Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lione94    19/01/2012    3 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7. Sogni e leggende








 Il tramonto.
 “E’ solo una semplice firma”

 Una distesa di zaffiro si allungava fino oltre l’orizzonte rosso da ogni parte intorno a me. L’acqua lambiva il mio corpo fino ai fianchi. Era così calda.
 “Sei tu Allie Samatha Fox?”
 Mossi piano una mano e la immersi nel mare. La tirai fuori e osservai le gocce argentate scivolare lungo le mie dita fino alle punte per poi cadere da dove erano venute. La liquida superficie venne increspata da dei cerchi concentrici.
 “Io non credo più nella magia”
 Pling.
 Una goccia.
 “Vedrai che tornerai a crederci…”
 Pling.
 Un’altra goccia.
 “Ecco perché alla fine Ivoene è scomparsa…”
 Nuotai fino la riva e mi lasciai cadere sulla tiepida sabbia bagnata lasciando che le onde del mare californiano illuminato dalla luce del sole del tramonto mi lambissero le gambe. La spiaggia, sempre affollata e piena di rumore, era adesso deserta.
 “Risponderò a tutte le domande che mi farai”
 Chiusi gli occhi e rimasi immobile ad assaporare quel silenzio in cui l’unico suono che si udiva era la voce sussurrata della risacca del mare.
 Mi sembrava di essere tornata al tempo dell’estate appena passata.
 “Tanto non aveva ancora niente da perdere…”
 Poi dei tonfi interruppero il silenzio e quando riaprii gli occhi mi ritrovai seduta sulla groppa di un familiare grosso lupo dal pelo marrone scuro e dall’occhio cerchiato di bianco.
 Correva.
 Correva nei miei ricordi!
 Vidi scorrere davanti al mio sguardo tutto ciò che era successo da quando avevo scritto il mio nome su quel libro magico. E così quelle voci che fino adesso erano stati solo dei deboli sussurri della mia mente assunsero un volto e un perché.
 “Non sempre la scelta giusta è la più facile”
 Poi il lupo si fermò in mezzo al cielo. Le stelle erano intorno a noi, sopra, sotto, dietro. E davanti si stagliava una figura femminile vicino un astro dalla luce abbagliante, così accecante che non riuscivo a distinguere le linee che caratterizzavano il suo volto. Le uniche cose che riuscivo a vedere erano il suo lungo vestito bianco e una massa di ricci capelli chiari che ricadeva sulle sue spalle sottili.
 “Ci vediamo sul campo di battaglia”
 La figura misteriosa voltandosi lentamente indicò un punto alla nostra sinistra e allora vidi che stava indicando una penna d’oca dalla lunga piuma color verde smeraldo. Mi ritrovai sola a cercare di prendere quella penna tra le mie mani, ma continuava a sfuggirmi. Era sempre più di distante. Le stelle roteavano intorno a me…
 Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai a osservare il soffitto lilla della mia camera con il sogno ancora vivido nella mente.
 Eppure c’era qualcosa di strano.
 Sapevo che i sogni si alimentavano dei fatti e delle emozioni già vissute da una persona, eppure io quella lunga penna d'oca verde smeraldo non l’avevo mai vista in vita mia.

 Ormai del tutto sveglia mi rigirai nelle coperte per osservare il display dell’orologio digitale sul comodino che segnava le due di notte.
 Mmm avevo ancora tempo per cercare di riaddormentarmi…
 Due occhi azzurri brillarono nell’oscurità.
 << Gwen! >> esclamai sorpresa notando l’angelo che mi osservava seduta comodamente sulla mia scrivania. Mi tappai subito la bocca, sperando di non aver svegliato mio padre. Tesi l’orecchio ma era tutto tranquillo, allora mi alzai e mi avvicinai a lei.
 << Che ci fai qui? >> mormorai perplessa e anche un po’ agitata dallo spavento che mi aveva fatto prendere.
