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Autore: __MariMalfoy    17/01/2012    18 recensioni
July vive in una dimensione fuori dalla realtà: non è nessuno in quella insignificante scuola superiore e passa il tempo nell'aula di matematica e in biblioteca, a consumare barrette al triplo cioccolato bianco. Non essendo nessuno, vede e ascolta, proprio come una comparsa. Sa segreti che gli altri non immaginano neanche.
Liam è il contrario di July. Con una vita sentimentale intricata e quattro amici squinternati, è il protagonista costante dell'attenzione degli studenti e specialmente delle studentesse.
E se i loro destini si intrecciassero? Non resta che leggere! ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo.

{I’ve hoped for change,
and it gets better everyday
I’ve hoped for change,
but still I feel the same.
Whoa - Paramore}

 

Dopo che Liam se n’era andato, nessuno aveva più messo piede lì dentro. Il libro di Romeo e Giulietta era stato sul pavimento per tutto il pomeriggio, fino alle sei, e probabilmente l’avrei lasciato lì se non fossi stata colpita dal senso di colpa o dall’affetto che provavo per quella copia malconcia. L’avevo buttato nel fondo della borsa, senza pensarci molto.
Avevo riflettuto molto su ciò che avevo detto a Liam: ritenevo veritiere quelle parole o comunque in quelle era nascosta una parte di me, una parte che lui aveva potuto conoscere in anteprima. Speravo vivamente che Liam non fosse uno di quei ragazzi che straboccavano di perspicacia e capivano i doppi sensi al volo, e infatti quando l’incontrai nel corridoio della scuola parve non conoscermi più.
Smanettavo ancora con quel cavolo di armadietto scassato e nella mia mente si svolgeva una specie di flashback: mi aspettavo da un momento all’altro che Zayn si appoggiasse all’armadietto di Liam e le ragazze sospirassero; che mi cadesse il libro di Romeo e Giulietta e che Niall me lo raccogliesse; ma era troppo presto perché ciò accadesse.
Spostai lo sguardo verso il gruppetto dei ragazzi che andava formandosi: Zayn era molto arrabbiato, non sapevo per quale motivo, Harry era incredulo e Niall ridacchiava di gusto, probabilmente Liam stava riferendo le grosse cazzate che gli avevo detto. E mi sentii profondamente umiliata, forse non me ne sarei dovuta uscire con i miei discorsi illogici e filosofici, che si creavano nella parte più remota del mio cervello bacato.
Arleen attraversò il corridoio con un sorriso, accompagnata da Genevieve, che ridacchiava e giocherellava con la macchina fotografica che aveva al collo. Fui felice che la seconda, sempre perennemente sola, avesse coinvolto la prima, la nuova arrivata che si isolava in ogni occasione.
Il mio stupido armadietto quella mattina faceva di testa sua e non voleva aprirsi; tirai un calcio, frustrata, e l’anta si spalancò improvvisamente. Oh, miracolo. Meravigliata e compiaciuta, cominciai a riempire lo zaino di libri e poco dopo mi avviai verso l’aula di storia, sospirando pesantemente.
Chloe mi passò accanto, mi sorrise e poi salutò Liam; d’altro canto, lui continuava a chiacchierare animatamente con i suoi amici, tanto che non si accorse neanche della mia presenza. Avrei voluto salutarlo, ma il suo comportamento mi costrinse a sorpassarlo senza saluti né niente. Non mi trattenni, però, dall’origliare, per sapere se seriamente parlassero di me.
“Te ne rendi conto, Liam?” stava dicendo Zayn, sconvolto.
“E’ stata una cosa terribile!” esclamò scandalizzato Harry.
“Non la trovo così terribile…”
Niall ridacchiò. “Già, non è niente! Dopotutto, Zayn, hanno perso soltanto una partita!”
Ah, allora parlavano di una stupida partita. Trotterellai velocemente verso l’aula, cercando di non passare sott’occhio.
Quando entrai nella stanza, era come sempre vuota, anche se Arleen era già lì, immersa in una lettura poco interessata degli appunti di storia. Sembrava il remake di Cathy di matematica, solo che la Wilson non era così affannata e così preoccupata.
