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Autore: _Shadow_96    19/01/2012    9 recensioni
È facile fingere di non vedere quello che in realtà sai.
E lei lo sapeva che quell’uomo le avrebbe fatto del male, che ne avrebbe fatto anche a sua madre, che non sempre le apparenze ingannavano.
Non si era mai sentita così fragile: solo una bambola di ceramica tra le mani di qualcuno che non aveva dato importanza al cartello “Attenzione, maneggiare con cura”.
Doveva fidarsi però dello spiraglio di luce che era riuscito a penetrare nell’oscurità e sperare di riuscire a risalirne.
Dal capitolo 3
“Oh si hai ragione, per me va bene sempre tu quando puoi?”
“In realtà io…perché non ce la studiamo ognuno per i fatti propri, no?? Non voglio farmi vedere in giro con te e rovinarmi la reputazione, non so se capisci” Eliana sentì il sangue ribollirgli nelle vene ma cercò di mantenere il controllo.
“Dovremmo vederci invece perché altrimenti non avremo sintonia”
“Oh piccola se vuoi un po’ di “Sintonia” io sono sempre disponibile”mormorò lui con voce roca.
“Vaffanculo, Russo Fai quello che ti pare”
Accidenti alla prof!!!Accidenti a Russo!! Accidenti a mamma e soprattutto, accidenti a Davide!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno stelline *-* ho cambiato nickname ma sono sempre io!!
Non potete neanche immaginare quanto vi adoro!! <3
Aaaallora per prima cosa mi scuso per il ritardo ma lo schermo del pc era andato in coma e mi impediva di completare il capitolo, uno dei più lunghi che abbia mai scritto. Spero vivamente che quello che scrivo vi piaccia, che non sia scontato, banale...Sembrerà assurdo ma questo sito mi ha fatto fare nuove esperienze, crescere in un certo senso, conoscere gente fantastica, mi ha fatto vedere che in Italia c'è talento, buona volontà e persone come Erika che danno ai ragazzi e alle ragazze comuni come me un'opportunità per esprimersi e coltivare le proprie passioni. Vorrei far leggere alle professoresse che lamentano un' Italia in cui non vi è più l'amore per la letteratura, la lettura e la scrittura le meravigliose storie originali e non che sono su questo sito e che sono, inoltre, lo specchio della nostra società.
Bene, dopo questo sfogo passo a ringraziare le 39 persone che hanno inserito la ff nelle seguite, le 19 che l'hanno inserita nelle preferite e le 6 nelle ricordate.
Un grazie immenso a Hidden Love che è passata a recensire lo scorso capitolo e altri precedenti, a Love Melody che si è iscritta da poco su questo sito e che ha fatto l'onore alla mia ff di essere la sua prima recensione. Grazie anche a _Tam_, Raven_, Marmaid e _mymind_ per le loro splendide recensioni.
Infine ultima ma non per importanza Marika alias Dear Juliet che oltre ad essere la mia scrittrice preferita( DOVETE ASSOLUTAMENTE LEGGERE LE SUE FF!!) è anche la migliore lettrice che potessi sperare di avere, e visto che ha avuto il fegato di richiedere l'inserimento di questa ff nelle scelte, anche la più pazza.

E ora bando alle ciance vi lascio al capitolo :) sperando nella vostra clemenza e in caso trovaste errori non fatevi nessun problema a segnalarmeli;provvederò subito a correggere. Spero anche che possa piacervi, ma ho i miei dubbi -.-"

Un bacione <3

Maddalena

Pps: Mi farebbe piacere sapere cosa pensate, quindi se avete cinque minuti del vostro tempo da regalarmi passate a recensire!! <3



  Capitolo 12
 

"Ho bisogno di te"

 

“Fatina è ora di svegliarsi” una voce dolce e calda soffiata nel suo orecchio la trascinò dal tepore del sonno e le fece aprire gli occhi che si specchiarono in altri di uno splendido grigio piombo.

“Fede…ma che ore sono?” Si tirò a sedere a fatica appoggiandosi alla spalliera del letto e cercò di sistemare con le dita le lunghe ciocche corvine ricadute sul viso mentre dormiva.
 