 << Oh non fare caso a me. Continua pure a dormire >> sussurrò ammiccandomi.
 Era forse impazzita?
 << Non riesco a dormire se tu sei qui e mi fissi! >> ribattei scocciata << Allora, perché sei qui? >>.
 << Andiamo Allie, credevi che dopo aver scelto il Bene saresti riuscita a dormire sonni tranquilli? >> rispose Gwen seria.
 Sgranai gli occhi alle sue parole: non avevo affatto pensato a questo.
 << Poi adesso io sono il tuo Angelo Custode >> continuò illuminandosi con un sorriso e indicando la sua areola prima semplicemente bianca e adesso dorata << Promossa direttamente dal grande capo, per controllarti >> disse riferendosi ad Evangeline << Che cosa stavi sognando? >>.
 Ignorai la sua domanda, ancora presa ad assimilare la notizia. << Lui… Lui può entrare in casa nostra? >> domandai terrorizzata al pensiero che Demon potesse colpire anche mio padre.
 Gwen scosse la testa e mi sentii subito molto meglio. << No, la casa è sotto la protezione di Evangeline, ma Demon troverebbe comunque il modo di farti uscire >>.
 Incontrai il suo azzurro sguardo scintillante.
 << E ora cosa succederà? >>
 << Non lo so >> rispose sincera.
 Rimasi per un attimo a guardarla in silenzio mentre scendeva lentamente dalla scrivania per trovarsi in piedi davanti a me e poi diedi voce ai miei pensieri: << Gwen, voglio andare da Evangeline >>.
 << Adesso? >> sobbalzò sorpresa << E se tuo padre si alza e non ti trova nel tuo letto? No, ci andremo dopo la scuola >>
 << No Gwen, tanto adesso non riuscirei più a dormire e non preoccuparti per mio padre: ha il sonno pesante >>.
 Sospirò e con sicurezza si chinò a prendere Grimorio sotto il mio letto: << D’accordo. Ti aspetto in soffitta >>.
 << Non è un buon nascondiglio vero? >> le domandai guardandola mentre soffiava via la polvere dalla copertina del libro.
 L'angelo fece un sorrisetto quando starnutii e scosse la testa: << Da oggi in poi lo lasceremo in soffitta con degli incantesimi di protezione, sarà più sicuro >>.
 Annuii e lei uscì dalla camera.
 Dopo essermi infilata velocemente i vestiti al posto del pigiama che indossavo mi diressi verso la soffitta, facendo attenzione a fare il meno rumore possibile per far scendere la scala e dopo un’ultima occhiata al corridoio deserto da dove si riusciva a sentire il russare di papà, salii e trovai Gwen inginocchiata vicino al Libro. Aveva il biglietto per i Cieli in mano.

 << Sei pronta? >>
 Annuii e lei poggiò il cartoncino azzurro su Grimorio.
 Una densa foschia comparve nella stanza, così fitta che quasi non riuscivo a vedere nemmeno il mio corpo. Niente. Anche se non vedere assolutamente niente mi dava un po’ d’inquietudine, ero certa che l’arrivo in paradiso sarebbe stato meno traumatico del viaggio per l’inferno.
 Poi quando finalmente la nebbia si dissolse un’esclamazione di stupore uscii dalle mie labbra.
 Mi guardai intorno meravigliata: ero in Paradiso!
 Mi trovavo in una landa infinita di nuvole, che modellate in tutte le forme più strane costituivano le case delle creature celesti. Il cielo era azzurro scuro e le stelle erano molto più grandi di come riuscivo a vederle dalla terra. Sembrava che con un semplice salto sarei riuscita a toccarle con un dito.
 Tutto era luminoso, senza nemmeno un'ombra.
 Il luogo era silenzioso, tranne che per i battiti delle ali dei suoi abitanti e una dolce musica che sembrava provenire da dietro una grande casa di nuvole rosa come quelle del tramonto.

