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Autore: Nidham    19/01/2012    5 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trovai Leliana e Wynne esattamente dove mi ero aspettata: inginocchiate sulle cupe e fredde panche della piccola cappella privata dell'Arle.
C'era un terribile, vuoto silenzio, tra quelle mura spoglie e grige, quasi la morte aleggiasse anche su quel dio, vero o presunto, che si supponeva dovesse ascoltare i nostri lamenti.
“Sei venuta a unirti a noi, bambina?”
Il sussurro velato della maga non riuscì a vincere quella quiete funesta, ma, anzi, ne rese ancora più minacciosa la presenza.
Scossi la testa, incerta se parlare e affidare anche la mia voce a quell'oscuro silenzio; ma la paura aveva già preso troppo di me, per quel giorno, così alzai il mento e strinsi i pugni.
“Sai che non prego, così come sai che non sono più una bambina” Il mio tono era tanto privo di inflessione che tagliò l'aria come un coltello arroventato, disperdendone i fantasmi.
“Siamo tutti bambini davanti a...”
“Sai anche" la interruppi senza curarmi delle buone maniere, "che non credo in alcun dio. Se anche ne esistesse qualcuno, direi che si è piuttosto palesemente disinteressato di noi, quindi non trovo motivo di perdere il mio tempo curandomi di lui”
“Non dovresti bestemmiare in un giorno così importante e difficile!” Leliana era onestamente scandalizzata.
Non ero mai stata così diretta e cruda nell'esprimere le mie opinioni teologiche, pur non avendone mai fatto mistero. Probabilmente l'ingenuo bardo sperava ancora di potermi convertire.
Ma il tempo delle speranze inutili era finito, per me, come per tutti.
Ormai potevamo permetterci un'unica, grande illusione, un unico scopo e un unico credo: la vittoria.
E se io mi ero svegliata a quella consapevolezza, avrebbero, purtroppo, dovuto farlo anche loro.
Non potevo permettermi esitazioni o insensate azioni, nate da falsi idealismi.
“Leliana, il mio unico dio, adesso, è la mia spada, la mia sola preghiera, il mio braccio e ti giuro che non bestemmierò mai contro di loro. Ma tutto il resto, per me, è soltanto vento e polvere, quindi, ti chiedo, per favore, di non perdere il tuo tempo a cercare di convincermi. Non ci riusciresti e finiremmo per litigare. Tieniti i tuoi dei ed io mi terrò i miei”
“C'è più dolore in te, bam...” Wynne si zittì prima di finire la parola, semplicemente guardandomi negli occhi. Non so cosa potesse leggervi, non ero in grado di dire quale fosse la mia espressione, sapevo solo di sentirmi fredda come la roccia e dura come il ferro e di aver composto il mio volto in questa consapevolezza.
“Sono venuta a dirvi che il nostro re non combatterà con noi queste ultime battaglie. Rimarrà nelle retrovie, dove potrà essere più al sicuro, se si può parlare di sicurezza in simili circostanze”
“Come hai convinto Alistair ad accettare?” sussurrò Leliana, mentre la maga annuiva, in segno di saggia approvazione.
“Non l'ho convinto. L'Arle ed io abbiamo deciso che fosse la cosa migliore”
Volevano fossi il loro capo? Ebbene, lo sarei stata, fino in fondo.
Mio padre mi aveva insegnato che esiste un tempo in cui un signore può permettersi il lusso di ascoltare la voce dei suoi amici e consiglieri, e un tempo in cui rimane solo, col peso della sua responsabilità.
Quel tempo era arrivato ed io ero sola.
“Inoltre, Wynne, dovremo fare maggior affidamento su di te, da ora in poi. Mi spiace chiederti più di quanto tu abbia già dato, ma la posta in gioco è troppo alta, perchè possa permettermi di essere gentile”
“Sono pronta a dare la vita fin dal momento in cui ho voluto seguirvi. Non devi aver timore a chiedermelo!”
“Non lo avrò, infatti”
“Come mai questo cambiamento?" intercalò il bardo. "Credevo fosse Morrigan la nostra... punta di diamante!” C'era una scheggia di veleno, nel suo tono pur così dolce e pacato, un ricordo della vecchia Leliana, forse, oppure semplicemente il fiato di un'umana antipatia.
“Morrigan non sarà con noi. Se n'è andata stanotte”
L'espressione di sconcerto e paura che si diffuse sui loro volti era abbastanza assurda, per qualcuno che, fino al giorno prima, aveva auspicato che la fattucchiera ci liberasse della sua immonda presenza.
“Se n'è andata...” Wynne cadde a sedere, con più sconforto che buonagrazia.
“Sapevo che non dovevamo fidarci di lei!” Leliana si dimenticò di essere nella cappella e alzò la voce più di quanto non l'avessi mai sentita fare.
“Se lo sapevi, non sarai sorpresa dalla sua decisione e non avrai bisogno di tempo per riprenderti dallo shock. Questo mi conforta” Non avevo voglia, né tempo, di perdermi in spiegazioni o giustificazioni per quella partenza.
Quale che fosse stato il motivo, Morrigan se n'era andata. Non c'era davvero niente che potesse cambiare questa semplice verità.
“Cosa faremo adesso?” La voce di Wynne tremava leggermente.
“Raduneremo le truppe, lasceremo la relativa sicurezza del castello e riprenderemo a combattere, aprendoci la strada fino all'arcidemone. I piani non sono cambiati e mi aspetto che vengano messi in atto entro la terza ora della mattina. Quindi, se ancora non avete finito con le genuflessioni, vi consiglio di sbrigarvi, perchè non tollererò ritardi, a meno che non stiano a significare che non sarete più della partita”
Le guardai per un lungo attimo, scrutandole fino in fondo all'anima e chiudendo più strettamente la mia, poi annuii, come se mi fosse piaciuto quanto avevo visto, e mi diressi a passo veloce fuori da quella vuota, fredda stanza.
  
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