“Sono le venti, mia madre è appena arrivata e ha preparato il pranzo. Il medico ha detto che devi mangiare per rimetterti in forze” Federico le sorrise come se si sentisse orgoglioso del suo ruolo di infermiere e scostò le coperte.

“Sei impazzito” Eliana si allungò cercando di risistemare le coperte sul suo corpo ma il dolore le mozzò il respiro e dovette tornare seduta. Non si sorprese quando si accorse di indossare una felpa di Federico e stranamente non provò neanche imbarazzo al pensiero che lui l’avesse spogliata; infondo l’aveva vista più di una volta svestita e non aveva mai fatto commenti negativi “Ho ancora sonno”
 
“Beatrice vuole vederti, le ho spiegato la situazione e..” si bloccò improvvisamente abbassando il viso ed Eliana era sicura che la sua reazione fosse una conseguenza della paura dipinta nel suo sguardo “Mi spiace ma dovevo dirglielo”

“Le hai detto tutto?” lui si limitò ad annuire “Non fa nulla, anzi devo ringraziarla. Mi aiuti?” lui corse accanto a lei e la sostenne mentre si metteva in piedi e infilava i piedi nelle ciabatte sistemate ai piedi del letto.

“Ehi quelle sono mie!!” si lamentò lui, mettendo il broncio, ma quando Eliana si sporse e poggiò le labbra sulle sue le sorrise e la strinse più forte “Mi piace vederti con i miei vestiti”
 
“A me piace indossarli” all’inizio aveva creduto che andare a stare da Federico avrebbe creato tra di loro un clima di tensione imbarazzante invece si sentiva serena e anche lui sembrava tranquillo “Mi dispiace, sono pesante” mormorò stringendo la presa intorno ai fianchi del ragazzo per sostenersi.
 
“Per me non è un problema e poi non sei pesante, sei calda e morbida” Federico nascose il viso nel collo della ragazza strofinando il naso sulla pelle sensibile e Eliana ridacchiò cercando di scostarsi senza cadere.

“Tesoro!!” la ragazza si ritrovò stretta tra le braccia di Beatrice appena i suoi piedi ebbero superato l’ultimo scalino. Federico la stava ancora sorreggendo così l’abbraccio comprese anche lui e Eliana si sentì di nuovo...in famiglia “Mi dispiace tanto per tutto quello che è successo. Il medico cosa ti ha detto? So che sono molto severi e…”

“Mamma lascia perdere ci ho parlato io con il dottore, è tutto ok” Eliana rimase sorpresa delle parole di Federico ma troppo stanca per restare in piedi decise di mettere da parte la questione e si fece accompagnare in cucina.
 
“Avrei preparato qualcosa di più sostanzioso ma non ho proprio avuto il tempo, mi hanno trattenuta al lavoro” Beatrice aveva preparato un semplice piatto di tortelli in brodo e una cotoletta ma a Eliana sembrò la cena di un re visto i panini pre-confezionati che era abituata a mangiare a pranzo, e spesso anche a cena.

“Non si preoccupi, è tutto buonissimo. Grazie mille non so davvero come ringraziarla se non ci foste stati lei e suo figlio non so come avrei fatto.”Federico le poggiò una mano sul ginocchio e Beatrice scuotendo la testa le disse di non preoccuparsi esprimendo, con un sorriso radioso, la gioia che provava nell’averla lì. Dopo cena madre e figlio sistemarono la cucina mentre Eliana osservava distrattamente le immagini del Grande Fratello scorrere sullo schermo.

“Ehi..” Federico si sedette accanto a lei e le strinse una mano nelle sue “Sei così stanca che ti si chiudono gli occhi. Andiamo a dormire?”