 A un tratto la musica cambiò e riconobbi quella melodia che mi sembrava così familiare: era quella che mi canticchiava papà ogni sera prima di addormentarmi quando ero piccola.
 << Allie dove stai andando? >>
 Gwen m’inseguì mentre mi dirigevo velocemente dove proveniva quel dolce suono. Sembrava come se la musica mi chiamasse.
 Vidi una piccola folla composta da draghi bianchi e celesti, angeli, licantropi buoni e elfi dalle orecchie a punta e dai lunghi capelli neri accerchiare quattro donne angeli che suonavano un’arpa, un flauto, un pianoforte e un violino.
 In quel momento l’angelo con il violino stava suonando un assolo.
 La osservai incantata.
 Aveva gli occhi chiusi e mentre le sue mani affusolate si muovevano veloci sullo strumento, canticchiava la melodia muovendo le labbra. I suoi riccissimi capelli biondi e lunghi fino alle spalle ondeggiavano quando muoveva leggermente la testa al tempo della musica. Le loro punte erano bianche come il lungo vestito che indossava e le grandi ali che spuntavano dalla schiena.
 Era bellissima.
 La musica iniziò a sfumare e quando il pianoforte si unì al violino per suonare le ultime note, la melodia finì. L’angelo bellissimo si alzò e s'inchinò insieme agli altri tre mentre la folla applaudiva e i draghi lanciavano ruggiti d'approvazione.
 Quando l'angelo rialzò finalmente il capo con un sorriso, aprì gli occhi e sentii il cuore iniziare a battere forte.
 I suoi occhi erano grigi come tutti quelli degli angeli eppure solo quegli occhi erano uguali ai miei, dello stesso taglio.
 << Mamma >> mormorai.
 L’angelo sembrò sentirmi e si voltò verso di me. Il violino le cadde di mano.
 << Allie! >>.
 La sua voce, anche se solo un sussurro, arrivò alle mie orecchie. Sentii una lacrima scendermi lungo la guancia mentre il cuore sembrava volare.
 Era da tutta una vita che desideravo sentirla mentre mormorava dolcemente il mio nome. La sua voce era esattamente come l’avevo sempre immaginata: dolce e musicale.
 Si fece largo tra la folla dimenticandosi che poteva usare le ali invece che spingere da parte gli altri angeli che le lasciavano libero il passo. Mentre camminava non staccava il suo sguardo dal mio.
 << Allie! >>.
 Corse verso di me trascinandosi dietro la gonna del suo bianco vestito e quando arrivò vicina, non si fermò ma mi travolse, abbracciandomi. Mi strinse forte al suo petto mentre continuava a ripetere il mio nome felice.
 << Allie, Allie, Allie >>.

 Immersi il volto nei suoi morbidi capelli e respirai il suo profumo di fresia che mi era tanto mancato.
 << Mamma finalmente ti ho trovato >>.
 Ivoene mi prese il volto tra le sue mani. La sua carnagione chiara spiccava contro la mia, più scura.
 << Sono diciassette anni che aspetto questo momento >> disse osservandomi attentamente cercando di imprimersi nella sua mente tutti i particolari del mio volto che non aveva potuto più vedere da quando avevo solo pochi giorni di vita << Ho sempre desiderato che il tempo scorresse veloce perché ogni istante senza di te era una sofferenza ma adesso vorrei che il tempo si fermasse per conservare questo momento per sempre >>.
 Mi asciugò la guancia bagnata da lacrime di felicità.
 << Mamma mi sei mancata tanto! >>.
 Anch’io poggiai una mano sul suo volto a forma di cuore e osservai il suo piccolo naso, la sua bocca carnosa e i suoi occhi, e mi sembrò cose se fosse finalmente tornata da uno dei suoi viaggi nei luoghi lontani in cui l’avevo sempre immaginata quand’ero piccola.
 << Anche tu, bambina mia >>.