“Ehi, July”
Mi voltai appena in tempo, dopo aver posato il mio zaino sul banco, per vedere i capelli ricci di Arleen di fronte ai miei occhi: sembrava intenzionata a fare amicizia, oppure parlava soltanto per avere un favore?
“Ciao, Arleen. Qual buon vento ti porta qui?” il tono della mia voce era irrimediabilmente sarcastico. Essere sfruttata e poi ignorata, mi aveva leggermente stufato.
Lei si spostò un riccio con nervosismo. “Volevo chiederti se potevi prestarmi una penna e se ti andava mangiare qualcosa insieme all’ora di pranzo… ti va?”
Arleen non sembrava ipocrita, anzi. Era abbastanza sincera, timida e nei suoi occhi c’era qualcosa che mi pregava di dirle di sì, che mi spingeva ad accontentarla.
“Uhm, va bene. Ma dopo devo andare a matematica e poi in biblioteca: devo scontare la mia punizione” mormorai non troppo convinta.
Arleen annuì, prese la penna che le porgevo e tornò al suo banco, come se non mi avesse mai parlato. Mi sentii colpevole, ipocrita quasi: non volevo veramente andare a pranzare con Arleen, magari mi chiedeva qualcosa su Niall o sugli altri ragazzi da parte di Genevieve, visto che ora erano amiche.
L’ora passò come ogni altra, in un totale e noioso silenzio da parte degli studenti. Ogni tanto vedevo Arleen che si voltava verso di me, come per accertarsi che fossi lì e non fossi scappata a metà lezione per andare a buttarmi sotto un treno.
Appena suonò la campanella, scattai velocemente verso la porta: non volevo sentire più niente della seconda guerra mondiale, da quanto mi ero stufata di ascoltare le vicende travagliate di un combattimento inutile che aveva portato soltanto devastazione. Mi pulsava il cervello.
Quasi sbattei contro Zayn che ascoltava la musica, canticchiando – ed era anche parecchio bravo – ma lo scansai al momento giusto, per poi infilare nel bagno delle ragazze e bagnarmi la faccia con l’acqua.
La mia mente stava scoppiando da quanti pensieri conteneva: tra Romeo e Giulietta e le ingiustizie, tra la preoccupazione che Liam avesse spifferato tutto agli altri, tra storia che mi riempiva di inutili nozioni, tutte queste cose mi facevano esplodere. Ma il pensiero peggiore era sicuramente la rappresentazione: dovevo seriamente staccarmi dal teatro, tagliarmi le catene e volare via.
Uscii appena Chloe entrò e si scusò per avermi lasciata sola il pomeriggio prima. L’invidia da comparsa mi assalì di nuovo; Chloe era perfetta in ogni sua parte e invece io sembravo una sottospecie di sputo sul marciapiede, tanto ero insignificante.
Non mi stupivo affatto che Liam fosse indeciso.
Il tempo volò quel giorno, scandito dalle lezioni più noiose che ci potessero essere. L’unica cosa che mi confortava era che avrei visto Niall da un momento all’altro e mi avrebbe offerto una barretta di Mars, tanto per ricompensarmi della mia missione compiuta. Era quasi l’ora di pranzo e l’incontro con Arleen si avvicinava, pericoloso. Sinceramente non sapevo neanche dove andare e dove incontrarci, ma il timore sparì quando lei stessa mi venne incontro con un sorriso estremamente esagerato.
“July, perché sei scappata a storia? Sembravi sconvolta”
Arleen mi teneva un braccio con delicatezza, poi mi spinse verso il cortile della scuola: non me ne ero neanche accorta, ma tra le mani aveva due scatoline fumanti, che contenevano qualcosa di delizioso.
Come sempre, era strapieno di studenti che chiacchieravano, studiavano, ripassavano per le ultime lezioni, si divertivano. Ci sedemmo sotto un albero al fresco, Arleen aprì le scatoline – che alla fine si rivelarono due pezzi di pizza enormi. Me ne porse uno, con un sorrisetto.
“Davvero, perché sei scappata a storia?” chiese lei di nuovo.