“Ma no, se vuoi guardare la tv io resto con te…”borbottò, per metà nel mondo dei sogni poggiando la testa sulla spalla di lui e il suo profumo la fece sorridere “..basta che mi tieni stretta” lui si irrigidì e Eliana pensò di aver osato troppo ma poi le sue braccia le circondarono la vita e si lasciò andare ad un vero e proprio sospiro di piacere. Dal tepore di quell’abbraccio al sonno il passo fu breve e quando riaprì gli occhi al mattino la prima cosa di cui si rese conto furono le braccia di lui che ancora la tenevano stretta. Attenta a non fare movimenti bruschi si voltò  per avere il viso di Federico di fronte e lo osservò attentamente per nulla sorpresa della fitta al petto che provò pensando a quanto fosse bello con le labbra imbronciate, i capelli scarmigliati e il viso sereno e rilassato. Alzò una mano e attenta ad essere il più delicata possibile tracciò i contorni del suo viso, del naso e delle labbra che si aprirono in un sospiro. Qualche minuto dopo mentre Eliana poggiava la mano sul petto di lui coperto da una maglietta grigia un po' logora e larga Federico aprì gli occhi abbagliandola con un sorriso luminoso e ancora confuso.
 
Non farmi innamorare di te, ti prego…
 
“Fatina, buongiorno” la voce ancora roca per il sonno, uscì in un sussurro ma quel saluto bastò a scaldarle il cuore “Hai dormito bene o ti ho dato fastidio? A volte so essere ingombrante” Eliana scosse la testa e si morse il labbro per trattenere le lacrime. Per un lungo periodo quando aveva quattordici anni si era convinta di meritare tutte le violenze che subiva per mano di Davide, si era convinta di non meritare la felicità e ora che ce l’aveva a un palmo dal naso non riusciva a credere che fosse tutta per lei “Che succede?”
 
“Sono felice” lui rise, solo per un attimo, e le posò un bacio sulla fronte.

“Ed è una cosa brutta?”

“No, ma ogni volta che sono felice succede qualcosa di brutto. Non voglio perderà la felicità e soprattutto non voglio perdere te. Ma..”
 
“Ma?”
 
“Stai diventando troppo importante per me…”gli posò la mano sul viso sentendosi stupida e un po’ infantile per le sue parole “Ti sembrerò una sfigata; tu sei abituato alle ragazze belle e sicure di se come Vanessa mentre io mi imbarazzo persino a chiedere il prezzo di un vestito attillato ma quando mi stringi così io penso di essere nel posto giusto, mi sento una persona giusta…lascia perdere sto dicendo una sacco di sciocchezze…”
 
“Ti voglio bene” la voce di lui era bassa ma sicura “Io ti voglio bene Eliana e non voglio lasciar perdere” lei non seppe chi si fosse avvicinato per primo o quando lo avesse fatto ma quando Federico poggiò le labbra su quelle di lei lo strinse così forte da fargli e farsi male. La sua bocca sembrava fatta per quella di lui, le loro mani unite sembravano fatte per essere insieme e il sorriso che lui le regalò quando si scostò leggermente da lei era lo specchio della sua gioia “Qualche preferenza per la colazione?” Federico scattò giù dal letto e si infilò una felpa rabbrividendo leggermente.

“Mmmh no. Hai intenzione di portarmela fin qui?”
 
“Forse” la sfidò lui infilandosi le ciabatte prima di affiancarsi a lei e baciarle la fronte “Torno fra un pochino non ti addormentare pigrona” Eliana gli fece la linguaccia e si tirò le coperte fino al viso ridacchiando. Nel silenzio della camera ascoltò il suo respiro e i suoni delle stoviglie al piano di sotto e la sua mente inevitabilmente volò al periodo più felice della sua vita. Aveva sei anni e la sua era ancora una famiglia felice, una di quelle che si sveglia presto la domenica mattina, che fa colazione a base di crepese cialde e poi si reca in chiesa per ascoltare la messa. Ricordava ancora il suo piccolo corpo rannicchiato, proprio come in quel momento, sotto le coperte in un gelido giorno di dicembre, il profumo delle cialde, del caffè e dei cornetti caldi, il rumore di stoviglie e gli schiocchi dei baci che si scambiavano i suoi genitori ridendo...tutto era finito, crollato come un castello di carte sulle spalle di una bambina che si era ritrovata con la vita stravolta ancora prima di iniziare a viverla davvero. Si impose di non piangere e di rinchiudere i ricordi in un cassetto della memoria per custodirlo gelosamente. Non le piaceva dimenticare e non voleva inserire nella categoria dei brutti ricordi anche quelli belli che aveva vissuto in passato “Eccomi…Ely ti sei riaddormentata?”