 All’improvviso un potente starnuto ci fece sobbalzare, e una nuvola di fumo mi colpì in volto. Tossii e mossi le mani per scacciare quella coltre nera.
 << Milerd! Guarda cos’hai fatto >> esclamò irritato un dragone azzurro a uno bianco << Hai intossicato la Prescelta >>.
 << Scusate >> disse la dragonessa con voce ovattata << Ma questa scena è così dolce. Mi sono commossa >>.
 Mamma rise e la sua risata mi sembrò bellissima, come d'altronde lo era ogni cosa di lei.
 Adesso capivo perché papà si era innamorato della mamma.
 << Non preoccuparti Milerd >> disse Ivoene con un grande sorriso e stringendomi ancora.
 I due draghi si allontanarono in volo e una voce irritata vicino a noi sbottò contro il resto della folla che era rimasta a guardarci.
 << Su, volate via, non c’è niente da vedere! >> esclamò Gwen scorbutica.
 << Che maleducata >> la ripresero gli angeli andandosene.
 << Impiccioni! >> rispose per le rime il mio (gentile) Angelo Custode.
 Mamma sciolse l’abbraccio in cui mi teneva stretta, raccolse il violino caduto a terra e se lo poggiò su un fianco.
 << Immagino che Evangeline ti stia aspettando >> disse prendendomi per mano << Vieni con me >>.
 Osservai la sua camminata leggera e aggraziata che non lasciava impronte nelle nuvole.
 << Perché non usi le ali? >> domandai lanciando uno sguardo a tutte quelle piume dietro la sua schiena.
 << Non posso… >> rispose mamma e la sua stretta sulla mia mano si fece più forte << Da quando sono tornata in Paradiso dopo la vittoria del Male ho capito che non potevo più essere del tutto un angelo, una parte l’avevo lasciata sulla terra. Le ali non si spiegano più e l’aureola è scomparsa >> indicò sopra la sua testa.
 Solo adesso mi accorsi che non aveva l’aureola.
 << Mi dispiace >>.
 Fece un piccolo sorriso e poi disse: << Allie, come sta Nathaniel? >> la sua voce tremò leggermente quando pronunciò il nome di papà.
 << Credo… bene, mamma >>.
 Non volevo dirle quanto aveva sofferto per la sua mancanza, l’avrebbe fatta solamente soffrire di più.
 << Oh, tesoro, mi sono persa tutta la tua vita, non ti ho visto crescere… >> esclamò con le lacrime agli occhi, fermandosi e chinandosi a darmi un bacio sulla fronte con le sue morbide labbra << Dovrai raccontarmi tutto >>.
 << Non servirà >> disse una voce familiare vicina.
 Ci girammo per vedere dietro di noi. Eravamo così prese l’una dall’altra che ci eravamo scordate della silenziosa presenza del mio Angelo Custode.
 << Che cosa vorresti dire, Gwen? >> domandò la mamma.
 L’angelo si avvicinò a noi e prese la mano della mamma e la poggiò sulla mia guancia.
<< Chiudete gli occhi >>.
 Ivoene chiuse subito gli occhi senza fare domande e io, anche se un po’ incerta, la imitai.
 << Ora, Allie pensa a tutti i ricordi che vorresti mostrare a tua madre >>.
 Le mostrai tutta la mia infanzia.
 Quando finii i ricordi e aprii gli occhi vidi che sul suo volto luccicavano delle lacrime, che si asciugò veloce con la mano.
 << Così mi sembra di essere sempre stata con te >> mi mormorò dolcemente.
 << Vogliamo andare? >> domandò allora Gwen sorridendo << Non vorrei che Evangeline credesse che ci siamo perdute >>.
 Ivoene annuì e Gwen ci fece segno di seguirla verso un piccolo lago su cui si riflettevano i colori dell’arcobaleno. Gwen sorrise ancora, vi s’immerse e sparì.
