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Autore: Stardust_    19/01/2012    0 recensioni
Juliette, Jules per gli amici, frequenta il 3° anno di Hogwarts, è stata smistata nei coraggiosi e puri di cuore, i grifondoro. Un giorno, incontrò Fred e...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'incontro



“Ehi Jules!! Com’è andata?!” gridava Sarah dal fondo del lungo corridoio. Camminava a passo svelto, quasi affaticata da tutte quelle scale che aveva dovuto percorrere; portava la divisa dei grifondoro appena asciugata, ed il cravattino era stretto intorno al collo, lei si che era una studentessa modello, o almeno questo era quello che pensava Jules. Anche lei grifondoro, ma una di un altro tipo, di quelle vivaci, senza paura e tutt’altro che timide. Juliette Laurence, per gli amici Jules, così si chiamava. Aveva le mani infilate nella tasca della veste, camminando abbastanza tranquillamente, nonostante il danno che aveva fatto e la ramanzina appena subitasi dal preside. “Tutto bene, le solite cose…” disse facendo spallucce raggiungendo l’amica. Stranamente guardava per terra,  persa nei suoi più misteriosi pensieri. I suoi occhi color smeraldo erano spenti, ed era ormai da un po’ che giocherellava con una ciocca dei suoi lunghi e mossi capelli color corteccia. Sarah la guardò aggrottando le sopracciglia, non capendo cosa stava succedendo; conosceva quella faccia, e voleva poter dire solo due cose:  1. Si era innamorata, 2. Qualche incantesimo rimbecillente l’aveva presa in pieno. La ragazza bionda, Sarah, le fermò la mano che si agitava fra quel groviglio di capelli, e per tutta risposta, ottenne uno sguardo fulminante da parte dell’altra grifondoro. Ok, questo voleva dire che nessun incantesimo le aveva fatto del male. “Che ti prende Jules?! Sembra tu abbia visto un pesce parlante” disse scherzando, con tono ironico. La mora la prese da parte, e si andarono a sedere su una panchina lì vicino. Doveva dirle qualcosa di importante.
Un’ora prima…
Jules stava ascoltando quel vecchio de suo preside farle la solita ramanzina, del tipo “Jules ti sei comportata male…bla bla…l’insegnante si è molto spavntata…bla…bla…ma non leverò punti alla tua casata…bla…bla” Come al solito lei non attaccava il cervello in quelle occasioni, quindi si ritrovava ad annuire, sorridendo, come una scema, dando qualche volta segni di vita, affermando ‘non succederà più’ o cose simili. Quando il colloquio finì, dopo un’interminabile mezz’ora, Silente le chiese di chiamare il ragazzo che stava fuori dalla porta. Jules alzò gli occhi al cielo pensando *chi è quel poraccio che dovrà subirsi lo stesso identico discorso che ho dovuto subire io?!* uscì, si affacciò e disse, senza prestare troppa attenzione a chi stesse parlando “Ti vuole mister barba bianca” disse cercando in qualche modo di sorridere. Ormai lei e il preside si chiamavano così, lei era ‘il corvo rosso’. Non sapeva perché Silente la chiamasse così, ma ci si era abituata, e quindi aveva un non so che che la faceva sentire a suo agio quando sentiva quel nome.
Jules strabuzzò gli occhi, vedendo che chi aveva davanti, non era proprio un poraccio. La grifondoro deglutì, era uno del quarto anno, lei era del terzo, sempre grifondoro, non troppo brutto insomma; occhi verdi, capelli ricci e castano scuro. Questo le fece un occhiolino; e Jules per tutta risposta accennò un’espressione perplessa, arricciando le sopracciglia. Perché le aveva fatto l’occhiolino?! Dire che i film mentali della grifondoro erano tanti, era mentire. In solo un quarto d’ora aveva escogitato ben quarantasei modi per reincontrarlo, senza ovviamente avere mai l’intenzione di attuarli.
… Tornando a prima
“Quindi, volevo sapere se lo conoscevi?” disse Jules con un filo di voce, cominciando a mangiarsi le unghie. Sarah sapeva tutto riguardo gli argomenti ‘piccanti’ della scuola, quindi la ragazzina pensò subito a lei, quando le si pose la domanda ‘quale diamine è il suo nome?!’ Si spostò la ciocca di capelli scuri che le era andata davanti l’occhio, dietro l’orecchio, aspettando una risposta da parte dell’amica, che intanto pensava. “Riccio, occhi verdi…. Ah si! Ci sono, dovrebbe essere Fred…” ci fu una pausa “Fred Patts” concluse annuendo, sicurissima di quello che aveva appena detto. Jules sorrise, tutta entusiasta *Jules e Fred, Fred e Jules… Jules Patts* era classico da lei pensare a cose del genere quando si innamorava; il problema era che poi, per convincerla a lasciar perdere, ci voleva troppo tempo.

  
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