“No no” sbucò fuori dalle lenzuola con gli occhi ancora un po’ lucidi ma sorrise e afferrò il vassoio che le porgeva sistemandolo per bene. Fecero colazione sorridendo, imboccandosi a vicenda e scambiandosi baci e carezze come due fidanzatini appena svegli dopo aver fatto l’amore per la prima volta “Sai potrei diventare viziata se continui a portarmi la colazione a letto”
 
“Oh non sia mai!!” borbottò raggiungendo la porta “Vado a sistemare questi di là e ti do una mano ad alzarti” Qualche minuto dopo la raggiunse, le mani sgombre del vassoio, e l’aiutò a mettersi in piedi e raggiungere il bagno. Eliana pensò che si allontanasse ma lui rimase impalato accanto alla porta ad osservarla.

“Non vorrai mica restare qui?”
 
“Ce la fai da sola?”

“C-credo di si ma…Non sei andato a scuola!!”

“Ti sembra il momento di pensare al fatto che non sono andato a scuola? Ti aspetto fuori, se hai bisogno chiamami” all’iniziò ebbe qualche difficoltà ma poi riuscì a sistemarsi troppo orgogliosa per imporgli anche di aiutarla a lavarsi i denti. Quando uscì dal bagno lo trovò seduto al centro del letto con una bellissima chitarra acustica tra le braccia e il viso concentrato.

“Sai suonare?”
 
“Mio-mio padre mi ha insegnato qualcosa. Erano secoli che non riprendevo questa chitarra ma stamattina non sono riuscito a resistere e…”

“Fammi sentire qualcosa” Eliana lo osservò con gli occhi lucenti, ingenui e curiosi di una bambina e lui iniziò a strimpellare “Aspetta ma io la conosco….Stand by me?”
 
“Si..” Eliana canticchiò sottovoce non troppo sicura delle parole del testo e lo osservò rapita mentre spostava le dita da una posizione all’altra.
 
“Mi piace” Federico le sorrise e scostò la chitarra invitandola a stringersi a lui “Suoni bene. Tuo padre era bravo?” Eliana sapeva che quello era un argomento delicato ma non riuscì a impedirsi di porgli una domanda e placare almeno un po’ la sua sete di curiosità.
 
“Molto, da ragazzo suonava in una band. Non ho mai amato particolarmente la musica ma il suo modo di suonare era magico”
 
“Dovevi volergli molto bene”
 
“Vorrei averglielo dimostrato di più, avergli detto più spesso quanto lo stimassi e fosse importante per me.”
 
“Mi dispiace”

“Non è colpa tua” le alzò il mento con le dita e la baciò dolcemente sulle labbra. Il bacio si approfondì, le labbra presero il sopravvento, morbide e calde, e le mani di Federico si infilarono sotto la maglietta di lei accarezzandola sulla fasciatura “Ti faccio male?”
 
“N-no è piacevole” lentamente risalì piano sul suo seno fasciato dal cotone e lo strinse lievemente facendola boccheggiare.

“Farò piano, voglio solo farti star bene” Eliana si morse il labbro titubante ma lo lasciò fare e non lo fermò quando la mano di lui iniziò ad accarezzarle il ventre e i fianchi. Federico superò la barriera delimitata dal bordo dello slip senza distogliere lo sguardo da lei, forse in cerca di una conferma, e raggiunse la pelle di lei; entrambi rilasciarono un sospiro, come se avessero trattenuto il fiato troppo a lungo e Eliana cercò di muoversi per scostarsi, troppo imbarazzata. Non era vergine, aveva avuto un ragazzo importante al quale aveva donato la sua prima volta ma dopo la fine di quella storia non aveva più avuto rapporti intimi con l’altro sesso e la cosa la spaventava. Inoltre quella sua unica esperienza era stata deludente e molto dolorosa. Federico iniziò ad accarezzare dolcemente la sua femminilità mentre la baciava e con l’altra mano le accarezzava i capelli “Sei così bella..”quel sussurro la fece rabbrividire così come la lingua di lui quando iniziò a succhiarle la pelle del collo.

“Ci resterà il segno!!”
 
“Meglio, tanto chi potrà vederlo?”

