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Autore: Minnow19    18/01/2012    4 recensioni
Joe, Nick e Kevin sono tre giovani rockstar, e sin da piccoli hanno passato il tempo con una bambina, Demi Lovato.
La Demi Lovato famosa e conosciuta da tutti non esiste.
Demi è solo la figlia del migliore amico di Paul, Patrick.
Quando Patrick morì, la famiglia Jonas accolse sotto la sua ala protettrice la famiglia Lovato, e da sempre quindi la bambina è come una sorella per i tre angeli canterini.
Da sempre innamorata del piccolo Nick, Demi viene mandata dalla madre (in realtà matrigna) a Parigi per qualche anno, per dimenticare la stupida cotta di una quindicenne.
Cinque anni dopo Demi torna da Parigi, del tutto cambiata.
Non è più la brutta ragazzina sfigata di prima, ma una giovane e affascinante donna.
Nick viene subito attratto dalla giovane, ma è impegnato ad organizzare il suo epico matrimonio con la fidanzata Selena, e la famiglia Jonas, notando le attenzioni di Nick, per non far saltare il matrimonio, che nasconde un affare economico, convince Joe a tenerla lontana dal fratello.
Ma come accade in ogni commedia romantica che si rispetti, Joe si innamora di Demi, che viene contesa tra i fratelli.
E Demi si trova divisa tra il passato e il futuro.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Denise ci passò un plico di foto fresche di stampa, con il noto simbolo di E! News.
Le presi un po’ titubante e vidi tutta la bella giornata trascorsa con Joe che scorreva proprio sotto i miei occhi.
Noi che parlavamo al parco, che ci sorridevamo, lui che mi faceva il solletico e io che ridevo. Noi in macchina. In spiaggia. Io sulle sue spalle. Io che lo guardavo sorridente mentre accontentava qualche fan. Noi che ce ne andavamo. E poi quelle appena usciti da casa sua. Io con i suoi vestiti. Lui con il braccio attorno alle mie spalle.
“Mi dispiace Dems.” Mi disse.
“Ma va, figurati. Non è colpa tua.” Risposi ancora un po’ sconcertata.
“Si che è colpa mia invece! Non saremmo dovuti uscire così. Sono un incosciente. Non volevo crearti problemi.”
Detto questo girò i tacchi e mi lasciò con quelle foto in mano per correre in camera sua
.


Mi girai verso Denise senza parole, e la vidi guardarmi comprensiva.
“Cara, mi dispiace. Vedi, lui è abituato a queste cose, ma odia il fatto di coinvolgere le persone che ha attorno. È molto protettivo nei confronti di quelli di famiglia, e si ricorda bene come fossero i suoi primi rapporti con la stampa: odiava i paparazzi. E non vuole far provare la stessa sensazione a chi gli sta accanto.”
“Ma non importa Denise. Non mi arrabbio mica per una cosa del genere. Non nego che mi turbi un po’ la storia di tutte queste ambiguità, ma è la sua vita, non deve mica cambiarla per me.”
“Tesoro?” sentii una terza voce che veniva dalla cucina, precisamente quella di Kelly.
“Ciao mamma.” Risposi mentre mi veniva incontro.
“Oh santo cielo Demi! Ma.. come ti sei conciata?” esclamò lei ridendo, abbracciandomi.
“Beh.. siamo andati in spiaggia e non avevo vestiti per cambiarmi.” Confessai.
“Ma sì, tranquilla. Vai a cambiarti, su. Tra un’oretta sarà pronta la cena.”
“D’accordo.”
Mi allontanai verso il salotto, e feci per salire alla mia camera quando Denise mi chiamò.
“Demi? Potrei parlarti un momento?” mi chiese gentilmente.
“Sì, certo.” Risposi io. “Dimmi tutto.”
“Ecco.. lo so che non mi dovrei intromettere in queste cose, ma.. Ecco, io..”
“Dai Denise. Sei come una madre per me. Non farti problemi.”
“Ecco.. sono preoccupata. Intendo, del fatto che tu chiami tranquillamente Kelly ‘mamma’, quando con Rebecca non l’hai mai voluto fare. Non capisco perché ti comporti così. Fai soffrire Becky, lo sai?”
“Denise, sul serio.. Ci sono troppe cose di cui credo tu non sia a conoscenza e..”
“Prova a spiegarmele, sul serio. Lo sai che di me puoi fidarti tesoro.” Disse accarezzandomi il viso.