Ponderai bene le parole, arricciando le labbra. “Mi stava scoppiando la testa - dissi poi, e in effetti era la verità. - Troppi pensieri”
“Anche  a me succede, a volte – biascicò Arleen, la bocca piena. Dovevo dire che quella pizza era la cosa più buona che avessi mai assaggiato ed ero sicura che non provenisse dalla mensa scolastica. – Mia sorella dice sempre che sono poco normale”
Ridacchiò, ma poi si spense di fronte al mio silenzio. Ero concentrata ad osservare Niall e Rikki, insieme sotto ad un altro albero; lei era appoggiata al fusto della pianta e la testa bionda di Niall era sulle sue ginocchia.
Il sorriso che occupava il viso di Rikki era bello quanto quello di Niall. Mi domandai se stare insieme ad una persona significava ridere ed essere felici, perché nella mia scarsa esperienza sentimentale non sapevo ancora cosa rispondere.
“Carini, vero? - la voce di Arleen mi giunse quasi lontana alle orecchie. Istintivamente annuii. – Anch’io vorrei essere come loro, o almeno provare l’ebbrezza di essere ammirata come Genevieve”
Il suo mento indicò la sua amica poco più in là, che scattava foto a caso, mentre più in lontananza Chloe e la sua mandria di pettegole chiacchieravano. Per l’ennesima volta mi ritrovai a pensare che quest’ultima non fosse d’accordo sui soprusi che subiva Genevieve, in fondo nascondeva ben altro da ciò che voleva mostrare.
“Io non vorrei essere nessuna delle due” bisbigliai, la pizza che avevo in mano si era ormai raffreddata.
Sentii lo sguardo di Arleen che scrutava la mia reazione. “Perché non vorresti essere una di loro, July? Sei sotto l’attenzione di qualcuno, no?”
“Genevieve non è l’unica ad essere sotto gli occhi di Liam – spiegai con uno sbuffo. Indicai Chloe, poco più in là. “La vedi quella? Si chiama Chloe. È la seconda attrice della vita di Liam”
“Vuoi dire che Liam è indeciso tra Genevieve e Chloe?” la voce di Arleen sembrava incuriosita e incredula al tempo stesso; era ovvio che la sua amica non sapesse di essere su un filo e che probabilmente sarebbe finita in pasto agli squali definitivamente, se qualcuno non l’avesse salvata.
Mi strinsi nelle spalle. “Già. In ogni caso la maggior parte delle persone puntano su Chloe e tu dovrai salvare Genevieve dagli squali se non vincerà”
“Ho già potuto constatare ampliamente che le pettegole non risparmiano nessuno – sibilò Arleen, accartocciando il rivestimento della pizza e lanciandolo con incredibile precisione nel cestino. – Hanno già detto che mio padre è drogato, io una problematica e mia sorella una sfigata. Viva la sincerità”
“Dicono minchiate”
Arleen incrociò le gambe. “Se Chloe appartiene a quella categoria di ragazze, allora tiferò per Genevieve, assolutamente sì”
“Chloe è diversa da loro – ribattei, le labbra arricciate. – Sono convinta che dietro a quella presunta maschera di superficialità si nasconda qualcosa di molto profondo”
Non ero convinta: io lo sapevo, e lo vedevo ogni volta che Chloe veniva in biblioteca e si metteva a leggere o studiare in solitudine. Lo sapeva anche Rikki, che molto spesso stava vicino a lei e le chiedeva quali fossero le sue poesie o i suoi libri preferiti, poi magari le leggeva i componimenti che adorava e qualche volta trovavano il tempo anche per me.
Le pizze erano ormai nei nostri stomaci sazi. Un breve silenzio seguì quella conversazione, mentre scrutavo la massa di studenti attorno a noi: ormai Niall e Rikki, dopo una fase di sbaciucchiamenti e cose vomitevoli da fidanzatini, erano stati circondati dagli altri tre e potevo chiaramente vedere che Liam si era spalmato su Niall. Il dubbio di una presunta omosessualità mi colpì di nuovo, ma poi lo scacciai ripensando a Rikki, Chloe e Genevieve.
“Chloe somiglia tanto a Lucinda, mia sorella – disse all’improvviso Arleen. La vidi che arricciava le labbra, infastidita. – Se la tira allo stesso modo, come se in questo mondo esistesse solo lei” schioccò il palato. “Tu hai una sorella, July?”