“Io oppure tua madre!!”

“Mmmh dai lasciami fare sei così buona” lei si lasciò andare mentre le carezze di lui si intensificavano mozzandole il respiro. Eliana si sentì come in una bolla di sapone, una bolla fatta dei baci mozzafiato di Federico, della sua mano che accarezzava il suo centro bollente, una bolla fatta di calore e gemiti, del profumo di lui e del calore del suo corpo, una bolla che scoppiò in tanti frammenti di puro piacere e che la lasciò ansimante e accaldata “Tutto ok?”
 
“Splendidamente” rispose accrescendo il suo ego e anche il sorriso di lui che si tramutò in una risata di puro orgoglio maschile.
 
******

Eliana era ancora imbarazzata dopo quello che aveva fatto con Federico e ora che lui era uscito per andare in pasticceria ed era da sola non riusciva a smettere di pensarci e maledirsi. Lei aveva sempre dato importanza al sesso e aveva reputato quello senza amore una cosa squallida. Certo lei e Federico non avevano fatto niente di che, anzi lei non aveva fatto niente a parte baciarlo e morire sotto le sue carezze, ma le sensazioni che aveva provato erano state uniche; non si era mai sentita così bella e in pace con se stessa. Quello che più le dava fastidio e la faceva avvampare di rabbia, sotto le calde coperte impregnate del suo profumo, era il non sapere cosa pensava lui, di lei. Sospirò frustrata e allungò il braccio verso il comodino dove, tra cd, pacchetti di sigarette vuoti e cartacce di merendine regnavano gli unici spiragli di luce per la sua impossibilità di muoversi: il libro dei promessi sposi e un iPod. Eliana aveva spesso pensato, nonostante adorasse quel romanzo, che quei due ragazzi erano dei veri e propri sfigati visto quante gliene capitavano. Al terzo capitolo però iniziò ad annoiarsi così si infilò le cuffiette e cercò nella playlist di Federico qualcosa che potesse piacere anche a lei; fortunatamente trovò una cartella “Liga” e si rilassò mentre Ligabue iniziava a cantare con la sua voce calda e graffiata. Federico ritornò verso le 20.00 e appena entrò in camera la prima cosa che fece fu sfilarsi le scarpe e sospirare.

“Finalmente a casa…Ti sei annoiata tanto?”
 
“No, ho ascoltato la tua playlist delle canzoni di Ligabue, e ho pensato”

“Ah si? E cosa hai pensato?” lui la raggiunse e si stese accanto a lei stringendola tra le braccia; profumava ancora di vaniglia, zucchero e cioccolato.

“Profumi di dolci” borbottò strofinando il naso contro il collo di lui.

“Non sviare la mia domanda. A che pensavi?”
 
“Che dovrei avvisare Daniela, che mia madre sarà preoccupata, che Davide non me la farà passare liscia e...penso a quello che, si insomma hai capito!”
 
“Ti sei pentita?” Federico allentò la presa intorno al corpo di Eliana per poterla osservare e lei sperò che non fraintendesse la tristezza e il dubbio che esprimevano i suoi occhi.

“N-no solo, non vorrei che tu pensassi che sono una ragazza facile, se mi sono lasciata andare con te è perché ci tengo”

“Ely io non ho mai pensato a questo.”i suoi occhi diventarono luminosi, persino il suo viso sembrò risplendere di una luce nuova e il modo in cui la guardò, come se fosse il centro dell’universo,fece volare il suo cuore e cancellò tutti i suoi dubbi “Non ho fatto altro che pensare a te per tutto il tempo, a come sospiravi e i tuoi occhi erano così belli, li ho sempre trovati belli ma in quel momento mi ci sono perso e lo farei di nuovo perché ci stavo bene. Quindi smettila di farti paranoie inutili quando sei con me, io non sono Davide” concluse, il tono di voce improvvisamente duro nell’ultima frase.

“Si questo lo so e non ho mai dubitato che tu fossi diverso, in senso positivo” lui sospirò e provò ad interromperla ma Eliana non glielo permise e continuò a parlare senza imbarazzo “So anche che hai avuto tante ragazze e che non sei uno, si un ragazzo che da molta importanza al...sesso, ma io si e non voglio essere una delle tante. Qualsiasi cosa tu provi per me, se è solo attrazione fisica non è quello di cui ho bisogno.”
 