“D’accordo. Allora, da dove cominciare. Direi da mia madre, la mia vera madre. Margaret, la conoscevi no? Beh, devi sapere che lei e Kelly erano molto unite, fin dai tempi del liceo. Si erano conosciute da piccole, quando mia madre viveva ancora a Parigi, prima di trasferirsi. Prima di conoscere mio padre insomma. Erano inseparabili, e quando anche mio padre arrivò a Parigi, diventarono molto amici. I tre moschettieri, così si definivano. Mio padre però abitava in Texas, e così mia madre lo seguì qui. Si sposarono, lei ebbe la cittadinanza americana e da allora si sentirono solo per lettere, telefonate e ogni tanto durante le vacanze. Mi ricordo che una volta, quando mamma era malata, Kelly venne a Dallas a trovarla. È solo un vecchio ricordo sbiadito, ma mi ricordo un po’ il suo viso energico e armonioso, che contrastava fin troppo con quello ceruleo e sciupato di mamma. Beh, quando mamma morì, Kelly venne un anno a dare una mano a papà, che non riusciva a superare la cosa. Io ero piccola, avevo sui cinque anni, ma me lo ricordo. So che l’hai vista ogni tanto, me l’ha detto lei. Le sue visite cominciarono a ridursi a un mese ogni due, fino a diventare un mese ogni sei. Due anni dopo papà cominciò a frequentarsi con Rebecca. Lei non mi dispiaceva molto, ma io volevo che papà sposasse Kelly. Non l’avevo mai accettata più di tanto. Rebecca cercava di mostrarsi mia amica, voleva farmi da mamma, ma io non la riconoscevo come tale. Una sera lei e Kelly si conobbero e divennero subito amiche. Si trovarono subito. Credo che in lei Kelly trovasse qualcosa che le ricordasse mia madre, stessa cosa che sicuramente aveva conquistato mio padre, ma che io non potevo accettare, perché mi ricordava troppo mamma. Poi Kelly ha cominciato a non venire più per motivi di lavoro, e lei e Becca si sentivano comunque spesso. Quando papà è morto, ci avete accolto con piacere nella vostra famiglia, perché lui e Paul erano molto amici, e ci conoscevamo da sempre. Io e i ragazzi siamo cresciuti assieme, e lei mi è stata accanto, ma mai come una presenza materna. Io non vedevo mai in lei lo stesso affetto che vedevo tra te e i tuoi figli. Non mi ha mai guardato come tu guardi Nick, Joe, Frankie e Kevin. Mai. E quando mi ha mandato a Parigi per quello stupido motivo ho capito che forse non avevo torto del tutto. Mi mandò da Kelly, l’unica amica che aveva a Parigi, e con lei finalmente trovai quello che cercavo. Denise, non so se puoi capirmi. Lei mi guardava davvero come una figlia, mi stava accanto come se fossi sua figlia. Come se fossi il tesoro prezioso che mia madre le aveva lasciato da custodire. Mi viene naturale chiamarla ‘mamma’. Non lo faccio per ferire Rebecca. Non pensavo di farla stare male. Mi spiace.” Conclusi prendendo fiato dopo la mia parlantina veloce.
“Non ti preoccupare tesoro. Tu fa sempre quello che ti suggerisce il cuore, e vedrai che non sbaglierai mai.”
A proposito di ascoltare il mio cuore, pensai, mi stava suggerendo di cercare Joe.
“Denise, ora vado a cambiarmi. Ci vediamo a cena, d’accordo?”
“Certo tesoro. A dopo”
Corsi su per le scale e raggiunsi la mia camera. Entrai nella stanza che profumava di pulito e aprii le ante dell’armadio. Presi della biancheria decente che cambiai con quella di Joe e poi afferrai una mini gonna a vita nera con una camicetta aderente bianca. Completai il mio look con un blazer nero lungo e un paio di decolleté nere di Louboutin. Passai il pennello della terra sul viso velocemente e passai il rossetto rosso sulle mie labbra accuratamente, in modo che non sbavasse. Una pettinata ai capelli e poi via, mi catapultai fuori dalla mia camera.
Mi diressi verso la rampa di scale che portava al secondo piano mentre sentivo dietro di me il ticchettare veloce dei miei tacchi sul marmo levigato. Giunsi a un corridoio con sei porte, tre per parte. Le scorsi velocemente.
KJ2, Frank The Tank, Mr President, Guest, Music Room e infine DJ Danger. Bussai alla porta ma non ottenni alcuna risposta. Bussai di nuovo e ancora nulla. Dopo aver bussato la terza volta, un po’ titubante varcai la soglia e mi ritrovai dentro quella che doveva essere la vecchia stanza di Joe.
