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Autore: lietome_    18/01/2012    6 recensioni
- Allyson vede Harry distante e lontano, diverso. Quella vetrata che li separa sempre, però, non li può dividere per sempre, per loro fortuna.
- Madison è lontana ed è così difficile starle lontano. E' così difficile rinnegare un sentimento nascente. E' così difficile mentire a se stessi, eh, Liam?
- Sarabeth è una fan, nulla di più. Ma ripone il suo cuore tra le mani di Niall, che per uno (s)fortunato caso del destino la nomina ambasciatrice degli abbracci mai dati.
- Chealsea sembra fatta apposta per farlo rialzare dopo la sua ultima caduta, eppure Louis ha paura di ricominciare a mettersi in gioco. Quegli occhi scuri, però, lo spronano silenziosamente, così tanto...
- Brenda è persa a Londra, lontana dai profumi e dai visi a lei famigliari, costretta a ricominciare da capo lontana dalla sua Argentina. Sembra tutto così impossibile, ma poi arriva Zayn, e le strade di Londra si aprono.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.
 
“Ciao Michael, sono Niall.”
L’aria della primavera, fuori dalla finestra cade a gocce somigliando così tanto al freddo inverno appena finito.
“Ehi Niall, come stai?”
La voce sentita poco prima alla radio continua a mantenere il suo tono naturale e suadente.
“Benissimo, ma starò ancora meglio se tu mi farai un favore.”
Questi sono i momenti in cui ama essere famoso, ama conoscere tutta quella gente, ama sapere di poter chiedere con la quasi certezza di ricevere.
Michael, poi, è proprio un amico e, tra le altre cose, ha anche origini irlandesi.
“Dimmi tutto amico!”
“Mi dovresti dare il numero della ragazza che oggi ha richiesto la mia canzone. Erano circa le nove e mezza.”
“Sai che non posso, per tutta la roba sulla privacy…”
“Michael, ti prego.”
Sente la propria voce supplichevole e si chiede perché lo sta facendo.
Forse per sentirsi meglio.
Perché infondo sa che tutti gli abbracci che darà, per tanti che siano, non riusciranno mai ad arrivare a tutte le loro fan. E forse così facendo, scegliendone una a caso, spera di abbracciare maggiormente anche tutte le altre.
Spera che questa Sarabeth sia una specie di Gesù che, invece di raccogliere i peccati degli altri, ne raccolga la voglia di abbracci.
O forse, molto più egoisticamente, molto più nel profondo, vuole godere di quella particolare libertà che ha.
Ascoltando il silenzio di Michael ripensa ad una frase che, tempo prima, Harry aveva scritto su Twitter mentre, tutti insieme, facevano lo stesso pensiero che fa ora lui, solo.
Il messaggio era: “Posso fare urlare la tua ragazza più forte di quanto potrai mai fare tu, solo premendo il pulsante ‘segui’”.
Ecco, forse vuole solamente farla urlare lui, lui e non Harry.
Scaccia le sue pare d’inferiorità con la mano e torna ad ascoltare Michael.
“Senti, Niall, tu non l’hai avuto da me, ok?”
“E chi ti conosce?” ironizza, pronto a scrivere il numero.
Lo segna velocemente su un foglio, ringrazia e chiude la chiamata per poi tornare subito al telefono.
Si stende sul divano, sente in lontananza Zayn che fa la doccia.
Tre squilli a vuoto.
L’unica cosa che sa è che si chiama Sarabeth.
Il suono della chiamata che parte.
“Pronto?”
“Ciao Sarabeth, sono Niall.”
Silenzio. I brividi lungo la schiena. Non può essere lui.
“Non prendermi in giro.”
“Non lo sto facendo.”
“Ora attacco.”
Vede sfumare davanti ai propri occhi tutto il suo piano.

“Nono, aspetta. Sei Sarabeth Willis, no?” la butta sullo sbaglio di numero, mentre pensa vorticosamente come fare.
“No, io sono Pole. Sarabeth Pole.”
Niall sorride al proprio tenue riflesso sulla televisione; ora almeno sa come si chiama.
Uno a zero per lui.
“Sarabeth, sono davvero Niall.”
“Non ci credo. Chiunque tu sia finiscila qui.”
La voce ferita e il suono della chiamata che si chiude.
__

“Ciao Mad.”
Il lieve bacio ai confini tra la guancia e le labbra.
“Ciao Liam. Cosa dovevi dirmi?”
Lei lo guarda. Quei capelli che continuano a crescere ribelli sebbene lui cerchi ogni volta di domarli, quegli occhi in cui annegherebbe così volentieri.
Si morde il labbro e lui le fa passare il braccio attorno alla vita; iniziano a camminare.
Clifftown Road che gli scorre regolare accanto, sotto.
Quell’ultima estate passata a Southend-on-Sea, quell’ultima estate passata a guardarsi negli occhi, a sorridersi.
Quell’ultima estate passata a costruire niente, a scrivere e cancellare.
Madison si lascia trasportare per le vie della sua città, lo tiene stretto a sé, ne sente il profumo, l’odore fresco della schiuma da barba.
“Mad, tra poco il lavoro diventerà massacrante.”
Si passa una mano tra i capelli e cerca le parole, cerca i pensieri.
“Siamo pieni di ospitate a partire da inizio aprile, poi il tour che continua e non credo riuscirò a venire più tanto spesso qui da te.”
Silenzio.
I loro respiri vicini e complementari.
Silenzio.
Madison deglutisce sperando di cacciare più a fondo il magone che ha in gola.
Maledetti i chilometri che li separano, maledetta la patente che non ha ancora preso, maledetti i suoi genitori e la loro preoccupazione del treno, maledetta questa carriera che glielo tiene lontano, maledetto lui, lei, tutti.
Chiude lentamente le palpebre; sospira.
“Ho capito. Tornerai mai?”
Si lecca le labbra e sospira ancora.
“Certo.” Lui lo sussurra, spaventato e speranzoso allo stesso tempo.
Più spaventato che speranzoso.
__

Gente da ogni parte.
Possibile che Londra sia così incasinata? Contando che lei capisce i tre quarti di quello che dicono… sicuramente non aiuta.
Si fa largo tra la gente, calpestando piedi e sussurrando Disculpe al vento.
Non sa nemmeno in che strada è.
“Ehi, scusa, mi puoi dire dove sono?”
Il ragazzo a cui ha chiesto informazioni la guarda socchiudendo gli occhi.
Lei sa che la pronuncia non è delle migliori, ma spera abbia capito.
“La strada…” sussurra muovendo la cartina in aria.
“Oh, sì sì! Victoria Street!”
Lui le sorride, lei ricambia e gli indica un altro punto sulla cartina.
“E come arrivo qui?”
“Segui le indicazioni.”
Ridono a labbra strette entrambi.
“Capissi qualcosa di questa città…” Alza le spalle e si guarda in torno, cercando un qualsiasi punto di riferimento.
“Come ti chiami?”
Zayn inclina la testa da una parte aspettando la risposta.
“Brenda. Tu?”
“Zayn. Di dove sei? Spagna?”
“Argentina.”
Si sorridono nuovamente.
Zayn alza le spalle. “Se ti va ti accompagno io a casa.”
Un ulteriore sorriso ad acconsentire.
E ora la gente sembra meno fitta, le strade più limpide.


Ecco qui il secondo!
Ora conoscete un pochino l'inizio della storia di tutti e cinque!
Che ve ne pare?
Vi aspetto sempre nelle recensioni, spero vi sia piaciuto e bla bla bla :3

  
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