“Ely..”

“Lasciami finire. Io...è un bisogno egoistico lo so, non posso chiederti di cambiare quello che sei o pretendere che tu possa provare qualcosa per me ma io ho bisogno dell’affetto che mi è stato negato per anni. Mio padre dopo essersi separato da mia madre si è risposato, con una ragazza che ha vent’anni meno di lui e che potrebbe essere sua figlia, la figlia che non sono io. Ci sentiamo una massimo due volte l’anno quando si ricorda del mio compleanno e lui mi tratta ancora come una bambina. Non voglio parlare di Davide perché so che se iniziassi a piangere non smetterei più però io ho bisogno di una persona che mi abbracci e mi faccia sentire speciale, anche se non lo sono. So che avvicinarsi a me non è facile e che sarò spesso un peso ma io ho bisogno di te, sei diventato la mia ancora di salvezza, non pretendo che tu ti faccia carico di me e se non te la senti io sono pronta ad andare v…” le parole le morirono in gola mentre le labbra di Federico si poggiavano sulle sue e la zittivano. Si baciarono per qualche secondo, minuto o forse ore e ore ad occhi chiusi, perché le cose più belle sono quelle che si vedono e si sentono col cuore, quelle che azzerano il mondo esterno, i dubbi, i problemi e resti solo tu e la persona alla quale stai donando il tuo cuore, pezzo per pezzo, in ogni attimo passato insieme.
Eliana non riusciva più ad allontanarsi da lui e quei pochi secondi in cui si allontanavano le sembravano una vera e propria agonia: voleva quelle labbra, le mani di lui ad accarezzarle i capelli e il calore del suo corpo che la avvolgeva nel più dolce degli abbracci.
 
“Smettila di pensare, sei troppo razionale, lasciati andare e fidati di me” Eliana annuì e lo abbracciò forte. Qualche minuto dopo, con suo grande dispiacere, Federico si alzò per tornare al piano di sotto ad aiutare sua madre e prima di uscire sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans e glielo porse “Chiama chi vuoi e non preoccuparti, ho la promozione. Vengo a prenderti fra un po’” Eliana compone il numero di casa sua, inserendo il numero per rendere la chiamata sconosciuta e attese in linea.

“Pronto? Pronto? Con chi parlo?” la voce che rispose al cellulare era quella di Davide ma lei sentì anche quella di Romina che in sottofondo gli chiedeva chi fosse al telefono. Chiuse in fretta la telefonata e si asciugò gli occhi improvvisamente umidi prima di chiamare la sua migliore amica che dopo qualche squillo finalmente rispose.
 
“Pronto Daniela?” Daniela ci mise qualche minuto a rispondere e quando lo fece la sua voce era un mix tra preoccupazione e sonno.
 
“Eliana, sei tu? Va tutto bene?”
 
“Scusa se ti ho svegliata, pensavo non dormissi. Si, va tutto bene volevo dirti che mancherò da scuola per qualche giorno e che..” Federico fece capolino nella stanza in cerca di un libro di cucina di sua madre e ne approfittò per chiederle se avesse bisogno di qualcosa “No, grazie”
 
“Eliana, sei con Federico?”
 
“Si, ecco volevo parlarti di questo, sarò a casa sua per due settimane, forse tre…”

“È fantastico!!”esultò ridacchiando “Come mai sei a casa sua? E perché non potrai venire a scuola?”

“Io..sono caduta e ho una costola fratturata. Nulla di grave però mia madre….deve andare a stare da mia nonna e…”

“Ehi ehi ok capisco che tu non voglia parlarne, non preoccuparti. Posso venirti a trovare?”

“Certo!! Quando vuoi. Se ti va puoi venire domani dopo la scuola”

“Certo, allora ci vediamo domani”

“Ok voglio sapere come è andata con Antonio mi raccomando!”

“Okey!! Ti voglio bene, riguardati”

“Anch’io te ne voglio a domani” chiuse la telefonata e sospirò; mentire non era mai stato il suo forte, negare l'evidenza perfino a se stessa si.
  
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