Rimasi sorpresa vedendo che l’arredamento era quasi del tutto uguale alla casa del Texas. Era davvero simile a quella camera del diciottenne di qualche anno prima. Mancava qualche poster, il letto a castello dove dormiva con Kevin e un armadio occupava tutta una parete ma a parte quello, sembrava la stanza del Joe che avevo conosciuto.
“Ehi” sussurrai notando la figura di Joe quasi al buio, che strimpellava qualche accordo con la sua chitarra.
“Ehi” rispose lui.
“Non devi arrabbiarti per quello che è successo prima, sai? Sei una rockstar piena di fan che vogliono sapere ogni singola cosa che fai, e i paparazzi fanno solo il loro lavoro.”
“Non volevo che colpissero anche te. Mi dispiace.”
“Non ti devi dispiacere di nulla, non è colpa tua scemo che non sei altro. E se anche fosse, chissene frega. Se questo è il piccolo prezzo per passare un po’ di tempo con te, sono disposta anche a pagarlo sai”
Non ricevendo alcuna replica aggiunsi “Dopo questa esclamazione credo di meritarmi un abbraccio, sai?”
In tutta risposta arrivò un abbraccio enorme che parve non finire mai. Un abbraccio caldo e dolce, come solo quelli di Joe potevano essere.
“Ti voglio bene Demi” confessò.
“Anche io Joey. Tanto.” Risposi.
“Però le prossime uscite le faremo fuori città, d’accordo? Moooolto lontano, dove nessuno ci può trovare.”
“Certo!”
“Bene. Ora andiamo giù. È quasi pronto.”
“Come fai a saperlo.”
“E dai, Dems. Lo sai che mamma è tremendamente puntuale!”
“Già. Infatti mi chiedo come tu faccia ad essere suo figlio. Sei esattamente il contrario. Pigro, ritardatario.. scemo..”
“Ok, ok. Ho anche i miei pregi sai?” disse prendendomi per mano, gesto che all’esterno avrebbe preso un significato molto diverso da quello che significava per noi due.
“Certo. Sei simpatico, divertente, carino.. forse un po’ egocentrico ma..”
“Mi spieghi come mai cadi sempre nei miei difetti?”
“Capita Joe, capita. Quando uno ne ha tanti bisogna dirli tutti.”
“E così io ne ho molti eh?”
“Sì” dissi allontanandomi da lui un poco.
“Vieni qui” disse cominciando a rincorrermi, mentre io cercavo di scappare correndo sui miei tacchi.
Mi raggiunse prima che raggiungessi la fine del corridoio e mi abbracciò da dietro, facendomi roteare come una bambina, facendomi ridere divertita.
“Sai una cosa?” disse “Adoro il fatto sai alternare il tuo look da normale teenager a quello classico. Ogni cosa che metti ha sempre uno scopo preciso, è tutto studiato, ma su di te è così naturale. Sei una donna dalle mille facce Lovato non c’è che dire. E sei tremendamente speciale.” Disse mentre mi teneva stretta con le mani sulla vita, mentre i nostri occhi si scontrarono violentemente, permettendo alle nostre anime di entrare in contatto. Arrossii leggermente mentre il suo sguardo penetrante mi faceva venire i brividi ma non riuscii a distogliere il mio sguardo dal suo.
“Ragazzi!! Scendete! È pronto!”
Urlò Denise per farsi sentire da noi, che abbandonammo quel magico momento tornando al presente. Imbarazzata, mi girai e cominciai a scendere le scale velocemente, e sentivo Joe che mi seguiva dietro di me.
Arrivammo in salotto, dove ci attendeva tutta la famiglia Jonas tranne Nick, che evidentemente stava ancora male. Mi sedetti vicino a Kevin, e di fronte a me arrivò Joe. La cena cominciò e finì piuttosto velocemente, aiutata dalle battutine di Kevin sulle foto uscite quel pomeriggio stesso.
Dopo la cena mi diressi verso la camera distrutta, e cominciai a cambiarmi quando Joe venne a bussare alla porta. Aprii e lo lasciai entrare, dopo essermi infilata in fretta la camicia da notte.
“Domani ti va di venire a fare una gita fuori città? Devo andare sulla costa.”
“Certo, mi piacerebbe molto.”
“D’accordo. A domani allora. Buona notte.” Disse avvicinandosi e stampandomi un bacio sulla guancia.

