    17/01/2012    2 recensioni
Quando l'amore va oltre, ti colpisce,ti lascia il segno ma soprattutto ti fa vincere ogni tua paura.
Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia :)
E' narrata interamente in prima persona da Sharon, una ragazza quindicenne con una storia un po' particolare.
Non ci sono elementi fantasy (mi dispiace ma, visto che è la prima volta che scrivo, non volevo cimentarmi in questo genere!) ma è una storia di comuni adolescenti, scritta per permettere meglio a tutti di immedesimarsi realmente.
Fatemi sapere che ve ne pare! :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parlare della propria vita può essere interessante, se si avesse realmente qualcosa da raccontare.. O mi sbaglio???
Tanto, a quanto pare, sono l'unica della mia classe che non ha ancora scritto una parola sul foglio..
"Parla di cosa vorresti fare una volta finiti gli esami di maturità"
Quello che vorrei fare.. Già, bella domanda.
Per sapere cosa fare da grandi, bisogna sapere cosa sto facendo io adesso. Ecco, esattamente nulla!
Non so da dove iniziare..
Magari se fossi stata una delle mie compagne di scuola avrei sicuramente detto "Quello che farò io da grande sarà dicuramente l'attrice/cantante/stilista" o cose del genere.
Di certo, fino a 4 anni fa, avevo una certezza.
Fare la ballerina.
A mia madre piaceva molto quello sport e, prima che lei mi lasciasse così, senza alcun preavviso, ben 2 volte a settimana stavo chiusa nella saletta della scuola di danza a provare. Da piccola pensava lei a tutto: chignon perfetto senza un capello fuori posto, scarpette sempre pulite e cucite bene, scaldamuscoli che profumavano di ammorbidente, borsone sempre in ordine. E a tutto questo misi fine 4 anni fa.
Dopo il "trauma", se così possiamo definirlo, non ho voluto più fare nulla.. E adesso sinceramente me ne pento.
Solo adesso, grazie ad uno stupidissimo compito in classe. Non mi era mai capitato di soffermarmi a pensare così a lungo su qualcosa ma, evidentemente, le verifiche scritte servono a qualcosa.
Ho deciso, oggi farò un salto nella mia vecchia scuola di danza.
Dopo quasi 2 ore consegno il compito: tre pagine di tema, con tanto di ringraziamenti finali nei confronti della prof che ha dato questa traccia da seguire. Almeno si sentirà gratificata da qualcuno, dopotutto qualcuno dovrà pur farlo!!

Uscendo da scuola sola, perchè Giulia non si era presentata per saltare il compito, sbatto contro qualcuno.
«Scusa» mi affretto a dire senza nemmeno vedere chi fosse.
«No, scusami tu.. Non ti avevo vista» dice portandosi una mano dietro la testa, imbarazzato.
Era Diego e, appena incrocio il suo sguardo, mi sento avvampare. Abbasso subito lo sguardo e cerco di spostarmi ma mi trovavo in mezzo ad una mandria di pecore (ecco l'unico termine per definire gli alunni del mio liceo) che spingono a destra e a manca per uscire da scuola.

«Giulia oggi non è venuta??» mi chiede guardando alle mie spalle come per vedere se fosse dietro di me.
«No no.. Sta.. male!» dico velocemente pensando che se gli avessi detto "no, non è venuta per paura del compito" l'avrebbe presa per scema.
«Ah, capito.. Beh, se la vedi me la saluti??»
«Certo!» dico sforzandomi di sorridere. Ma non è semplice parlare con il ragazzo che ti piace che è contemporaneamente il fidanzato della tua migliore amica che non sa nulla della tua "cotta". «Ma.. penso che la sentirai prima tu. Dopotutto siete fidanzati..»
COSA CAVOLO HO DETTO?!?!

«Ah si, ma..»
MA??? Aspetto qualche frazione di secondo, ma capisco che non ne vuole parlare. 
«Beh, fai finta che non ti ho detto niente.. Adesso vado. Ciao Diego».
Non gli do nemmeno il tempo di rispondere e scappo via.
Il cortile della scuola era deserto ormai: in pochi secondi erano evaporati tutti, tranne io e lui.

«Ciao Sharon!» sento in lontananza, mi volto e vedo che mi fa un cenno con la mano.
Sorrido e, nel mio cuore, mi sciolgo.

Rietro a casa, poggio il cellulare sul tavolo mentre scaravento per terra il mio zaino e mi fiondo a preparare il pranzo per me e mio padre che, come ogni giorno, rientrava a casa un'ora e mezza dopo di me.
Accendo il fornetto per farlo riscaldare mentre preparo delle cotolette con la ricetta che mi aveva passato Giulia.
Mi diceva sempre: 
«Falle così, vengono buonissime!»
Eppure era la centesima volta che le preparavo in quel modo e ogni volta io e mio padre finivamo per mangiate bastoncini Findus o Sofficini.
Ma tento per la centounesima volta, chissà forse sarà la volta buona.
In fondo, come dice quel detto "Se la vita ti da cento motivi per piangere, tu dagliene centouno per sorridere".. Al limite finisci per mangiare cose surgelate.. Non male come finale!!!
Mentre mi cemento per l'ennesima volta nella ricetta sento il mio cellulare vibrare ma, con le mani fatte d'olio, mi è impossibile prenderlo..
   
 
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