 << Dobbiamo entrare là dentro? >> domandai un po’ confusa osservando la liquida superficie cristallina.
 << Non preoccuparti, andrà tutto bene >> rispose Ivoene prendendomi per mano. Era incredibile come un così semplice gesto potesse regalare così tanta felicità.
 Misi un piede nel laghetto e sentii che sotto di me c’erano degli scalini. Notai che stranamente l’acqua non bagnava i vestiti. Quando m’immersi del tutto mi ritrovai in un lungo corridoio illuminato da torce dal fuoco celestino. Ogni tanto sulla parete si susseguivano delle immagini e una in particolare mi colpì più di tutte.
 Raffigurava una penna dalla piuma d’oca verde smeraldo: la penna del sogno!
 << Che cos’è? >>
 << E’ la Penna del Destino >> rispose Gwen fermandosi a osservare dietro le mie spalle.
 << La Penna del Destino? >> le feci eco, confusa.
 << Sì, secondo la leggenda è la Penna con cui Grimorio è stato scritto ed è la sola con cui si può modificare la storia >>.
 << Tutte le leggende hanno un fondo di verità >> intervenne mia madre.
 Gwen annuì, anche se dubbiosa, e poi riprendemmo il nostro cammino lungo il corridoio bianco finché non arrivammo davanti una porta dai contorni e la maniglia argentata. L’angelo bussò e la porta si aprì.
 Mi ritrovai nuovamente a camminare tra le stelle, solo che questa volta non c'erano nuovole. Le pareti della stanza come il soffitto e il pavimento erano blu scuri e sembravano non finire mai. Credevo di camminare davvero nello spazio, tra le stelle della Via Lattea.
 Da dietro una pianeta piuttosto grande, che assomigliava a Saturno, comparve Evangeline.
 << Allie non credevo venissi subito, sulla Terra sono ancora le tre di notte >> osservò con la sua voce gentile.
 << Cosa?! >> mamma si girò a guardarmi con aria truce.
 << Non avevo sonno >> mi giustificai con una scrollata di spalle.
 Evangeline sorrise mentre Ivoene manteneva il suo cipiglio accigliato.
 << Tu avresti dovuto lasciarla dormire >> riprese Gwen.
 << Mamma non preoccuparti. Nessuno si accorgerà di niente, papà ha il sonno pesante >>.
 Il suo sguardo si fece vitreo quando pronunciai quell’appellativo con cui chiamavo Nathaniel. La guardai preoccupata ma lei si riprese, scosse la testa e mi sorrise.
 << Allie tieni questo è per te >>.
 Evangeline si avvicinò a una piccola stella e la prese chiudendola tra le sue affusolate mani. Quando si avvicinò a me e le riaprii vidi una catenina argentata a cui era attaccata una piccola sfera dello stesso materiale.
 << E’ un Richiamangeli >> disse Evangeline porgendomi la collana << Ti avvertirà quando il pericolo è vicino >>.
 << Grazie >> presi l’oggetto che mi porgeva e lo misi al collo, poi le lanciai un’occhiata cercando di mascherare la mia improvvisa agitazione << Sarà davvero così terribile? >>
 I tre angeli si scambiarono un’occhiata. Il loro silenzio mi rese ancora più ansiosa.
 << Andrà tutto bene >> disse alla fine Gwen.
 << Adesso è ora che tu vada Allie >> disse Evangeline.
 Abbracciai mamma e le sussurrai: << Tornerò presto >>.
 Le stelle della stanza si mossero e veloci iniziarono a girarmi intorno creando un vortice di luce accecante. Quando riaprii gli occhi mi trovai nuovamente nella mia stanza.



Ecco i volti di alcuni personaggi:
Allie, Ivoene e Nathaniel (immaginatelo con qualche capello grigio in più);
Gwen ed Evangeline;
Layo, Demon e la mamma di Layo, la signora Lawolf, che farà la sua comparsa tra qualche capitolo.

  
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