Il giorno dopo mi svegliai con una spiacevole sensazione. Sentii un tuono svegliarsi con me e la pioggia fitta che cadeva infangando il giardino. Capii subito che avremmo dovuto rimandare la gita del giorno, ma sapevo che Joe non amava svegliarsi presto, perciò andai ad avvisarlo, prima che si alzasse con la luna storta.
In punta dei piedi mi diressi verso il piano superiore, e dopo aver bussato alla porta, varcai la soglia e rientrai in quella stanza familiare. Lo vidi disteso a letto, con un raggio di luce che lo illuminava leggermente.
“Joe?” sussurrai.
“Buongiorno” rispose lui assonnato.
“Piove. Mi sa che dobbiamo rimandare la gita..”
“Stavo pensando alla stessa cosa. La facciamo domani mi sa..”
“Già.. Beh, dormi allora.. io torno in camera mia..”
Feci per girarmi quando la sua voce mi fermò.
“Demi?”
“Sì?”
“Resti a dormire qui? Ho il piano tutto per me, mi sento un po’ solo..”
“Certo..” risposi un po’ titubante, mentre lui alzava il lenzuolo e mi faceva spazio tra le sue braccia calde e forti.
In pochi secondi mi abbandonai a Morfeo senza opporre resistenza.

Qualche ora dopo mi svegliai con un tuono prepotente, che mi fece sobbalzare.
Guardai la sveglia sul comodino di Joe che segnava le dieci e mezza.
“Joe?” chiamai sottovoce.
“Ti sei svegliata finalmente.”
“Sei già sveglio?” Joe Jonas? Il mio amico Joe Jonas che dormiva sempre fino a mezzogiorno?
“Già.”
“Cosa fai sveglio a quest’ora?” domandai ridendo.
“Pensavo”
“A cosa?”
“A delle cose..”
“Va bene, dato che non vuoi dirmelo, penso che andrò a vestirmi in camera mia.”
“Ci vediamo dopo allora? Dobbiamo trovare un’alternativa alla gita.”
“A dopo Joey.”
“Ciao” mi diede un bacio sulla guancia prima che uscissi e poi chiuse la porta alle mie spalle.
Scesi per la lunga scalinata e tornai alla mia camera, e mi tranquillizzai nel sentire i dolci respiri di Kelly che dormiva ancora.
Mi feci una bella doccia calda senza lavare i capelli e mi vestii. Presi una gonna a vita alta color crema molto attillata che abbinai ad una camicetta senza maniche che metteva in evidenza il mio piccolo decolleté. Aggiunsi una camicia di jeans molto chiara e le ballerine color crema: niente tacchi per stare a casa. Poi cercai di svegliare mia madre che ronfava come un ghiro. Le faceva bene una vacanza.
Corsi in cucina dove trovai Denise intenta a preparare la colazione, e sentii un ottimo profumino di pancake.
“Ciao tesoro. Come stai?” mi chiese dolcemente lei.
“Bene grazie. Ho dormito molto bene.” Ovvio, con Joe, ma questo mi limitai a pensarlo.
“Sono contenta per te.”
“Come sta Nick?” chiesi impaziente.
“E’ ancora sotto antidolorifici. Vogliamo farlo riposare in modo che sia in forma perfetta per il matrimonio.”
Già, il matrimonio. Avevo dimenticato quel piccolo particolare. Sorrisi amaramente.
“Posso?” chiesi indicando un pancake caldo, mentre una mano più veloce della mia lo portava via da sotto il mio naso.
“Ma..” provai a ribattere.
“Chi va all’osto perde il posto!”
“Che cosa?”
“E’ un modo di dire.. significa che chi è troppo lento perde in questo caso.”
“Sei molto simpatico stamattina Joe.”
“Già, come sempre.”
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio.”
“Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”
“A caval domato non si guarda in bocca”
“Il vino buono sta nella botte piccola”
“Rosso di sera bel tempo si spera”
“Una mela al giorno toglie il medico di torno.”
“Avete finito?” ci chiede Denise nel bel mezzo di quel battibecco.
“Ma Denise!! Mi ha rubato il pancake!”
“Tieni qui, ne ho appena fatti ancora e ti metto già lo sciroppo d’acero.”
Presi vittoriosa il piattino fumante e con una forchetta cominciai a mangiarlo lentamente davanti allo sguardo sconfitto di Joe, che guardava con avidità il contenuto del mio piatto, confrontandolo con il pancake che aveva in mano. Ci mise sopra un po’ di nutella e cominciò a mangiarlo seduto accanto a me, e cominciammo a chiacchierare del più e del meno.
“E ora che abbiamo finito, cosa facciamo al posto della gita?” chiesi alzandomi dalla sedia.