Scossi la testa. “No. Vivo da sola con i miei e non ho neanche un animale domestico”
“E’ importante averlo? Io come animale domestico ho una sorella barra oca” ridacchiò lei e non trattenni un sorrisino.
“L’importante è che non ti faccia le uova – sorrisi, scorgendo Zayn che saltava addosso a Harry il quale canticchiava una canzone improvvisata. – Ti giuro, Chloe secondo me è una brava persona”
“Non metto in dubbio che lo sia, ma sono sicura che vincerà Genevieve!”
In fondo al mio cuore c’era il desiderio che non vincesse nessuna delle due. Non sapevo spiegarmelo, ma riuscivo a intuirlo: Liam avrebbe rimandato sempre, sempre e sempre, finché Genevieve e Chloe non si sarebbero stancate e lo avrebbero lasciato lì, da solo.
“Ora devo andare, July – sorrise Arleen, balzando in piedi, energica. – Mi è piaciuto stare con te, sei simpatica, ma per sfortuna ora mi tocca arte e non sono sicura che sopravvivrò! È probabile che sia il nostro primo e ultimo pranzo insieme”
Ridacchiai. “Ce la farai, Arleen, sono sicura che la Thompson non ti sgriderà troppo se le disegnerai un enorme sgorbio al posto di un modello”
“Spero proprio che non mi mangi – rimase pensierosa qualche attimo, lo zaino verde fluorescente che si intonava alle foglie giallo autunnali dell’albero. Poi si illuminò. – Scommetto su Genevieve, comunque, e tu su Chloe?”
“No, io su nessuno, Arleen”
“Ah, va bene – sembrava vagamente delusa. Forse partecipava a quelle scommesse clandestine all’interno della scuola? – Allora ci vediamo domani!”
Per un attimo mi venne da pensare che tutta quella gentilezza fosse dovuta a secondi fini, quali il mio giudizio su quel problema che affliggeva da mesi la scuola. Arleen si era dimostrata simpatica immediatamente e molto sincera, ma quell’ultima affermazione che aveva detto, aveva permesso che tutti gli aggettivi positivi che avevo elaborato su di lei bruciassero in un istante.


Carrot's corner

Salve salvino, pipol! (?)
Eccomi qui con un nuovo schifosissimo capitolo che dovevo assolutamente postare oggi perché altrimenti non ce l'avrei fatta per tutta la settimana strapiena di compiti e interrogazioni. Qui potete vedere che entra in scena un nuovo personaggio, cioè mica tanto nuovo visto che Arleen era stata nominata nello scorso. Come vedrete, è un personaggio un po' strano, con un carattere tutto particolare (perchè July è normale, eh) comunque chi sarà la vincitrice tra Chloe e Genevieve? Mistero, non ve lo dirò mai. AHAHAHHA
Però vorrei capire una cosa: con le recensioni siamo molto scesi, della serie; 10-8-6... quindi la prima cosa che mi chiedo è se questa storia piaccia davvero. La mia autostima è già sotterrata, quindi vi dico che accetto le critiche e le vostre opinioni per me non è assolutamente un problema. Se c'è qualcosa che non va, sentitevi in diritto di dirmelo e darmi dei consigli per migliorare... non è che abbassando le recensioni mi aiutate, anzi mi sento un po' inutile... c'est la vie! Grazie alle 10 preferite e a quelli che non scrivono la loro opinione, a quei 3 ricordati e a quelli che tra di loro non scrivono la loro opinione, alle 13 seguite e a quelli che tra di loro non scrivono la loro opinione xD
Grazie alle 36 persone che mi tengono tra le autrici preferite! çç penso di amarvi, seriamente <3
Ah, Rebecca, tu manchi di perspicacia, sappilo. AHAHAH non ti sei manco accorta che Rikki è te. (sei più simpatica di lei, ma è uguale) AHAHAHH
Vi ringrazio moltissimo per seguire questa storia così importante per me :)
a presto, spero di riuscire ad aggiornare domenica prossima, salvo imprevisti e probabile morte a causa della scuola :)
Mari xxx
  
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