“Io avrei un’idea..”
“Ovvero?”
“Vieni con me..”
Disse e si alzò dopo aver dato un bacio sulla guancia a Denise, per farmi strada. Mi portò al terzo piano della villa, che come quelli sotto ai miei piedi dava spazio a due corridoi, uno a destra e uno a sinistra.
Joe andò a sinistra e ci trovammo di fronte ad una porta a due ante. La fece scorrere sotto le sue dite ed entrammo in una sala enorme con una quarantina di poltroncine di pelle dall’aria molto comoda, girate tutte verso una parete bianca e vuota.
“E’.. E’..”
“Un cinema?” disse tirandomi le parole fuori di bocca.
“Già..” risposi sbalordita.
“Avete un cinema in casa?” domandai sorpresa.
“Sì. Sai com’è, non possiamo andare molto spesso al cinema, ci assalgono sempre le fan, quindi Nick ha pensato di crearne un piccolino tutto per noi.”
“Wow. È una cosa pazzesca.” Esclamai a bocca aperta.
“Beh, cosa vuoi vedere?”
“Ah boh.. cosa c’è?”
“Tutto quello che vuoi..”
“Ah beh, in questo caso Sabrina.”
“Sabrina? Stai scherzando? Lo sai a memoria.”
Sorrisi pensando a tutte le volte che l’avevamo visto assieme, quando eravamo piccoli. Mi ricordavi gli sbuffi di Nick sul mio collo, quando si annoiava tremendamente, e le risate di Joe e Kevin vedendomi incantata davanti a quel film.
“Dai ti prego! È il mio film preferito!”
“D’accordo, d’accordo. Se ci tieni tanto va bene. Non l’abbiamo più visto da quando te ne sei andata. Ci mancavi troppo e sarebbe stato troppo triste vederlo senza di te.”
“Anche a me siete mancatati tanto. Mi dispiace che tra dopo il matrimonio dovrò tornare a Parigi.”
“Anche a me. Vabbè.. Vado a mettere il dvd. Tu intanto siediti dove vuoi.”
“Quello del ’95, mi raccomando.”
“Lo so, lo so. Tu odi i film in bianco e nero.”
Mi accomodo su una poltroncina nell’ultima fila al centro della sala e lentamente le luci si affievoliscono fino a spegnersi totalmente, lasciando lo schermo illuminato con i titoli che indicavano l’inizio del film.
Qualche secondo dopo Joe entrò e si sedette accanto a me e mi cinse le spalle con un braccio, in modo che potessi appoggiare la testa sul suo petto. Il film cominciò e subito si materializzò sullo schermo la bellissima Julia Ormont. Quella storia mi piaceva da morire, anche perché assomigliava moltissimo a quella che stavo vivendo. Anche io come Sabrina per amore ero stata spedita a Parigi, ma io avevo trovato una madre lì, lei nessuno.
Il film mi piaceva da morire, subito mi persi in esso. Sentivo Joe che sorrideva al buio, conosceva l’effetto che Sabrina mi faceva.
Dopo due ore il film finì e mi alzai stiracchiandomi per bene e Joe faceva lo stesso.
*


Buona seraaa:)
Lo so, non aggiorno da settembre.
Non so se vi ricordate di questa FF, spero di sì LOL.
CHIEDO UMILMENTE PERDONO, SPERO NON ME NE VOGLIATE.
Questo aggiornamento mi serve per verificare se qualcuno la seguirebbe ancora, se raggiungerò le 6-7 solite recensioni state sicure che riaggiornerò, magari non con regolarità, ma vi assicuro che ho quasi finito di scrivere questa FF, non voglio lasciarla incompleta. Se invece nessuno recensirà lascerò perdere e probabilmente la cancellerò. Volevo scusarmi se non ho più scritto in questo fandom, ho abbandonato una FF che aveva un sacco di recensioni e di preferiti/seguite/ricordate e mi dispiace se molti lettori se ne sono dimenticati, ma non avevo più l'ispirazione. Non riuscivo a continuare.
Ora ho sfornato questo capitolo, e spero davvero vi sia piaciuto, mi piacerebbe continuare, ma ripeto, dipende da voi.
Se qualcuno è ancora interessato, fatemi sapere.

Se vi va followatemi su twittah @TheHariboGirl
e se siete fan dei One Direction, sto scrivendo una FF in quel fandom, si intitola It Isn't Over. e spero passiate, mi farebbe piacere qualche recensione anche lì.
Alla prossima spero,
un bacio,

Juls

   
 
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